I bombardieri russi Tu-160 espandono le rotte operative sull’Artico

Quest’anno i bombardieri strategici Tupolev Tu-160 faranno tappa nell’Artico in compiti di rafforzamento dei confini marittimi del paese; ad annunciarlo in un’intervista al canale militare Krasnaya Zvezda il Comandante dell’Aviazione a lungo raggio, tenente generale Sergei Kobylash.

L’obiettivo principale, nelle parole di Kobylash, il rafforzamento e la protezione della regione settentrionale (artica) e dei confini marittimi dell’estremo oriente della Russia.

“Quest’anno abbiamo in programma di volare presso la base di Anadyr con i Tu-160 – ha dichiarato Kobylash – e poiché l’Artico riveste per noi un’importanza strategica fondamentale, stiamo procedendo allo sviluppo di nuove basi aeree che ci permetteranno di garantire la sicurezza del paese e dei suoi confini marittimi.”

L’anno scorso i bombardieri Tu-22M3 sono sbarcati sia ad Anadyr (lo scalo artico più orientale della Russia e il cui aeroporto è stato originariamente costruito negli anni ‘50 in piena guerra fredda come base per bombardieri intercontinentali), sia nella base aerea di Vorkuta sita nel nord-ovest della Russia.

Conosciuto dagli equipaggi di volo come “cigno bianco” e con il codice NATO di “Blackjack”, il Tupolev Tu-160 bombardiere strategico con ali a geometria variabile è spinto da 4 turboventole Samara NK-321 che gli conferiscono una velocità massima di 2.220 km/h con una quota di servizio stimata in 15.000 metri. Ad una velocità di crociera di 960 km/h il raggio d’azione operativo del Tu-160 armato con sei missili Kh-55 è di 12.300 chilometri; diversamente, secondo i dati forniti dal costruttore, il raggio di combattimento calcolato per profili di missione che prevedono velocità subsoniche ad alta quota e velocità transoniche in fase di penetrazione a bassa quota è 7.300 chilometri.

Per quanto riguarda l’armamento, il Tu-160 è dotato di comparti interni tipici dei bombardieri in grado di ospitare un carico bellico di 40.000 kg di armamenti vari tra cui missili da crociera (con testate nucleari o convenzionali), bombe di precisione e a caduta libera.

Nel 2015 è stato deciso l’aggiornamento radicale e la produzione della versione M2. Il velivolo in questione per via di trattamenti speciali della superficie diventerà sensibilmente meno visibile ai radar e sarà oggetto di rimodernamenti che riguarderanno sia i motori, che le avioniche oltre ad una nuova serie di armi aviotrasportate con gamme ampliate. Gli esperti sottolineano che con questa prossima modernizzazione l’efficienza complessiva del velivolo dovrebbe aumentare del 60% .

Foto TASS

 

 

 

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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