Il piano degli Usa per fermare lo spionaggio economico cinese
Un nuovo piano per contrastare le attività economiche ritenute illegali da parte della Cina è stato svelato dal dipartimento di Giustizia americano. In un periodo di grandi tensioni commerciali, spinte anche da timori per la sicurezza nazionale, le nuove misure annunciate dal segretario alla Giustizia Jeff Sessions seguono i dazi imposti da Washington su 250 miliardi di beni cinesi.
A questo vanno aggiunti i tre casi di furto di proprietà intellettuale denunciati da settembre dagli Usa e che secondo le autorità d’oltreoceano sono riconducibili a agenti segreti e hacker cinesi.
D’ora in poi, ha detto il numero uno del DoJ, il dipartimento si attiverà in modo più veloce e incisivo per rispondere ai casi di sottrazione di segreti commerciali e metterà in campo una strategia per scoprire l’identità dei dipendenti e dei ricercatori dell’industria della Difesa che lavorerebbero per l’intelligence del gigante asiatico con l’obiettivo di per trasferire tecnologia in Cina.
Sempre in tema di nuove tensioni commerciali (e non solo) tra Washington e Pechino, le autorità statunitensi hanno accusato un’azienda cinese controllata dallo Stato, il suo partner di Taiwan e tre cittadini (tutti taiwanesi) di avere sottratto segreti commerciali a Micron Technology, principale produttore Usa di memory chip.
Il Dipartimento della Giustizia americano ha reso pubblici i documenti che contengono l’iscrizione nel registro degli indagati degli accusati. L’azienda cinese coinvolta è Fujian Jinhua Integrated Circuit, mentre il gruppo taiwanese è United Microelectronics (quotato anche alla Borsa di New York). Per ragioni di sicurezza nazionale, pochi giorni fa, il 29 ottobre, il dipartimento statunitense del Commercio aveva annunciato di aver imposto dei limiti alle esportazioni della Fujian in territorio americano.
Fonte Cyber Affairs
Immagini: Wholedud e Dana Summers/Tribune Media Services
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