Afghanistan: l’offensiva talebana a Ghazni e Faryab
Non si ferma l’ondata di attacchi dei talebani, che nell’ultima settimana è costata la vita a centinaia di persone. Mentre proseguono gli scontri a Ghazni, ormai “città fantasma”, i ribelli islamisti conquistano una base militare nel nord del Paese.
Centinaia di persone sono fuggite da Ghazni, da giorni teatro di violenti scontri fra le forze armate e i talebani. Almeno 120 persone, di cui 20 civili, un centinaio di insorti e di altrettanti militari e poliziotti afghani hanno perso la vita.
Altri 220 morti, secondo il portavoce delle forze Usa e della Nato Martin O’ Donnell, sarebbero morti da venerdì scorso nei 31 raid effettuati dalle forze aeree statunitensi intervenute in appoggio alle truppe afghane.
I talebani sono riusciti ad assumere per molte ore il controllo diverse parti della città (una tattica basata su blitz condotti da centinaia di combattenti già vista più volte in diversi centri urbani) ma ieri le forze di sicurezza hanno assicurato di aver respinto i talebani da Ghazni e di rastrellarne la periferia meridionale.
Nasart Rahimi, portavoce del Ministero dell’Interno, ha spiegato che i militari stanno battendo la città palmo a palmo a caccia degli ultimi talebani che combattono. Le operazioni, nel quinto giorno dall’ offensiva talebana, si avvalgono del supporto di elicotteri.
I residenti in fuga raccontano che Ghazni è divenuta una “città fantasma”: nelle aree sotto il loro controllo, i ribelli hanno tagliato acqua, elettricità e comunicazioni.
Dure anche le condizioni degli ospedali, difficili da raggiungere per motivi di sicurezza e privi di medicinali. La città, 150 chilometri da Kabuil e 270mila abitanti, ha ha un valore strategico perché situata lungo l’Autostrada 1 (Highway One nota anche come “Ring Road”), che collega Kabul alle provincie meridionali a maggiore presenza talebana.
Nel nord del Paese invece i talebani hanno preso ieri il controllo di una base militare, a Chenayeeha, nel distretto di Ghormach (provincia di Faryab), a nord del settore di Herat in cui sono presenti circa 900 militari italiani. Secondo il Ministero della Difesa di Kabul 17 militari sono rimasti uccisine una ventina feriti mentre 40 soldati si sono arresi ai talebani.
La postazione era circondata da 3 giorni e da 48 ore la guarnigione chiedeva rinforzi e munizioni per contrastare l’assedio talebano, senza ricevere risposta. I talebani hanno riferito che 57 soldati si sono arresi.
Il Pentagono ha riferito ieri la morte di un soldato delle forze speciali in serguito alle ferite riportate in seguito a un’esplosione nella provincia di Helmand. Si tratta del sergente di prima classe Reymund Transfiguracio’n, 36 anni, era di Waikoloa (Hawaii) ed è deceduto cinque giorni dopo essere stato ferito durante operazioni della pattuglia, dice la nota del Dipartimento della Difesa.
La vittima era un sergente dei genieri ed era stato schierato in Afghanistan lo scorso marzo dopo aver prestato servizio anche in Iraq tra il 2005 e il 2006 e successivamente nelle Filippine. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Pentagono, gli Stati Uniti Mantengono circa 14.000 militari in Afghanistan. Dal 2001 circa 2.400 i militari statunitensi morti in Afghanistan.
(coin fonti Asianews, AFP ed EFE)
Foto: AP, AFP e Ministero della Difesa Afghano
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