Alcuni hacker che si ritiene collegati al governo cinese avrebbero hackerato i computer di un contractor al servizio del Naval Undersea Warfare Centre, un’organizzazione militare americana che svolge attività di ricerca e sviluppo per sottomarini e armi subacquee, rubando dati altamente sensibili, tra cui quelli relativi all’arsenale sottomarino.

All’interno delle informazioni sottratte, secondo quanto riportato dal Washington Post, vi sarebbero anche dei piani segreti per sviluppare un potente missile anti-nave da inserire nei sottomarini statunitensi entro il 2020.

In particolare sarebbero stati rubati 614 gigabyte di materiale relativi a un progetto noto come Sea Dragon, oltre dati Sigint (signal intelligence) e informazioni relative ai sistemi crittografici.

Sea Dragon è stato sviluppato dal Pentagono nel 2012 per adattare le nuove tecnologie cyber alle attuali tecnologie militari statunitensi.

II progetto, che integrerà un nuovo sistema di arma subacquea nelle piattaforme esistenti, ha richiesto 300 milioni di dollari e a settembre dovrebbe iniziare ad essere testato. Il direttore della National Intelligence americana Daniel Coats ha dichiarato che la maggior parte delle operazioni cibernetiche cinesi scoperte contro l’industria degli Stati Uniti “si concentrano su appaltatori della difesa o imprese tecnologiche che supportano le reti governative”.

Sembra evidente, di conseguenza, che Pechino stia cercando di sviluppare sistemi di difesa che possano contrastare la superiorità tecnologica sottomarina di Washington. Allo stesso tempo la difesa americana, che dopo la fine della guerra fredda aveva diminuito gli investimenti sui sistemi di difesa subacquei a causa della perdita del suo principale rivale nei mari, sta rinnovando l’impegno di ricerca e sviluppo in tecnologie marittime in vista della rapida modernizzazione della marina militare cinese.

Fonte Cyber Affairs

Foto Web e Us Navy