Le sanzioni USA (CAATSA) contro le vendite di armi russe nel mondo

Il primo vice capo del Comitato di Difesa della Duma (il Parlamento russo), Andrei Krasov, ha etichettato come “concorrenza sleale” il sistema di sanzioni statunitensi, le cosiddette Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), che colpiscono i paesi acquirenti di armi russe.

S 400 a Latakya

“Le sanzioni americane contro la Cina per l’acquisto di sistemi di difesa aerea S-400 e caccia multiruolo di produzione russa sono un chiaro segnale di concorrenza sleale. Gli Stati Uniti stanno cercando di destabilizzare il mercato mondiale degli armamenti al solo scopo di auto avvantaggiarsi” ha dichiarato Krasov all’agenzia di stampa Interfax.

“Questo significa che gli Stati Uniti non gradiscono affatto che il mercato si orienti verso le produzioni di altri paesi, in primis il nostro, che offre una serie di armamenti che ha recentemente mostrato in Siria il proprio valore.”

La protesta del parlamentare russo è avvenuta dopo l’annuncio dell’imposizione di sanzioni contro il Dipartimento per lo sviluppo tecnologico della Commissione militare centrale della Cina a causa dell’annuncio di acquisto da parte di Pechino di sistemi SAM S-400 e caccia Su-35.

Ma mentre la Cina è un paese rivale degli USA il sistema delle sanzioni CAATSA  rischia così di colpire anche paesi che rivali non lo sono affatto, anzi.

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L’India, ad esempio, potrebbe presto trovarsi di fronte alla minaccia delle sanzioni statunitensi a seguito del recente contratto del valore di 5 miliardi di dollari per l’acquisto dei sistemi di difesa missilistica terra-aria S-400 siglato con Mosca.

I leader della Difesa degli Stati Uniti hanno infatti duramente lavorato negli ultimi anni per aumentare la cooperazione con Nuova Delhi in una serie di settori condividendo le preoccupazioni sull’espansionismo militare cinese nella regione dell’Indo-Pacifico.

L’India, infatti, è considerata da anni tra i mercati più redditizi del mondo per i paesi esportatori di armi. Secondo un rapporto del 2017 del Royal Institute of International Affairs del Regno Unito, Nuova Delhi era responsabile del 10,3% delle importazioni globali di armi tra il 2000 e il 2016, con la Russia che riforniva il 72% di quelle importazioni; gli Stati Uniti stanno tuttavia recuperando quote del mercato indiano, diventando il secondo maggiore fornitore di armi del paese asiatico davanti a Israele.

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Il recente acquisto dei sistemi S-400 russo costringerebbe l’amministrazione Trump a scegliere se punire l’India e quindi annientare sul nascere il recente rapporto amichevole tra i due paesi o se, diversamente, concedere al paese asiatico una deroga, indebolendo così l’effetto delle sanzioni e aprendosi automaticamente alle ovvie accuse di favoritismi verso alcuni paesi.

Ma non è finita qui. Tra i paesi oggetto di sanzioni infatti, entra in gioco anche l’Indonesia con il recente ordine di 11 caccia multiruolo Sukhoi Su-35.

Secondo il quotidiano russo Kommersant, Mosca si vedrebbe costretta a posticipare la consegna dei Su-35 a causa delle complicazioni causate dalle sanzioni statunitensi.

A riferirlo al quotidiano russo due top manager delle imprese dell’industria della difesa russa e una fonte vicina al governo: Mosca teme nel dettaglio l’introduzione delle sanzioni statunitensi contro una banca che avrebbe dovuto partecipare all’attuazione del contratto; ma anche in questo caso le autorità statunitensi non avrebbero fornito all’Indonesia garanzie sulla deroga dell’imposizione delle sanzioni per la cooperazione con l’industria russa della difesa.

Secondo una delle fonti riportate dal Kommersant la situazione sarebbe sgradevole ma non critica e si starebbero mantenendo contatti costanti con i partner indonesiani al fine di trovare vie di uscita.

Le autorità statunitensi dal canto loro starebbero esaminando la possibilità di introdurre una deroga alle sanzioni per consentire ad alcuni paesi che hanno forti legami con Mosca, ma anche con Washington, di acquistare attrezzature militari russe.

In particolare, il segretario alla Difesa americano James Mattis avrebbe chiesto ai membri del Congresso di introdurre questa rinuncia in relazione non solo all’India e all’Indonesia ma persino al Vietnam, paese da tempo in buoni rapporti con gli USA e notoriamente in una posizione di netto contrasto allo strapotere cinese nella regione del sud-est asiatico.

Foto: Rosoboronexport, TASS, Forze Aeree Indonesiane e Xinhua

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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