Farnborough Air Show

Nel centenario della costituzione della Royal Air Force (RAF), l’edizione 2018 del salone internazionale di Farnborough si è presentata come la più grande, con sei ulteriori padiglioni internazionali rispetto al 2016, ed un’ampliata partecipazione cinese, giapponese ed americana rispetto alla passata edizione, nonostante il dossier Brexit e le trattative con l’Unione Europea per l’uscita da quest’ultima. Questa situazione ha stimolato il Governo britannico ed il relativo Ministero della Difesa, unitamente all’industria aerospaziale nazionale, verso nuovi ed importanti programmi atti a sviluppare ulteriormente il peso del Paese in questo specifico settore.

L’evento-notizia che ha tenuto banco nel corso del salone è stato la presentazione del programma Tempest, nel corso di una cerimonia che ha visto lo scoprimento del simulacro a grande naturale del futuro velivolo da combattimento di sesta generazione destinato alla Royal Air Force (RAF), alla presenza del Ministro per la Difesa britannico Gavin Williamson, del Capo di Stato Maggiore della RAF e del management dell’industria britannica che parteciperà al programma insieme a quella estera.

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Presentato in contemporanea con la pubblicazione della Combat Air Strategy britannica, il documento programmatico della Difesa nel campo dello sviluppo e produzione futura dei velivoli da combattimento, il programma Tempest rappresenta per la Gran Bretagna l’elemento cardine del futuro dell’industria aeronautica nazionale.

“La Gran Bretagna è stata un leader mondiale nel settore dei velivoli da combattimento per un secolo, grazie a capacità e tecnologia nazionale, e questa strategia (Combat Air Strategy) evidenzia chiaramente che siamo determinati a fare in modo di rimanere tali”, ha detto il Ministro della Difesa britannico in occasione della cerimonia, aggiungendo che “l’industria della Difesa britannica è una forte sostenitrice della prosperità nazionale, con la creazione di migliaia di posti di lavoro in un settore particolarmente avanzato”.

 

Il programma Tempest

Circa 2 miliardi di sterline pari a circa 2,6 miliardi di euro sono stati destinati dalla Strategic Defense and Security Review del 2015 per lo sviluppo tecnologico associato ad una futura piattaforma aerea e circa 50-60 programmi di dimostrazione tecnologica sono previsti nei prossimi anni. Alcuni di questi programmi saranno sostenuti economicamente dall’industria, altri condivisi al 50% con il Governo.

Poiché tale investimento rappresenta soltanto una frazione dei fondi necessari allo sviluppo di una nuova piattaforma aerea, come viene indicato in più parti del documento sulla ‘Combat Air Strategy’, la Gran Bretagna guarda ad altri partner o partnership internazionali per lo sviluppo della nuova piattaforma, come meglio approfondiremo oltre.

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“Uno sviluppo e partenariato internazionale nel settore dei sistemi aerei da combattimento è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi posti a livello nazionale e per la gestione dei relativi costi”, indica specificatamente il documento. Nonostante la consapevolezza che sia necessaria un programma partecipato anche se a leadership nazionale, in occasione del salone e nell’ambito del documento sulla ‘Combat Air Strategy’ è stato evidenziata una tempistica del programma particolarmente aggressiva.

Il Ministro della Difesa britannico vuole stabilire un ‘business case’ per il programma da fissarsi entro la fine del 2018. Dovrà seguire una serrata serie d’incontri con partner internazionali, la cui valutazione iniziale delle rispettive opzioni di collaborazione dovrebbe essere completata entro l’estate del 2019, mentre entro la fine dello stesso anno dovranno essere affinati i requisiti operativi per definire le capacità e le possibilità di collaborazione.

Tale attività consentirà al Ministero della Difesa di confermare entro al fine del 2020 le capacità richieste, l’approccio di partenariato, costi e tempistiche del programma, mentre la decisione finale sugli investimenti dovrà arrivare nel 2025, affinché il nuovo velivolo potrà affiancare e volare insieme alle piattaforme Lockheed Martin F-35 ed Eurofighter Typhoon nel 2035.

La costituzione del Team Tempest, comprendente il Ministero della Difesa, il Rapid Capability Office (RCO) della RAF ed i partner industriali comprendenti BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo UK e MBDA, è stato annunciato soltanto lo scorso aprile, ma l’industria britannica sta lavorando sulle tecnologie associate ad un futuro velivolo da combattimento da oltre due anni, nell’ambito del Future Combat Air System Technology Initiative (FCAS TI).

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Il mock-up a grandezza naturale che è stato presentato al salone ed a forze aeree di paesi alleati ed amici (fra cui Svezia e Giappone) potenzialmente interessati nel corso dell’International Air Tattoo 2018, raffigura un velivolo stealth di grandi dimensioni, bimotore con ala quasi a delta eccetto che per il bordo d’uscita disegnato per mantenere la segnatura stealth ed impennaggi di coda inclinati verso l’esterno.

Sebbene il disegno del simulacro non può considerarsi definitivo, secondo quanto divulgato e rappresentato in un ampio pannello esplicativo, il velivolo potrebbe essere pilotato o non pilotato, con sistema propulsivo di nuova generazione ad architettura con ciclo variabile, prese d’aria con condotti completamente schermati e sistema di controllo della spinta, abbinato ad un innovativo e potente sistema per la produzione elettrica destinato ad assicurare il funzionamento dei nuovi sistemi di bordo e d’arma in particolare quelli ad energia diretta.

A questi s’aggiunge un cockpit senza display e strumentazione di backup che sfrutta, come meglio vedremo, la realtà aumentata e le capacità di rappresentazione delle informazioni di missione e gestione dei sistemi di bordo attraverso il sistema di visualizzazione montato sul casco ed il movimento delle mani, in aggiunta ai comandi integrati di volo (compresi quelli vocali) per gestire l’intera missione. Secondo quanto dichiarato dal Air Strategy Director di BAE Systems Michael Christie, le dimensioni e la configurazione del simulacro sono dettate dalla necessità di ospitare una baia di grandi dimensioni per il carico pagante, sia che si tratti di armamento, sensori o carburante addizionale.

Una delle illustrazioni sul pannello esplicativo presentava una baia in grado di alloggiare mini-droni da poter essere lanciati ed operare in sciame come meglio vedremo. In aggiunta all’armamento iniziale fornito da MBDA e rappresentato dal missile a lungo raggio con sensore attivo Meteor ed il munizionamento stand-off di ridotte dimensioni e capacità d’ingaggio ognitempo SPEAR (Selective Precision Effects At Range) Capability o Cap 3, la nuova piattaforma è stata concepita per impiegare in futuro missili ipersonici e sistemi d’arma ad energia diretta.

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Come già anticipato nell’ambito dell’iniziativa del Ministero della Difesa britannico FCAS IT e grazie ai diversi programmi dimostrativi compresi quelli nel settore dell’intelligenza artificiale, dei velivoli senza pilota e quelli legati allo sviluppo e dimostrazione di cockpit intelligenti basati su sistemi di visualizzazione delle informazioni montati su casco e realtà aumentata, sistema di missione ad architettura aperta (in corso di sviluppo insieme alle altre principali industrie britanniche di settore fra cui Leonardo) nell’ambito del programma Pyramid, in aggiunta alla sperimentazione di materiali avanzati, nuove tecniche e strumenti per la costruzione dei velivoli da combattimento, BAE Systems ha portato avanti e mantenuto nel tempo le capacità per sviluppare nuovi velivoli da combattimento, che potrà travasare e sfruttare per il programma Tempest.

Quest’ultimo rappresenta per Rolls Royce l’opportunità per implementare la completa gamma di tecnologie per i futuri velivoli da combattimento oggi in fase di sviluppo da parte del gruppo. Così come sono stati concepiti i futuri sistemi propulsivi in fase di sviluppo da parte dei costruttori motoristici americani General Electric e Pratt & Whitney e come sta studiando il gruppo MTU Aero Engines, il sistema propulsivo prescelto presenta un’architettura a ciclo variabile che consente di ottenere elevate capacità in combattimento ed al tempo stesso di passare ad un consumo ridotto di carburante per estenderne il raggio d’azione ed ottenere un’autonomia maggiorata.

Secondo Rolls Royce, il Tempest sarà equipaggiato con quello che viene definito un “futuro sistema di propulsione e generazione” che rappresenterà un’evoluzione non solo in termini di spinta, in quanto avrà una densità di potenza maggiore rispetto ai motori di oggi, ma anche in termini di generazione di energia elettrica

iò al fine di poter imbarcare sistemi ad energia diretta o armi laser e soddisfare i requisiti presenti e futuri in termini di guerra elettronica anche attraverso le aperture conformal del futuro sistema radar a scansione elettronica attiva ed altri sensori sia attivi che passivi. Un’altra caratteristica fondamentale sarà la gestione della segnatura termica grazie a specifici condotti d’aria che ridurranno la temperatura complessiva del sistema ed i gas di scarico.

A questi s’aggiungono sistemi di nuova generazione per l’ispezione ed il controllo manutentivo attraverso robot miniaturizzati e strumenti basati su fibre ottiche intelligenti in grado d’inserirsi all’interno del motore.   “Quale campione nazionale per la Gran Bretagna nel settore dell’elettronica avanzata per la difesa, siamo orgogliosi di far parte del Team Tempest.

