Il salone parigino Euronaval 2018
Parigi, dal nostro inviato
L’edizione 2018 del salone di Euronaval verrà ricordata non soltanto come momento celebrativo del cinquantennale dell’evento lanciato nel 1968, ma anche della rinascita dell’industria navale ed in generale di quella della Difesa francese grazie al forte impegno economico profuso dal Governo di Emmanuel Macron con la Loi de Programmation Militaire (LPM) 2019-2025.
Nei primi cinque anni della LPM, saranno allocati alla Difesa ben 198 miliardi di euro con un incremento di 1,7 miliardi ogni anno fino al 2022 e 3 miliardi nel 2023. Grazie a tali fondi di cui ne beneficerà anche il settore dell’industria navale militare, sarà possibile anche il rilancio della capacità di sorveglianza e proiezione di potenza della Marina francese.
In occasione dell’apertura del salone, il Ministro della Difesa Florence Parly ha annunciato che è stato lanciato lo studio preliminare della durata di 18 mesi per la scelta del migliore design in termini di capacità ed efficienza della nuova portaerei che andrà a rimpiazzare nel tempo l’attuale Charles de Gaulle.
Quest’ultima ha appena completato un’importante attività d’estensione della vita operativa ed ammodernamento che le consentirà di rimanere in servizio fino alla fine degli anni 2030.
Per la prima volta nella storia del salone, un Presidente della Repubblica ha fatto visita all’evento e gli stand più rappresentativi dell’industria di settore nazionale, compresa l’area espositiva destinata alle piccole e medie imprese (PME), a testimonianza dell’importanza di queste ultime nello sviluppo dell’industria non soltanto navale ma della Difesa in generale.
Unitamente alla forte spinta delle PME, l’edizione 2018 del salone ha registrato per la prima volta la presenza di un’area dedicata all’incontro fra studenti ed industria del settore che per crescere ha bisogno di personale altamente qualificato, momento che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Educazione e della Gioventù. I fondi per la ricerca e sviluppo nel settore della Difesa sono stati potenziati, così come è stata creata l’Agenzia per l’innovazione di settore.
Complessivamente, l’edizione 2018 del salone di Euronaval ha visto la presenza di 480 esibitori di cui il 60% esteri di 34 diverse nazionalità (compresa quella francese) ed 11 padiglioni nazionali (con la novità della Norvegia) e la partecipazione di 142 delegazioni ufficiali di cui 101 estere in rappresentanza di 72 nazioni in 5 continenti, 13 ministri fra francesi ed esteri nonché 29 capi di Marine Militari e 25000 addetti ai lavori.
Nel corso del discorso d’apertura del salone, in aggiunta al lancio delle attività legate alla nuova portaerei, il Ministro della Difesa francese ha messo in evidenza l’incremento dei stanziamenti ed i programmi che verranno coperti dalla LPM 2019-2025 nel settore navale, a partire da quello di sviluppo e produzione dei nuovi sottomarini lanciamissili balistici a propulsione nucleare e la futura versione del missile balistico M51, a cui s’aggiunge la consegna dei primi quattro battelli d’attacco sempre a propulsione nucleare tipo Barracuda e l’ordinativo degli ultimi due esemplari della medesima tipologia che andranno a rimpiazzare l’attuale classe Rubis.
Come ha specificato il Ministro Parly, i nuovi SSN potenzieranno le capacità di proiezione della Marina francese grazie all’adozione dei missili da crociera MdCN (in precedenza denominati Scalp Naval) ed alle potenziate capacità di supporto alle forze speciali.
Saranno consegnate le prime due nuove fregate di taglia intermedia (FTI) e le altre tre saranno ordinate mentre entreranno in servizio entro il 2022 le ultime tre FREMM.
Il programma d’ammodernamento della componente di velivoli ASW/ASuW Atlantique 2 avrà fondi maggiorati per 18 anziché 15 macchine mentre il settore della caccia alle mine vedrà l’introduzione di droni di superficie e subacquei. Sarà accelerata ed incrementata anche l’acquisizione di nuove navi da pattugliamento per disporre complessivamente di 19 unità.
La cooperazione italo-francese
Infine, la necessità di supportare più efficacemente la flotta e di rimpiazzare navi ormai vetuste, vedrà il lancio nel 2019 del programma d’acquisizione di 4 unità da supporto logistico denominato FLOTLOG (Flotte Logistique). “Abbiamo deciso di unire le forze con uno dei nostri principali partner europei e ho l’onore di annunciare che condurremo il programma FLOTLOG in cooperazione con l’Italia”, ha detto il Ministro della Difesa francese Florence Parly.
Quest’ultima insieme alla sua omologa italiana Elisabetta Trenta hanno presieduto nella serata del primo giorno del salone all’altro importante evento che ha caratterizzato l’edizione 2018 del salone di Euronaval e che avrà sviluppi determinanti nella storia della cantieristica navale Europea.
A valle degli accordi scaturenti dal 34° vertice franco-italiano tenutosi a Lione nel settembre 2017, i rispettivi capi azienda di Naval Group e Fincantieri, Hervé Guillou e Giuseppe Bono hanno siglato alla presenza dei due Ministri un documento comune, subordinato all’approvazione dei rispettivi consigli di amministrazione, con l’obiettivo di definire i termini e le condizioni per la costituzione di una joint venture paritaria (50/50), che nei piani presentati ai due Governi, rappresenta un primo passo verso la creazione dell’alleanza industriale fra le due aziende.
Secondo quanto spiegato dai due capi azienda in una conferenza stampa tenutasi il secondo giorno del salone nell’area fra gli stand dei due gruppi, a simboleggiare l’avvio dei comuni passi futuri, grazie alla joint-venture che dovrebbe essere creata entro la prima metà del 2019, i due gruppi intendono favorire una politica di approvvigionamento più efficace creando un unico servizio comune, di conduzione congiunta di attività di ricerca e innovazione e d’incoraggiamento dello scambio osmotico tra le due società con condivisione di strutture e reti di competenza ed infine di preparazione congiunta di ‘offerte vincenti’ per programmi binazionali ed export. Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, i due capi azienda hanno sottolineato che la prima collaborazione industriale fra Naval Group e Fincantieri, rappresentata dal programma FLOTLOG e dalla partecipazione francese al programma OCCAR LSS, non poteva rientrare nel perimetro della joint-venture perché i ridotti tempi a disposizione del suddetto programma non lo consentivano.
Per quanto riguarda invece il coinvolgimento e l’acquisizione del controllo di Fincantieri dei Chantiers de l’Atlantique (ex STX France) oggi di proprietà dello Stato francese, quest’ultimo è subordinato all’approvazione delle autorità antitrust tedesca e francese.
Sempre rispondendo alle domande in ordine ai programmi congiunti alla base della nuova joint-venture, quest’ultima riguarderà il settore delle unità di superficie. Se la prima attività comune dovrebbe riguardare la proposizione di un’offerta congiunta per i primi studi per l’ammodernamento di ‘mezza vita’ dei caccia lanciamissili tipo Orizzonte francesi ed italiani con un comune sistema di gestione del commando e controllo (CMS, Command Management System), altre proposizioni comuni, hanno evidenziato i due capi azienda, dipenderanno non soltanto dalla presenza e gestione di attività commerciali o industriali da parte di uno dei due gruppi nel paese che lancia il programma d’acquisizione ma anche dall’impegno politico di Italia e Francia nel paese, senza escludere attività in competizione per specifici casi.
La mancanza dello scambio azionario fra i due gruppi, almeno in questa prima fase, e la necessità di un accordo Governo-Governo al fine di assicurare la protezione degli assetti sovrani, sono stati anche letti come il mancato raggiungimento degli scopi dell’ambizioso piano d’integrazione delle due aziende nel realizzare quello che è stato definito come l’’Airbus dei Mari’.
Sebbene le relazioni fra i due paesi successivamente all’elezione del nuovo Governo italiano si siano raffreddate, ed i rapporti istituzionali abbiano avuto un iniziale rallentamento, nel corso del salone e successivamente ad esso, i due Governi hanno dichiarato la loro volontà di procedere con l’avvicinamento delle rispettive politiche industriali in questo settore.
In occasione del discorso di apertura del salone, Il Ministro della Difesa francese ha affermato: “Credo che nei mari, la Francia e l’Italia abbiano molto da guadagnare unendo le forze, lavorando insieme. Penso che sia nel nostro interesse vincere le offerte piuttosto che perderle separatamente. Credo che sia nel nostro interesse fare la scelta dell’Europa, moltiplicare le nostre capacità e ampliare i nostri orizzonti”.
Unitamente al raffreddamento iniziale delle relazioni politiche, anche l’annuncio effettuato lo scorso 9 ottobre da Fincantieri e Leonardo di rafforzare la collaborazione nel settore navale rilanciando la joint-venture Orizzonte Sistemi Navali a ridosso del salone, sebbene fosse stato preannunciato e quindi noto alla parte francese, secondo la lettera di parte della stampa francese avrebbe influito sui rapporti industriali in particolare con il gruppo Thales, che è il principale azionista di Naval Group dopo lo Stato francese.
Se lo scambio azionario fra due soggetti industriali statali caratterizzati da una fisionomia diversa, con Naval Group che ha cantieri soltanto in Francia e partnership industriali in giro per il mondo e Fincantieri con cantieri di proprietà fuori dall’Italia nelle principali aree regionali mondiali, come l’Europa e le due Americhe, avrebbe rappresentato un messaggio e passo importante verso un’integrazione più sostenuta, la creazione della joint-venture fra i due gruppi e la decisione di partire dalle attività sopra menzionate, anche se limitato al settore delle unità di superficie, è senza dubbio un passo senza precedenti verso la creazione di un’industria navalmeccanica europea.
