MBDA Italia: il centro d’eccellenza missilistica di La Spezia/Aulla

Lo stabilimento di La Spezia ed il connesso sito di Aulla, quest’ultimo posto all’interno del comprensorio del Centro Interforze Munizionamento Avanzato (CIMA) della Marina Militare, rappresentano il centro integrato d’eccellenza missilistica di MBDA Italia.

Accanto ai programmi legati allo sviluppo, produzione e mantenimento in servizio dei sistemi missilistici antinave, che fin dalla nascita del sito rappresentano il cuore dell’eccellenza del centro ed oggi registrano l’evoluzione delle famiglie Marte e Teseo, il centro di La Spezia/Aulla di MBDA Italia si appresta ad ampliare il proprio contributo al know-how strategico nazionale.

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Nel settore dei sistemi superficie-aria, il centro si sta preparando per l’assemblaggio finale del CAMM ER che si aggiunge alle attività legate alla famiglia Aster, anch’esse in evoluzione e s’affaccia sul settore aria-superficie con l’estensione della vita operativa e l’ammodernamento della munizione stand-off a lunga portata Storm Shadow.

Un’attività che si sviluppa di pari passo con la ricerca e sviluppo (R&D) interna, la cooperazione con le Forze Armate ed il CIMA, ed i numerosi programmi Ricerca e Sviluppo (R&D) con le università, industria e centri dedicati della Difesa, in un’ottica di sviluppo e mantenimento a livello strategico della sovranità e produzione a favore della Difesa e dell’export nel settore missilistico.

Nato negli anni ’70 per supportare la decisione politica di dotare il paese di una capacità sovrana nel settore del segmento missilistico tattico di superficie, le cui attività si svilupparono inizialmente attraverso una cooperazione industriale tra Oto Melara e Matra Engins per sviluppare il sistema missilistico antinave Otomat (denominato Teseo dalla Marina Militare italiana), lo stabilimento di La Spezia ed il connesso sito di Aulla all’interno del comprensorio del Centro Interforze Munizionamento Avanzato (CIMA) della Marina Militare sono oggi protagonisti di un nuovo sviluppo produttivo e tecnologico.

Costruito in quegli anni per soddisfare le necessità del programma Otomat/Teseo, che ha riscosso un notevole successo nel tempo con 1050 unità prodotte dai due paesi e definiti gli accordi con il Ministero della Difesa per realizzare ad Aulla (CIMA) le attività piriche inerenti l’integrazione, il collaudo finale e lo stoccaggio delle munizioni presso installazioni oggi gestite da MBDA Italia, il binomio La Spezia/Aulla si è sviluppato nel tempo in un centro d’eccellenza che vede la realizzazione completa di un sistema missilistico, dalla fase di progettazione, sviluppo prototipi e test, a quella di produzione con integrazione inerte e pirica, collaudo, stoccaggio, consegna al cliente, mantenimento ed eventuale estensione della vita operativa/ammodernamento del sistema.

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Ogni anno MBDA investe nel comprensorio di La Spezia-Aulla circa sette milioni di euro, alimenta la ‘supply-chain’ locale per circa 20 milioni di euro, realizza tecnologia allo stato dell’arte anche grazie ad una stretta collaborazione con le università, mantenendo risorse qualificate e sviluppando mutue collaborazioni con le Forze Armate, come nel caso del sito del Centro Integrazione Missili (CIM) all’interno del comprensorio del CIMA della Marina Militare.

Sviluppatosi su di un sedime che oggi conta 22.500 mq, di cui 10.500 coperti su 3 edifici, con una nuova palazzina uffici (edificio 9), una struttura laboratori, produzione e magazzini (edificio 7) in ristrutturazione, ed un’area assemblaggio lanciatori e revisione motori turbojet, il sito di La Spezia è passato nel 1997 in AOSM (Alenia Oto Sistemi Missilistici) a seguito della costituzione di Alenia Difesa, e quindi in Alenia Marconi Systems (AMS) e più recentemente nel 2001, è confluito nella neonata MBDA.

Presso quest’ultimo sito, le attività principali riguardano lo sviluppo test e produzione (integrazione inerte) di missili ed installazioni di lancio per piattaforme aeree, navali e terrestri, a cui s’aggiungono progettazione meccanica ed aerodinamica, simulazione e ‘ambiente sintetico’, ‘Hardware in the Loop’ (HWITL) e prove d’interferenza e compatibilità elettromagnetica (EMI/EMC), revisione motori turbojet e laboratorio per tecnologie duali.

A questi s’aggiunge l’attività d’integrazione pirica, collaudo finale e stoccaggio delle munizioni nonché la produzione della sezione anteriore della famiglia di missili Aster presso il CIM ‘Sergio Ricci’ (dal nome dello storico collaboratore di Gustavo Stefanini, ‘padre’ di Oto Melara, al quale ha succeduto nella guida dell’azienda) ospitato presso gli edifici 41 e 47 del Centro Interforze Munizionamento Avanzato (CIMA) della Marina Militare.

Con quasi 200 dipendenti a tempo indeterminato ed un’età media di 44 anni, di cui il 26% under 30 ed il 10% over 60 (con una suddivisione fra uomini e donne pari rispettivamente all’80/20%), il sito integrato di La Spezia/Aulla presenta principalmente cinque macro-aree rappresentate dal centro sviluppo software sistemi missilistici (CIS-CSSSM), settore operazioni, integrazione e validazione del sistema d’arma, laboratorio equipaggiamenti di test ed il laboratorio di ricerca e sviluppo industriale avanzato.

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Come anticipato, il sito copre l’intero ciclo che porta alla creazione di un nuovo sistema d’arma missilistico ed il supporto lungo la vita operativa, che necessita di un “ambiente operativo fisico-logico” o area ad elevata riservatezza (classifica uguale e superiore a ‘riservato’ e sottoposta a vincoli di controllo del dipartimento delle informazioni per la sicurezza – DIS) rappresentato dal CIS-CSSSM, dove vengono redatti ed archiviati i documenti relativi ai programmi, mantenuto l’ambiente di gestione dei requisiti funzionali e modellazione di sistema, quello di modellazione e simulazione algoritmi nonché l’ambiente di sviluppo software e test funzionale per il sistema operativo del missile, sistema di lancio e simulatori.

