Il libro di Anne Marie Waters sull’Islam e l’erosione della democrazia occidentale
Prefazione di Daniel Pipes (nella foto sotto)- Presidente del Middle East Forum di Philadelphia (Pennsylvania) USA
Ogni paese europeo che è alle prese con gravi problemi legati all’islamismo ha un partito politico in parlamento, concentrato sull’obiettivo di affrontare questa sfida – tutti, tranne uno: il Regno Unito. Questa assenza di ciò che io definisco un partito civilizzazionista (perché cerca di salvare la civiltà occidentale) ha profonde implicazioni: significa che la Gran Bretagna non può adottare una normativa contro la minaccia islamista né i partiti esistenti si sentono obbligati a prestarvi attenzione. Per questo motivo, il “Londonistan” presenta le prospettive più cupe rispetto a qualsiasi altro paese occidentale.
Anne Marie Waters, autrice del libro che avete tra le mani o che state visualizzando sul vostro schermo, è una delle poche persone in grado di colmare questo vuoto. Come dimostra ampiamente Beyond Terror: Islam’s Slow Erosion of Western Democracy, la Waters ha tutte le carte in regola – la biografia, le capacità, le conoscenze e la volontà – per fondare un partito civilizzazionista. Infatti, alla fine del 2017, ella ha avviato il processo istituendo For Britain, un partito “per la maggioranza dimenticata”.
Visto in quest’ottica, Beyond Terror ha tre finalità: far conoscere la Waters al grande pubblico, documentare il problema civilizzazionale e delineare le sue politiche.
La sua introduzione pone l’accento sulla reciproca disaffezione tra la Waters e la sinistra e mostra come la critica da lei mossa all’islamismo abbia reso la sua vecchia casa politica non più accogliente. Ho trovato illuminante le sue opinioni da addetta ai lavori, specialmente su come il pro-islamismo sia diventato parte integrante della visione e del programma della sinistra.
Si è arrivati al punto, spiega la Waters, che “la sinistra politica moderna si rivolta contro i propri compagni se cadono in disgrazia con l’Islam”. Stranamente, quando ci si oppone a “un estremismo religioso di estrema destra che discrimina e condanna apertamente la violenza contro le donne, giustizia gli omosessuali e punisce i dissidenti con la spada”, si finisce in un mare di guai.
Questo è potuto accadere solo perché “la sinistra moderna ha adottato una nuova serie di priorità. Non preoccupandosi più dei diritti delle classi lavoratrici o della tutela delle minoranze vulnerabili, la nuova sinistra della classe media in possesso di un diploma universitario è un mostro ideologico”. In altre parole, l’economia è ora passata in secondo piano rispetto alla questione identitaria. I lavoratori, lasciano il posto agli accademici. Arrivederci Marx! Ciao Gramsci!
I quotidiani The Economist e The Times of London definiscono “di estrema destra” tanto la Waters quanto For Britain, ma questa connotazione stravolge oltraggiosamente le loro identità politiche. La Waters proviene da un ambiente prettamente di sinistra, essendo stata membro del Partito Laburista per circa dieci anni. I suoi primi passi da militante politica sono stati a favore del mantenimento del servizio sanitario nazionale socialista. È stata tanto rappresentante sindacale quanto membro del consiglio di amministrazione della National Secular Society. Si definisce femminista della seconda ondata e fautrice di una libertà di espressione pressoché incondizionata.
Dopo la rottura con la sinistra, la sua visione è ora centrista: crede nella libertà personale, nella intrusione limitata dello Stato, nella responsabilità del governo, nella immigrazione contenuta e nella civiltà occidentale cristiana e secolare. È favorevole al mercato libero e a un forte settore pubblico. È una nazionalista che si oppone all’immigrazione di massa. In linea con questo profilo, il partito For Britain non è né di sinistra né di destra, e tanto meno di estrema destra, ma rappresenta la cosiddetta “ampia maggioranza”.
La Waters è restia a fornire dettagli sulle sue fatiche per mettere in moto il partito (non vi siete chiesti perché questo libro molto britannico sia stato pubblicato nel Midwest americano?) e a discutere delle future tattiche. Sono impaziente di avere ulteriori informazioni su questi argomenti.