L’attività che abbiamo condotto con programmi R&D quali il FOAS ed il FCAS ha permesso di sviluppare in modo significativo le nostre conoscenze riguardo la complessità dell’elettronica richiesta dai futuri scenario di combattimento aereo, consentendoci di essere pronti a sostenere le future richieste della RAF”, ha detto Norman Bone, presidente e direttore generale di Leonardo UK. Quest’ultima ha lavorato con il Ministero della Difesa sul programma FCAS IT dal 2012, ed ancora prima con il programma FOAS, sviluppando concetti per la futura generazione di tecnologie per sensori e sistemi per le comunicazioni.

 

Il ruolo di Leonardo

Nell’ambito del Team Tempest, Leonardo maturerà le tecnologiche critiche per fornire la nuova generazione di sensori e sistemi di comunicazione in parallelo all’avanzata architettura di sistema cosiddetta ‘aperta’ che consentirà di raggiungere un nuovo livello d’integrazione per quanto riguarda l’impiego dei sensori nell’ambito di un sistema operativo. Leonardo provvederà a far maturare le tecnologie richieste attraverso un approccio sistematico comprendente studi di fattibilità, test di laboratorio ed ai banchi di prova.

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In particolare, Leonardo è uno dei principali attori del programma gestito dall’RCO della RAF e chiamato Pyramid che ha lo scopo di sviluppare un’architettura di sistema cosiddetta aperta per le future piattaforme aeronautiche quali il programma Tempest. Sempre più complesso e costoso, il software dei sistemi di missione deve adattarsi alle sfide delle minacce sempre in evoluzione ed alla richiesta di nuove capacità. Il programma Pyramid è destinato allo sviluppo di architettura di sistema di missione ‘aperta e riutilizzabile’ unitamente ad una suite di componenti software riutilizzabili. Tale approccio consentirà il riutilizzo sistematico del software, riducendone i costi di sviluppo e supporto ed i tempi necessari all’implementazione delle nuove capacità, assicurando al contempo una più elevata interoperabilità fra i sistemi.

Tale approccio consentirà inoltre ai partner o ai clienti export di integrare velocemente e senza difficoltà i propri sistemi di missione. Secondo quanto dichiarato da Leonardo, le principali capacità che verranno dimostrate includono le architetture integrate di sensori multibanda e per la protezione della piattaforma e la fusione delle rispettive informazioni, tecnologie avanzate per la sensoristica elettro-ottica/infrarosso e per i sensori radar multifunzione, a cui s’aggiungono capacità complete nel settore della guerra elettronica ed una robusta capacità ad ampio spettro nel settore delle comunicazioni.

Leonardo UK ha un’ampia esperienza nel settore dei radar, comunicazioni ed IFF, sensori elettro-ottici e per la guerra elettronica e della loro integrazione su di un’ampia gamma di piattaforme maturata grazie ad importanti programmi multinazionali quali i velivoli da combattimento Tornado, Typhoon e Gripen E, oltre ad una serie di programmi nazionali ed internazionali.

 

MBDA per il Tempest

Come la forte partnership fra MBDA ed il MoD britannico “ha già cambiato il paradigma nello sviluppo dei sistemi d’arma complessi per il Regno Unito, fornendo alla Forze Armate britanniche capacità di prim’ordine e risparmi in termini di tempo e soldi, il Team Tempest ha le potenzialità di fare lo stesso per il FCAS”, ha dichiarato Chris Allam, direttore generale di MBDA UK in occasione della cerimonia.

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“Il punto di partenza per MBDA sono gli innovativi sistemi d’arma rappresentati dal missile aria-aria a lungo raggio Meteor e dalla munizione aria-superficie stand-off SPEAR Cap 3. Questi ultimi costituiscono un approccio a basso rischio per la fase di dimostrazione delle nuove tecnologie e capacità previste per la nuova piattaforma”, ha specificato Paul Mead, direttore dello sviluppo del business del gruppo MBDA.

La roadmap evolutiva del sistema aria-superficie vede lo sviluppo e produzione della munizione nella versione basica destinata ad entrare in servizio con l’F-35 nel 2025. Caratterizzata da ridotte dimensioni e pesi contenuti (nell’ordine dei 100 kg), un sistema propulsivo incentrato su turbojet e da ali dispiegate al lancio che assicurano una portata non divulgata ufficialmente ma riportata in circa 130 km, il sistema Selective Precision Effects At Range Capability 3 (SPEAR Cap 3) è praticamente un mini-missile da crociera che dispone di un sistema di navigazione intermedia INS/GPS e guida terminale con sensore millimetrico e laser semi-attivo, a cui s’aggiunge un data link a doppia via (per la trasmissione ed il ricevimento d’informazioni dalla munizione, assicurando l’aggiornamento dei dati sul bersaglio ed un eventuale cambiamento del medesimo in aggiunta all’aborto della missione).

Nel corso della conferenza stampa tenutasi durante la manifestazione aerea dell’International Air Tattoo 2018, nel weekend precedente al salone di Farnborough, la RAF ha annunciato che la munizione verrà integrata anche sul velivolo Eurofighter Typhoon aprendo la strada anche all’export. “lo sviluppo e l’integrazione sull’F-35 del sistema d’arma aria-superficie stand-off con capacità net-centriche SPEAR Cap 3, rappresenta il punto di partenza della panoplia di sistemi d’arma destinati al velivolo di nuova generazione”.

Nella roadmap evolutiva della munizione, è previsto lo sviluppo di una variante per la guerra elettronica da svilupparsi insieme al gruppo Leonardo, sfruttando le tecnologie applicate al sistema Brite Cloud. La definizione della nuova variante è nella fase finale di discussione con la RAF ed un contratto potrebbe essere assegnato entro la fine dell’anno.

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Similarmente a quanto previsto per la munizione SPEAR Cap 3, anche per il missile a lungo raggio di quinta generazione e guida attiva Meteor, destinato ad entrare in servizio a partire da quest’anno, si prevede almeno un programma di miglioramento delle capacità (Capability Enhancement Program) per affrontare le future minacce e contesti operativi, considerando anche che il velivolo di nuova generazione dovrebbe acquisire una capacità operativa iniziale nel 2025.

A più lungo termine nell’ambito delle attività dimostrative legate alla nuova piattaforma, quest’ultima è previsto venga equipaggiata con il sistema o la famiglia di sistemi d’arma a lunga portata in fase di sviluppo concettuale congiunto anglo-francese nell’ambito del programma Future Cruise/Anti-Ship Weapon (FC/ASW) che il Ministero della Difesa britannico indica come Spear 5.

Il futuro sistema d’arma è destinato a rimpiazzare l’attuale famiglia di munizioni aria-superficie stand-off Storm Shadow/SCALP EG ed antinave Exocet/Harpoon a partire dagli anni 2030. Come peraltro era evidenziato dai disegni relativi alla nuova piattaforma ed alle relative capacità e tecnologie, il team Tempest sta valutando nuovi concetti.

“Il programma dimostrativo Dragonfire per un laser ad alta potenza portato avanti da MBDA insieme a Leonardo e QinetiQ, è destinato a testare e definire le tecnologie che verranno applicate al sistema per l’impiego navale. Nell’ambito dei piani evolutivi di tale capacità, si prevede di sviluppare versioni per l’impiego terrestre ed aeronautico che potranno trovare applicazione nel medio-lungo termine, fra cui la stessa nuova piattaforma”, ha rivelato Mead. La RAF ed il team Tempest stanno anche valutando mini-droni a basso-costo con capacità net-centriche, il cui sviluppo potrebbe prende slancio dalle tecnologie applicate o applicabili allo SPEAR Cap 3.

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Secondo quanto è emerso, tale concetto è legato al progetto dimostrativo LANCA (Lightweight Affordable Novel Combat Aircraft) portato avanti dal Rapid Capabilities Office (RCO) della RAF, facente parte del più ampio spettro di iniziative del Ministero della Difesa britannico destinate ad investigare soluzioni per rispondere ai requisiti delle future piattaforme aeree, quale è il programma Tempest.

Il programma dimostrativo LANCA guarda ad una piccola piattaforma non pilotata facente funzione di gregario (‘wingman’) che possa essere di supporto alle tradizionali piattaforme pilotate nell’ambito di contesti operativi e spazi aerei particolarmente difesi dall’avversario.

L’impiego di questi droni dovrebbe avvenire in sciami sotto il controllo della piattaforma pilotata, e secondo quanto risulta ad AD, con possibile recupero successivo da piattaforma aerea, terrestre o navale, al fine di un eventuale riutilizzo. MBDA sta guardando al pari di altre società nell’ambito della propria famiglia di prodotti e tecnologie applicate per soddisfare tale requisito.

Con i sistemi d’arma Meteor e SPEAR Cap 3 e le rispettive prestazioni e capacità, MBDA pensa di avere le tecnologie che possano evolvere in una capacità rappresentata da droni a basso costo operanti in sciami nonché di strike a lunga portata quale espressa dal futuro FC/ASW. Nell’ambito della presentazione effettuata al salone, fra i sistemi d’arma destinati alla nuova piattaforma si è parlato anche di missili ipersonici, che lo stesso programma FC/ASW potrebbe potenzialmente soddisfare, secondo quanto già evidenziato in precedenza.

