Migranti illegali: l’ora della fermezza?

Il dado è tratto ma ora occorre andare fino in fondo. Dopo il tentativo di Marco Minniti di ridurre i flussi migratori illeciti e regolamentare l’ambigua attività delle navi delle Ong, intente a trasportare in Italia (e solo in Italia) il numero più alto possibile di immigrati illegali anche sottraendoli alla Guardia costiera libica (equipaggiata, addestrata e appoggiata da Italia e Ue), il neo ministro degli Interni Matteo Salvini sembra determinato a imprimere una svolta nei confronti dell’immigrazione clandestina.

Nel mirino del Viminale vi sono le Ong e Malta. La nave Aquarius di Sos Mediterranee con a bordo 629 migranti soccorsi davanti alle coste libiche non è stata autorizzata a sbarcarli in un porto italiano dopo che Malta aveva rifiutato l’approdo benchè la Valletta fosse il porto sicuro più vicino (oltre a quelli libici e tunisini) dove secondo il diritto internazionale devono essere sbarcati i naufraghi soccorsi in mare.

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Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha precisato che “è stato disposto l’invio di due motovedette con medici a bordo pronti a intervenire al fine di garantire la salute di tutti gli occupanti dell’Aquarius che dovessero averne necessità” ma il governo sembra determinato a negare l’ingresso in un porto italiano alla nave.

Di fatto si sta ripetendo quanto avvenuto già la scorsa settimana,  quando La Valletta aveva impedito l’ingresso in porto della nave Seefuchs, con 126 migranti e la nave era poi approdata a Pozzallo. “Malta non può dire di no a qualsiasi richiesta di intervento”, aveva attaccato Salvini.

“Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c’è Malta che non accoglie nessuno, c’è’ la Francia che respinge alla frontiera, c’è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l’Europa che si fa gli affari suoi. Da oggi anche l’Italia comincia a dire no al traffico di esseri umani, no al business dell’immigrazione clandestina”.

Salvini e il ministro (M5S) Toninelli delle Infrastrutture da cui dipende la Guardia Costiera, hanno aggiunto che Malta “non può continuare a voltarsi dall’altra parte quando si tratta di rispettare precise convenzioni internazionali in materia di salvaguardia della vita umana e di cooperazione tra Stati”.

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Per ora non c’è un bando ufficiale all’accesso delle navi delle Ong dai porti italiani ma gli sviluppi futuri dipenderanno molto dall’esito di questa vicenda.

Dopo due giorni di liti tra Roma e La Valletta il nuovo governo socialista spagnolo ha accettato di accogliere il carico umano dell’Aquarius nel porto di Valencia ma l’equipaggio della nave non sembra intenzionato a dirigersi verso le coste iberiche, come se cercasse a tutti i costi il braccio di ferro politico con l’Italia, magari accampando la necessità di raggiugere il porto più vicino per esaurimento del carburante o per le supposte precarie condizioni dei migranti a bordo.

E’ concreto il rischio che l’Aquarius, o domani un’altra nave delle Ong, tenti di forzare le acque territoriali raggiugendo un porto italiano, per costringere Roma a usare la forza o ad accettare altre centinaia di immigrati illegali dopo i 750 mila circa sbarcati dalla Libia dal 2013.

Nel primo caso si scatenerebbe la riprovazione di tutte le lobby legate al business del soccorso e dell’accoglienza dei migranti illegali (che vale oltre 5 miliardi di euro annui), nel secondo il governo perderebbe la faccia subendo l’iniziativa di una società privata quale è una Ong.

(FILES) This file photo taken on November 05, 2016 shows migrants and refugees on a rubber boat waiting to be evacuated during a rescue operation by the crew of the Topaz Responder, a rescue ship run by Maltese NGO "Moas" and the Red Cross, on November 5, 2016 off the coast of Libya. Italian Foreign Minister Angelino Alfano on April 29, 2017 said he "agreed 100 percent" with a prosecutor Carmelo Zuccaro who has repeatedly suggested charity boats rescuing migrants in the Mediterranean are colluding with traffickers in Libya. / AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO

Una ragione in più per evitare inutili polemiche tra Italia e Malta puntando decisamente a far riportare tutti i migranti soccorsi in mare in Libia, dove le stesse agenzie dell’Onu (Unhcr e Iom) ne curerebbero assistenza e rimpatrio nei paesi di origine.

Un’opzione che, come Analisi Difesa sostiene da anni, non solo eviterebbe rischi per i migranti illegali ma sancirebbe in modo chiaro la chiusura dell’Europa ai flussi di clandestini scoraggiando automaticamente nuove partenze.

La decisione di Salvini e del governo Conte potrebbe consentire di completare quanto iniziato da Minniti, la cui azione con la Guardia costiera libica ha determinato un crollo dei flussi di oltre il 70%; un risultato che potrebbe inoltre “trainere” l’Europa verso una politica meno accondiscendente e passiva nei confronti dell’immigrazione illegale ma occorre dare continuità e fermezza alle decisioni di Roma.

IFRONTEX

Altre navi delle Ong sono pronte a portarci altri clandestini, nelle prossime ore quasi mille africani verranno sbarcati a Catania dal pattugliatore Diciotti della Guardia Costiera mentre 53 afghani e pachistani sono stati sbarcati sulla spiaggia di Calamosche, a Noto, nel Siracusano, da un’imbarcazione “fantasma” che ha ripreso il largo.

Il braccio di ferro con l’Aquarius rischia quindi di rappresentare uno scontro sterile se poi si accettano un numero anche maggiore di immigrati illegali trasportati dalle navi militari italiane ed europee, che invece dovrebbero essere meglio impiegate per fermare le infiltrazioni e gli sbarchi fantasma sulle nostre coste.

Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha annunciato che proporrà la Marina per il Nobel per la Pace ma potremmo accontentarci che le forze militari vengano finalmente impiegate, pur senza rinunciare al soccorso in mare, per difendere i confini della Patria invece che per consentire a chiunque paghi criminali di violarli impunemente.

@GianandreaGaian

Foto Frontex, Marina Militare, Lapresse, AP e CNN

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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