L’area principale del sito è rappresentata da quella destinata all’assemblaggio e manutenzione delle sezioni ed assemblaggio finale (inerte a La Spezia ed integrazione pirica ad Aulla) delle munizioni, assemblaggio e test degli equipaggiamenti pirotecnici, sviluppo e validazione degli strumenti e della linea d’assemblaggio, nonché banchi di sviluppo e test, design meccanico ed elettrico.

In pratica le varie componenti del missile arrivano dagli altri siti del gruppo compreso il Fusaro, fornitori terzi ma anche dallo stesso sito di La Spezia e qui vengono assemblati insieme nelle diverse sezioni e queste a creare la munizione, che viene poi sottoposta a test di verifica integrativa del sistema e della sua componentistica nell’apposita area dedicata.

 

Lo stabilimento di La Spezia

Presso il sito di La Spezia si trovano attualmente la linea d’assemblaggio dei missili Marte di seconda generazione ed in particolare risultano in produzione le munizioni del secondo lotto per l’impiego da nave (Mk2/N) destinate agli Emirati Arabi Uniti. Un’altra linea d’assemblaggio è dedicata al Marte ER, di cui nel corso della visita al sito, era in fase di realizzazione l’unità di pre-serie con il nuovo turbojet Williams WJ-24-8G.

Quest’ultima dovrebbe essere impiegata per il primo tiro di qualifica quest’autunno presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ) in Sardegna. Un ulteriore linea d’assemblaggio riguarda il sistema missilistico antinave pesante Teseo, di cui parleremo oltre, che ha visto dalla metà anni ‘2000 l’assemblaggio con ammodernamento alla più recente versione Teseo Mk2/A delle munizioni della precedente versione Mk2 per la Marina Militare nonché la produzione per l’estero sia nella versione precedente Mk2 che della nuova Mk2/A.

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Su richiesta e specifiche della Marina Militare, MBDA Italia sta lavorando alla fase di definizione finale della configurazione di una nuova versione denominata Teseo Evo (o Evolution) con capacità antinave e contro bersagli terrestri, di cui parleremo oltre, il cui completamento del design e assegnazione del contratto di sviluppo dovrebbe arrivare entro la fine del 2018. Nel recente passato, presso il sito di La Spezia è stata effettuato anche la preparazione e qualificazione dei lanciatori delle batterie SAMP/T per l’Esercito Italiano a dimostrazione del completo spettro d’esperienze accumulato a vantaggio di future attività.

In particolare, come meglio vedremo oltre, il sito integrato di La Spezia/Aulla si sta preparando per le attività legate al programma CAMM ER ed in particolare alla realizzazione della linea di assemblaggio inerte e pirica per il nuovo sistema missilistico con relativi sistemi di test e supporto, nonché sistema di lancio e trasporto.

Una volta assemblate, le munizioni e relativi sistemi di lancio passano all’area di integrazione e validazione, dove vengono sottoposti a test e collaudo compresa quella del seeker grazie ad una camera anecoica di nuova adozione dove viene simulato l’inseguimento del bersaglio, disturbi e corrispondenza alle prestazioni richieste.

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Qui viene anche realizzata l’integrazione con il sistema di lancio e condotta l’accettazione del cliente nonché la gestione dei relativi tiri dopo aver completato l’integrazione pirica ad Aulla, se non equipaggiati di testata telemetrica.

Presso il laboratorio ‘test equipment’ sono portate a termine tutte le fasi di progettazione, realizzazione, integrazione, installazione e manutenzione relativa alle attrezzature di test, anche in partnership con le piccole e medie imprese locali, e con l’obiettivo di realizzare prodotti nuovi e modulari per l’impiego multi-attività, a cui s’aggiunge la realizzazione di workshop per i clienti ed il supporto al training.

Un’altra importante area del sito di La Spezia è rappresentata dal WSSE (Weapon Systems Simulation  & Experimentation) dedicato all’integrazione dei sistemi e simulazione in ambiente sintetico anche con altre realtà aziendali e della Difesa per nuovi sistemi missilistici come nel caso del Multilayer Coastal Defence System (MCDS) con primo cliente il Qatar e sistemi integrati per la difesa aerea e contro i missili balistici (IAMD) con le nuove versioni della famiglia Aster, come nel caso del sistema SAAM ESD con missili Aster 30 Block 1 sempre per il Qatar. A questi s’aggiunge Il Compact Warfare System Package ‘Sea Ranger’ ovverosia il pacchetto modulare di comando e controllo e sistemi d’arma per la difesa di imbarcazioni veloci di ridotte dimensioni con Brimstone e Marte MK2/N per attività antinave e SIMBAD-RC per la difesa aerea.

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Tale suite di simulazione del sistema integrato di plancia e gestione dei sistemi d’arma in ambiente operativo consente, grazie alla piattaforma sviluppata da IBR Sistemi con MBDA, di sviluppare un alto livello di realismo e presentazione ai potenziali clienti sia in occasione di saloni o visite presso il sito.

È inoltre presente un’area dedicata alla revisione dei motori turbojet del sistema missilistico Teseo per la Difesa e per l’export. Il sito di MBDA Italia dispone infine di una zona laboratorio R&D denominato LaMBDA (Laboratory for Advanced Industrial Research and Technology – MBDA) che ricerca l’eccellenza tecnologica per applicazioni industriali anche duali, con particolare attenzione alle opportunità offerte dai ‘lateral market’.

Il laboratorio collabora attivamente con PMI, università, startup e Forze Armate in ottica ‘Open Innovation’, costituendo un ‘hub’ di tecnologie sul territorio.

Il laboratorio ha una forte connotazione multidisciplinare ed è integrato nel panorama europeo del gruppo, offrendo contributi nei principali settori, dal monitoraggio delle condizioni di funzionamento ed ambientali attraverso sistemi HUMS (Health and Usage Monitoring System) di nuova generazione per l’integrazione nei sistemi di lancio e negli stessi sistemi missilistici, alla stampa 3D con materiali termoplastici ad alte prestazioni, allo studio e caratterizzazione di materiali e impatto ambientale come nel caso dei materiali reattivi ad alta energia per le teste in guerra, sistemi fotonici, armi laser, sistemi elettronici ad alte prestazioni ed armi ad impulso elettromagnetico, come nel caso del programma THOR che renderà inefficaci, bruciandone i circuiti elettronici, i sistema d’arma avversari.

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Come anticipato, il CIM di Aulla nell’ambito del comprensorio del CIMA, costituisce un elemento integrante e distintivo del sito spezzino di MBDA Italia e del suo rapporto con la Difesa. In aggiunta all’integrazione pirica sui sistemi missilistici presenti e futuri, nell’ambito del programma Aster il CIM svolge una missione unica effettuando la produzione della cosiddetta ‘sezione anteriore’ per tutti i missili Aster, con un rateo di circa 20 unità al mese.