 

La partecipazione internazionale al Programma Tempest

 Come evidenziato dal documento programmatico ‘Air Combat Strategy’ del Ministero della Difesa britannico, la Gran Bretagna non può portare a maturazione e quindi sviluppare e produrre il velivolo di sesta generazione senza sviluppare partnership a livello internazionali. In tale ambito, analisti e rappresentanti industriali europei hanno avanzato la possibilità che la presentazione del programma Tempest rappresenti una posizione da cui entrare nel programma franco-tedesco a guida francese per un nuovo velivolo da combattimento con un maggior peso. Secondo quanto dichiarato dal CEO di Airbus Defense and Space, Dirk Hole, la realizzazione di due nuovi velivoli da combattimento a livello europeo non sarebbe sostenibile dall’industria e dai paesi europei interessati.

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A tale affermazione si aggiunge quella del CEO del gruppo Airbus che ha avanzato l’ipotesi di un nuovo consorzio al pari di quello che è stato fatto con MBDA nel settore degli armamenti. A parte il dossier legato alla Brexit ed alle relative trattative fra la Gran Bretagna e l’Unione Europea, il Regno Unito e la propria industria aeronautica stanno cercando, mantenendo la leadership del programma, sbocchi di collaborazione sul mercato dell’esportazione, dove BAE Systems sta cooperando con l’industria turca per lo sviluppo di un velivolo da combattimento indigeno mentre in Giappone, con il quale ha instaurato accordi governativi nel campo della Difesa offrendo e partecipando allo sviluppo di un nuovo sistema d’arma aria-aria a lunga portata basato sul missile paneuropeo MBDA Meteor, di cui parleremo oltre, ha risposto alle richieste d’informazioni (RfI) emesse dal locale Ministero della Difesa per lo sviluppo di un nuovo velivolo da combattimento.

Nel corso del salone sono stati avviati incontri anche con l’USAF ed il Dipartimento della Difesa americano, in vista di un’ipotetica convergenza sui requisiti e capacità del programma per l’aeronautica americana denominato Next Generation Air Dominance and Penetrating Counter-Air, per un velivolo di nuova generazione.

Secondo quanto emergerebbe, il Ministero della difesa britannico e la RAF hanno affermato di essere più avanti rispetto al programma franco-tedesco, con divergenza di requisiti ed entrata in servizio anticipata rispetto alla nuova macchina continentale. Per questi motivi e la volontà di mantenere una leadership complessiva, analisti nazionali hanno evidenziato la possibilità di partnership con un altro paese rappresentato dall’Arabia Saudita a cui la Gran Bretagna, nell’ambito della futura visione dell’industria nazionale, ha proposto la produzione locale dell’addestratore Hawk.

Le ampie finanze dell’Arabia Saudita rappresenterebbero un’importante punto di partenza, ma altri fattori devono essere tenuti in considerazione, come il trasferimento di tecnologie classificate che per la Gran Bretagna, come per altri paesi, rappresentano qualcosa di irrinunciabile.

 

Anche l’Italia nel Programma Tempest?

Se la Gran Bretagna guarda a partnership internazionali per portare a termine il proprio ambizioso progetto, una delle Nazioni che potrebbero avere interesse alla partecipazione al programma è l’Italia.

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L’importante contributo di Leonardo UK alla realizzazione del programma Tempest è già stato evidenziato e come affermato dal suo CEO Alessandro Profumo, “Leonardo ambisce a essere nel cuore dei programmi di difesa in Europa e guarda a questa iniziativa nel Regno Unito, nata con in mente la prospettiva di ulteriori future collaborazioni internazionali, come ad un programma che andando avanti potrebbe includere le Forze Aeree Italiane”.

Nel corso del salone di Farnborough 2018, e dell’incontro bilaterale fra i Ministeri della Difesa britannico ed italiano, quest’ultimo in visita ai padiglioni ed agli stand dell’industria italiana, hanno siglato una dichiarazione d’intenti (head of agreement) per rafforzare ulteriormente la partnership a livello strategico tra i due Paesi, nel settore militare e dell’industria di settore.

Entrambi i paesi dispongono dei medesimi velivoli da combattimento per il prossimo e medio futuro, rappresentati dal Typhoon e dall’F-35, anche se le più ridotte capacità finanziare e dictat non-potenzialmente offensivi per le capacità delle Forze Armate Italiane, rendono più complicato offrire un forte contributo alla roadmap evolutiva dei due velivoli.

Tale incapacità e l’interesse a non perdere il treno con la Gran Bretagna, Brexit e Comunione Europea permettendo, potrebbe influire sulla partecipazione dell’Italia ed in particolare potrebbe portare ad una posticipazione o eventualmente tagli del programma d’acquisizione dell’F-35 per consentire la disponibilità economica necessaria a contribuire al programma Tempest, anche se le spinte verso una difesa ed industria più europeistica, potrebbero influire e mantenere l’attenzione per il programma franco-tedesco, nel caso in cui vi fossero possibilità di manovrare e forte contributo italiano al progetto.

 

Gli sviluppi del Typhoon

 In attesa della piattaforma da combattimento di sesta generazione, il Ministero della Difesa, la Royal Air Force e l’industria aeronautica nazionale capeggiata da BAE Systems, Leonardo, MBDA e Rolls-Royce sono coinvolti nell’introduzione di nuove ed ulteriori capacità per il velivolo Typhoon FGR4, destinato a rimanere in servizio fino al 2040 ed oltre, già oggetto d’importanti miglioramenti nell’ambito del programma Centurion. Quest’ultimo è destinato ad introdurre nuove armi nonché modifiche e sistemi d’arma già nell’inventario della RAF, che altrimenti verrebbero perse con il ritiro dal servizio del Tornado GR.4 nei primi mesi del 2019.

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La RAF e l’industria hanno annunciato che le prime macchine modificate per l’impiego dei sistemi missilistici MBDA a lunga gittata da strike Storm Shadow ed aria-aria Meteor sono già stati consegnati ai reparti operativi, in anticipo rispetto alla data ufficiale d’introduzione in servizio nel marzo 2019. La prima fase del programma Centurion prevede le modifiche per l’impiego dei missili Meteor e Storm Shadow (Phase 2 Enhancement, P2E), mentre la fase 2 (Phase 3 Enhancement, P3E) incentrata sul sistema Brimstone 2, è previsto che completi l’attività di validazione entro la fine del 2018.

Come anticipato, nel corso dell’International Air Tattoo 2018 e del salone di Farnborough, la RAF ha annunciato che la componente di velivoli Typhoon FGR4 riceverà ulteriori aggiornamenti, sistemi d’arma ed elettronici per potenziarne le capacità e fronteggiare le future minacce. In particolare, per quanto riguarda i sistemi d’arma sono stati indicati il munizionamento stand-off SPEAR Cap 3 ed i futuri sistemi aria-superficie a lungo raggio/antinave (FW/ASW) destinati a rimpiazzare lo Storm Shadow ed Harpoon nell’ambito della capacità SPEAR Cap 5.

Per quanto riguarda invece il sistema di missione, cockpit, sensori e sistemi per la protezione del Typhoon, sono stati indicati il casco digitale con sistema di visualizzazione e designazione bersagli diurno/notturno BAE Systems Strike II, il sistema di designazione bersagli di ultima generazione Rafael Litening V, una versione ulteriormente più capace del nuovo radar con antenna riposizionabile a scansione elettronica attiva o Captor-E e la suite per la protezione passiva ‘Pretorian’ potenziata.

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Non sono stati divulgati dettagli né indicate tempistiche e fondi da allocare, ma per quanto riguarda il sistema radar AESA, il Ministero della Difesa britannico e la RAF hanno manifestato l’interesse per capacità d’attacco elettronico (EA, Electronic Attack) e di riprogrammazione per operare in nuovi contesti operativi e fronteggiare nuove minacce.

Nel caso invece della protezione passiva e quindi del sistema di protezione passiva (DASS, Defensive Aid Sub-System) Pretorian, pannelli divulgativi indicano un sistema dispenser intelligente con capacità incrementate per chaff e flare, l’adozione del decoy a radio frequenza (RF) attivo Leonardo BriteCloud, le cui evoluzioni consentiranno di sfruttare le capacità di programmazione del sistema dispenser intelligente, incrementando le capacità di sopravvivenza della piattaforma lanciatrice. Infine, sono stati indicate ‘avanzate capacità di localizzazione delle minacce’ e quindi passive e di geo-localizzazione avanzate e tecnologie non meglio specificate ma che dovrebbero consentire una maggiore protezione attraverso lo scambio dati tra piattaforme diverse.

Il futuro del velivolo da combattimento Eurofighter Typhoon è stato anche al centro della conferenza stampa del gruppo paneuropeo, che ha visto l’attiva partecipazione del CEO, Volker Paltzo.

Con 623 velivoli ordinati di cui 542 consegnati (di cui circa 500 sono in servizio con le Forze Aeree dei paesi europei), ed una serie di gare in atto e di prossimo lancio, come nel caso della Germani, Belgio, Bulgaria, Finlandia, Polonia e Svizzera, che potrebbero proiettare la produzione del velivolo ben entro gli anni 2030, il consorzio costruttore ed i paesi facenti parte del medesimo stanno lavorando alla definizione dei requisiti – oltre 500 di questi ultimi sono stati e vengono discussi – e della roadmap tecnologica che consentiranno alla macchina di operare nei futuri contesti operativi e contrastare con efficacia le nuove minacce.