La seconda parte del libro passa in rassegna le atrocità commesse dal flagello islamista, occupandosi con competenza di dodici paesi occidentali (con particolare attenzione al Regno Unito e agli Stati Uniti) e facendo qualche cenno a diversi paesi a maggioranza musulmana. La Waters documenta i danni recati congiuntamente dall’islamismo e dalla sinistra riguardo alla libertà di espressione, all’omosessualità e all’istruzione scolastica.
La parte finale del volume contiene le ricette offerte dalla Waters. L’autrice inizia col notare che quando si tratta delle due questioni come l’immigrazione e l’islamizzazione, i quattro partiti che dominano la Camera dei Comuni britannica “sono totalmente indissociabili” nel loro accordo su una “intenzionale mitigazione dell’Islam”. La Waters ritrae questa connivenza come l’arroganza di una élite che considera gli elettori “completamente stupidi”.
Fortunatamente, se la libertà di espressione “ha subito una forte flessione tra i nostri leader, continua a esistere in qualche forma tra la gente comune”. E così la Waters si rivolge a queste persone ordinarie per dire loro – parafrasando George Orwel – che “la speranza risiede nei proletari” e che è ora necessaria una ondata di populismo: “L’unico modo in cui l’islamismo sarà sconfitto, o anche affrontato, è attraverso il potere della gente. Noi dobbiamo usare il nostro voto e il nostro diritto di candidarci a cariche politiche per scalzare i deputati conniventi”.
La Waters delinea un programma in cinque punti:
- Ripristinare il governo responsabile ritrasferendo il potere dalle istituzioni internazionali (ossia l’Unione europea) allo Stato-nazione.
- Insegnare ai bambini nozioni positive sui loro paesi.
- Applicare la stessa legge a tutti, ponendo così fine alle “pratiche islamiche dannose”.
- Assumere il controllo dell’immigrazione ed espellere i migranti che delinquono.
- Tenere d’occhio le istituzioni islamiche per rilevare eventuali segni di islamismo.
Si tratta di raccomandazioni politiche indiscutibilmente ragionevoli, anche se io aggiungerei a questa lista un sesto punto: “Emarginare l’islamismo e contribuire a rafforzare l’Islam moderato”.
La Waters non annovera questa raccomandazione. Scrive: “Non credo che l’Islam e l’islamismo siano distinti. (…) L’islamismo non è che l’attuazione politica della dottrina dell’Islam”. Al contrario, io ritengo che lo siano: l’Islam è l’intera fede, l’islamismo è una interpretazione (estremista) dell’Islam. Per la Waters, l’islamismo costituisce l’unica vera forma di Islam; per me, è soltanto un modo per applicare l’Islam ed esistono altre interpretazioni più moderate che sono ugualmente valide.
Tale questione è di grande importanza: la Waters, a differenza di me, non crede in un Islam moderato. Non spera in cambiamenti nell’Islam; io sostengo che l’Islam radicale è il problema e che l’Islam moderato è la soluzione. Tra gli altri benefici, il mio approccio offre la possibilità di cooperare con i musulmani anti-islamisti, e spero che For Britain la inserisca fra le sue priorità.
Nonostante il nostro disaccordo sulla natura del nemico, Anne Marie Waters ed io siamo nella stessa trincea a combattere gli stessi avversari. Spero quindi che questo manifesto contribuisca a creare il partito civilizzazionista di cui c’è urgente bisogno nel Regno Unito, che For Britain entri presto in parlamento e una volta lì contribuisca a plasmare il futuro del paese.
Anne Marie Waters
Beyond Terror: Islam’s Slow Erosion of Western Democracy
Hardcover, 348 pages
Published 2018 by Something or Other Publishing LLC
ISBN 0984693882 (ISBN13: 9780984693887)
Edition Language English
Testo originale inglese: Beyond Terror: Islam’s Slow Erosion of Western Democracy by Anne Marie Waters
Traduzioni di Angelita La Spada
Foto: Philip Hollis, The Sun e Getty Images
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