Quest’ultima che include la testata in guerra viene assemblata ad Aulla ed una volta collaudata viene inviata in Francia presso il sito MBDA di Selles-Saint-Denis, dove si trova la linea d’assemblaggio Aster per tutti gli operatori della famiglia del sistema missilistico. In aggiunta alla testa in guerra, la sezione anteriore del missile Aster comprende anche seeker, blocco sensori, pacco batterie e spoletta. I recenti ordinativi di missili Aster nel Medio Oriente unitamente agli sviluppi del programma Marte ed in un prossimo futuro del CAMM ER, hanno portato ad un piano di potenziamento delle capacità del sito senza ampliare le infrastrutture. Al fine di assicurare un incremento del rateo di assemblaggio pirico e quindi di produzione e fornitura dei sistemi missilistici ordinati, verrà portata a termine una trasformazione degli spazi a disposizione.

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In aggiunta alla line di produzione della sezione anteriore dei missili della famiglia Aster, ciascuna delle due aree del CIM dispone di diverse aree d’integrazione pirica comprendente una sala di test e due celle dove avviene l’integrazione vera e propria con un pre-assemblaggio dei relativi componenti, un accoppiamento con la testa e l’assemblaggio finale.

Secondo il piano di potenziamento ideato dagli ingegneri e tecnici di MBDA Italia, anche la sala di test viene trasformata in area d’integrazione dove potrà essere svolto l’intero ciclo d’assemblaggio missilistico finale. In questo modo viene assicurato il rispetto dei livelli di gestione del materiale pirico nelle diverse aree che s’aggiunge all’ottemperanza al TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) che classifica i componenti pirici in 5 categorie a secondo delle loro caratteristiche e del tipo di reazione (detonanti e deflagranti) ed impone che vengano stoccati in depositi differenti (un deposito per ogni categoria).

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Accanto a tale potenziamento, il CIM vedrà in un prossimo futuro l’entrata in operazioni della linea d’assemblaggio pirica del sistema missilistico superficie-aria CAMM ER destinato al sistema EMADS (Enhanced Modular Air Defence Solutions), a cui s’aggiunge l’estensione della vita operativa e l’ammodernamento del sistema stand-off Storm Shadow in servizio con l’Aeronautica Militare italiana.

In particolare, grazie ad un contratto che dovrebbe essere assegnato entro la fine dell’anno, il CIM si sta preparando all’inertizzazione delle munizioni Storm Shadow per il successivo ripristino a seguito del previsto programma di MLU lanciato nel 2017, che al momento attuale coinvolge soltanto la Francia e la Gran Bretagna.

In questo contesto, le munizioni prodotte per l’AMI verranno rese inerti presso il CIM e poi spedite in Gran Bretagna per essere sottoposte all’ammodernamento al pari delle munizioni per gli altri due paesi. Successivamente torneranno al CIM, al termine del ciclo, per l’integrazione pirica finale prima della riconsegna.

 

Marte ER: l’antinave intermedio leggero

Sviluppato dall’allora Oto Melara – la cui area missilistica è successivamente confluita, attraverso diversi passaggi come sopra evidenziato, in quella che oggi è MBDA -, quale missile antinave leggero destinato ad essere impiegato da nave (Sea Killer Mk1), elicottero (Marte Mk2) e successivamente velivoli ad ala fissa da addestramento ed attacco al suolo (Mk2/A), il sistema d’arma Marte nell’attuale (seconda generazione) versione ha registrato la sua prima applicazione per l’impiego da velivoli ad ala rotante ed in particolare inizialmente a bordo dell’EH-101 della Marina Militare dal 2006 e successivamente dalla piattaforma NHIndustries NFH-90, che ha completato l’integrazione e qualifica del sistema nel 2012.

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Il programma ha successivamente registrato lo sviluppo a partire dal 2009 della versione navale (o lanciata da nave) che è stata qualificata nel 2012, la cui munizione (canister di trasporto e lancio + missile) e sistema di lancio costituiscono il fulcro della variante per l’impiego operativo antinave da nave.

La seconda generazione del missile Marte (Mk2) si caratterizza per una riduzione della lunghezza della cellula grazie all’impiego di due booster laterali, una sezione anteriore di maggiore diametro per ospitare il seeker RF denominato SM-1S fornito da Leonardo (precedentemente Selex SI/Galileo) che rappresenta lo stesso utilizzato per il sistema missilistico Otomat/Teseo Mk2/A, ed elettronica digitale con nuovo computer di missione.

Con una lunghezza di 3,85 metri, un diametro massimo di 316 mm ed un peso di 310 kg (con booster) che scendendo a meno di 300 kg per la versione senza i medesimi (Mk2/A per velivoli ad ala fissa sia da addestramento/combattimento che da pattugliamento), il Marte Mk2 ha una portata di oltre 30 km, un sistema di guida integrato altimetro/inerziale per la guida ‘mid-course’ e terminale radar attiva con avanzate capacità di risposta alle contromisure (ECCM).

Grazie alla possibilità di lanciare fuori-asse fino a +/-90 gradi, con un ridotto tempo di risposta (3 secondi necessari all’accensione ed altrettanti per il lancio), la capacità di programmare tre ‘way-point’ sul piano orizzontale, l’altezza per il punto di impatto e la zona di ricerca del seeker attraverso il sistema di pianificazione della missione, il Marte Mk2 si caratterizza per avanzate capacità d’ingaggio di bersagli di superficie con una testa in guerra della classe 70 kg ad attivazione ad impatto o di prossimità, elevate capacità di manovra terminale per incrementare la sopravvivenza contro sistemi per la difesa ravvicinata delle unità sotto attacco.

In aggiunta all’impiego da elicottero in servizio con la Marina Militare, il Marte è stato testato da piattaforma ad ala fissa per il pattugliamento marittimo Airbus C-295 e da velivolo da addestramento/attacco al suolo Leonardo M-346. Per la prima piattaforma (C-295), è stata eseguita una serie di campagne di volo per l’acquisizione dei dati ambientali, culminata con una prova di sgancio eseguita con successo nel 2013. Per la seconda piattaforma invece è stata studiata l’interazione funzionale della capacità antinave effettuata con il Marte Mk2/A.

