Il Pentagono vara il Comando Indo-Pacifico

Durante la cerimonia del passaggio di consegne del PACOM (comando del Pacifico),il 30 maggio, tra l’ammiraglio Philip S. Davidson, proveniente dal comando delle forze navali di Norfolk (Virginia) e l’ammiraglio, Harry B. Harris Jr, comandante del PACOM negli ultimi tre anni, il Segretario alla Difesa James N. Mattis ha sottolineato l’importanza della regione dell’Oceano Indiano nell’area di responsabilità del Comando Pacifico degli Stati Uniti e ha annunciato che il Dipartimento della Difesa sta cambiando il nome del PACOM in Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti.

Il segretario alla Difesa ha dichiarato che “in riconoscimento della crescente connettività tra gli oceani Indiano e Pacifico, oggi abbiamo rinominato il Comando del Pacifico degli Stati Uniti in Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti”. “Nel corso di molte decadi, questo comando si è ripetutamente adattato alle mutevoli circostanze e oggi porta avanti questa eredità mentre l’America si concentra verso ovest”.

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Mattis ha inoltre affermato che la strategia nazionale di difesa 2018, la prima del suo genere in un decennio, riconosce le sfide del Pacifico e segnala la determinazione e l’impegno duraturo dell’America nei confronti della regione Indo-Pacifico.

Il Comando indo-pacifico degli Stati Uniti cerca di rafforzare i legami nella regione ” aperta agli investimenti e al commercio libero, equo e reciproco, non vincolato dall’economia predatoria di nessuna nazione o da minacce di coercizione, perché l’Indo-Pacifico ha molte vie”, ha detto Mattis, alludendo alla politica” One Belt, One Road “della Cina per la regione.

Gli Stati Uniti hanno intensificato la cooperazione con l’India in diversi settori, compresa la cooperazione in materia di difesa. Washington e Nuova Delhi hanno espresso preoccupazioni per la maggiore assertività delle forze armate cinesi.

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Due settimane or sono, un bombardiere strategico (nella foto a lato) dell’Aeronautica Militare Popolare Cinese (PLA) aveva compiuto il primo atterraggio su un’isola artificiale nel Mar Cinese Meridionale, ponendo così l’intero sud-est asiatico nel suo raggio d’azione.

Il Dipartimento della Difesa statunitense aveva criticato l’episodio come “militarizzazione continuata” e giudicato l’azione destabilizzante per la regione e motivo di aumento delle tensioni.

Il sito del dipartimento della difesa americano riporta che la situazione nella regione indo-pacifica è complicata. La Cina sta investendo molto nelle sue forze armate e sembra intenzionata a minare l’ordine internazionale che ha servito la regione dalla fine della seconda guerra mondiale.

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La Corea del Nord è imprevedibile e ha sviluppato armi nucleari. Tuttavia, alti funzionari americani e nordcoreani stanno attualmente lavorando per organizzare una riunione ad alto livello per discutere la situazione. Nella regione, dall’Indonesia alle Filippine e al Bangladesh, persistono minacce di estremisti violenti.

In occasione del passaggio di consegne, nella sede del Comando del Pacifico (PACOM), alle Hawaii, si è tenuta una riunione tra il Generale Jeong Kyeong-doo, Capo di Stato Maggiore della Difesa di Seoul, e i suoi omologhi statunitensi e giapponesi, il generale Joseph F. Dunford e l’ammiraglio Katsutoshi Kawano.

Il presidente Donald J. Trump ha nominato Harris come ambasciatore degli Stati Uniti in Corea del Sud. Secondo alcuni funzionari, Harris, ex comandante del PACOM, era stato precedentemente destinato in Australia, ma successivamente l’amministrazione Trump ha deciso il trasferimento verso Seoul, proprio mentre il Presidente Trump si prepara ad incontrare Kim Jong-un, leader della Corea del Nord. Harris, per diventare un ambasciatore, deve prima essere nominato formalmente e poi confermato dal Senato degli Stati Uniti.

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Alcuni giorni fa, l’USS Milius (nella foto a lato), un cacciatorpediniere lanciamissili classe Burke con “avanzate capacità di difesa missilistica”, è arrivato alla base della Marina USA a Yokosuka, in Giappone.

“Lo scorso anno, il Milius, durante la sua permanenza a San Diego, era stato equipaggiato con il sistema di combattimento Aegis Baseline 9, migliorando così le capacità di difesa aerea e contro i missili balistici, la guerra di superficie e le capacità di guerra sottomarina”.

Nel frattempo gli Stati Uniti hanno schierato 14 caccia stealth -22 Raptor nella base aerea di Okinawa in Giappone, probabilmente per la durata di un mese. Secondo il Sankei Shimbun il motivo sarebbe quello di aumentare la pressione diplomatica sulla Corea del Nord prima del previsto summit tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader del nord Kim Jong-un. L’ultima volta che gli USA avevano schierato i caccia in Giappone risale all’inizio del 2014.

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Il 29 maggio scorso, la portaerei USS Ronald Reagan ha lasciato la base navale nella città portuale orientale di Yokosuka in Giappone per una missione di pattugliamento nell’Oceano Pacifico occidentale.

Nelle ultime settimane, la Corea del Nord ha reagito con rabbia alle esercitazioni aeree congiunte denominate “Max Thunder” tra Seoul e Washington, sollecitando  una sospensione delle attività addestrative. L’esercitazione annuale includeva attività difensive con combattimento simulato, con un numero di aerei e truppe simile a quelle degli anni passati, circa 100 aerei per entrambi i paesi partecipanti. Quest’anno, secondo quanto riporta il Korea Times, per l’esercitazione gli Stati Uniti avevano schierato 8 F-22 (video).

Foto: US DoD, Yonhap, PACOM e US Navy.

 

Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.

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