La volontà di mettere a fattore comune l’approvvigionamento, ricerca e sviluppo e le infrastrutture ed enti legati a quest’ultima attività (eppure escluso la parte civile e subacquea), come il Cetena di Fincantieri ed il Sirenha di Naval Group, è uno sforzo senza precedenti.
Il fatto che tale joint-venture sia in questo momento legata soltanto ai due programmi binazionali indicati, non vuol dire che i due gruppi non stiano lavorando ad altre collaborazioni. Secondo quanto risulta ad AD, entrambi i paesi ed industrie spingono per un programma di future unità da pattugliamento noto con la denominazione EPC (European Patrol Corvette) che potrebbe trovare uno sviluppo nell’ambito dei Fondi Europei, anche se in questo caso è necessario coinvolgere un terzo paese.
Le Marine dei due paesi devono rimpiazzare le proprie unita da pattugliamento che nel caso della MM sono rappresentate dagli OPV classe Comandanti ma quest’ultima sta valutando anche di potenziare le proprie capacità di lotta antisom alla luce dell’incremento di tale minaccia in tutti i teatri operativi di riferimento.
La Marina francese guarda al rimpiazzo delle fregate da sorveglianza classe Floréal. Come nel caso del Canada, inoltre esiste un mercato dell’export che può e deve essere aggredito insieme. Nel passato, come rimarcato dai due capi azienda, per creare soggetti paneuropei come MBDA (Giuseppe Bono, insieme ad Alberto Lina, era alla guida di Finmeccanica quando è stato creato il gruppo missilistico), ci sono voluti decenni, ma i tempi sono cambiati e le ridotte tempistiche a disposizioni dei due Paesi e delle rispettive industrie cantieristiche per fronteggiare la concorrenza degli altri giganti mondiali del settore, richiedono decisioni veloci.
Per non parlare del fatto che, come rimarcato dallo stesso amministratore delegato di Naval Group, il suo gruppo è aperto alla discussione con altre realtà industriali come i cantieri tedeschi, ma in questo momento, soltanto Fincantieri si è dimostrata fattivamente interessata, nonostante l’asse franco-tedesco sia particolarmente forte.
In parallelo a tale accordo, i responsabili rispettivamente della DGA francese generale Joël Barre e del Segretariato Generale/Direzione Nazionale Armamenti della Difesa italiana generale Nicolò Falsaperna, alla presenza dei Ministri della Difesa dei due Paesi hanno siglato la sera del 23 ottobre l’accordo in base al quale la Francia è entrata a pieno titolo come Stato membro nel programma LSS (Logistic Support Ship).
Grazie all’’implementing agreement’ siglato in occasione del salone, la Francia entra nel programma d’acquisizione e mantenimento in servizio delle nuove unità tipo LSS classe Vulcano gestito dall’agenzia OCCAR, e sceglie una versione customizzata del progetto italiano per soddisfare i requisiti del programma nazionale Flotte Logistique (FLOTELOG) per il rimpiazzo delle unità da supporto logistico classe Durance.
Queste ultime necessitano di essere sostituite al più presto per anzianità di progetto e di servizio con una nuova generazione di navi che, nel caso specifico prende origine dal progetto italiano da cui si differenza per dimensioni maggiorate, in particolare la larghezza che sale di quasi quattro metri mentre rimane pressoché invariata la lunghezza. Le altre importanti differenziazioni, secondo quanto risulta ad AD, riguardano la diversa articolazione degli spazi interni nella sezione poppiera della nave ed il sistema di combattimento per soddisfare le necessità di supporto al gruppo navale incentrato sulla portaerei nucleare Charles de Gaulle ed il suo gruppo aereo imbarcato.
Il sistema di combattimento verrà integrato da Naval Group e dovrebbe comprendere in aggiunta al sistema di comando e controllo o CMS (Command Management System) (verosimilmente il sistema Polaris) fornito del gruppo francese, le suite per la navigazione, comunicazioni e verosimilmente di sorveglianza elettronica di fornitura francese, fra cui principalmente Thales, e quella di protezione con pacchetto d’armamento per la difesa ravvicinata. Le nuove unità, secondo quanto dichiarato dalla DGA, verranno realizzate dai cantieri Chantiers de l’Atlantique (ex STX) di Saint Nazaire in partenariato con Naval Group per il sistema di combattimento, e con la partecipazione quale subfornitore di Fincantieri. Il gruppo italiano fornirà la seziona prodiera delle nuove unità, che verrà realizzate al pari di quanto fatto per le unità italiane, dal cantiere di Castellammare di Stabia.
Le nuove unità tipo LSS per la Marina francese è previsto che vengano costruite per quanto riguarda la sezione poppiera, assemblate ed allestite presso i cantieri Chantiers de l’Atlantique, che dispongono dei bacini di dimensioni tali per la realizzazione di navi di questa taglia e destinati secondo i piani della Difesa francese a costruire le più grandi unità navali per la Marine Nationale.
In particolare, questi ultimi sarebbero delegati alla realizzazione della futura portaerei francese di cui abbiamo sopra parlato e che vedrà il coinvolgimento dell’intera filiera nazionale dell’industria navale e della difesa in questo settore sotto l’egida di Naval Group. Secondo quanto previsto dalla LPM 2019-2025, il contratto per la costruzione delle nuove navi tipo LSS dovrebbe essere assegnato nel 2019, affinché le prime due unità entrino in servizio entro il 2025, mentre le rimanenti dovrebbero seguire entro il 2030.
Un programma di cooperazione fortemente sostenuto dalle rispettive Direzioni Nazionali degli Armamenti navali che, in aggiunta ad una riduzione dei costi grazie alla scelta di un progetto già sviluppato anche se da customizzare, vede in prospettiva anche un sostegno logistico integrato comune alle due Marine.
Una cooperazione quella fra le due Direzioni armamenti navali e Marine dei due Paesi che nasce con i programmi Orizzonte e FREMM, ma poi si perde nel tempo per motivi governativo-industriali, ma è destinata a riprendere vigore con gli accordi governativi di Lione e l’alleanza industriale fra Fincantieri e Naval Group, a cui s’aggiunge l’accordo fra le rispettive associazioni dell’industria cantieristica nazionali Assonave e Gican. Il giorno dopo l’annuncio della cooperazione fra Fincantieri e Naval Group, la Gican ed Assonave hanno firmato un documento che stabilisce la roadmap comune per la ricerca, sviluppo ed innovazione nel settore delle costruzioni e supporto.
La necessità di sviluppare aree tecnologiche comuni per i prossimi dieci anni ed oltre al fine di mantenere la leadership rispetto i cantieri asiatici, prevista dagli accordi intergovernativi siglati a Lione nel settembre 2017, ha portato le due associazioni a selezionare 5 aree d’interesse tecnologico comune dove concentrare gli investimenti.
Si tratta delle tecnologie legate alla Green e Smart Ship, alla nave completamente autonoma, allo Smart Offshore ed allo Smart Shipyard. Per ciascuna ‘visione (tecnologica) comune’ sono state stabilite tecnologie abilitanti ed obiettivi da raggiungere entro il 2030 ed il 2050. Una roadmap comune pienamente in linea con l’agenda europea, ed in particolare con i fondi FP9 ed EDF (European Defence Fund) in modo da poter intercettare opportunità comuni nel settore civile e militare a favore delle rispettive industrie nazionali. Euronaval ha rappresentato anche la vetrina per la presentazione dell’edizione 2020 dell’evento italiano di settore, rappresentato dal salone di Seafuture, tenutosi lo scorso giugno a La Spezia.
L’intento è quello di offrire una finestra sul settore ancora più corposa dell’edizione di quest’anno, che ha totalizzato la visita di delegazioni di 42 marine, 177 espositori e creato oltre 1200 momenti d’incontro fra potenziali clienti ed espositori. Non poteva mancare il forte supporto offerto dalla Federazione delle aziende italiane dell’aerospazio, difesa e sicurezza (AIAD), i cui responsabili hanno messo in evidenza l’eccellenza rappresentata dalle piccole e medie imprese del settore e si sono fatti portavoce della preoccupazione delle aziende per i tagli alla difesa.
Questi ultimi sono destinati a mettere in pericolo il futuro del comparto con evidenti ricadute negative per l’occupazione e lo sviluppo tecnologico nazionale, nonché un inevitabile perdita di peso del paese e del proprio tessuto industriale a livello europeo. In questo momento più che mai, è necessario essere propositivi e competitivi altrimenti si rischia di restare marginalizzati. Il Sistema Paese ha funzionato come nel caso del Qatar, ma bisogna rafforzare questo approccio sistemico e sostenere gli sforzi dell’industria sia sul piano nazionale che internazionale.
Nell’ambito degli accordi intergovernativi di Lione, infine, le due Nazioni hanno stabilito di voler esaminare la possibilità di cooperare nel campo della Guerra Elettronica e Subacquea. Italia e Francia hanno già una lunga collaborazione nel settore della Guerra Elettronica in particolare navale con il consorzio SIGEN fra Elettronica e Thales che ha sviluppato una suite EW (Electronic Warfare) che è andata ad equipaggiare i caccia tipo Orizzonte e le fregate multiruolo tipo FREMM.
Sebbene con i programmi PPA e FTI, i Ministeri della Difesa e le rispettive Marine abbiamo scelto di sviluppare sistemi nazionali, il mantenimento in vita del consorzio SIGEN e la coltivazione dei rapporti fra Elettronica e Thales nel settore aeronautico in aggiunta al possesso azionario, spingono verso ulteriori sviluppi in comune in questo settore.
In occasione del salone, sullo stand Thales era pubblicizzato il contributo di Elettronica nella proposizione di suite EW integrate dove il gruppo francese porta il contributo nel settore passivo mentre Elettronica partecipa con la parte attiva rappresentata da jammer di nuova generazione, che costituisce una nicchia d’eccellenza a livello europeo e mondiale e che visti i nuovi scenari operativi e le future minacce, vedono un sempre maggior interesse e richiesta da parte delle Marine a livello mondiale.