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Nella versione lanciata da nave, denominata Marte Mk2/N, la munizione e il relativo sistema di lancio sono stati acquisiti dalla Marina degli Emirati Arabi Uniti per l’impiego da bordo delle unità veloci classe ‘Ghannatha’, per cui il paese mediorientale ha acquisito un ulteriore secondo lotto di munizioni, attualmente in fase di produzione.

Quest’ultima versione, seppure nulla è stato mai confermato ufficialmente dall’azienda, è stata acquisita anche dal Turkmenistan per equipaggiare le unità veloci d’attacco da 55 metri costruite in Turchia dai cantieri Daersan e dotate di due lanciatori singoli.

Lo sviluppo della terza generazione della famiglia Marte, seconda quanto risulta ad AD, risale al 2006 quando la Marina indiana ha emesso un requisito operativo per un sistema missilistico antinave con portata intermedia da installare su piattaforma ad ala rotante.

Per soddisfare tale esigenza e l’interesse di diverse altre Marine militari mondiali che necessitavano di un analogo sistema, MBDA Italia ha sviluppato il Marte ER (Extended Range).

Concepito fin dall’inizio dello sviluppo come sistema d’arma multi-piattaforma capace di essere impiegato non soltanto da elicotteri, batteria costiera e piattaforma navale, ma anche da velivolo da combattimento o fast-jet come l’Eurofighter Typhoon in aggiunta a velivoli da addestramento/attacco al suolo o combattimento, partendo da una comune cellula che si differenzia per i piani di controllo del missile al fine di soddisfare i stringenti requisiti in termini di spazi e gestione della munizione sotto l’ala dei fast-jet ed il sistema d’interfaccia con la medesima piattaforma lanciatrice.

Gli ingegneri e tecnici di MBDA Italia sono pertanto intervenuti con lo sviluppo di una nuova cellula dal diametro costante in grado di accogliere una nuova sezione propulsiva per assicurare una portata superiore ai 100 chilometri ma con dimensioni tali da poter continuare l’installazione su elicotteri di medie dimensioni e velivoli d’addestramento/attacco al suolo come la piattaforma Leonardo M-346.

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Al posto del motore a razzo del Marte Mk2, la versione ER (Extended Range) adotta un turbojet Williams WJ-24-8G.  Rispetto alla versione Mk2, la versione ER ha i controlli in coda: tale soluzione assicura una risposta più immediata ai comandi di attuazione ed una maggiore manovrabilità complessiva.

La variante ER è un missile di lunghezza pari a 3,6 metri e dal peso di 330 kg (inclusi i boosters). L’incremento di portata ha portato alla modifica del sistema di guida: alla suite basata sul solo dato inerziale è stato aggiunto l’uso del dato GPS, grazie all’inserimento di un ricevitore GPS per la fase di crociera.

Per quest’ultima fase, possono essere impostati fino a dieci ‘way point’ tridimensionali. L’impiego del ricevitore GPS incrementa ulteriormente la precisione della navigazione e consente l’attacco di bersagli quali navi in porto o installazioni in prossimità della costa sulle base delle coordinate geografiche.

Per quanto riguarda il seeker, non è stato ancora selezionato, facendo presente che il sistema in banda ‘X’ installato sul Marte Mk2 e prodotto da Leonardo è lo stesso di quello installato sull’Otomat Block IV/Teseo Mk2A.

Sfruttando l’estesa esperienza sviluppata nell’ambito dei seeker per i principali programmi europei rappresentati dai sistemi d’arma Aster e Meteor, di cui MBDA Italia detiene la design authority, quest’ultima ha sviluppato un ricevitore digitale a banda larga in fase di validazione in ambiente operativo, che unitamente ad un seeker in banda Ku con antenna tradizionale, potrebbe trovare applicazione sul Marte ER con tempi di messa a punto compatibili con le attuali richieste di consegna al primo customer del sistema missilistico, rappresentato dal Ministero della Difesa del Qatar.

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A ciò s’aggiunge una testata in guerra dal peso complessivo di 70+ kg con spoletta d’attivazione ad impatto o di prossimità che consente di colpire ed affondare unità quali vedette veloci e corvette e di provocare significativi danni anche a fregate, rimanendo al di fuori del raggio d’azione delle loro difese missilistiche aeree.

La terza generazione del sistema missilistico è inoltre dotata di un sistema di pianificazione delle missioni più evoluto, che consentirà un’ulteriore ottimizzazione della traiettoria in quadrimensionale ai fini dell’ingaggio.

Come anticipato il Marte ER è stato concepito quale sistema multipiattaforma e conseguentemente sviluppato in due versioni ed una variante. La versione Naval Ground (N/G) destinata ad essere lanciata da nave o batteria costiera e quella lanciabile da elicottero o H/C (Helicopter) si differenziano perché la prima viene lanciata da un canister mentre nel caso della versione HC, quest’ultima dispone dell’interfaccia meccanica e connettori, rappresentati da morsetti di sospensione e sistemi di bloccaggio, per l’aggancio al lanciatore per elicottero.

La variante Fast Jet (FJ) si differenzia rispetto alla versione H/C per la mancanza di booster, in quanto il missile sfrutta la velocità della piattaforma, un diverso sistema di armamento e sicurezza o SAU (Safety and Arming Unit), un inviluppo di volo differente e modifiche alla cellula nella parte di interfaccia con il pilone aereo. Successivamente al rilascio dalla piattaforma FJ lanciatrice, la munizione plana fino al punto di accensione motore.

A queste differenze si aggiunge la predisposizione della munizione ad un’interfaccia Mil-Std 1760, la più recente per l’impiego aeronautico che consente uno scambio d’informazioni fra piattaforma e sistemi d’arma secondo i più moderni standard.

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In servizio presso le forze armate nazionali e di diversi altri paesi, la società AEREA ha sviluppato i seguenti prodotti che s’interfacciano con la famiglia di missile Marte, compresa la versione Extended Range (ER) per l’impiego da velivoli ad ala rotante e fissa.

Si tratta dell’HLRU (Hook Lifting Release Unit), unità di rilascio gravitazionale da 14 pollici impiegato sulle principali piattaforme elicotteristiche (EH101 e NH-90 con particolare riferimento all’impiego con il Marte, ma anche AW159, AW/T129 e molti altri) ed i sistemi AHDERU ed ALDERU (Advanced Heavy/Light Duty Ejector Release Unit).

