I contractors del “Sultano”
Dopo le iniziali politiche progressiste e di democratizzazione mirate ad ottenere potere e consenso popolare, Erdoğan ha considerevolmente virato verso autoritarismo e fondamentalismo religioso.
E’ così passato dalla carica di Primo Ministro a quella di Presidente della Repubblica; per non dire di “Sultano”! Nonostante le numerose epurazioni, le Forze Armate mantengono ancora un nucleo secolarista tale da precludersi la completa fiducia presidenziale, pertanto, Erdoğan ha dovuto consolidare il suo potere attraverso una struttura paramilitare articolata su tre livelli: organizzazioni politiche giovanili (ad esempio i “Focolari Ottomani” con quasi 2 milioni di affiliati in tutto il Paese), bande organizzate (tra cui “Germania Ottomana”, gang nazionalista turca attiva in Germania) e, soprattutto, compagnie militari e di sicurezza private.
Dalla Siria al Qatar, passando per Palestina, Libia, Sudan ed Asia centrale i contractors di SADAT Inc. hanno assunto ruoli progressivamente crescenti, rivelandosi un valido asso nella manica, sia sullo scacchiere internazionale che interno.
SADAT Inc.
Con sede ad Istanbul, la SADAT Inc. è stata fondata dal ex brigadiere generale, Adnan Tanriverdi assieme ad altri 23 ex ufficiali e sottufficiali delle Forze Armate turche (TSK). Ai vertici aziendali, dall’agosto 2016 gli è succeduto il figlio, Melih come presidente del consiglio d’amministrazione.
Il nome SADAT deriverebbe dal plurale della parola araba “Sayyid”: signore, padrone, grande capo. Tra i titoli attribuiti ad Erdoğan troviamo “Reis”: grande capo, appunto. Perciò, già dal nome traspare una certa associazione tra l’azienda ed il leader turco.
La società ha iniziato la propria attività il 28 febbraio 2012, prefiggendosi di “creare una cooperazione tra i Paesi musulmani in ambito militare e della difesa, per permetter loro di raggiungere il ruolo che meritano tra le superpotenze globali.”
Ciò attraverso consulenze e servizi di riorganizzazione, addestramento, aggiornamento ed equipaggiamento delle forze armate, al fine di renderle autonome ed autosufficienti.
Da quanto riferisce Tanriverdi, l’idea di una PMSC turca nasce nel luglio 1996, durante una visita in Bosnia, con una decina di generali delle TSK.
La causa scatenante, l’incarico di ricostituire, addestrare ed equipaggiare l’Esercito bosniaco affidato ad una Private Military/Security Company (PMSC) americana. Nonostante l’avversione di Tanriverdi e colleghi per l’assegnazione di un così delicato compito ad una società occidentale, Ankara ha avallato il progetto.
Ben presto è emerso che l’Esercito bosniaco era stato rimodellato secondo dottrine datate ed inadatte alla morfologia del proprio territorio: unità pesanti e corazzate, poco confacenti ad un teatro principalmente boschivo e montagnoso. Commando ed unità aeromobili sarebbero state decisamente più adatte, ma ben più costose! Così, l’ex generale turco, dopo aver analizzato e studiato le più note PMSC al mondo, ha creato la propria alternativa.
I servizi forniti da SADAT Inc. abbracciano la più vasta gamma del settore: analisi, valutazione rischi e minacce, addestramento ad operazioni convenzionali e non convenzionali (assalti, imboscate, sabotaggi, demolizioni, operazioni di soccorso, guerra psicologica, intelligence e renditions) in ambito terrestre, marittimo ed aereo (addestramento piloti di aerei ed elicotteri). SADAT Inc. si offre anche come mediatore nel procurement di armi, equipaggiamenti e veicoli.
E’ presente su web e social media. Ha un proprio canale youtube – anche se con pochi iscritti – dove pubblica video relativi ai servizi offerti ed interventi dei vari managers, così come una pagina Facebook un po’ più aggiornata e seguita.