Per quanto riguarda la Guerra Subacquea, in aggiunta all’attività comune con il consorzio binazionale Eurotorp, è noto che nel recente passato Leonardo e Thales si siano riavvicinate ed abbiano sviluppato discussioni che potrebbero portare a comuni sviluppi, ma la strada sarebbe ancora in salita.
La partecipazione nazionale
Se l’attenzione degli addetti ai lavori nel corso del salone era focalizzata dall’annuncio degli accordi con Naval Group e delle due Direzioni Nazionale per gli Armamenti in ordine al programma FLOTLOG, il gruppo cantieristico italiano era presente con un’importante stand che in aggiunta all’area dedicata ai programmi per le attuali e future unità navali comprendeva anche un’importante aerea dedicata alla sistemistica ed integrazione a bordo in aggiunta alla simulazione legata alla realtà virtuale immersiva di Seastema e del CETENA, dei cui prodotti parleremo dopo.
In aggiunta alle attività legate alle costruzioni in corso per la Legge Navale ed ai futuri sviluppi per quanto riguarda la Marina Militare, Fincantieri è impegnata a livello internazionale in due gare di imminente e prossima decisione rispettivamente in Romania e Brasile mentre negli Stati Uniti continua l’attività legata al programma LCS ed alle gare FFG(X) e per una nuova classe di rompighiaccio, senza dimenticare il programma per il rinnovamento della componente navale per il Qatar. Sebbene poi nel caso della gara per le fregate in Australia la proposta Fincantieri non sia stata vincente, non è dipeso da motivi tecnici e di prezzo (nel caso della Type 26 intorno al 40% più alti rispetto alle altre soluzioni) ma politici per la stretta vicinanza con la Gran Bretagna, mentre il sistema governativo-industriale italiano ha retto il confronto. Il 2019 sarà un anno importante per il principale programma della Legge Navale rappresentato dalla classe di Pattugliatori Polivalenti d’Altura o PPA.
E’ infatti in fase d’avanzata lavorazione presso Riva Trigoso il primo PPA che è previsto venga varato il prossimo anno mentre lo scorso 3 novembre è stata celebrata la cerimonia d’impostazione della chiglia del terzo PPA presso il cantiere di Riva Trigoso. Si tratta della prima unità nella configurazione Light Plus che, secondo la schedulazione lavorativa nei tempi prestabiliti dal programma, è previsto venga varato alla fine del 2020.
Come evidenziato dal comunicato stampa di OCCAR, che gestisce il programma a nome e per conto dell’Italia, la versione Light Plus aggiunge rispetto alla versione Light in cui sono state costruite le prime due unità, la capacità di difesa area con missili destinati ad assicurare anche la difesa contro la minaccia balistica.
Secondo quanto risulta ad AD, dopo l’importante incendio che ha colpito nave Vulcano successivamente al suo varo, il programma LSS ha acquistato un ritardo connesso alla dovuta indagine della magistratura e relativo sequestro dell’area interessata, allo smantellamento e ricostruzione delle sovrastrutture delle nave situate nella zona poppiera della medesima, e riallestimento della medesima con nuovi sistemi (le unità destinate alla MM vengono varate di norma con un alto livello d’allestimento), con tempistiche che secondo quanto risulta ad AD, sposterebbero la data della consegna dell’unità nella seconda metà inoltrata del 2020. Procede anche l’attività sulla LHD, mentre all’orizzonte si profilano i programmi previsti dal documento programmatico pluriennale per il triennio 2018-2020.
In particolare, quest’ultimo evidenzia il programma per lo sviluppo, costruzione e mantenimento in servizio della terza serie di battelli tipo U212A, con un finanziamento MISE che andrebbe a coprire anche la seconda serie di nuovi sottomarini. Tutte le nuove costruzioni dovrebbero basarsi sul nuovo progetto NFS (New Future Submarine) che a differenza dei primi quattro battelli si differenzia principalmente per una lunghezza leggermente maggiorata e un sistema propulsivo (completamente nuovo per la seconda coppia) nonché un elevato contenuto di componentistica di sviluppo nazionale.
A questi s’aggiunge il programma per la progettazione e la costruzione della nuova nave per supporto alle forze speciali, operazioni subacquee, soccorso ed evacuazione di equipaggi da sommergibili sinistrati che ha ricevuto la denominazione DRO Surs (Special & Diving Operations Submarine Rescue Ship). A più lungo termine ma non ancora finanziate, il Documento della Difesa parla di ulteriori unità per il supporto logistico tipo LSS nonché nuove navi idrografiche e cacciamine.
Nel settore dell’export, come anticipato, Fincantieri è coinvolta con il programma di potenziamento della flotta della Marina del Qatar che procede secondo la tempistica prestabilita e che vede un forte coinvolgimento del Ministero della Difesa e della Marina Militare, mentre partecipa a due importanti gare in Brasile ed in Romania. Quest’ultima gara sarebbe già dovuta essere aggiudicata ma un rimpasto governativo di questi ultimi giorni, porterà a tempistiche dilazionate. In quest’ultimo caso, il gruppo italiano ha offerto di realizzare le quattro nuove corvette e di ammodernare le due fregate in servizio con la Marina rumena presso i cantieri della propria controllata Vard in Romania con trasferimento di tecnologia, e successivo supporto in linea.
Attraverso la controllata Vard, Fincantieri gestisce i cantieri di Braila e Tulcea con oltre 5.000 persone impiegate ed oltre 3.000 dell’indotto, dove ha investito oltre 150 milioni di euro. Le nuove unità, la cui costruzione e retrofit fregate dovrebbero essere effettuati presso il cantiere Vard Braila, si basano su un progetto customizzato di corvette classe Abu Dhabi con un design stealth, ponte di volo ed hangar poppieri per accogliere un elicottero da 10-tonnellate ed in particolare la piattaforma ad ala rotante di produzione locale IAR-33 ed un impianto propulsivo in configurazione CODAD con due motori diesel da 8.000 kW.
Con una lunghezza di 100 ed un dislocamento di circa 2.000t, la nuova piattaforma presenterebbe un sistema di combattimento fornito da Leonardo ed incentrato sul CMS famiglia Athena nonché sistema di gestione piattaforma Seastema. In aggiunta al radar 3D multifunzionale Kronos Naval ed una direzione del tiro NA30S Mk2, l’unità disporrebbe di suite EW fornita da Elettronica e di un complesso per la lotta antisom con sonar a scafo Thales Kingklip Mk2 e trainato CAPTAS Mk2. L’armento comprenderebbe un cannone Leonardo 76/62 Super rapido e sistema missilistico di difesa aerea MBDA VL MICA con 16 celle in aggiunta a due affusti a controllo remotizzato Hitrole con mitragliatrici da 12,7 mm e lanciatori trinati di siluri leggeri. Fincantieri sta inoltre proponendo sul mercato internazionale un design di fregata leggera (NLF, New Light Frigate) da oltre 4.000 tonnellate, con un sistema da combattimento particolarmente ricco, che sarebbe stato proposto sul mercato dell’America del Sud.
Negli Stati Uniti, successivamente al salone Lockheed Martin ha ricevuto un ulteriore contratto dal Dipartimento della Difesa americano per la progettazione di dettaglio e l’acquisizione di materiali per le quattro piattaforme Multi-Mission Surface Combatant ships (MMSC), derivate dal progetto LCS per la US Navy, che verranno realizzate dai cantieri Marinette Marine di Fincantieri Marine Group (FMG). Nel settembre di quest’anno, la US Navy ha assegnato alla Lockheed Martin il contratto per la costruzione della quindicesima LCS che verrà realizzata sempre dai cantieri Marinette Marine. Questi ultimi hanno consegnato la sesta LCS classe Freedom alla US Navy lo scorso 17 novembre ed hanno altre sette unità in differenti stadi costruttivi. FMG partecipata al programma FFG(X) con il progetto customizzato della FREMM mentre insieme ai cantieri Philly Shipyard, in Pennsylvania, sta lavorando in competizione con altri team industriali al design del nuovo rompighiaccio per la US Coast Guard, recentemente definito come Polar Security Cutter, il cui contratto fondi permettendo, dovrebbe essere assegnato nell’estate 2019. Infine, Fincantieri è attiva nel Medio Oriente ed in Nord Africa, dove sta proponendo al Kuwait un pacchetto chiavi in mano per nuove unità navali basate sul design dei pattugliatori veloci armati per il Qatar e relativo pacchetto di supporto in aggiunta al potenziale ammodernamento delle unità in servizio con la stessa Marina del Kuwait.
Leonardo
I grandi programmi di sviluppo e dimostrazione tecnologica a livello europeo rappresentavano uno dei temi principali della partecipazione all’edizione 2018 del salone di Euronaval per il gruppo Leonardo.
Quest’ultimo è stato infatti scelto quale industria europea capofila per il programma OCEAN2020 destinato a testare capacità innovative per missioni di sorveglianza ed interdizione marittima, integrando piattaforme unmanned di diverso tipo con il centro di comando e controllo delle unità navali, prevedendo lo scambio dati via satellite fra navi e basi a terra. Nell’ambito di tale programma, accanto alle proprie capacità di coordinamento e responsabilità gestionale di grandi progetti per la Difesa, Leonardo parteciperà e dimostrerà il proprio stato dell’arte nel settore dei sistemi senza pilota e della loro integrazione con piattaforme complesso come quelle navali nonché l’interazione di tali mezzi e piattaforme nel più complesso ambito della sorveglianza e sicurezza marittima.