Questi ultimi rappresentano eiettori da 30 pollici e 14 pollici rispettivamente, che equipaggiano la linea Eurofighter Typhoon attualmente nella configurazione con energizzazione pirotecnica, ma già disponibili anche in versione pneumatica di cui le specifiche versioni da 14”PLDERU-B e PLDERU-P5N (Pneumatic Advanced Light Duty Ejector Release Unit) sono state selezionate per l’equipaggiamento della linea Leonardo M346 Master.

Le versioni NG ed HC dispongono già di un cliente di lancio rappresentato dal Ministero della Difesa del Qatar che nel settembre 2016 ha assegnato a MBDA un contratto del valore di circa 640 milioni di Euro per lo sviluppo e la fornitura della versione NG per l’impiego da batteria costiera o MCDS.

Il primo lancio di qualifica del sistema Marte ER è previsto per questo autunno presso il PISQ e la produzione di serie del sistema per il cliente qatariano dovrebbe iniziare nel 2020 per consentire le prime consegne del sistema MCDS l’anno successivo.

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L’architettura del sistema MCDS comprende un numero non divulgato di batterie equipaggiate con missile Marte ER ed Exocet MM40 Block 3 che s’interfacciano con un centro di comando fisso ed un pacchetto di mezzi per la logistica e manutenzione. Ciascuna batteria o CDS (Coastal Defence System) comprenderebbe secondo quanto ha appurato AD, tre mezzi ruotati con lanciatore quadrinato derivato da quello per il sistema missilistico Exocet, una stazione di comando e controllo ed una per i sensori, entrambe su mezzo ruotato.

Le batterie Exocet si differenziano esclusivamente per il numero di mezzi lanciatori (2 anziché 3), mentre il tutto comprende un sistema di sorveglianza e designazione bersagli basato su sistema non pilotato, peculiarità del sistema prescelto dal Ministero della Difesa del Qatar. Quest’ultimo lo scorso marzo, ha assegnato nel corso del salone di DIMDEX 2018, un contratto a MBDA per la fornitura del sistema Marte ER nella versione HC per l’impiego dai futuri elicotteri navali NHIndustries NFH90, anch’essi ordinati nel corso del medesimo evento insieme alla medesima piattaforma in versione da trasporto tattico, con contratto destinato a diventare operativo entro la fine dell’anno, e consegna delle relative piattaforme prevista a partire dalla metà del 2022.

Come anticipato da Analisi Difesa, MBDA e Leonardo su contratto assegnato a quest’ultima quale capocommessa dal consorzio Eurofighter, hanno lanciato nell’ottobre 2016 una System Definition Phase (SDP) di un più ampio programma per l’integrazione del sistema Marte ER sul velivolo da combattimento Typhoon, facendo del sistema missilistico di MBDA l’arma antinave standard per il velivolo paneuropeo.

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Nel corso della SDP che si è completata lo scorso aprile, sono stati effettuate con successo prove di integrazione e sgancio a terra di mock-up del missile dal velivolo strumentato IPA 2 di Leonardo Velivoli a Caselle. L’Aeronautica Militare si è fatta garante dell’integrazione di tale capacità per il primo cliente internazionale, rappresentato dall’Aeronautica del Kuwait.

Il sistema Marte ER fa parte del pacchetto che MBDA ha proposto al Kuwait per soddisfare le specifiche richieste del paese mediorientale ed il cui contratto dovrebbe essere assegnato a breve. Sulla base di tali specifiche e richieste di altri potenziali futuri utilizzatori del Marte ER, MBDA ha sviluppato due diversi profili di missione. Il primo riguarda un attacco diretto ad un target, generalmente pre-pianificato, dove il lancio avviene entro poche centinaia di metri di quota a velocità subsonica mentre il secondo viene effettuato nel corso di pattugliamenti aerei a media-alta quota contro bersagli che vengono evidenziati dai sensori imbarcati o su designazione esterna. MBDA è in attesa di ricevere il contratto per la fase successiva d’integrazione del sistema missilistico sul Typhoon che, occorre sottolineare, è stato concepito per ridurre al minimo il carico del pilota e le informazioni necessarie all’impiego del sistema, trattandosi di un’arma ‘fire-and-forget’

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Fra i potenziali clienti del Marte ER in versione lanciabile da Fast Jet, potrebbe essere annoverata l’Aeronautica Militare italiana che con la perdita della capacità antinave causa il ritiro dal servizio dei missili Kormoran, avrebbe espresso interesse per tale soluzione come testimoniato dal suo coinvolgimento nelle attività d’integrazione sulla piattaforma Typhoon a vantaggio del Kuwait.

Lo stesso documento programmatico pluriennale della Difesa Italiana per il periodo 2017-2019, parlando di programmi non ancora finanziati, evidenzia la necessita dell’approvvigionamento del sistema missilistico Marte ER per miglioramento capacità d’ingaggio aria/superficie, senza peraltro specificare la piattaforma.

Anche l’Aeronautica del Qatar potrebbe diventare un potenziale cliente della versione fast-jet, in caso di richiesta del sistema, grazie all’attuale presenza del medesimo nel futuro inventario delle Forze Armate del paese mediorientale. In parallelo allo sviluppo del Marte ER, MBDA sta lavorando ad una serie di capacità potenziate del sistema missilistico raggruppate intorno a tre principali aree: l’adozione di un data link che consentirebbe il re-targeting in volo, oltre alla capacità d’identificazione certa e distruzione del bersaglio, un nuovo seeker multi-mode in radiofrequenza ed infrarosso/laser semi-attivo ed una nuova testata di potenza e capacità maggiorate.

 

L’evoluzione del Teseo

 Con l’avvicinarsi della fine della vita operativa del sistema Teseo Mk 2A (designazione export Otomat Mk 2 Block IV) che assicura il lungo braccio delle capacità antinave delle unità della Marina Militare Italiana, sfruttando le sinergie con l’evoluzione del sistema Marte ER, MBDA Italia e la forza armata stanno lavorando ad un piano per lo sviluppo di una nuova generazione del sistema d’arma, meglio conosciuta come Teseo Mk2/E (dove E sta per Evolved o più semplicemente Evo).

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Quest’ultima è destinata ad incorporare miglioramenti prestazionali e capacitivi rappresentati da portata potenziata, letalità maggiorata e aumentata efficacia in fase terminale. Con fondi già disponibili, il contratto per lo sviluppo del nuovo sistema Teseo Mk2/E è atteso entro il 2018, al fine di ridurre al minimo eventuali gap capacitivi determinati dalla conclusione della vita operativa dell’attuale munizione prevista per l’inizio del prossimo decennio.