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Secondo quanto dichiarato ed emerso nel corso della conferenza stampa, il consorzio starebbe lavorando a quattro grandi macroaree riguardanti le prestazioni e la panoplia di armi, le capacità net-centriche e il connubio sensori-rappresentazione delle informazioni.

In particolare per ridurre i tempi di risposta a minacce tecnologicamente avanzate e le tempistiche fra la scoperta e la distruzione dei bersagli in situazioni in continua evoluzione come i moderni e futuri contesti operativi, il consorzio sta valutando l’adozione di equipaggiamenti net-centrici per le comunicazioni che consentano al velivolo di essere un nodo del network operativo grazie all’adozione di apparati SATCOM, data link di nuova generazione o avanzate capacità per assicurare comunicazioni a bassa osservabilità.

Al pari dell’incremento del flusso d’informazioni, il consorzio sta lavorando al miglioramento dell’interfaccia  uomo-macchina per ridurne il carico di lavoro, potenziando al contempo le capacità di visualizzazione e gestione delle medesime attraverso principalmente l’adozione di un display centrale di grandi dimensioni (large area display) che andrebbe a rimpiazzare la configurazione attuale con tre display di medie dimensioni, a cui s’aggiunge un casco con potenziate capacità di visualizzazione delle informazioni e designazione bersagli ognitempo, rappresentato dal sistema BAE Systems Striker II.

In parallelo è prevista l’adozione del radar a scansione elettronica attiva (AESA) o Captor-E a cui s’aggiungeranno potenziate capacità di elaborazione delle informazioni e nuove capacità, fra cui anche se non affermato o confermato ufficialmente, l’attacco elettronico.

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A questi s’aggiunge un sistema propulsivo potenziato basato sull’attuale e capace turbofan Eurojet EJ200, i cui miglioramenti consentiranno di disporre di una potenza maggiorata del 15% al fine di mantenere o migliorare le prestazioni in termini di persistenza, autonomia e configurazioni d’armamento, con le più recenti multiruolo o swing-role che richiedono riserve di potenza ed efficienza a fronte di ampliati pacchetti di sistemi d’arma impiegabili.

Secondo quanto dichiarato dal CEO di Eurofighter, sono in atto avanzate discussioni con le nazioni del consorzio e quest’ultimo è confidente di poter stabilire entro la fine dell’anno le linee di sviluppo di questo piano evolutivo.

Secondo quanto risulta ad AD, in aggiunta ai miglioramenti riportati, il consorzio starebbe lavorando anche alla definizione del potenziamento delle capacità del sistema di autoprotezione del velivolo o DASS, al fine di assicurare la sopravvivenza del medesimo in contesti operativi caratterizzati da minacce sempre più evolute ed ibride, di difficile neutralizzazione o inganno.

Per migliorare la capacità del consorzio e della relativa organizzazione nella gestione del pacchetto evolutivo della macchina e nell’ampliato parco clienti e potenziali acquirenti, secondo quanto risulta a AD e secondo quanto è emerso nel corso del salone, sarebbe stato richiesto ad una società di consulenza primaria uno studio per ottimizzare i processi commerciali ed industriali del consorzio e meglio affrontare le future sfide del mercato.

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Per quanto riguarda la panoplia di sistemi d’arma offerti ed in fase d’integrazione sul velivolo paneuropeo, il consorzio Eurofighter ha individuato nella terza generazione del missile MBDA Marte, l’arma per l’impiego contro bersagli navali di superficie ed in ambito costiero alla luce di un incremento della richiesta di tale armamento.

Come anticipato da AD, è stato completata con successo la prima fase (System Definition Phase) del programma d’integrazione del sistema missilistico Marte ER sul Typhoon, in attesa di un cliente di lancio. Senza specificare il cliente export, il consorzio ha confermato l’interesse formale di uno di essi, già identificato in precedenza nel Kuwait, mentre secondo quanto affermato dal consorzio, l’Aeronautica Militare italiana avrebbe lanciato la valutazione di un business case per l’integrazione del Marte ER sui propri velivoli.

 

Gli F-35 britannici

 Nel corso del salone, anche il programma Lockheed Martin F-35 Joint Strike Fighter è stato al centro delle celebrazioni per il centenario della RAF.

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Secondo quanto annunciato a seguito dell’arrivo dei primi quattro velivoli F-35B in Gran Bretagna lo scorso 6 giugno, la macchina sviluppata e prodotta da Lockheed Martin in un programma che vede la partecipazione in prima linea dell’industria inglese, ed in particolare di BAE Systems, dovrebbe raggiungere una capacità operativa iniziale con la RAF da terra alla fine del 2018, seguita da quella imbarcata sulle portaerei classe Queen Elizabeth due anni più tardi, se le prove iniziali in autunno nelle acque prospicienti le coste degli Stati Uniti orientali andranno secondo i piani.

Il Ministero della Difesa prevede di immettere in servizio 48 F-35B (tutti già finanziati) all’inizio degli anni 2020, ma non è noto se saranno acquisite macchine in altra versione rispetto al requisito totale per 138 macchine.

Problemi esisterebbero per quanto riguarda l’apparente mancanza di trasparenza in ordine ai costi a vita della flotta di F-35 da acquistare, senza dimenticare i costi per l’aggiornamento delle macchine già in linea e la mancanza di notizie sui siti che effettueranno tale attività.

Il documento programmatico ‘Air Combat Strategy’ ha comunque evidenziato che il Governo inglese farà di tutto affinché la competizione riguardante l’attività MROU (Maintenance, Repair, Overhaul and Upgrade) Phase 2 venga assegnata all’industria nazionale.

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Guardando al programma in generale, nel corso della conferenza stampa tenuta da Lockheed Martin, è emerso che il programma sarà oggetto di un’inserzione rapida di capacità o sviluppo a spirale del velivolo affinché tali aggiornamenti siano disponibili al più presto senza attendere lunghi periodi o attività programmatiche manutentive a lungo termine. Nei giorni precedenti al salone, Lockheed Martin ha annunciato la selezione di Raytheon per la fornitura di un sistema di nuova generazione per la sorveglianza intorno al velivolo o DAS (Distributed Aperture System) a cui s’aggiunge una strategia per accelerare l’integrazione di una capacità di allarme automatico contro l’impatto con il terreno (Auto-Ground Collision Avoidance System).

Sempre a tal riguardo, Lokcheed Martin ha confermato che fra oggi e i velivoli Lotto 14 (LRIP 14), ci saranno una serie di miglioramenti, con il più importante o Tech Refresh 3 a partire dal Lotto 15 mentre per quanto riguarda il Block 4, ci saranno una serie d’introduzione di capacità che avverranno in serie o incrementi per assicurare una pronta risposta alle necessità operative.

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Nel frattempo, è stato annunciato che è stato raggiunto un accordo di massima per il contratto riguardante i velivoli del Lotto 11 (LRIP 11) che dovrebbero essere 141. In totale al 16 luglio di quest’anno sono stati consegnati 309 macchine su 358 coperte dai LRIP 1 a 10.

Il costo per la versione F-35A dovrebbe scendere dagli attuali 94,3 milioni di dollari dei velivoli LRIP 10 agli 80 nel 2020. Nel 2018 dovrebbero essere consegnati 91 macchine, seguite da 130 nel 2019, 145 nel 2020 e 150 nel 2021 e 2022, che saliranno a 160+ negli anni successivi. Una notizia riguardante l’Italia: è stata avviata l’attività MROU sul sito di Cameri ma non sono stati divulgati ulteriori dettagli.

 

La sfida italiana nell’addestramento

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 L’ambizione dell’Italia di giocare un ruolo leader nel settore del training a livello mondiale ha raggiunto un nuovo traguardo nel corso del salone, con il lancio dell’International Flight Training School (IFTS). In occasione dell’evento, il Capo di Stato Maggio dell’Aeronautica Militare, Enzo Vecciarelli e l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, hanno firmato alla presenza del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, un accordo di cooperazione destinato a potenziare l’offerta formativa già disponibile presso la scuola di volo dell’AMI del 61° Stormo e la creazione di una nuova realtà rappresentata dall’”International Flight Training School” (IFTS), che opererà nel settore dell’addestramento dei piloti militari nazionali ed internazionali. Nell’ambito di una partnership fra pubblico e privato, la IFTS consentirà il consolidamento del processo di crescita e internazionalizzazione della scuola dell’AMI, aumentando allo stesso tempo, le capacità e l’offerta disponibili per i clienti stranieri.

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“Come annunciato nel nostro recente piano industriale, grazie all’accordo con l’AM, entriamo ufficialmente nel business dei servizi di addestramento per i piloti militari destinati ai caccia di prima linea. L’IFTS è basata su un solido progetto di collaborazione tra Leonardo e l’AM che abiliterà sinergie operative consentendo di cogliere opportunità di mercato e di cooperazione internazionale.