Nel corso del salone, Leonardo ha annunciato che a brevissimo dovrebbe volare, verosimilmente entro la fine di novembre, la versione di serie del velivolo senza pilota a decollo ed atterraggio verticale AWHero, destinata ad essere integrata ed operare da bordo di un’unità FREMM e partecipare alle due campagne dimostrative, destinate rispettivamente a svolgersi nel Mar Mediterraneo nell’autunno 2019 e nel Mar Baltico nella seconda metà del 2020. Con un peso massimo al decollo di 205 kg, dimensioni rispettivamente di 4 e 3,7 metri per quanto riguarda il diametro del rotore principale e lunghezza del velivolo, un propulsore in grado di funzionare con carburante per velivoli militari (HFE, Heavy Fuel Engine) ed assicurare una velocità massima di crociera di 90 km/h, la piattaforma AWHero sarà in grado di assicurare un’autonomia di missione pari a 6 ore con un carico pagante comprensivo di carburante pari a 85 kg, di cui 35 Kg rappresentati dai sensori e sistemi di missione.
Nella configurazione prescelta, l’AWHero imbarcherà il radar multifunzionale di ricerca di superficie Gabbiano Ultra-Light anch’esso fornito da Leonardo, una torretta elettro-ottica con telecamera a colori diurna ed infrarossi da 8 pollici ed un sistema AIS per l’identificazione automatica di unità navali. Leonardo ha annunciato che il radar Gabbiano TS Ultra Light ha completato con successo le attività di valutazione e qualificazione e viene pertanto proposto sul mercato mondiale.
Caratterizzato da pesi (24 kg in totale), ingombri e consumi particolarmente ridotti, il radar ad apertura sintetica (SAR, Synthetic Aperture Radar) Gabbiano presenta modalità di funzionamento ad alta risoluzione nel campo submetrico (Spot SAR e Strip SAR), nonché scoperta di bersagli in movimento (GMTI) che lo rendono particolarmente idoneo per attività di ricerca e salvataggio nonché sorveglianza a largo raggio in ambito marittimo.
Nel corso del salone, Leonardo ha anche annunciato che il velivolo Falco EVO ha completato con successo una campagna di voli in Bulgaria destinati alla valutazione di un nuovo pacchetto di sistemi che comprende un nuovo motore HFE, data link satellitare oltre l’orizzonte radar ed una suite di sensori comprendente il radar Gabbiano TS Ultra Light unitamente ad un sistema EO/IR ad alta definizione, AIS e suite per il relay delle comunicazioni. Capace di missioni di oltre 20 ore con un carico pagante di 100 kg, il Falco EVO verrà presto impiegato in missioni di sorveglianza marittima nel Mediterraneo nell’ambito di un non-meglio specificato programma europeo.
Nell’altro importante settore dei sistemi per la Difesa ed in particolare per la lotta di superficie e subacquea, in cui Leonardo primeggia a livello mondiale, il gruppo di Corso Montegrappa ha annunciato di essere stato selezionato dai cantieri Lurseen Australia, capocommessa per il programma di acquisizione degli OPV per la Royal Australian Navy (Sea Project 1180), per la fornitura dell’armamento cannoniero ed in particolare della torreta navale Oto Marlin da 40 mm. Grazie a questa scelta ed al contratto in fase di definizione, il nuovo sistema d’arma di Leonardo ha un prestigioso cliente di lancio, che testimonia ancora una volta l’elevato livello tecnologico e capacitivo dei prodotti del gruppo italiano. In particolare, la nuova torretta si caratterizzate per dimensioni compatte che ne permettono un’installazione non invasiva, che non richiede spazi sotto il ponte di coperta e per pesi sensibilmente contenuti, pari a 2.100 kg comprensivi del munizionamento (contro oltre 3.500 kg di un impianto da 40 mm dell’attuale generazione).
A questi s’aggiungono un rateo di fuoco pari a 300 colpi al minuto ed un elevato numero di munizioni pronti al fuoco (72 colpi) con doppio sistema di caricamento munizioni che, unitamente a servomeccanismi completamente digitali ed alla possibilità d’impiego di munizionamento programmabile, offrono elevate prestazioni e flessibilità d’impiego. L’Oto Marlin 40 viene offerto in molteplici configurazioni d’impiego, da quello completamente asservito al CMS al sistema di controllo autonomo attraverso un’ottica indipendente e computer balistico.
Non poteva mancare il sistema Super Rapido da 76/62 mm nelle più recenti versioni con e senza munizionamento guidato Davide/DART (configurazione Strales per l’export) che continua a mietere ordinativi, in particolare nella versione standard per la Marina francese che l’ha adottato per le nuove fregate di taglia intermedia (FTI), in pratica diventando il sistema standard per le nuove costruzioni, e per la Marina tedesca che l’ha acquistata per le ulteriori corvette K130.
Quest’ultimo contratto apre le porte al sistema Super Rapido nell’inventario della Forza Armata, già utilizzatrice della precedente versione Compatto e del sistema da 127/64 mm LightWeight, destinato all’impiego di munizionamento sia standard e che guidato Vulcano. Leonardo intende completare la gamma di munizioni a disposizione dei calibri prodotti, con un’attività legata allo sviluppo e certificazione della munizione guidata Vulcano per il 76/62 mm, che consentirà anche ad una pletora di unità di medio-piccole dimensioni di disporre di capacità d’ingaggio a lunga gittata e di precisione. Il sistema Super Rapido sarebbe stato prescelto anche per le nuove corvette che il gruppo cantieristico spagnolo dovrebbe realizzare per l’Arabia Saudita attraverso una collaborazione industriale locale nell’ambito della ‘Vision 2030’ nazionale.
Sebbene non fosse particolarmente pubblicizzata, anche la versione Sovraponte del Super Rapido in fase di sviluppo finale e qualificazione per la Marina Militare italiana era al centro dell’interesse degli addetti ai lavori, grazie alla sua capacità d’assicurare la protezione contro un’ampia gamma di minacce, dai missili antinave di nuova generazione alle minacce ibride e convenzionali con munizionamento guidato e standard. In particolare, quest’ultima versione potrebbe trovare un importante mercato in Olanda e grazie all’accordo governativo con il Belgio per l’acquisizione congiunta delle nuove fregate, programma a leadership olandese, anche nel paese fiammingo.
E’ noto che ci sono contatti con Thales Nederland che potrebbe offrire la direzione del tiro Pharos o altri sistemi, per soddisfare il requisito per un sistema di difesa ravvicinato destinato a rimpiazzare il complesso Goalkeeper sulle unità della Marina olandese. Il medesimo programma congiunto belga-olandese per le nuove fregate rappresenta un altro potenziale mercato per il cannone da 127/64 mm LW unitamente al munizionamento guidato Vulcano. Nelle settimane successive al salone di Euronaval, Damen ha rivelato maggiori dettagli sul proprio design di nuova fregata denominata Omega, che sarebbe destinata a soddisfare sia il mercato nazionale (e quindi il nuovo programma belga-olandese per le fregate) che quello internazionale.
Le immagini al computer e i modelli del nuovo design erano caratterizzati dalla presenza sia del 76/62 Sovraponte che del 127/64 LW, a significare il forte interesse di questi sistemi da parte del gruppo Damen e della Marina olandese per il nuovo programma.
Nel settore della lotta subacquea, Leonardo presentava l’ampliata gamma di sistemi d’arma e d’inganno, che in occasione dell’edizione 2018 del salone di Euronaval, ha visto la presentazione del mini-siluro Black Scorpion e dell’inganno MJTE (Mobile Jammer Target Emulator).
Il primo sistema nasce dallo sviluppo della minaccia subacquea portata sia da sottomarini convenzionali o a propulsione AIP che da mezzi insidiosi come i midget in ambito costiero o di acque basse caratterizzato da forte clutter e disturbi, e dalla conseguente necessità di sistemi in grado di costringere la minaccia a commettere indiscrezioni che permettono di accelerarne il processo di classifica, evitando così l’impiego di costosi siluri leggeri e pesanti.
Il Black Scorpion è un siluro in miniatura del diametro e lunghezza rispettivamente pari a 12,7 e 90 centimetri, la cui piattaforma deriva dall’attuale sistema d’inganno contro siluri di Leonardo. Il Black Scorpion incorpora un sistema di guida acustico ed una piccola testata in guerra omnidirezionale che viene fatta detonare a contatto o nelle vicinanze del potenziale mezzo nemico per spingere lo stesso a rispondere, rilevando la propria posizione a favore dell’ingaggio con armi subacquee vere e proprie.
Sebbene fosse stato presentato per la prima volta durante Euronaval 2014, secondo quanto dichiarato in occasione della recente edizione, il Black Scorpion è attualmente in fase di sviluppo, test e certificazione, che dovrebbe completarsi entro il 2021. Sullo stand del gruppo italiano era anche visibile per la prima volta il simulacro della nuova contromisura MJTE (Mobile Jammer Target Emulator) in fase di sviluppo per la MM nell’ambito della Legge Navale. Essa rappresenta lo stato dell’arte delle contromisure antisiluro da nave, grazie alla propulsione autonoma ed alla capacità di emulare il comportamento dinamico ed acustico di un’unità navale nonché il funzionamento di un jammer, in modo da ridurre il numero di contromisure lanciate dall’unità che viene protetta dalla suite dedicata di Leonardo, che incorpora che la cortina trainata Black Snake.
A questi s’aggiungevano il siluro leggero di nuova generazione Black Arrow, che sfrutta le tecnologie sviluppate in termini di batterie, propulsione, testa in guerra e guida acustica sia per il Black Shark che per la sua più recente versione Advanced (BSA, Black Shark Advanced) derivata dal programma NSP (Nuovo Siluro Pesante) per la Marina Militare. Il primo esemplare nella configurazione di serie con pila e testa in guerra per l’impiego operativo del modello NSP è diventato disponibile, a seguito delle attività di preparazione e qualificazione da parte del Centro Interforze Munizionamento.
Avanzato (CIMA) della MM in collaborazione con Leonardo, per l’imbarco a bordo dei battelli U212A della seconda serie nella prima metà dell’anno, in aggiunta a quella per l’addestramento operativo con batteria ricaricabile.