Sviluppato a partire dal 1969 quale private venture fra le allora società Oto Melara e Engins Matra (più tardi confluita in Matra BAE Dynamics ed oggi MBDA France) successivamente fuse nel gruppo MBDA, ed entrato in servizio con la Marina Militare italiana nel gennaio 1976, il sistema missilistico Otomat denominato Teseo dalla Marina Militare Italiana è inizialmente evoluto in una versione Mk2 dotata di gittata potenziata sviluppata a partire dal maggio 1973, con primo lancio nel gennaio 1974 e sviluppo completato nel 1976.

Sebbene negli anni ’80, le due società avessero studiato una versione supersonica dell’Otomat, con propulsione ramjet e denominata Otomach, capace di raggiungere una velocità massima di 1,8 Mach, tale progetto è stato abbandonato per una soluzione che comprendesse capacità stealth e di aggiornamento e verifica degli effetti della missione, ma anche quest’ultima è stata lasciata senza seguito e nell’ottobre 1992, il Ministero della Difesa francese ha definitivamente abbandonato il programma Otomat per dedicare i propri sforzi al potenziamento del sistema missilistico Exocet.

L’Italia invece ha proceduto nello sviluppo dello studio di una versione stealth del missile con cellula caratterizzata da avanzate soluzioni tecniche, testate in camera anecoica. Denominato Otomat/Teseo Mk3, un modello di questa soluzione è stato presentato all’edizione 1994 di Euronaval, attirando l’attenzione dell’US Navy. Quest’ultima già conosceva l’Otomat in quanto aveva acquistato un piccolo lotto di munizioni quale sistema antinave da valutare contro le difese delle proprie navi con risultati estremamente positivi per il sistema ed allarmanti per l’US Navy.

Tale attività ed i successi sviluppi del sistema sopra riportati, hanno portato alla firma di un memorandum of understanding fra Italia e USA nel novembre 1995 per un’analisi congiunta di opzioni per un missile anti-superficie di nuova generazione (NGASM, New Generation Anti-Surface Missile).

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Prima che la US Navy perdesse interesse nel progetto, definitivamente abbandonato nel 1999 per perseguire capacità di ‘deep-strike’, il Ministero della Difesa italiano ha assegnato ad AMS un contratto per lo sviluppo e la valutazione di un sistema di guida multi-sensore RF/infrarosso, che unitamente alla cellula stealth avrebbero dovuto portare all’avveniristico sistema d’arma che ha ricevuto il nome Ulisse, prima di essere definitivamente abbandonato esclusivamente per motivi economici.

Verso la fine degli anni ’90, Alenia Marconi Systems (AMS) ha cominciato a lavorare a versioni migliorate dell’Otomat Mk2 e dopo aver sviluppato e venduto alla Malesia la versione Block III della munizione, nel corso di Euronaval 2000 è stato annunciato il lancio delle attività sulla versione Block IV.

Lo sviluppo vero e proprio di quest’ultimo modello per la Marina Militare, è partito nel 2001 ed il primo test di lancio con testata telemetrica del Teseo Mk2/A (Otomat Mk2 Block IV per l’esportazione) si è svolto con successo sul Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Salto Di Quirra (PISQ) il 30 maggio 2006.

Successivamente nel novembre 2007, un lancio con missile completo è stato realizzato con successo sempre sull’area a mare dello stesso poligono dal caccia lanciamissili Durand de la Penne.

Con il completamento delle attività, NAVARM ha assegnato a MBDA un contratto del valore di 45 milioni di euro per l’ammodernamento di 38 missili e 4 sistemi di lancio per i caccia classe ‘Durand de la Penne’ e ‘Doria’. Il Teseo Mk2/A si presenta come un’arma antinave ‘fire-and-forget’ con capacità ognitempo ed una gittata superiore ai 180 km con profilo di volo quasi esclusivamente a bassa quota e sea-skimming.

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Con una lunghezza di meno di cinque metri ed un peso al lancio di 780 kg, il Teseo Mk2/A si caratterizza per un sistema propulsivo incentrato sul turbogetto Turbomeca TR 281 Arbizon III per la fase di crociera ed attacco finale, in grado di assicurare un’elevata veloce subsonica e significative capacità di manovra.

Dotato di un sistema di navigazione ‘mid-course’ incentrato su INS/GPS e capacità di essere riprogrammato in volo grazie ad un sistema data link installato sulla piattaforma lanciante, il Teseo Mk2/A presenta un sistema di guida terminale basato su seeker RF attivo in banda ‘X’ fornito da Leonardo e dotato di avanzate capacità in termini di contromisure elettroniche, in grado di assicurare manovra evasive terminali e capace di variare l’altezza dell’impatto.

A questi s’aggiunge una testata in guerra da ben 210 kg, in grado di essere attivata ad impatto o in prossimità.

Grazie al sistema GPS, l’ultima versione del Teseo è in grado di attaccare bersagli navali in ambito litoraneo, portuale e terrestre sulla base delle coordinate geografiche di questi ultimi. Il missile dispone di un avanzato sistema di missione con way-point tridimensionali (si presume qualche decina), profilo di missione sea skimming e capacità d’ingaggio multiplo simultaneo con direttrici predefinite d’attacco, zone di non sorvolo (no fly zone) e di allerta collisione verticale con seeker che può essere azionato entro una zona operativa per l’ingaggio di bersagli singoli o multipli, a cui s’aggiunge l’ottimizzazione dell’impiego in acquee costiere o alto-mare.

Attualmente installata sulle unità navali della MM della classe ‘Ammiragli’, ‘Doria’ e ‘Bergamini’, la versione Teseo Mk2/A si caratterizza per canister dalle ridotte dimensioni per incrementare il numero di missili imbarcabili (due al posto di uno) in una configurazione con interfaccia per ogni lanciatore collegato al sistema di pianificazione della missione, nonché sistema di combattimento e navigazione con dati forniti dal GPS/INS e sistema data link per il controllo durante il volo.

In aggiunta alla Marina Militare, la versione Teseo Mk/2A sarebbe stata acquistata anche dal Turkmenistan per equipaggiare le unità da 55 metri fornite dai cantieri turchi Dearsan, in una configurazione con un nuovo lanciatore in materiale metallico, ridotte dimensioni e costi. Le munizioni in servizio con la MM vengono sottoposte a periodiche attività di mantenimento e revisione presso il CIMA con il supporto di MBDA, ma come sopra evidenziato, la loro vita operativa si sta avvicinando alla conclusione.