Dispone anche di un profilo Linkedin da cui emerge un numero di dipendenti compreso tra 51 e 200, i contatti di sei dipendenti – tra cui il Tanriverdi Jr – ed un totale di 114 followers. Tuttavia, la principale pubblicità e reclutamento avvengono con mezzi meno sofisticati, sul campo o grazie anche al supporto di organizzazioni o lobbies governative come l’Unione dei Democratici Europei Turchi (UETD).
Adnan Tanriverdi
Classe 1944, il fondatore di SADAT Inc. si è diplomato all’accademia militare dell’Esercito nel 1966, come ufficiale d’artiglieria. Successivamente, si è specializzato in guerra asimmetrica. Tra gli incarichi operativi emergono quelli al vertice del Comando del Fronte Interno, a Cipro del Nord e della Seconda Brigata corazzata ad Istanbul.
Durante il golpe del 1997, così come molti altri colleghi, è stato espulso dall’Esercito per l’eccessivo fervore religioso; decisamente fuori luogo in un’istituzione tanto laica come le Forze Armate di allora. In seguito è stato presidente di un’associazione di ufficiali in congedo o allontanati dal servizio, chiamata ASDER (Associazione dei Difensori della Giustizia), da cui ha reclutato molti dirigenti di SADAT Inc.
Tanriverdi è anche un colonnista di Yeni Akit,giornale islamista filogovernativo, simpatetico verso i gruppi estremistici. In un articolo descrive Israele come “l’avamposto di una nuova crociata ed una daga nel cuore dell’islam.” Immagina di equipaggiare ed addestrare un esercito palestinese che, assieme ad una più grande forza islamica unita, possa sconfiggere e distruggere i sionisti.
Quest’attivismo e fondamentalismo religioso gli sono valsi il soprannome di “nemico di Ataturk”. Domato il pronunciamento del luglio 2016, Erdoğan l’ha nominato consigliere militare e l’ha inserito nel proprio gabinetto.
Gli stretti rapporti con il “Sultano” gli hanno quindi garantito potere ed un ruolo attivo nella riorganizzazione delle Forze Armate del post-golpe. Tanriverdi ha quindi richiamato in servizio molti dei suoi ex colleghi silurati per motivi religiosi.
SADAT Inc. in patria
Una delle prime apparizioni “pubbliche” della PMC di Tanriverdi è stata durante il fallito golpe del 15 luglio 2016. Circa 250 persone – tra civili e militari – hanno perso la vita per il fuoco di presunti cecchini appostati sui palazzi, in van scuri o mescolati alla folla. Testimoni oculari parlano di uomini della SADAT Inc. impegnati a provocare disordini e violenze, nonché la morte di numerosi civili e militari. L’obiettivo sarebbe stato quello di far degenerare la situazione in modo da consentire ad Erdoğan di mobilitare le proprie formazioni paramilitari. Perciò, gli uomini di Tanriverdi sarebbero stati operativi nelle strade ancora prima che il colpo di stato iniziasse.
Sul suolo patrio la SADAT Inc. ha giocato un ruolo chiave anche nelle operazioni militari in Siria. Sin dallo scoppio della guerra civile nel 2011, infatti la PMSC turca avrebbe regolarmente addestrato i rifugiati siriani sul suo territorio, per poi rimandarli in Siria a combattere Assad. Si parla di circa 3.000 combattenti addestrati in almeno 7 campi, con il sostegno economico dei Paesi del Golfo: Konya, Istanbul, Kocaeli, Kayseri, Duzce, Tokat e Hatay.
Nei confronti di SADAT Inc. sono state presentate diverse interrogazioni parlamentari. La prima risale al settembre 2012 quando Ali Riza Ozturk, del partito di centro sinistra CHP, ha chiesto ufficialmente al Governo di riferire sulla società di Tanriverdi e coinvolgimento nell’addestramento-equipaggiamento di gruppi terroristici operanti in Siria. Ozturk, assieme ad altri parlamentari, ha chiesto anche di poter visitare la struttura addestrativa di Hatay e di poter verificare l’esistenza di pagamenti governativi occulti.