Prima arma subacquea pesante occidentale ad aver introdotto tale novità nel panorama navale mondiale, la soluzione BSA è stata prescelta anche dalle Marine Cilena e dal Portogallo quale aggiornamento del modello Black Shark già in servizio, con i kit di ammodernamento attualmente in produzione in parallelo ai nuovi siluri per la MM.
Sempre nel settore della lotta subacquea, sullo stand del gruppo italiano era presente il sistema sonar trainato ATAS nella configurazione più recente mentre insieme ad L-3 ed Ultra Electronics, Leonardo presentava Ulisses (Ultra-Light SonicS Enhanced System), il sistema acustico modulare ad architettura aperta con capacità multi-statiche, integrabile con sonar filabile e boe acustiche di cui abbiamo già parlato in occasione del reportage sul salone di Farnborough 2018, che rappresenta la nuova generazione di suite dedicata alla lotta antisom per l’impiego da piattaforma ad ala fissa ed ala rotante, che per le ridotte dimensioni e pesi, è particolarmente adatta per sistemi senza pilota, velivoli ed elicotteri leggeri.
Un’altra area particolarmente interessante era costituita dagli equipaggiamenti e sensori di nuova generazione per la Legge Navale con la nuova versione SADOC Mk4 del sistema di comando e con controllo Athena Mk2 caratterizzato dalle nuove console in materiali compositi e sistema di elaborazione e rappresentazione delle informazioni fisicamente separato e protetto contro attacchi cyber.
A questi s’aggiungevano le immagini dei principali sensori radar e sistemi elettro-ottici destinati ad equipaggiare le nuove unità navali in fase di realizzazione nell’ambito della Legge Navale, oltre alla nuova direzione del tiro bi-banda radar ed elettro-ottica NA-30S Mk2 ed il sistema elettro-ottico di sorveglianza panoramica e designazione bersagli denominato DSS IRST, il cui sviluppo e produzione procede secondo i piani.
Nell’ambito delle offerte e contratti per sistemi similari, Leonardo ha recentemente riconsegnato alla Marina del Bahrain la seconda di sei unita navali destinate a ricevere un ammodernamento del sistema di combattimento mentre è impegnato insieme a Fincantieri nella fornitura al Qatar e nelle gare in Brasile, Romania e Kuwait, per menzionare le più conosciute.
Dopo il travagliato dossier Vitrociset, il recente accordo fra Fincantieri e Leonardo, annunciato lo scorso 9 ottobre, sul rilancio di Orizzonte Sistemi Navali (OSN) quale entità responsabile del sistema di combattimento, definendo requisiti e architettura dei singoli componenti, ivi compreso il Combat Management System (CMS), nell’ambito di una più ampia visione commerciale, dove Fincantieri svolgerà il ruolo di Prime Contractor, mentre Leonardo si consoliderà come preferred partner per il Combat Management System e sistemi ed apparati del sistema nave, rappresenta un ulteriore passo avanti verso una capacità di presentazione integrata a livello di sistema paese sul mercato internazionale.
Leonardo presentava anche l’applicazione in ambito navale dell’innovativa piattaforma addestrativo-operativa denominata Morpheus VR. Quest’ultima integra le più recenti tecnologie di Virtual e Mixed Reality e di comunicazione, consentendo di effettuare in maniera efficace, sicura e a costi ridotti le attività di training manutentivo e operativo, e di supporto tecnico locale e remoto per la manutenzione di sistemi complessi e assemblaggio di parti nelle linee di produzione. Morpheus VR è un ambiente avanzato di formazione e addestramento, singolo e collaborativo, in grado di massimizzare i benefici connessi con la virtualizzazione di complessi sistemi tecnologici, favorendone l’esplorazione e migliorando la comprensione delle problematiche operative.
Non poteva infine mancare il coinvolgimento di Leonardo DRS nel settore navale che rappresenta il secondo più importante mercato e fonte di contratti negli Stati Uniti. Il settore navale, di Leonardo DRS, di cui parleremo più approfonditamente in futuro, è coinvolto a vario titolo nei più importanti programma d’acquisizione di unità navali e di fornitura di sistemistica per la US Navy e la US Coast Guard.
In particolare, nel corso di Euronaval 2018, Leonardo DRS esponeva il motore a magneti permanenti di ridotte dimensioni e pesi PA44-625 AC che sarà alla base del sistema propulsivo elettrico ibrido prescelto dalla US Coast Guard per i nuovi Offshore Patrol Cutter (OPC). Si tratta di un sistema propulsivo che permette di ridurre i costi d’impiego e manutentivi della propulsione principale a motori diesel (ed eventualmente con turbine a gas) delle unità navali durante le attività di pattugliamento a basse velocità, assicurando inoltre un’elevata silenziosità di funzionamento a vantaggio delle missioni per la lotta antisom.
Tali caratteristiche hanno spinto la Marina della Corea del Sud ad installare un sistema propulsivo elettrico ibrido basato su un motore a magneti permanenti più potente sempre realizzato e fornito da Leonardo DRS per le nuove fregate ASW classe Daegu (programma FFX-II), mentre altri potenziali contratti si profilerebbero sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Tale sistema viene per esempio offerto da Leonardo DRS per il programma FFG(X) inerente le nuove fregate ASW per la US Navy, ma altri potenziali impieghi vi sarebbe per la US Coast Guard.
MBDA incassa nuovi programmi e successi
Con l’approvazione lo scorso luglio da parte del Governo francese del lancio dello sviluppo del sistema missilistico aria-aria MICA NG (Nouvelle Generation) in sostituzione dell’attuale sistema a medio raggio MICA con sistemi di guida rispettivamente all’immagine termica o radar attiva, il gruppo paneuropeo MBDA ha confermato l’esistenza di piani per lo sviluppo di una versione a lancio verticale del MICA NG. Con l’aggiudicazione del contratto all’inizio del mese di novembre, MBDA svilupperà, qualificherà e produrrà il MICA NG, fornendo un primo lotto di oltre 500 missili, le cui consegne sono previste a partire dal 2026.
In aggiunta, MBDA fornirà un pacchetto d’interventi pirotecnici per l’estensione della vita operativa di 300 munizioni MICA in servizio. La nuova generazione è previsto che rimpiazzi l’attuale predecessore, che è destinato ad essere ritirato dal servizio fra il 2018 ed il 2030, a bordo dei velivoli Dassault Rafale dell’Aeronautica e delle Marina francese, a partire dalla versione Rafale F3-R e successivamente delle altre versioni del velivolo e dei Mirage 2000-5 e 2000D.
Le consegne del primo lotto sono previste fra il 2026 ed il 2031. In aggiunta al rimpiazzo delle munizioni MICA in servizio con le Forze Armate Francesi e straniere, di cui ne sono state prodotti circa 5000 esemplari per 22 utilizzatori mondiali, il sistema viene offerto a nuovi operatori, grazie alle potenziate capacità operative.
In particolare, mentre viene mantenuta la medesima aerodinamica, massa e centro di gravità, cosi come la possibilità di essere lanciato con due diverse modalità (da rotaia e per eiezione), in modo da non rendere necessario apportare modifiche alle attuali piattaforme e lanciatori, la munizione MICA NG è completamente diversa per quanto riguarda l’elettronica ed il sistema propulsivo. In particolare, verrà introdotto un nuovo sensore di guida IR realizzato da Safran in collaborazione con MBDA, di cui la prima società fornirà anche il sistema inerziale, così come un nuovo sistema di guida radar attiva con antenna a scansione elettronica attiva (AESA) sviluppata da Thales, unitamente ad un nuovo datalink a doppia-via ed una nuova spoletta di prossimità a radio frequenza, entrambe fornite da MBDA unitamente ad un sistema di monitoraggio a fini di manutenzione preventiva.
Il MICA NG verrà anche equipaggiato con un nuovo motore a razzo a doppio impulso della Roxel che incrementerà significativamente la gittata e le caratteristiche di manovrabilità nella fase terminale dell’ingaggio, il tutto mantenendo le capacità di aggancio bersaglio prima e dopo del lancio. MBDA ha già fatto attività di sperimentazione e test delle nuove tecnologie che verranno adottate ed il primo lancio è previsto per il 2022.
Nel campo dei missili antinave, come ribadito in occasione del salone e previsto dalla pianificazione del programma di sviluppo, qualificazione ed industrializzazione della versione ER (Extended Range) del sistema d’arma Marte, MBDA ha annunciato nella prima decade di novembre, di aver completato con successo il primo lancio del missile antinave Marte ER, superando un importante traguardo nel programma di sviluppo della munizione.
Il lancio verificatosi su di un poligono non meglio specificato ma identificato da AD nel PISQ, ha registrato un volo di oltre 100 km, nel corso del quale la munizione ha seguito una traiettoria pianificata che includeva diverse virate e volo sea-skimming, testando così tutte le fasi del volo del nuovo missile. Secondo quanto dichiarato da MBDA, il programma ER sta procedendo a pieno ritmo e dopo aver completato in 18 mesi la System Definition Phase, sono iniziate le attività per l’integrazione completa sul caccia Eurofighter Typhoon.
In aggiunta alla versione lanciata da batteria costiera per le Qatar Emiri Naval Forces (QENF) le cui consegne dovrebbe iniziare nel 2021, ed alla versione lanciata da elicottero, il cui contratto di sviluppo, qualificazione e produzione è stato firmato a DIMDEX 2018 lo scorso aprile, ed il cui programma d’acquisizione della piattaforma lanciatrice rappresentata dagli elicotteri NHIndustries NH90, che vede Leonardo quale capocommessa, è divenuto operativo lo scorso mese di agosto.
Importanti contratti di lancio del prodotto, a cui dovrebbe aggiungersi quello del Kuwait che ha ufficialmente selezionato il sistema d’arma per l’acquisizione e l’integrazione a bordo dell’Eurofighter Typhoon, il cui contratto per il pacchetto d’armamento dovrebbe essere siglato a breve, considerando che le consegne del nuovo velivolo dovrebbe realizzarsi a partire dal 2020.