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Per questo motivo la Forza Armata e MBDA hanno avviato il piano di sviluppo sopra evidenziato, la cui attività di definizione del progetto sulla base del requisito emesso da NAVARM dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno con l’assegnazione del contratto per la fase di sviluppo e qualificazione della nuova generazione del missile Teseo. In pratica, secondo quanto ha appurato AD, Il Teseo Evo sarà un sistema d’arma polivalente con capacità non soltanto antinave ma anche d’attacco su terra a media distanza o light strike per distinguerlo da sistemi quali l’MCDN, il Tomahawk o il Kalibr, che vengono definiti come armi da ‘deep strike’ per gittate nell’ordine o superiori al migliaio di chilometri.

Per soddisfare tale requisito, la nuova versione Mk2/E si prevede che sia dotata di un motore turbofan al posto dell’attuale turbogetto, il cui modello peraltro già esistente dovrebbe essere fornito dall’americana Williams, fornitrice di turbofan per i sistemi missilistici americani, con serbatoio strutturale e nuovo sistema anti-G. Grazie a quest’ultimo sistema propulsivo, il Teseo Evo dovrebbe avere una portata praticamente doppia rispetto all’attuale sistema, che comporta inevitabilmente modifiche alla cellula oltre che ai sistemi di controllo ed all’elettronica di missione ed un nuova o migliorata testata in guerra.

Secondo quanto è stato possibile appurare nel corso del salone di Seafuture 2018 da una presentazione effettuata da MBDA alla presenza di delegazioni di Marine estere, in aggiunta al nuovo motore turbofan, la nuova versione presenterebbe una cellula con efficienza aerodinamica migliorata ed incremento non soltanto della manovrabilità ma anche della sopravvivenza della munizione grazie si presume ad una ridotta segnatura radar determinata anche da materiali ad hoc.

Secondo alcune fonti, l’immagine della nuova cellula con spaccato interno che è apparsa nel corso della presentazione, sarebbe legata al completamento della fase dello studio di fattibilità, ma MBDA avrebbe successivamente offerto e starebbe valutando la possibilità di una cellula diversa, che si presume similare ai missili da crociera, il che offrirebbe il vantaggio della possibilità di lancio multipiattaforma, vista la capacità light strike offerta dal sistema.

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A questa s’aggiunge, mettendo a fattore comune l’attività e le tecnologie in fase di adozione per il Marte ER, una completa rivisitazione dell’elettronica e dei sistemi di bordo, con un nuovo ricevitore GPS ed altimetro radar, nonché un seeker di nuova generazione.

Per assicurare la doppia capacità antinave e light strike, il Teseo Evo sarebbe equipaggiato con un seeker multi-banda comprendente la radio-frequenza e secondo quanto riportato, almeno un ricevitore laser semi-attivo. Per incrementare ulteriormente le capacità del sistema d’arma, la nuova versione del Teseo dovrebbe avere una testata in guerra scalabile potenziata.

A tal riguardo, nell’ambito del piano nazionale della ricerca militare, MBDA ha portato a termine attività di studio e sperimentazione dei materiali reattivi per l’applicazione a sistemi d’arma di produzione propria quali il Marte ER, Teseo Evo, CAMM ER (senza contare l’incremento di efficacia su intercettore ATBM). I materiali reattivi sono metalli o semi-metalli con proprietà meccaniche adeguate alla realizzazione dell’involucro strutturale della testa in guerra (TIG). Essi aumentano la letalità delle TIG, abbinando un considerevole effetto esplosivo all’effetto cinetico della proiezione di frammenti.

L’intenzione è quella di utilizzare i materiali reattivi per la realizzazione di TIG penetranti, a frammentazione o multi-effetto.

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Ulteriori fasi del programma sono previste con potenziali sperimentazioni applicate a TIG per prove reali. Per assicurare una capacità di riprogrammazione in volo e conseguentemente ottimizzare i tempi per l’ingaggio del bersaglio prescelto, oltre ad una verifica della distruzione del medesimo (BDA, Battle Damage Assessment), MBDA Italia sta portando avanti, nell’ambito del Piano della Ricerca Militare Nazionale, sviluppi ulteriori del programma Mercure che ha già visto la realizzazione di un data link a ‘due vie’ tramite satellite SICRAL e la sua potenziale applicazione al sistema Teseo.

La nuova versione di quest’ultimo sarebbe inoltre dotata di un nuovo canister più leggero per impiego a perdere (one-shot) e di un sistema di pianificazione della missione migliorato in parallelo ad un supporto ottimizzato per il ciclo vita dell’arma.

In aggiunta ad ampliare le capacità antinave e strike del sistema d’arma, lo sviluppo del Teseo EVO consentirebbe di sviluppare e mantenere delle capacità in diverse aree e tecnologie strategiche che costituirebbero un importante bagaglio che la Difesa e l’Industria nazionale potrebbero portare sul piatto della bilancia in vista della partecipazione al programma anglo-francese FC/ASW (Future Cruise/Anti-Ship Weapon) per lo sviluppo di un missile antinave e ‘deep-strike’ di nuova generazione destinato ad entrare in servizio alla fine degli anni 2020.

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Nell’ambito di quest’ultimo, nel marzo 2017 è stato lanciata una fase triennale di valutazione preliminare delle tecnologie e soluzioni tecniche che potrebbero essere incorporate nella nuova famiglia di sistemi missilistici destinati a rimpiazzare i missili antinave Harpoon, Exocet e aviolanciabili Storm Shadow/Scalp EG.

Secondo quanto risulta ad AD, Segredifesa starebbe valutando, fondi permettendo, di entrare quale osservatore nel programma a partire dal prossimo anno, assicurandosi la possibilità di analizzare e seguire lo sviluppo del medesimo per essere pronta alla sua partecipazione con le giuste tecnologie e soluzioni tecniche.

 

Il CAMM ER

 Come sopra riportato, lo stabilimento di La Spezia ed il sito di Aulla di MBDA Italia non rappresentano soltanto il cluster d’eccellenza nel settore dei sistemi antinave, ma registrano anche una lunga tradizione nel settore dei sistemi missilistici superficie-aria con i sistemi navali Albatros e munizione Aspide e SAAM-IT/SAAM ESD e relativi sviluppi con la famiglia di missili Aster.