L’obiettivo è quello di estendere tale modello all’intero sillabo addestrativo dei velivoli ad ala fissa, rotante e a pilotaggio remoto”, ha dichiarato il CEO di Leonardo in occasione della firma. Sfruttando l’esperienza e le competenze dell’AMI nel settore dell’addestramento avanzato di piloti militari che ha portato alla realizzazione di un sillabo addestrativo di nuova generazione destinato sia a piloti per velivoli ad ala fissa e rotante che a pilotaggio remoto, e l’impiego del sistema addestrativo integrato (ITS) sviluppato da Leonardo che include sia il velivolo per l’addestramento avanzato/LIFTS M-346 che in un prossimo futuro l’addestratore basico M-345 ed il complesso integrato di formazione e addestramento a terra (GBTS), la nuova IFTS sarà in grado di offrire corsi sia per la Forza Aerea nazionale che internazionali.

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“L’iniziativa nasce dalla volontà di mettere a sistema due eccellenze nazionali per creare sinergia a beneficio dell’intero sistema Paese. L’AM ha deciso di potenziare il suo impegno nel settore dell’addestramento avanzato sviluppando un modello cooperativo con Leonardo.

ùI programmi di addestramento attualmente in uso saranno supportati da risorse aggiuntive fornite dall’azienda, che consentiranno di ottimizzare il processo formativo dei nostri piloti destinati alla linea ‘combat’ di 4° e 5° generazione, oltre a soddisfare la crescente richiesta di addestramento proveniente da partner internazionali”, ha rimarcato il CSM dell’AM, generale Enzo Vecciarelli. L’IFTS fornirà inizialmente l’addestramento avanzato e pre-operativo a personale italiano ed internazionale sul velivolo M-346, ed una volta resosi disponibile l’addestramento basico M-345, lo scopo della nuova partnership pubblico-privata verrà esteso a ricomprendere l’intero sillabo addestrativo.

Secondo quanto dichiarato, quando sarà pienamente operativa nel 2021, l’intento dell’IFTS è quello di raddoppiare la quarta fase del sillabo da circa 35-40 a 70-80 piloti all’anno con il sostegno di 45 istruttori, di cui 25 nazionali e 20 internazionali. Leonardo fornirà all’IFTS quattro nuovi M-346 nel 2019 in aggiunta ai 18 già forniti ed operativi con l’AM. Leonardo sta discutendo con due grandi player internazionali, leader nel settore dell’addestramento, Babcock International Group e CAE, con l’obiettivo di rafforzare le capacità dell’IFTS.

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Con l’incremento del numero dei piloti sottoposti ad addestramento, l’AM e Leonardo hanno pianificato l’aggiunta di un ulteriore sito e potenzialmente di nuovi simulatori per la ‘Fase 4’ presso una base aerea ancora da selezionare nell’ambito di una rosa di possibilità che sarà valutata di concerto con il territorio.

La scuola di volo del 61° Stormo ospita oggi allievi piloti di diverse nazionalità fra cui Argentina, Austria, Francia, Grecia, Kuwait, Paesi Bassi ed USA. Allo stesso tempo fin dal settembre dell’anno scorso, la scuola è impegnata nella preparazione di istruttori provenienti dalla Spagna, USA, Francia ed Austria.

“Con l’istituzione ed il raggiungimento della pieno operatività dell’IFTS, prevediamo di estendere i corsi a piloti provenienti da Forze Aeree del Medio Oriente, Europa e potenzialmente a lungo-termine dall’Africa”, ha detto il generale Vecciarelli. L’addestramento pre-operativo offerto dalla scuola del 61° Stormo grazie ai velivoli M-346 ed al GBTS, consente già oggi all’Italia ed altri paesi frequentatori di preparare i piloti a volare su macchine della 4° e 5° generazione come il Typhoon e l’F-35.

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In particolare, presso la scuola di volo di Lecce-Galatina, il GBTS sfrutta la tecnologia LVC (Live, Virtual and Constructive Simulation) affinchè gli allievi possano interagire, attraverso il simulatore di volo fornito da CAE, con i piloti in volo nell’ambito della medesima missione addestrativa.

Si tratta di un connubio fra esperienze, competenza, tecnologie, piattaforma aeree e simulazione all’avanguardia, testimoniate dall’impiego di complessi similari (basati sul velivolo M-346) da parte di Aeronautiche come Israele, Singapore e la stessa Italia. Nel corso della recente celebrazione del settantennale dell’Aeronautica Israeliana, l’M-346 ed il relativo sistema GBT è stato mostrato come fiore all’occhiello all’intero mondo delle Forze Aeree e le visite presso il 61° Stormo, in particolare di delegazioni dell’USAF, dimostrano come questo sistema non abbia pari neanche negli Stati Uniti, che sono alla ricerca di un complesso similare per il loro programma T-X.

Forte di questa ‘eccellenza’, il sistema paese sta spingendo l’intero complesso a livello della Difesa Europea (come è emerso nel corso del salone) e nel mondo, mentre il gruppo Leonardo sfrutta la flessibilità intrinseca dei velivoli M-346 ed M-345 per offrire una soluzione capace non soltanto di fornire l’addestramento per le nuove generazioni di piloti, ma anche capacità ‘aggressor’ o di ‘Red Air’ unitamente a compiti operativi di prima linea. Nell’ampia statica di velivoli e sistemi connessa alla nuova ‘casa’ del gruppo Leonardo a Farnborough, accanto ad elicotteri e velivoli da pattugliamento, l’attenzione era rivolta alle nuove versioni per l’addestramento e missioni operative dell’M-346.

 

M-346 Fighter/Attack e le altre piattaforme Leonardo

 La divisione velivoli di Leonardo sta lavorando alla versione Fighter/Attack del velivolo che nel corso del salone è stato mostrata con il radar Grifo-346 a scansione meccanica per soddisfare le necessità di quelle Forze Aeree in cerca di un valido compromesso fra capacità e costi, mentre il top della gamma era rappresentato dalla versione a scansione elettrica attiva o Grifo-E, presentato per la prima volta al salone.

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Sfruttando l’esperienza accumulata con circa 450 esemplari venduti della famiglia Grifo ed un’architettura di sistema basata sulla scansione elettronica attiva, Leonardo offre un sistema competitivo, leggero ed a basso consumo con prestazioni e capacità similari (perché scalate) a quelle dei velivoli da combattimento di ultima generazione. I

n particolare, potranno essere condotte missioni aria-aria ed aria-suolo simultaneamente con capacità SAR, ISAR nonché d’inseguimento di ben 24 bersagli aerei. In avanzato stato di qualificazione per un completamento entro il 2019, il nuovo radar leggero AESA Grifo-E sarà pronto parallelamente alla disponibilità sul mercato della versione Fighter/Attack dell’M-346.

Quest’ultima sta effettuando attività di test in volo per la valutazione della configurazione più avanzata con lanciatori di missili aria-aria alle estremità alari ed attività di lancio prevista in futuro mentre è già stata dimostrata la capacità d’impiego di armamento a caduta libera, bombe guidate e cannone in pod. Leonardo ha già effettuato attività d’impiego dei pod Rafael Reccelite e per la designazione bersagli Litening. Viene portato avanti nel frattempo lo sviluppo del sistema di missione verso capacità operative, assicurando un sistema di autoprotezione in aggiunta alla suite d’addestramento tattico imbarcata che simula scenari di missione e sistemi imbarcati.

Sulla statica erano visibili una serie di munizioni, fra cui missili aria-aria Diehl Defence IRIS-T e Rafael I-Derby, aria-superficie MBDA Brimstone ed antinave Marte ER, Boeing JDAM e Small Diameter Bomb (SDB), Roketsan Teber 81, nonché i pod Rafael Reccelite e Litening.

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L’attività sulla versione M-346 FA dovrebbe comprendere in futuro anche l’aggiunta dell’Helmet Mounted Display ed altri sistemi dell’israeliana Elbit. Accanto alla versione M-346 FA era presente quella del modello T-100 destinato al programma americano T-X Advanced Pilot Training, con display centrale di grandi dimensioni (Large Area Display) nel cockpit. Un’aggiudicazione del contratto sarebbe prevista per la fine dell’estate ed il prezzo avrebbe un peso importante nell’aggiudicazione.

Secondo Il CEO di Leonardo DRS, i principali elementi a favore della scelta del T-100 sarebbero l’operatività del medesimo con 4 forze aeree e 60 macchine per oltre 20.000 ore di volo già accumulate, il GBTS, e quindi in generale il basso rischio di sviluppo della versione specifica a fronte degli altri importanti e complessi programmi come il tanker Boeing KC-46A portati avanti negli USA, senza dimenticare la potenziale produzione in Alabama ed in altre parti del paese, – in aggiunta alle componenti già fornite dall’industria americana come nel caso dei propulsori Honeywell F124-GA-200 – se fosse scelto.

In parallelo, Leonardo sta portando avanti il programma per l’addestratore basico con turbofan M-345, inizialmente destinato all’AM ma oggetto di forte interesse sul mercato dell’export, grazie alle prestazioni coniugate a costi contenuti d’esercizio.

Nel settore delle piattaforme destinate al trasporto, Leonardo poteva aggiungere il Kenya alla lista di utilizzatori del C-27J Spartan, che viene offerto con una nuova suite avionica, ma il continente africano potrebbe dare ulteriori sbocchi per lo stesso velivolo, secondo quanto affermato dallo stesso CEO di Leonardo Profumo.

