I Talebani prendono Farah City

E’ emergenza totale a Farah City, il capoluogo della omonima provincia occidentale afghana, dopo l’attacco sferrato ieri dai Talebani che sono riusciti ad occupare posizioni all’interno dell’abitato, uccidendo, secondo le autorità locali, almeno sei membri delle forze di sicurezza.

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L’intervento a sorpresa degli insorti, che hanno preso d’assalto la città da quattro lati, ha determinato un intervento di truppe dell’operazione Usa/Nato Resolute Support, con elicotteri e aerei da attacco A-10 impiegati per contenere l’offensiva.

Nella serata di ieri un portavoce militare, il tenente colonnello Martin O’Donnell, ha assicurato che “si tratta di un attacco non destinato a durare, come hanno provato precedenti tentativi da parte degli insorti di occupare centri abitati”.

Nonostante i messaggi rassicuranti delle autorità politiche e militari, residenti hanno confermato all’agenzia di stampa Pajhwok la presenza degli insorti armati in città.

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Secondo uno di essi è stato occupato il 3/o distretto di polizia e colpita la sede dell’intelligence afghana (NDS). Un altro testimone ha assicurato che miliziani armati circolano nelle strade cittadine intimando alla gente di restare in casa.

In mattinata il portavoce dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, Zabihullah Mujahid, aveva sostenuto che “i nostri mujaheddin sono entrati all’interno di Farah City”.

La provincia di Farah è da sempre tra le più “calde” dell’Afghanistan a causa della presenza talebana e delle numerose piantagioni di oppio. Rientra nella regione occidentale afghana sotto responsabilità del Train Advise Command West (TAAC W) a guida italiana (attualmente della Brigata “Sassari”) basato a Camp Arena, all’aeroporto di Herat.

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Dal febbraio scorso una cinquantina di militari italiani più altri alleati sono stati schierati in diversi settori della provincia di Farah per affiancare le truppe afghane e contenere l’offensiva talebana che ieri ha raggiunto Farah City, prima occupazione di un centro abitato capoluogo di provincia dall’inizio dell’offensiva di primavera denominata Al Khandaq e varata il mese scorso.

In questo momento “non vi sono soldati italiani a Farah”, ha detto ieri all’AGI il colonnello Enrico Barduani, capo ufficio pubblica informazione dello Stato maggiore della Difesa, il quale ha precisato che “con la situazione attuale a Farah” i militari italiani “non hanno nulla a che fare”.

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L’Italia schiera in Afghanistan 900 militari, quasi tutti nell’ovest e in piccola parte a Kabul presso il comando dell’operazione di appoggio alle forze afghane Resolute Support.

L’8 maggio, dopo un’aspra battaglia i talebani afghani avevano conquistato il distretto di Tala Wa Barfak della provincia settentrionale di Baghlan.

Il giorno precedente il ministro della Difesa afghano Tariq Shah Bahrami, aveva dichiarato a Kabul che  dall’inizio dell’offensiva Al Khandaq i Talebani avevano scatenato 2.600 operazioni su tutto il territorio nazionale, di cui 1.700 però sarebbero state vanificate dalle forze di sicurezza. Il ministro ha ammesso che “la quantita’ di mezzi che ho a disposizione come ministro della Difesa non è paragonabile all’ampiezza della minaccia”.

(con fonti Ansa e AGI)

Foto: Resolute Support TAAC W,  Tolonews, US DoD e Twitter

 

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