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A questi a breve s’aggiungerà il sistema missilistico EMADS (Enhanced Modular Air Defence Solutions) basato sulla munizione CAMM ER (Common Anti-Air Modular Missile Extended Range) destinato all’Aeronautica Militare ed all’Esercito Italiano, ed oggetto di valutazione da parte della Marina Militare. Lanciato come private-venture da MBDA Italia nel 2012, il programma EMADS/CAMM ER è stato prescelto quale rimpiazzo, a partire dal 2021, delle linee di munizioni Aspide facenti parte rispettivamente del sistema Spada dell’AMI e del sistema Skyguard dell’EI.

Caratteristiche peculiari del CAMM ER sono il sistema di guida attiva dotato di seeker a radio-frequenza per l’impiego ognitempo, ed sistema di lancio di tipo “soft launch”, che permette l’accensione del booster ad una distanza dal lanciatore sufficiente a salvaguardarne l’integrità.

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La versione CAMM ER deriva dal missile CAMM (di cui peraltro una significativa comunanza di componenti) da cui se ne differenzia principalmente per una maggiore lunghezza (4,2 contro 3,2 metri) e peso (160 contro 99 kg), conseguenze dell’adozione di un nuovo e più potente sistema propulsivo, sviluppato e prodotto dalla società Avio, che ne incrementa la portata ad oltre 40 km, a cui s’aggiunge una nuova configurazione aerodinamica con quattro ali a basso allungamento che si estendono lungo la sezione centro-posteriore del missile.

Tali caratteristiche assicurerebbero prestazioni di manovrabilità similari se non superiori a sistemi più prestanti dell’attuale generazione.

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Il CAMM ER si caratterizza per capacità ognitempo, ingaggio simultaneo contro bersagli multipli a 360° e nei confronti delle previste future minacce aeree, un data link a due vie fra il missile ed il sistema di lancio che permettono di operare senza la necessità di radar di controllo del tiro ed illuminatori, in aggiunta alla capacità di essere designato da una fonte esterna.

Lanciato come private-venture, il programma di sviluppo del CAMM ER ha visto una definizione contrattuale con finanziamento di 95 milioni di euro spalmati su tre anni, i cui fondi sono già allocati dal precedente Governo ed al tempo stesso è stata completata la negoziazione contrattuale fra Segredifesa (TERRARM) e MBDA così come è già stato definito l’Implementation Agreement che regola la governance tra il Ministero della Difesa italiano e quello britannico.

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Manca soltanto il definitivo via libera del nuovo Parlamento e la firma del contratto a seguito del quale sarà esecutivo anche all’accordo con l’MoD UK regolante il workshare e la suddivisione delle quote di mercato export derivante dal fatto che il CAMM ER è un’evoluzione del CAMM, diventando a tutti gli effetti un programma bi-nazionale.

Il programma prevede il completamento dello sviluppo e qualifica del missile, lo sviluppo e qualifica del sistema di lancio dotato di proprio sistema di up-link, nonché la sua integrazione, in ambito nazionale, con i sistemi missilistici di prossima dotazione delle due Forze Armate:

  • Posto Comando Modulo di Ingaggio (PCMI) Forza NEC per l’Esercito Italiano, dotato di radar di scoperta Rheinmetall Italia X-TAR 3D in banda ‘X’ desitnato a rimpiazzare lo Skyguard Aspide per la protezione delle forze in teatro dalle minacce a bassa quota
  • Medium Advanced Air Defence System – MAADS per l’Aeronautica Militare, destinato alla difesa di aeroporti e basi e che impiegherà il Posto Comando SIRUS dotato di radar di scoperta multifunzionale Leonardo KRONOS 3D LAND, già adottato per l’aggiornamento di una parte delle attuali batterie Spada.

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Il lanciatore comune ad entrambi le soluzioni, è frutto del medesimo sviluppo del sistema di lancio inglese Land Ceptor, caratterizzato da una configurazione di 8 missili per lanciatore.

Nel caso italiano è previsto l’impiego dell’autocarro Astra 88.45 BAD, mentre il comando e controllo della batteria dovrebbe basarsi sullo shelter PC/radar sopra descritti. Quest’ultima dovrebbe gestire da 3 a 6 lanciatori.

Il programma di sviluppo del CAMM ER prevede il primo lancio della munizione ai primi del 2019, ed introduce un’importante novità rappresentata dallo studio di fattibilità dell’integrazione del sistema a bordo delle nuove unità della Marina Militare ed in particolare dei Pattugliatori Polivalenti d’Altura e dei futuri pattugliatori di squadra/fregate leggere (PPX). Mantenendo in comune la munizione con le altre Forze Armate, per la versione navalizzata del CAMM ER, che MBDA ha chiamato Albatros NG (New Generation), quest’ultima sta lavorando a tre possibili soluzioni per il sistema di lancio, sfruttando il VLS Sylver A50, il Lockheed Martin ExLS ed infine una soluzione similare a quella utilizzata per il CAMM a bordo delle fregate britanniche Type 23 in sostituzione del sistema Sea Wolf.

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Quest’ultima soluzione rappresenta la novità, con un sistema derivato da quello adottato per il refit delle fregate Type 23 britanniche ed il rimpiazzo del sistema Sea Wolf con il Sea Ceptor (CAMM).

Tale soluzione prevede l’aggancio del singolo canister del missile ad una piastra in un blocco da 2×3 canister, distanziati e leggermente inclinati fra loro. Una soluzione dai bassi costi che offrirebbe un’equilibrata difesa negli scenari maggiormente variegati.

La proposta di Lockheed Martin e MBDA è basata su una versione modificata (per munizione più lunga) del sistema di lancio indipendente a 3 celle ExLS (Extensible Launching System), che ha completato con successo la qualificazione con il sistema missilistico CAMM all’inizio di aprile.

Sfruttando l’esperienza sviluppata con il sistema Mk 41, il nuovo lanciatore dai costi contenuti a 3 celle ExLS viene proposto per le unità di minori dimensioni che non possono accogliere il complesso di lancio MK 41 da 8 celle. Nel caso specifico, ciascuna cella dell’ExLS è in grado di accogliere 4 CAMM e può essere inserito in un lanciatore Mk 41 (ExLS Host), soluzione che è stata testata con successo alla fine del 2017.

Infine, la soluzione rappresentata dai VLS DCNS Sylver A50, che grazie ad un’opportuna compartimentazione interna a diagonale, potrebbe ospitare due CAMM ER.

Foto MBDA

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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