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Un altro importante prodotto per Leonardo è rappresentato dal velivolo da sorveglianza e pattugliamento marittimo ATR-72 MP, che poco prima del salone ha registrato l’acquisizione di una macchina da parte dell’amministrazione italiana ed in particolare per la Guardia di Finanza in una configurazione dedicata per le esigenze del Corpo dello Stato e le operazioni sul mare, unitamente ad un pacchetto manutentivo-logistico-addestrativo ed opzioni per un interessante anche se non divulgato numero di ulteriori macchine.

L’ATR-72 MP e la sua variante ASW/ASuW con o senza capacità d’impiego d’armamento, caratterizzata da ridotti costi d’acquisizione ma principalmente d’esercizio, è proposto ed attira un forte interesse per quelle nazioni che non possono permettersi macchine come il P-8A Poseidon americano, con campagne in atto nel Sud-Est Asiatico ed in Asia-Pacifico, ma in generale anche nel resto del mondo.

Nel settore dei velivoli ad ala rotante, Leonardo presentava l’intera linea di prodotti unitamente ai risultati positivi in recupero del comparto, a fronte di un mercato sempre più aggressivo e caratterizzato da criticità legate al settore dell’oil & gas che attende a riprendersi.

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A partire dell’elicottero di alta gamma con tre motori AW-101, che continua a dare importanti risultati sia in termini di nuove macchine che in supporto ai Governi per gestire la catena logistica-addestrativa legata alla medesima macchina ed agli importanti interventi destinati ad incrementare le capacità e ridurne il ‘life-cycle cost’.

In particolare, il programma per una versione ad hoc per la ricerca ed il salvataggio a lungo raggio a favore della Royal Norwegian Air Force, unitamente al supporto della flotta e pacchetto addestrativo dedicato, hanno rappresentato il fiore all’occhiello della statica di Leonardo.

Le sedici macchine AW-101 destinate alla Norvegia di cui 4 già consegnate ed altre due previste entro la fine del 2018, disporranno di una suite di missione particolarmente ricca con sistemi avionici e di missione, con radar multi-antenna Leonardo AESA Osprey, sistema di controllo del volo digitale a quattro canali, cockpit digitale con display multifunzionali di grandi dimensioni, sistema di ricerca e localizzazione persone disperse grazie alle informazioni ottenuto attraverso i dati trasmessi dal cellulare del disperso, rappresentazione e ‘avoidance’ ostacoli, radar meteo, sistema elettro-ottico di ultima generazione e sistema di missione completamente integrato con il sistema di rappresentazione informazioni rappresentato dal cockpit digitale e consolle di missione nella cabina principale.

La Royal Canadian Air Force ha emesso una richiesta e il team Cormorant italo-canadese guidato da Leonardo sta rispondendo a quest’ultima nell’ambito del programma d’ammodernamento di mezza vita ed ampliamento capacità per le macchine AW-101 in servizio e la standardizzazione con le macchine di seconda mano acquisite dagli USA con la cancellazione del programma presidenziale basato sulla medesima piattaforma.

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L’AW101 era accompagnato dalla famiglia molto venduta di elicotteri AW-169 e AW-189, i cui esemplari erano presentati nella livrea di eliambulanza e servizio medico.

Leonardo presentava anche l’attività d’ammodernamento degli elicotteri Lynx, di cui continua il mantenimento in servizio come in Brasile e Portogallo, in aggiunta alla versione di nuova generazione AW-159 Wilcat, equipaggiata con sistemi d’arma aria-superficie di nuova generazione come il Thales LMM (Lightweight Multirole Missile) Martlet, MBDA Sea Venom e Rafael Spike NLOS, in aggiunta a siluri leggeri.

La divisione Elicotteri di Leonardo presentava inoltre il primo Lynx ammodernato per la Marina brasiliana, di cui i primi esemplari verranno riconsegnati entro la fine dell’anno.

Un ulteriore tassello nello sviluppo ed affermazione delle nuove famiglie di velivoli multiruolo per compiti civili, militari e governativi AW-169, AW-139 ed AW-189, è rappresentato dall’annuncio da parte della Guardia di Finanza della scelta dell’offerta di Leonardo per la fornitura di un’iniziale lotto di sette macchine medio-leggere con un peso massimo al decollo inferiore ai 5.000 kg, ed un esteso pacchetto manutentivo-logistico-addestrativo, – a cui s’aggiunge la potenziale retrocessione a Leonardo di elicotteri A-109N ed AB-412HP -, in aggiunta ad un interessante pacchetto d’opzioni per l’acquisizione di ulteriori macchine medio-leggere.

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Anche se non è stato indicato il modello prescelto, elementi divulgati e quanto dichiarato dalla concorrenza in gara, propendono per un’ulteriore affermazione dell’AW-169, che grazie a tale acquisizione entra a far parte della componente elicotteristica dei Corpo dello Stato e potenzialmente delle Forze Armate Italiane.

Nel settore avionico e radaristico, Leonardo ha collezionato ulteriori importanti traguardi per la famiglia di radar AESA Osprey, che verrà testato questo autunno sul velivolo senza pilota Northrop Grumman MQ-8C Fire Scout ed è fra gli equipaggiamenti candidati ad essere installati sul nuovo velivolo senza pilota della General Atomics battezzato Protector e derivato dallo SkyGardian/Predator B.

Quest’ultima versione è stata acquistata dalla RAF, che è interessata all’installazione di tale radar unitamente ad altri equipaggiamenti di Leonardo a bordo delle proprie macchine. In particolare, in base ad accordi con il costruttore General Atomics siglati nel corso del salone, è emerso che il sistema ESM SAGE potrà diventare un equipaggiamento standard per le piattaforme SkyGuardian e SeaGuardian dopo l’integrazione in versione completa (anziché in versione pod) su quest’ultime del medesimo, mentre viene valutato il sistema per l’autoprotezione basato sul sistema DIRCM Miysis per la versione destinata alla RAF. Sempre nel corso del salone, Leonardo ha annunciato due importanti partnership rispettivamente con le società L3 Technologies e Ultra Eletronics nel settore della guerra subacqueo.

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Grazie a tali partnership ed in particolare nel caso di L3 Technologies con riferimento al sonar a bassissima frequenza HELRAS e media-frequenza Firefly e con Ultra Electronics per l’impiego della propria gamma di sonoboe, Leonardo ha sviluppato una nuova suite ASW il cui cuore è rappresentato dal proprio sistema di elaborazione dei dati acustici Ulisses (Ultra-Light SonicS Enhanced System) che gestisce i sistemi forniti dalle due società appena menzionate.

Sviluppato sulla base dell’esperienze maturate con la suite acustica OTS-90, il nuovo sistema Leonardo è rappresentato da un’unica unità del peso di 6,5 kg che gestisce le informazioni provenienti dai sistemi sonar filabili L3 Technologies e dalle sonoboe con funzionalità acustica multistatica fornite da Ultra Electronics.

Quest’ultima è l’unica società a fornire sonoboe miniaturizzate per operazioni multistatiche, che possono avere un’applicazione su velivoli senza pilota, facendo di Leonardo il primo fornitore di una suite di elaborazione dati compatibile con tali sonoboe. In particolare, il sistema Ulisses viene proposto insieme ad Ultra Eletronics in una soluzione basata su pod in grado di accogliere ed elaborare i dati di 32 sonoboe (espandibili a 64). Quest’ultima suite è completamente autonoma in termini operativi ed offre avanzate capacità di elaborazione, gestione e visualizzazione informazioni sulla piattaforma che imbarca il pod.

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Questa soluzione ‘plug-and play’ è particolarmente ideale per l’impiego da velivoli senza pilota come nel caso del Fire Scout americano o piattaforme UAV ad ala fissa. Leonardo e Ultra Electronics stanno lavorando insieme alla società romana MES per lo sviluppo di appositi lanciatori di sonoboe standard e miniaturizzate, sfruttando l’esperienza accumulata da quest’ultima nei sistemi di trasporto e lancio sonoboe, ed in particolare in programmi legati a piattaforme come il P-8A Poseidon, l’NFH-90 e l’AW-159.

Un altro prodotto di nuova generazione che Leonardo ha cominciato a proporre sul mercato nazionale ed internazionale principalmente dei velivoli ad ala rotante e senza pilota, è rappresentato dal sistema LEOSS (Long-range Electro-Optical Surveillance System). Concepito e sviluppato per un impiego trasversale aereo, navale e terrestre, senza restrizioni in termini export (ITAR free), si tratta della più recente generazione di torretta girostabilizzata, nel caso specifico sui 4 assi, capace di ospitare fino a ben sette sensori elettro-ottici fra camere termiche, diurne a colori, a bassa luminosità e sistemi laser per diversi compiti.