Un altro potenziale cliente è l’Aeronautica Militare italiana che non si è fatta soltanto garante per l’attività di sviluppo ed integrazione a favore di quella del Kuwait, ma ha espresso l’interesse ed il requisito per dotarsi di una capacità antinave grazie al missile Marte ER. Il documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2018-2020 della Difesa italiana prevede il programma per la fase di produzione di un numero non specificato di munizioni con testa in guerra ed il loro supporto decennale per un importo complessivo stimato ed indicato in 72 milioni di euro, ma è inserito fra quelli che devono essere finanziati nei prossimi anni.
In occasione del salone, AD ha ottenuto conferma da fonti locali che la Marina francese riceverà una versione migliorata del missile antinave MM40 Block 3 Exocet nel 2019. Secondo quanto risulta ad AD, la nuova versione del missile denominata Block 3C, sarà equipaggiata con una suite di guida e navigazione digitalizzata che comprende un nuovo seeker attivo coerente di Thales che incrementa le capacità d’ingaggio e resistenza alle contromisure, a cui s’aggiungerebbero un nuovo radar altimetro digitale, nuovo ricevitore GPS ed un nuovo bus Ethernet.
Tali modifiche rendono la versione Block 3 completamente digitale ed eliminano le obsolescenze oltre ad aggiornare le capacità del sistema di guida ai più recenti scenari d’impiego. Finanziata con contratto assegnato dalla DGA francese nel 2011, grazie ai fondi della LPM 2019-2025, al primo lotto di 15 munizioni che secondo il budget 2019 della Difesa francese saranno consegnate a partire da settembre dello stesso anno, s’aggiungono ulteriori 20 munizioni negli anni successivi, ripristinando il numero di missili che erano stati ridotti a 15 nel periodo 2014-2019.
Sempre nel settore navale, MBDA ha invece presentato per la prima volta la versione navale del missile superficie-superficie di quinta generazione MMP. La decisione di procedere in tal senso prende origine dalla campagna di valutazione operativa portata a termine alla fine della scorsa estate dalle forze armate francesi dispiegate a Gibuti che hanno sottoposto il sistema ad attività di tiro contro bersagli terrestri e navali a partire ad un mezzo veloce a chiglia rigida in movimento ad alta velocità. Nell’ambito di una campagna con 9 lanci tutti coronati da successo, due sono stati effettuati dalle forze anfibie e speciali della Marina francese da un RHIB ECUME, ed in particolare uno contro un bersaglio a terra e l’altro in mare.
Il sistema missilistico imbarcato basato sull’MMP viene proposto in una postazione per mezzi tipo RHIB, come nel caso dell’imbarcazione Zodiac Hurricane così equipaggiata in mostra al salone, mentre per quanto riguarda l’installazione a bordo di unità da pattugliamento veloce, quest’ultima comprende una torretta stabilizzata con quattro lanciatori per missili pronti al lancio, che può essere comandata da una console dedicata o dal sistema di comando e controllo dell’unità.
Elettronica
Forte della lunga esperienza nel settore della Guerra Elettronica navale, che fanno del gruppo Elettronica uno dei più importanti player a livello mondiale del settore, con utilizzatori dei propri sistemi come la MM e la Marine Nationale francese a cui s’aggiungono Marine mediorientali e del Sud-Est asiatico, fra cui quelle del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti, la società si presentava al salone parigino con la nuova generazione di suite EW integrata che sfrutta la più avanzata tecnologia e gli sviluppi propri del gruppo nel settore dei sistemi di sorveglianza e protezione in radio-frequenza (RESM/RECM), delle comunicazioni (CESM/CECM) e difesa contro sistemi a guida Infrarossi (IR). In aggiunta a quest’ultima e quale futura parte integrante della medesima, il gruppo Elettronica ha presentato gli ultimi sviluppi proprietari rappresentati dall’applicazione al settore navale del sistema DIRCM (Directional Infra-Red Countermeasures) di ultima generazione che sfrutta la tecnologia Laser Quantum Cascade.
Sviluppato inizialmente per applicazioni aeronautiche con la denominazione di Euro DIRQM e presentato per la prima volta quest’anno rappresenta il primo sviluppo completamente europeo in grado di neutralizzare la minaccia rappresentata dai missili spalleggiabili a guida infrarossa (fino alla terza generazione) nei confronti di piattaforme ad ala fissa e rotante.
Il contrasto di queste ultime minacce utilizzate anche contro unità navali, al pari di quello dei missili antinave o superficie-superficie per applicazioni terrestri, che sfruttano la guida infrarosso è diventato un requisito imprescindibile per le Marine più avanzate. Grazie agli sviluppi proprietari nel settore dei sistemi DIRCM con l’attuale generazione di apparati ELT/572, che rappresentano lo stato dell’arte e risultano in fase d’installazione a bordo delle piattaforme ad ala rotante di ultima generazione dell’Aeronautica Militare italiana e di altri utilizzatori a livello mondiale, il gruppo Elettronica ha iniziato nel 2015 un’attività di sperimentazione e validazione di tali sistemi in ambito navale in stretta collaborazione con la Marina Militare. Elettronica è l’unica società al di fuori degli Stati Uniti ed in ambito europeo ad aver sviluppato ed applicato a sistemi DIRCM la tecnologia QCL, che grazie al sistema laser multibanda risulta particolarmente adatto alle condizioni meteo-ambientali riscontrabili nell’impiego sul mare.
Secondo quanto affermato da Elettronica, quest’ultima ha tracciato una roadmap di sviluppo capacitivo che vedrà la realizzazione di versioni prototipiche a partire dai primi mesi del prossimo anno al fine di realizzare una suite con sensori autonomi o integrabile con sistemi di borda quale ad esempio l’IRST (Infra-Red Search Tracking) in grado di assicurare la precisione di tracciamento richiesta dai sistemi DIRCM, da impiegare in modo autonomo o nell’ambito della suite EW navale di nuova generazione proposta dal gruppo.
Sviluppata sulla base degli sfidanti requisiti elaborati dalla Marina Militare per le nuove unità in fase di costruzione nell’ambito della Legge Navale, la nuova suite è stata acquistata in un derivato customizzato per le necessità della QENF (Qatar Emiri Naval Forces) e l’installazione in diverse configurazioni su tutte le unità in fase di acquisizione e costruzione da parte del team industriale capitanato da Fincantieri.
Capace di supportare il più ampio spettro di operazioni navali, da quelle militari a quelle di sorveglianza e protezione dei confini nazionali, la nuova suite con architettura aperta e modulare, caratterizzata da pesi ed ingombri contenuti, sfrutta gli sviluppi del sistema di comando e controllo EW proprietario ELT/950 per la gestione della più ampia gamma di sensori e sistemi di protezione ed inganno nello spettro radar, comunicazioni ed elettro-ottico, con la possibilità d’integrazione di velivoli senza pilota equipaggiati con sistemi dedicati al fine di estendere la sorveglianza e protezione delle unità navali, al pari dei più avanzati programmi EW della US Navy.
Incentrata sul sistema integrato ‘all-in-one’ RESM/RECM Virgilius nella sua più recente suite di seconda generazione Zeus che copre l’intera banda radar e permette il disturbo grazie a sistemi RECM che sfruttando le più avanza tecnologie d’antenna ‘phased array’ allo stato solido con moduli trasmittenti-riceventi (TRM) con tecnologia GaN e DRFM, si caratterizzano per dimensioni e pesi ridotti e capacità d’inganno e protezione ancora più avanzate rispetto all’attuale generazione di sistemi imbarcati sulle unità della MM e della Marina Nationale.
Il gruppo Elettronica sta inoltre lavorando per fornire quella che viene definita come capacità di attacco elettronico (EA, Electronic Attack) per impedire all’avversario l’utilizzo dei propri sistemi elettronici come i radar di sorveglianza e designazione bersagli a favore dei missili antinave, oltreché a decoy RF a perdere in aggiunta all’estensione dell’impiego dell’intelligenza artificiale nei propri sistemi.
Alla suite RESM/RECM s’aggiunge quella CESM ELT/332 per la sorveglianza e l’intelligence nell’ambito delle comunicazioni così come l’implementazione della protezione contro attacchi cyber grazie ad un apposito modulo denominato Real Time Analytics fornito dalla joint-venture CY4Gate fra Expert System ed il gruppo Elettronica.
Quest’ultima sta inoltre conducendo attività di sperimentazione e validazione dei sistemi RESM ELT/1000 e CESM ELT/1001 dedicati all’impiego da piattaforme senza pilota per estendere le capacità di sorveglianza e copertura delle unità protette.
Seastema e Cetena
I più recenti sviluppi proprietari del gruppo Fincantieri nel settore dell’automazione e simulazione navale erano al centro dell’area espositiva della società Seastema e del Cetena. Forte di un background che si è sviluppato a partire dagli anni 2000, con le principali unità navali della MM, dalla portaerei Cavour alle FREMM, passando per realizzazioni export, come i pattugliatori iracheni e maltese, la società specializzata nel settore dell’automazione, navigazione ed altri settori dell’elettronica imbarcata ed integrazione di sistemi Seastema, presentava al salone le ultime evoluzioni della nuova piattaforma Seas Navy o sistema integrato di gestione della piattaforma navale (SMS, Ship Management System), evoluzione dell’IMPS (Integrated Platform Management System), caratterizzato dalla tecnologia proprietaria MPEV (Marine Portal Evolution).