Meral Aksener, lady di ferro della destra nazionalista, mal tollerante verso la deriva islamista di Erdoğan, ha inoltre riferito: “Abbiamo saputo che nel Paese ci sono almeno due campi che addestrano militarmente civili. In uno di essi opera una struttura chiamata SADAT”.
Il Governo ha negato ogni affermazione; la società, invece ha dichiarato di non costituire “un’alternativa alle forze armate” e che, sebbene abbia le capacità per addestrare al combattimento non convenzionale, fino ad allora non l’aveva mai fatto. Ha negato anche di gestire campi in o fuori dalla Turchia.
Successivamente, Tanriverdi non ha negato i contatti tra la sua società e l’Esercito Libero Siriano, definendoli alla stessa stregua di quelli intrattenuti da Stati Uniti e Turchia e, di cui, sia Washington che Ankara erano al corrente. Oltre ai ribelli da inviare in Sira, SADAT Inc. ha addestrato le organizzazioni giovanili filogovernative come i “Focolari Ottomani” e le sezioni giovanili dell’ AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo; il partito di Erdoğan) in counter-insurgency.
Altre voci mediatiche parlano di SADAT Inc. come strumento repressivo anti-dissenso, impegnato in rapimenti, torture ed esecuzioni extragiudiziali. Sono molti infatti a sostenere che il suo profilo ideologico, l’esperienza paramilitare e gli stretti legami col Governo ne facciano una protagonista ideale della guerra sporca contro – gli ormai definiti – “terroristi” dell’opposizione.
E così il nome SADAT Inc. è trapelato nell’ottobre 2016 nell’ambito di un piano per eliminare gli oppositori: finte rivolte ed evasioni di prigionieri politici come pretesto per poterli eliminare. Il piano sarebbe fallito perché scoperto dai media.
SADAT Inc. all’estero
Riprendendo mission e vision aziendali, la società opera in quei Paesi a maggioranza musulmana, in particolare in cui vi sono correligionari vittimizzati – Assad, ad esempio, non otterrebbe mai né supporto, né servigi. Il bacino di clienti potrebbe così comprendere ognuno – o quasi – dei 57 paesi dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica.
Essi infatti, incapaci di creare alleanze sufficientemente forti, stabili e durature hanno sempre dovuto dipendere dall’Occidente o da altri Paesi non musulmani.
Per quanto riguarda la Siria, oltre all’addestramento di combattenti in Turchia, SADAT Inc. sarebbe molto attiva anche nel loro reclutamento all’estero: soprattutto in Cecenia, Tagikistan e Kazakistan. Secondo Michael Rubin dell’American Enterprise Institute, dopo averli addestrati, i turchi li trasferirebbero tra le fila dei gruppi islamici più radicali; inclusi ISIS, al Nusra e Ahrar al-Sham!
Prima della riappacificazione con Ankara, il Governo russo aveva inserito la società di Tanriverdi in un report delle Nazioni Unite come “organizzazione fortemente impegnata alla formazione e trasferimento al fronte di foreign fighters”, nonché alla destabilizzazione di Paesi stranieri. Secondo indagini dei servizi di sicurezza russi del 2015, il 25% delle 900 persone che hanno lasciato il Paese dirette verso Siria e Iraq, erano collegate a SADAT Inc.
I consolati turchi in Russia hanno poi fornito i passaporti. Passaporti rilasciati anche ai cittadini di Germania, Austria Belgio, Francia e Svezia dalle rispettive rappresentanze diplomatiche turche.
Non sono mancati anche coinvolgimenti diretti sul campo. Durante la riconquista di diversi centri urbani in mano ai curdi di PKK e YPG, avrebbe preso parte anche la formazione paramilitare privata, disseminando il terrore: 34 abitanti di un villaggio radunati per esser bruciati vivi, sono stati salvati in extremis da un ufficiale turco.
La forza privata di Erdoğan è presente anche nel Golfo, grazie alla collaborazione con la società di sicurezza privata saudita, Al Aquid Trading del colonnello dell’intelligence saudita, Giza Ghazi Al-Harbi.