 

Guerra elettronica, cyberwarfare e lotta ai droni

Molto prolifico non soltanto per Leonardo ma anche per Elettronica, il settore dell’EW esteso alla protezione ed attacco cibernetico, nonché sorveglianza, scoperta e protezione contro droni. Il gruppo Leonardo ha presentato per la prima volta una gamma di prodotti per la guerra elettronica ampliata, che comprendeva i nuovi sistemi COMINT Spider e Compact Jamming System (CJS), a cui s’aggiungeva nuove piattaforme e clienti rispettivamente per i sistemi ESM SAGE e DIRCM Miysis, unitamente alla famiglia di decoy RF BriteCloud con la nuova versione per l’impiego da velivoli ad ala fissa e rotante di grandi dimensioni (BriteCloud 55T). Sviluppato interamente in Gran Bretagna ed operante nella banda da 20 MHz a 6 GHz, il sistema è stato sviluppato per la scoperta, analisi e geo-localizzazione di comunicazioni in tale banda.

Il sistema è stato concepito e sviluppato per l’impiego da piattaforme ad ala fissa della classe del King Air 350, piattaforme senza pilota del tipo MALE (Medium Altitude Long Endurance) e ad ala rotante. Il sistema Spider comprende un gruppo antenne raggruppato in un unico pacchetto che può essere montato sotto la pancia di un aereo con prestazioni di punta nel settore.

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Il sistema Spider può essere integrato con il sistema SAGE per offrire un completo sistema SIGINT (Signal Intelligence). Nel corso del salone, il gruppo danese Terma e Leonardo hanno annunciato una partnership per offrire una variante del sistema per la guerra elettronica integrato su pilone (ECIPS, Electronic Combat Integrated Pylons System) di Terma equipaggiato con il nuovo sistema jammer compatto o CJS (Compact Jamming System) di Leonardo.

Il nuovo sistema a pilone ECIPS/CJS consente d’incrementare le capacità di autoprotezione in banda RF dei velivoli F-16, senza dover impegnare un pilone per l’armamento per il trasporto del relativo pod per la guerra elettronica.

Poiché il nuovo sistema ECIPS/CJS non differisce per quanto la certificazione dal sistema già utilizzato Terma ECIPS+, la nuova suite presenta significativi vantaggi rispetto a soluzioni EW interne o basate su decoy trainati. Completamente ITAR-free e quindi senza limitazione export, il nuovo sistema può essere montato sugli attacchi 3 e 7 degli F-16 e viene gestito dal sistema di gestione EW Terma ALQ-213 che comprende il sistema di visualizzazione in cockpit ATD (Advanced Threat Display) che può comprendere il sistema audio sempre fornito da Terma. Inoltre, il sistema ECIPS/CJS è completamente compatibile con il decoy RF Leonardo BriteCloud 218.

Il nuovo sistema CJS (Compact Jamming System) sviluppato da Leonardo si basa sull’esperienza sviluppata dal gruppo nel settore della guerra elettronica ed in particolare dei jammer sviluppati per importanti programmi quali il Tornado IDS britannico. Destinato a consentire missioni aeree in aree fortemente difese da parte avversaria, il sistema CJS associa capacità DRFM (Digital Radio Frequency Memory) ad un generatore di tecniche d’inganno, antenne in ricezione e trasmettitori unitamente ad un generatore di potenza elettrica in un unico format compatto che offre capacità di autoprotezione RF con le più avanzate minacce multiple, presenti e future.

Ciò grazie ad un sistema cosiddetto aperto e riprogrammabile che consente l’aggiornamento delle librerie EW per meglio contrastare le più recenti e future minacce. Grazie alle sue ridotte ed autonome capacità d’impiego, il sistema CJS può essere installato anche all’interno della piattaforma con un peso complessivo inferiore ai 20 kg ed opzione d’impiego oltre lo spettro di banda H-J.

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Sempre nel settore della guerra elettronica ed in particolare in quello della difesa contro minacce all’infrarosso, Leonardo ha annunciato la vendita del sistema DIRCM Miysis ad un secondo cliente, in particolare nell’area mediorientale. Nel frattempo, il gruppo italo-britannico ha effettuato le prime consegne del sistema al primo utilizzatore rappresentato dalla Royal Canadian Air Force per l’impiego a difesa dei velivoli da pattugliamento marittimo e ISR (Intelligence, Surveillance and Recconaissance) CP-140.

Ulteriori sviluppi riguardano anche la famiglia dei decoy RF BriteCloud, dopo che il sistema è stato dichiarato operativo dalla RAF per l’impiego sui velivoli Tornado GR.4. Nessuna informazione è stata divulgata al riguardo oltre al fatto che il sistema è operativo, ma i velivoli inglesi sono stati impiegati in operazioni aria-superficie in Siria ma non è noto se le stesse piattaforme siano state oggetto d’attacco e quindi protezione da parte dei decoy RF.

Nel corso dell’International Air Tattoo 2018, la RAF ha annunciato che tale sistema verrà integrato anche a bordo dei velivoli Typhoon grazie all’impiego di un dispenser intelligente (Smart Stores Dispenser, SSD).

La famiglia di decoy RF BriteCloud si è recentemente ampliata con l’annuncio della disponibilità della versione 55T, destinata ad essere impiega da piattaforme ad ala fissa e rotanti di grandi dimensioni. Secondo la stessa brochure del sistema 55T, i decoy BriteCloud sarebbero disponibili anche per piattaforme F-16 e Gripen.

 

Il gruppo Elettronica in partnership con quello spagnolo Indra presentava il primo sistema DIRCM europeo (Directional Infra-Red Countermeasures) di nuova generazione basato sulla tecnologia Laser Quantum Cascade (QCL). “Denominato EuroDIRQM, per riflettere la sovranità completamente europea legata all’impiego della tecnologia QCL, il sistema è stato concepito quale equipaggiamento ‘tutto-in-uno’, capace di fornire l’autoprotezione contro sistemi d’arma missilistici a guida infrarosso, per applicazioni su piattaforme che vanno dagli elicotteri a velivoli ad ala fissa quali macchine da trasporto, tanker ma anche velivoli da combattimento”, ha detto Manuel Rodriguez Cerezo, direttore sviluppo business piattaforme & difesa e sicurezza europea.

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Presentato agli addetti ai lavori in occasione della Old Crown EW Conference 2018 di Losanna e  sviluppato sulla base del Memorandum of Understanding (MoU) siglato fra i due gruppi nel febbraio 2017, con responsabilità congiunta di design del sistema, sviluppo congiunto, produzione e marketing congiunto, “i due gruppi hanno già completato lo sviluppo del primo prototipo di EuroDIRQM, con test operativi a terra della tecnologia QCL eseguiti lo scorso marzo, con l’efficace cooperazione dell’Aeronautica Militare italiana.

Grazie all’impiego della tecnologia QCL, il nuovo sistema consente di ridurre i consumi di potenza elettrica, i pesi e le dimensioni del sistema DIRCM, assicurando un’incrementata affidabilità e ridotte necessità manutentive rispetto alla precedente generazione di sistemi laser”, ha evidenziato Giovanni Zoccali, vice-presidente vendite Europa e Consorzi di Elettronica, insieme al collega Roberto Scotto di Vettimo.

Il sistema è previsto che completasse l’attività d’integrazione entro lo scorso luglio ed iniziasse le prove in volo dal prossimo autunno con qualificazione del sistema e disponibilità del sistema entro la primavera del 2019.

Il sistema EuroDIRQM si basa sui più recenti sviluppi della tecnologia sviluppate rispettivamente da Indra ed Elettronica nel settore dei sistemi di tracciamento dei bersagli e QCL per offrire un sistema di nuova generazione basato su architettura cosiddetta aperta con modulo incorporante torretta di disturbo laser ed unità di processazione in grado di gestire suite con torrette multiple per la protezione di velivoli ad ala fissa di grandi dimensioni.

La configurazione base del sistema con singola torretta laser ed unità di processazione ha un peso inferiore a 25 kg ed in grado di operare con un’ampia gamma di sistemi di allerta contro lancio missili a guida IR.

Grazie alla combinazione della suite DIRCM e sistemi d’inganno all’infrarosso (flare) accoppiati ad algoritmi specifici sviluppati da Elettronica, quest’ultima ha realizzato una suite in grado di essere efficace nella neutralizzazione dei missili IR di quarta generazione all’immagine termica (IIR, Imaging Infra-Red).

Il nuovo sistema DIRQM viene proposto dai due gruppi per i successi lotti di velivoli da trasporto A-400M in configurazione multi-torretta in sostituzione dell’attuale sistema Indra InShield, dopo che quest’ultimo è stato prescelto e contrattualizzato per la prima tranche di velivoli A-400M destinato all’Aeronautica spagnola. Il sistema viene anche proposto per gli elicotteri CH-47F che l’Esercito spagnolo intende acquisire a breve, facendo di questa piattaforma quella che potenzialmente diventerà la prima ad essere prescelta per il nuovo sistema.

Nel frattempo, il gruppo Elettronica procede come da tempistiche, nel programma d’equipaggiamento degli elicotteri Leonardo CSAR HH-101A in fase di acquisizione da parte dell’Aeronautica Militare italiana.