Il Seas Navy rappresenta lo standard di nuova generazione non soltanto per il mercato domestico, con l’installazione a partire dalle unità MM della Legge Navale, ma anche per l’export, come nel caso delle unità destinate alla Marina del Qatar, Algerina, del Bangladesh e della Corea del Sud. Caratterizzata dall’impiego del software operativo MS Window 10 (compatibile anche con Windows 7), la nuova piattaforma offre funzionalità multi-touch simili a quelle utilizzate sugli smartphone, avanzata grafica con pieno utilizzo della più recente e performante libreria grafica WPF (windows presentation foundation), zoom delle pagine video con mantenimento delle proprietà dinamiche degli oggetti, aumentate performance in termini di risposta comando-risposta su monitor, software più leggero, potenziamento delle funzionalità di auto-diagnostica, modulo software per la semplice integrazione di pacchetti terzi, nonché l’implementazione di un primo livello cyber security.
Seastema ha sviluppato un know-how in questo settore che l’ha portato ad essere prescelta dalla MM per valutare la sicurezza delle proprie reti contro attacchi informatici e sta lavorando ad applicazioni per proteggere la rete di bordo nell’ambito della guerra cibernetica.
Ciò grazie ad un’architettura di sistema cosiddetta aperta che permette l’implementazione di applicazioni in collaborazione con gli integratori di sistema, rapidità d’aggiornamento e possibilità di sviluppi futuri. Tali caratteristiche hanno permesso a Seastema di fornire la piattaforma SeasNavy Engineering Control System (ECS) alla Marina della Corea del Sud per la gestione della propulsione in configurazione CODLOG che integra turbine a gas con propulsione elettrica delle nuove fregate antisom classe Daegu (tipo FFX-II) insieme alla società coreana capocommessa Hanwha Systems e più recentemente per l’unità scuola della stessa Marina. Grazie a questi ed altri sviluppi, Seastema ha ampliato la propria gamma di prodotti con il nuovo sistema SeasTactis destinato ad unità militari meno complesse come gli OPV, offrendo una suite integrata in grado di gestire tutti i sistemi di bordo, dalla conduzione e gestione piattaforma alla navigazione, comunicazioni e combattimento.
Allo stesso tempo il Cetena (Centro per gli studi di Tecnica Navale), il rinomato centro di ricerche e consulenza a livello internazionale nel settore marittimo, fulcro dell’innovazione del gruppo Fincantieri, presentava la nuova famiglia di sistemi per la simulazione navale denominata MANTA (Multipurpose Advanced Networked Training Architecture) sviluppata in collaborazione con la società genovese IBR Sistemi, recentemente assorbita da Fincantieri.
Nata intorno a requisiti operativi congiunti militari e civili, la nuova piattaforma è caratterizzata da un’architettura aperta e flessibile ed una suite di moduli che la rendono in grado di adattarsi ai molteplici scenari attuali e futuribili. Il sistema è realizzato per soddisfare le necessità addestrative emergenti, in termini di compiti multipli degli operatori, coordinazione e cooperazione di squadra in scenari complessi ed analisi del comportamento umano in situazioni realistiche di stress ‘controllato’.
Manta è un sistema di simulazione navale di nuova generazione, che sfrutta i più recenti sviluppi nella realtà virtuale, attraverso il quale è possibile replicare non soltanto la conduzione della piattaforma ma anche vere e proprie centrali di combattimento, sistemi di bordo e mezzi imbarcati in scenari operativi che vanno dal SAR all’addestramento procedurale e tattico, in uno scenario immersivo, coerente e pervasivo che supporta non soltanto le operazioni congiunte su larga scala ma anche l’addestramento al combattimento per le singole unità.
La famiglia Manta ha trovato la prima principale applicazione con la Marina del Qatar, alla quale Fincantieri fornirà un completo centro addestrativo nel paese mediorientale per le nuove unità in costruzione da parte del gruppo italiano, che per la sofisticazione, l’interazione con l’industria locale e le attività perseguite rappresenterà il più importante centro di simulazione ed addestramento navale nella regione Mediorientale.
A questo s’aggiunge un sistema di simulazione ed addestramento degli equipaggi del Qatar da installarsi in Italia, che nei piani degli accordi fra i due Governi e Marine, ed in particolare in compensazione delle attività addestrative a favore della stessa Marina del Qatar, secondo quanto risulta ad AD passerà alla MM che con opportune modifiche lo utilizzerà per l’addestramento e qualificazione degli equipaggi delle nuove navi.
GEM Elettronica
La cinquantesima edizione del salone parigino è stata per GEM elettronica un momento d’incontri con delegazioni ed addetti ai lavori. Tra gli apparati esposti dall’azienda, in primo piano vi era il radar 3D MFRAD allo stato solido con antenna planare di nuovo sviluppo nell’ambito di un programma di ricerca, sviluppo e dimostrazione, co-finanziato dal Ministero della Difesa italiano (SEGREDIFE). Caratterizzato da un peso inferiore ai 450 e ridotte dimensioni con capacità di tracking tridimensionale simultaneo di oltre 300 fra bersagli terrestri ed aerei, il nuovo radar ha iniziato le attività di collaudo in ditta propedeutiche all’installazione e validazione delle capacità in ambiente operativo a bordo di un’unità della MM nel 2019.
In aggiunta al radar di navigazione e ricerca di superficie bi-banda (bande X e Ka) Gemini-DB, prescelto quale sistema standard della MM ed installato inizialmente a bordo degli OPV classe Comandanti e dei pattugliatori delle classi Costellazioni in aggiunta alle unità anfibie classe San Marco e San Giorgio, installazione in fase di completamento, e successivamente per le unità della Legge Navale, unitamente ad un software per la sorveglianza antinquinamento che è stato positivamente testato anche da operatori internazionali, GEM elettronica offre il radar di sorveglianza e appontaggio elicotteri HASR-100, con installazione sull’unità LSS Vulcano.
A questi si è recentemente aggiunto il radar SeaEagle-200N allo stato solido in banda X caratterizzato da ridotti pesi e dimensioni rispetto al sistema maggiore e più potente SeaEagle, unitamente ad una certificazione IMO civile. Il SeaEagle-200N è stato acquistato dalla Guardia di Finanza oltre che dalla South Korean Coast Guard e dalla Royal Omani Navy. Nel settore dei sistemi di comando e controllo e navigazione, GEM elettronica propone il Tavolo Tattico per unità di superficie/subacquee venduto ad una Marina dell’America del Sud e la girobussola a fibre ottiche SURF-100 che è stata acquistata dalla MM per le unità Legge Navale tipo LSS, LHD e UNPAV, oltre ad essere stata venduta in Perù per l’ammodernamento di fregate, a dimostrazione del forte interesse sul mercato internazionale.
Sitep Italia
La società di La Spezia specializzata nei sistemi per la sicurezza, navigazione e comunicazioni ha presentato per la prima volta in Europa, il sistema di protezione multiruolo non letale Light Weight MASS CS-424. Si tratta del fratello minore, come si evince dal nome, del sistema MASS CS-424, che si caratterizza in un sistema di sorveglianza, avvertimento e contrasto di minacce asimmetriche mediante armi non letali già adottato dalla Marina Militare Italiana e dalla Guardia costiera finlandese. Il MASS CS-424 è un sistema stabilizzato su due assi che s’interfaccia con una console dedicata ed con il sistema di comando e controllo della nave.
E’ incentrato su di un affusto con una suite di apparati che comprende un gruppo elettro-ottico diurno/notturna, un faro di ricerca da 12 milioni di candele, un telemetro laser, un Dazzler laser da 5 W a luce verde e un segnalatore/avvisatore acustico a lunga distanza, il cui cuore è fornito dalla società americana Ultra Electronics. Quest’ultimo è in grado di inviare messaggi preregistrati ed intellegibili fino a 5.700 metri (in condizioni ideali) su fascio ristretto cosi come suoni di dissuasione ad alta potenza che, in aggiunta al laser di cui sopra, costituiscono un deterrente non letale per le possibili minacce. Audio e video sono registrati e possono essere utilizzati come prova delle azioni intraprese nei confronti della possibile minaccia.
Il MASS CS-424, dopo esser stato sottoposto ad estesa e positiva valutazione da parte della MM, equipaggerà tutte le nuove navi della Legge Navale in aggiunta ai caccia classe Doria ed alle FREMM, trovando nella Guardia di frontiera finlandese il primo cliente straniero. Il fratello minore LW MASS CS-424 si caratterizza per ingombri e pesi significativamente ridotti (140 contro 230 kg) a cui corrisponde una riduzione delle distanze di avviso pari a 2.000 metri (il resto delle caratteristiche rimane quello del fratello maggiore MASS CS-424).
Grazie a tali caratteristiche, il sistema trova applicazione su imbarcazioni di lunghezza contenuta come la piattaforma unmanned SWAD da 11,9, sviluppata e testata da Leonardo unitamente ad un gruppo di società che comprende Sitep Italia, Distretto Ligure delle Tecnologie Marine (DLTM), Insis, INGV, Università di Genova e Nuova Connavi nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal MIUR. Al sistema MASS si aggiunge la produzione di sistemi per la navigazione ed altri equipaggiamenti come le girobussole di nuova generazione fornite in collaborazione con il partner commerciale Civitanavi Systems e acquisite dalla MM per equipaggiare le nuove unità PPA in aggiunta ai sistemi per le comunicazioni satellitari. Gli stessi che hanno trovato applicazione presso la Royal Australian Navy e altre Marine Militari straniere.
La presenza italiana era completata dal gruppo RINA e dal cluster navale delle piccole e medie imprese che in aggiunta a realtà come Sitep e CABI Cattaneo comprendeva il consorzio spezzino Tecnomar unitamente a società quali Caribul, Sormec, Fabas Luce, Eliche Radice, Castoldi e Seatek, in aggiunta a Noname rispettivamente specializzate in antivibranti, gru navali, luci e componenti di propulsione navale per natanti, idrogetti, motori e sistemi, tutela dell’acqua, a cui s’aggiungevano realtà come Insis, Eurocontrol e Novacavi.