La SADAT Inc. è particolarmente attiva in Qatar, dove la Turchia ha una base militare. Lì fornisce vari servizi, tra cui addestramento e supporto di Esercito e Marina per i quali organizza anche lunghe esercitazioni. Secondo il sito Qatary Leaks avrebbe supervisionato anche il reclutamento di mercenari per proteggere l’Emirato, visto il clima rovente coi vicini.
Questi, sarebbero arrivati addirittura ad assembrare una forza di 15.000 contractors – principalmente colombiani e sudamericani comandati da americani, britannici, francesi ed australiani – per rovesciare l’attuale reggente qatarino. Qatary Leaks ha rivelato anche la supervisione della società turca nella creazione del primo gruppo industriale della difesa nel Paese.
Interamente di proprietà del Ministero della Difesa, il Barzan Holdings ha l’obiettivo di facilitare il raggiungimento dell’autosufficienza nel campo della Difesa e Sicurezza: una serie di joint-ventures a maggioranza di capitale locale, fra lo stesso gruppo ed una serie di società straniere, anche italiane, che contribuiranno, con il proprio know-how e tecnologia, a sviluppare la locale industria di settore.
In Qatar opera anche Akademi Sancak, specializzata in consulenza ed addestramento nel settore della difesa. Con sede ad Ankara, è stata fondata nel 2014, con un organico attuale compreso tra i 501 e i 1000.
Secondo lo Shin Bet israeliano, con il benestare di Ankara, la società di Tanriverdi avrebbe fornito assistenza militare e finanziaria ad Hamas. L’episodio più eclatante consisterebbe nell’aver accompagnato membri del movimento palestinese ad un’esposizione di settore, per mostrare ed offrire consulenze relative ai droni. Parte dei 3.000 combattenti stranieri addestrati da SADAT Inc., con apposite sovvenzioni governative, avrebbero raggiunto anche la Libia, l’Egitto, il Pakistan ed il Sudan, dove hanno allestito campi d’addestramento e depositi di armi nei pressi della città portuale di Suakin.
Infine, la repressione dei dissidenti non sarebbe limitata ai confini nazionali, ma anche oltre: rapimenti di oppositori in Malesia o spionaggio di gruppi ed organizzazioni della diaspora turca in Europa e Stati Uniti.
Leggi “ad contractor”
Il Governo turco, bypassando il Parlamento, ha emanato dei controversi decreti legge “d’emergenza” che hanno rafforzato i gruppi paramilitari. Il decreto 696 del 24 dicembre 2017, ad esempio, ha garantito l’immunità a tutti quei civili che hanno commesso crimini per fermare il golpe del 15 luglio 2016.
In realtà, l’immunità è stata garantita ai gruppi filogovernativi autorizzandoli a combattere chiunque venga percepito come una minaccia al regime; sia essa reale o strumentale. Altro decreto meritevole d’attenzione è il 678 del 22/10/2016 che consente ad “ufficiali e sott’ufficiali in congedo” di poter operare “nel reclutamento di personale militare e cadetti delle forze armate turche fino al 2020.”
La serietà di questo provvedimento è strettamente legata alle visioni fondamentaliste di Adnan Tanriverdi e commilitoni in congedo. Attraverso questo decreto si apre l’opportunità per SADAT Inc. ed organizzazioni governative di rimpinguare e riformare i ranghi delle forze armate con gruppi ed alleati di partito.
Infine, il decreto 676 del 29/10/2016 ha tolto restrizioni sull’acquisto e possesso di armi da fuoco. Ciò ha consentito alla pletora di miliziani governativi di possederle e trasportarle legalmente; ovviamente non per sola legittima difesa, bensì per intimidire i nemici. Per quanto riguarda l’attività vera e propria di SADAT Inc., invece la Turchia manca ancora di un sistema legale ed operativo adeguati, nonché di un efficace meccanismo di controllo. Queste lacune non sono mai state deliberatamente colmate dal Governo, consentendo così alla società di evitare il controllo amministrativo, giudiziario e di poter portare avanti liberamente i propri obiettivi.