Queste macchine disporranno di una suite di autoprotezione sviluppata da Elettronica per velivoli ad ala rotante fra le più sofisticate al mondo, con una suite basata su sistema di gestione ed elaborazione delle tecniche di disturbo Virgilius, che gestisce l’intera gamma dei sistemi di scoperta, identificazione e disturbo in radio-frequenza (comprensivo di jammer di ultima generazione con antenna a scansione elettronica attiva), infrarossa basata sul sistema di attuale generazione DIRCM con laser a fibre ottiche ELT/572 e di scoperta laser. Ma Elettronica non è attiva soltanto nel settore dei sistemi per la neutralizzazione dei sistemi guida missilistici all’immagine termina ed in radio-frequenza, ma ha sviluppato e propone sul mercato, una gamma di prodotti che comprendono sistemi per la sorveglianza, l’intelligence nel settore delle comunicazioni per velivoli ad ala fissa e senza pilota, a cui s’aggiungono sistemi per l’autoprotezione ed escort-jammer in RF che sfruttano le più recenti tecnologie per velivoli da combattimento. A questi s’aggiungono le attività e sistemi di sorveglianza, autoprotezione ed attacco nel dominio della cyberwarfare grazie alla joint-venture CY4Gate con la società Expert System.

Sfruttando le eccellenze nel settore della guerra elettronica e della cyberwarfare, Elettronica ha sviluppato un sistema antidrone denominato Adrian (Anti Drone Interception and Neutralization), i cui elementi fanno parte integrante di un analogo sistema sviluppato da Leonardo quale capocommessa insieme ad Elettronica ed IDS Ingegneria dei Sistemi, sistema prescelto e contrattualizzato alla fine del 2017 dal Ministero della Difesa italiano per soddisfare le necessità di quest’ultimo in questo settore.

Secondo quanto risulta a AD, sono quattro i sistemi che dovrebbero essere consegnati entro il 2018 al Ministero della Difesa ed in particolare all’Aeronautica Militare che dovrebbe effettuare la valutazione operativa del sistema in vista dell’impiego operativo. Il contratto prevede opzioni per ulteriori sistemi, secondo quanto risulta ad AD.

Nel settore dei velivoli senza pilota, Piaggio ha annunciato che le prime consegne del P.1HH Hammerhead agli Emirati Arabi Uniti dovrebbero avvenire entro la fine dell’estate mentre la fine dell’anno le consegne dovrebbero salire a 6 su 8 macchine complessive. L’addestramento del personale sarà portato avanti sia in Italia che negli EAU a partire da quest’anno. La nuova macchina senza pilota che Piaggio sta sviluppando a partire dalla nuova piattaforma EVO è rappresentata dal più capace P.2HH. Quest’ultimo utilizza una configurazione simulare al P.1HH da cui si differenzia per una fusoliera ed un’ala più grandi, un peso a vuoto inferiore ed uno al peso massimo maggiorato rispetto al predecessore. Come è noto il relativo programma di sviluppo, test e produzione per 10 macchine oltre alle stazioni di comando e controllo a terra è in corso d’approvazione da parte del Parlamento. La prima macchina potrebbe essere consegnata 48 mesi dall’aggiudicazione del contratto.

Nel settore spaziale, l’amministratore delegato di Telespazio e responsabile spazio di Leonardo, ha presentato la piattaforma digitale SEonSE, insieme a Massimo Comparini, amministratore delegato di e-Geos, ed alla presenza del Presidente dell’ASI, Roberto Battiston. Cloude computing e Big data sono fuse insieme nel nuovo programma con l’obiettivo di fornire in tempo reale servizi di sorveglianza marittima per rilevare attività illecite, supportare il monitoraggio ambientale e la lotta alla pirateria. La piattaforma utilizza i dati forniti da varie fonti, tra cui i satelliti delle costellazioni COSMO-SkyMed e Copernicus, il servizio di exactEarth per tracciare la posizione delle navi ed imbarcazioni, il registro delle navi, informazioni meteorologiche e oceanografiche. I servizi di geoinformazione stanno divenendo sempre più importante, ha ricordato Luigi Pasquali, con un mercato in forte espansione soprattutto legate a specifiche applicazioni di sicurezza e osservazione della Terra.

“In questo settore i dati provenienti dalla costellazione italiana di COSMO-SkyMed rappresentano un elemento di importanza cruciale, capaci di fornire – ha sottolineato Battiston – dati di alta precisione e continuità di informazione grazie alla possibilità dei satelliti radar di guardare la Terra giorno e notte.

E i numeri ci danno ragione, con il fatturato generato dai dati dei nostri quattro satelliti aumentato del 40% nell’ultimo anno”, ha rimarcato il responsabile dell’ASI. Quest’ultima è stata particolarmente attiva nel corso del salone, con una serie d’incontri, eventi ed annunci che supportano ulteriormente lo sviluppo del settore spaziale in Italia.

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 Insieme a Leonardo, Elettronica e Piaggio, era presente una nutrita schiera di ditte italiane, unitamente ai diversi distretti aerospaziali nazionali, dal Piemonte alla Puglia, passando per il Lombardo, Emiliano Romagnolo, Laziale, Umbro e Campano. Il tutto supportato dall’Associazione Italiana per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD), il cui stand unitamente a quello delle industrie nazionali, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la partecipazione collettiva di 16 Start Up e PMI innovative dell’aerospazio, organizzata dall’ICE Agenzia, sono stati visitati dal Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, accompagnata dall’Ambasciatore nel Regno Unito Raffaele Trombetta, e da alti rappresentanti del suo Dicastero, tra cui il Segretario Generale della Difesa, generale Carlo Magrassi e il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Enzo Vecciarelli.

Come anticipato l’AIAD era presente al completo e presto anche a Bruxelles per supportare le necessità dell’industria nazionale di settore a livello europeo, congiuntamente con SEGREDIFESA e la Direzione Generale degli Armamenti.

Specializzata nella progettazione, sviluppo e produzione, manutenzione e supporto logistico di equipaggiamenti di trasporto e rilascio di carichi esterni, componenti strutturali ed equipaggiamenti di supporto a terra per velivoli ad ala fissa e rotante, la società Aerea ha sviluppato ed esponeva per la prima volta in occasione del salone, un sistema motorizzato per la movimentazione di barelle aviotrasportate.

Il sistema consente l’operazione di carico e scarico (da posizione di trasporto a quella sbrandeggiata in parte fuori dal velivolo in meno di 20 secondi per la movimentazione a terra) un elicottero di un paziente barellato (fino a 150 kg), da parte di un singolo operatore, sempre mantenendo il piano della barella in posizione perfettamente orizzontale.

Il successivo trasbordo del paziente è reso agevole grazie al notevole sbraccio e alla ridotta altezza da terra. Tale sistema veniva presentato in un mock-up di cabina di velivolo ad ala rotante della divisione Elicotteri di Leonardo. La società presentava anche la più recente gamma di sistemi per il trasporto e lo sgancio di carichi esterni, fra cui quelli utilizzati dall’F-35, Typhoon, M-346 ed elicotteri da trasporto ed attacco.

A questi s’aggiunge Civitanavi Systems con l’ampia gamma di sistemi di navigazione e piattaforme inerziali di nuova generazione per applicazioni industriali e nella difesa che coprono lo spazio, terra, mare e cielo.

Fra le diverse applicazioni a livello nazionale ed internazionale, in aggiunta a quelle legate alle piattaforme terrestri Leonardo per il programma Forza NEC, secondo quanto risulta a AD, Civitanavi Systems sarebbe stata prescelta per il rimpiazzo dei sistemi inerziali a bordo degli elicotteri da combattimento Mangusta dell’Esercito Italiano.

Positivo anche il bilancio della missione del CIRA, che oltre ad una significativa presenza all’interno dello stand istituzionale dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha presentato due mock-up dei dimostratori sviluppati nei programmi Hyprob e High Altitude Airship, mentre la delegazione del Centro ha avuto una fitta agenda di incontri con importanti stakeholder appartenenti sia la mondo della ricerca che dell’industria aeronautica.

Avio ha partecipato al salone forte del successo del test del motore a propellente solido P120C, tenutosi presso Kourou, Guyana Francese. L’esito del test è un passaggio fondamentale verso la realizzazione dei lanciatori europei di nuova generazione Vega-C e Ariane 6. Avio ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo del P120C, il più grande motore monolitico a propellente solido al mondo ad essere costruito in fibra di carbonio, nel proprio stabilimento di Colleferro, vicino Roma.

“Il successo del test del P120C è un passo fondamentale nei programmi di sviluppo dei nuovi lanciatori europei Vega C e Ariane 6 in vista dei voli inaugurali, previsti rispettivamente nel 2019 e 2020. Il P120C è un grande risultato tecnologico per le sue prestazioni uniche, frutto di una radicale innovazione, combinata con oltre 30 anni di esperienza nella propulsione solida grazie alla cooperazione tra Avio e ArianeGroup”, ha dichiarato Giulio Ranzo, CEO di Avio Spa. La società è inoltre coinvolta nel settore dei motori per sistemi d’arma missilistici, fra cui risulta l’attività di sviluppo e certificazione del motore per il missile superficie-aria MBDA CAMM ER.

Avio Aero, un business di GE Aviation, ha celebrato al salone i 110 anni di storia, guardando al futuro ed alle nuove tecnologie nel settore dello sviluppo, produzione e supporto di motori aeronautici, fra cui l’additive manufacturing che la ditta ha già introdotto in due stabilimenti in Italia, e puntando a programmi nazionali quali il nuovo elicottero da combattimento in sostituzione dell’A-129 Mangusta.

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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