Nel sito aziendale si riporta l’ottemperanza ad una serie di requisiti legali per la sua costituzione. Tuttavia, essi non coprono i servizi forniti. La legislazione turca, infatti non dispone di norme sul settore dei servizi di difesa e le sue attività non sono controllate né dal Ministero della Difesa, né del Commercio.
La sicurezza privata in Turchia
Negli ultimi sei anni il settore della sicurezza privata turca è cresciuto considerevolmente: un giro d’affari stimato tra i 3 – 6 miliardi di dollari, più di 1400 società ed oltre 700 centri di formazione. Il personale è aumentato del 92%, passando dai 147.474 operatori del 2011 ai 284.399 di fine 2017.
Attualmente si contano ben 992.721 operatori abilitati (addestrati e formati), tra cui 624.099 al servizio armato. Questi numeri consentono alla sicurezza privata di piazzarsi numericamente come seconda forza del Paese dopo le Forze Armate.
La crescita è sostanzialmente dovuta alla forte urbanizzazione e relative esigenze di sicurezza. Il 60% delle guardie private è impiegato nelle tre principali città, di cui Istanbul è la più ricettiva.
Il settore non contribuisce esclusivamente all’aumento della propria ricchezza o al livello occupazionale, bensì supporta anche altri settori come il tessile ed il turismo. Quello della sicurezza privata, nonostante la forte crescita, resta un settore che necessita di maggior sostegno governativo, così come di stipendi più alti e di una maggior tutela dei diritti dei propri operatori.
Nel 2015, Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato che il settore della sicurezza privata avrebbe dovuto diventare “una cosa del passato”, promettendone la completa eliminazione. Tuttavia, da allora il numero di effettivi è aumentato di ben 41.078 elementi.
Qualche considerazione
Da quando nel 1923 Mustafa Kemal Atatürk fondò la moderna repubblica e ne riformò la società, la Turchia ha sempre mantenuto un’impostazione secolarista. Una laicità garantita dalle Forze Armate, ma costantemente e pesantemente indebolita dal “Sultano”.
Il fallito golpe del 2016, definito da Erdoğan “un dono di Dio”, gli ha permesso di liberarsi di tutta una serie di elementi – almeno 50.000 – scomodi e di dubbia fedeltà tra le forze armate e di sicurezza, cercando di allinearle per l’ennesima volta alla sua volontà.
Nonostante ciò, episodi come il rifiuto degli ufficiali dell’Esercito di applicare brutale giro di vite imposto dal Presidente nei confronti della popolazione curda in Siria, lascerebbero trasparire un clima di stabilità istituzionale ancora precario.
Inoltre, dopo la risicata vittoria al referendum dell’anno scorso, in grado di mantenere Erdoğan in carica fino al 2029, o addirittura 2034, l’esito delle elezioni del 2019 potrebbe non esser scontato. Pertanto, il “Sultano” utilizzerà ogni mezzo per evitare di esser cacciato democraticamente.
Ed ecco che la miglior soluzione pare esser SADAT Inc. che agisce come una sua milizia personale; una guardia pretoriana.
“Soldati politici” che fanno rispettare la sua agenda, garantendogli stabilità politica in patria, così come proiettandone il potere all’estero. Il tutto senza quei limiti o restrizioni a cui sarebbe sottoposta un’unità governativa tradizionale. Fondamentale in tal senso, la possibilità di esercitare l’opzione della negabilità plausibile, addossando responsabilità ad altri soggetti, descritti magari come “indipendenti” o “deviati”.
Per contro, dittatori e leaders autoritari non possono permettersi di render questi gruppi troppo potenti. Essi infatti, una volta raggiunto il livello economico e di potere sufficiente, potrebbero entrare in concorrenza con lo Stato e sfidarne l’autorità.
Foto Getty, AFP, Anadolu, Reuters, EPA, Presidenza Repubblica Turca e AP
Pietro OrizioVedi tutti gli articoli
Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.