La prima offriva la propria gamma di sistemi elettro-ottici per la sorveglianza, scoperta, identificazione e direzione del tiro, da più prestanti modelli LAOS ai sistemi SeaSAR Mk2 e FDS3/IR-B, mentre la genovese Eurocontrol offriva la propria vasta gamma di prodotti che vanno dalle piattaforme stabilizzate agli elementi di una direzione del tiro e sistemi d’arma, e la Novacavi portava la propria capacità nel settore dei cavi ad alte prestazioni.
Non poteva mancare la presenza del RINA, con le più recenti regolamentazioni nel settore delle unità navali a partire dalle corvette e piattaforme più grandi (RINAMIL 2017), delle unità da pattugliamento veloce fino ai 65 metri in acciaio, alluminio e materiali compositi (FPV), e d’integrazione fisica del sistema di combattimento (CSPI) per menzionare le più importanti, il cui rispetto rappresenta un elemento imprescindibile per le nuove costruzioni non soltanto della cantieristica nazionale.
Cantiere Navale Vittoria
Nel settore delle unità da pattugliamento e supporto, il Cantiere Navale Vittoria presentava l’intera gamma di propri prodotti che spazia dalle unità tipo Offshore Patrol Vessel (OPV) a quelle minori da intercettazione veloce passando per quelle da supporto, specialistiche e pattugliamento veloce di varie dimensioni. Sebbene il Cantiere Navale Vittoria non abbiamo divulgato informazioni a riguardo, forte dell’esperienza maturata con il programma per la coppia di unità da pattugliamento per la Guardia di Finanza (GdF) della classe Monti, la società italiana si sarebbe aggiudicata la gara per la fornitura di un’unità tipo OPV per le Forze Armate Maltesi.
Secondo quanto riportato dal sito sulle gare in ambito europeo, al Cantiere Navale Vittoria sarebbe stato assegnato in ottobre un contratto del valore di 48,6 milioni di euro per la progettazione e la fornitura di un OPV unitamente ad un pacchetto logistico integrato ed addestrativo per l’equipaggio e il personale di supporto. L’aggiudicazione contiene un’opzione per un ulteriore OPV da esercitare entro tre anni dalla consegna dell’unità capoclasse.
Non sono state divulgate ulteriori informazioni ma i documenti relativi al finanziamento parziale con fonti europei del 2015 parlano di un’unità da oltre 70 metri con ponte di volo capace di accogliere un elicottero da 7 tonnellate, che corrisponde ma non citato agli elicotteri Leonardo AW139 in servizio con le Forze Armate Maltesi.
Nel frattempo il Cantiere Navale Vittoria sta portando avanti il programma per i nuovi mezzi da sbarco per la MM, il cui primo esemplare è entrato in acqua è entrato in acqua nelle scorse settimane, mentre la recente decisione del Consiglio di Stato in ordine alla corretta aggiudicazione della gara allo stesso cantiere per la fornitura di 5 imbarcazioni Sar classe 300 con opzione per ulteriori 10 (valore della commessa pari a 10,45 milioni di euro) consolida la produzione del Cantiere Navale Vittoria in questo segmento. L’imbarcazione proposta (SAR-19) è basata sul design Camarc da 20 metri, studiato e progettato per compiti SAR in mare aperto e condizioni metro sfavorevoli, potendo operare pienamente con mare forza 4 e vento forza 5 (scala di Beaufort). L’imbarcazione auto-raddrizzante solo con la forza idrostatica, ha un equipaggio di 4 persone ed è in grado di trasportare due zattere autogonfiabili da 64 posti.
A queste s’aggiunge la gamma di unità da pattugliamento di diverse dimensioni e velocità d’impiego per operatori militari e paramilitari, fra cui le ultime consegne riguardano la Croazia. Il cantiere ha varato a settembre anche il rimorchiatore con la notazione ICE2 (per impiego con ghiaccio) che sarà impiegato nelle operazioni di smantellamento dei sottomarini nucleari nelle difficili condizioni meteomarine del mare di Barents. Quest’ultimo si aggiunge a recenti realizzazioni sul mercato civile che vanno a consolidare un’esperienza di particolare pregio per nuove commesse come il potenziale futuro programma della MM per nuove unità portuali.
Intermarine
Nel settore delle unità navali specializzate, la società Intermarine del gruppo Immsi, forte dell’esperienza e del know-how nel settore delle costruzioni in vetroresina, presentava l’intera famiglia di unità contromisure mine e specializzate, che più recentemente si è arricchita del progetto per le due unità veloci multiruolo per il supporto delle forze speciali tipo UNPAV (unità navale polifunzionale ad altissima velocità), di cui la capoclasse è stata varata lo scorso maggio. A queste s’aggiunge la famiglia del naviglio contromisure mine, le cui ultime realizzazioni si basano su derivati del progetto per la Marina finlandese. In particolare, sebbene Intermarine non abbia divulgato informazioni al riguardo, è noto che sta lavorando alla seconda unità MCM per la Marina algerina, quale subfornitore di piattaforma per Orizzonte Sistemi Navali (OSN), mentre il sistema di combattimento e comando e controllo contromisure è fornito da Leonardo. Il progetto per la Marina algerina, che avrebbe un potenziale per una terza unità, si caratterizza per un’ampliata gamma di missioni assegnata che in aggiunta alla primaria di cacciamine, comprende anche il pattugliamento, la ricerca ed il salvataggio.
A differenza delle precedenti realizzazioni, l’unità capoclasse consegnata nel giugno 2017, presenta un sistema propulsivo basato su due motori da 1000 kW ed un sistema ausiliario per la navigazione di precisione mentre per quanto riguarda l’armamento comprende due affusti Leonardo Marlin-WS da 30 mm asserviti a due direzioni elettro-ottiche Medusa Mk4/B mentre per quanto riguarda il sistema contromisure mine, quest’ultimo comprende il comando e controllo di Leonardo ed un sistema di scoperta e neutralizzazione delle mine con sonar a scafo Atlas Elektronik e veicoli Gaymarine Pluto Plus a cui aggiunge un sonar a scansione laterale trainato Klein Marine Systems.
Il futuro nelle unità specializzate potrà essere assicurato dal programma per i nuovi cacciamine destinati alla Marina Militare che si aggiunge all’ammodernamento di mezza vita delle unità classe Gaeta attualmente in servizio. Tutto dipenderà dai requisiti della MM ed in particolare dalla scelta di mantenere uno scafo in vetroresina oppure andare su una costruzione in acciaio e dai compiti che queste unità dovranno portare a termine, mentre per quanto riguarda il mercato internazionale, la forte esperienza per non dire la leadership nel settore MCM con piattaforme dedicate in vetroresina e capacità d’integrazione di sistemi dedicati fanno di Intermarine e della relativa produzione uno dei principali contendenti a livello mondiale, con possibilità di mercato in Medio Oriente, ed in particolare in Qatar che ha mostrato interesse a dotarsi di piattaforme MCM, ma anche nell’area Asiatica. A tal riguardo, all’inizio dell’anno, il gruppo Immsi parlava di incremento dei volumi per ordini attualmente in fase di trattativa.
Baglietto Navy
Nel settore del naviglio da pattugliamento e supporto, Baglietto Navy proponeva l’MNI 15, un’imbarcazione veloce da 15 metri in alluminio o materiali compositi estremamente flessibile sia dal punto di vista dell’apparato propulsivo che degli allestimenti interni/esterni. Con uno scafo con forma di carena a V profonda per ottimizzare le prestazioni di velocità, manovrabilità e tenuta al mare, ed un design complessivo comprensivo delle sovrastrutture per assicurare caratteristiche stealth, l’MNI 15 è realizzato in una lega di alluminio particolarmente resistente alla corrosione e stabilità termica e presenta dimensioni contenute che ne consentono il trasporto su gomma o rapido alaggio e varo da nave madre.
Con una lunghezza e larghezza rispettivamente di 15,83 e 3,60 metri ed un pescaggio di soli 0,80 metri, e grazie alla possibilità di installare diverse tipologie di propulsori rappresentati rispettivamente da idrogetti, piedi poppieri e linee assi con gruppi eliche, l’MNI 15 è adatto sia per la navigazione marittima che fluviale.
La versione Combat Boat FFC 15 (Fast Fighting Craft 15) si caratterizza per due motori Seatek da 871 hp associati ad altrettanti idrogetti MJP che assicurano una velocità di 46 nodi ed un’autonomia di 290 miglia nautiche alla massima velocità. La disposizione interna vede un compartimento centrale con selle ammortizzate estraibili per ospitare fino a 20 soldati equipaggiati che si collega ad uno prodiero con un portellone stagno a scafo sulla stessa prora sotto il ponte di coperta per imbarco /sbarco di personale a terra, il tutto sovrastato dalla cabina di guida a basso profilo che può ospitare fino a quattro membri dell’equipaggio. La struttura interna è stata opportunamente sagomata per installare pannelli blindati per calibro 7,62 NATO, massimizzando l’abitabilità.
Sulla tuga della cabina di pilotaggio con protezione balistica sono presenti due portelli con postazioni armi, mentre l’unità nella versione da pattugliamento ed attacco può essere armata con affusto a controllo remotizzato da 12,7 mm o due missili antinave MBDA Marte Mk2/N. Il primo prototipo di questo modello di unità, i cui requisiti iniziali sono stati indicati dallo Stato Maggiore della MM, è stato varato nel 2016 ed è stato progettato per il trasporto e il dispiegamento di un plotone di fanteria anfibia pienamente equipaggiato.
L’impiego previsto per questa tipologia di imbarcazione è in combinazione con l’unità anfibia tipo LHD, in fase costruttiva da parte di Fincantieri. L’FFC 15 è stato testato in via preliminare dalla MM e dopo essere stato messo a punto il progetto definitivo con design in materiali compositi, quest’ultimo è stato sottoposto in forma di offerta a Fincantieri, quale capocommessa per la MM. Secondo quanto risulta ad AD, il mezzo di Baglietto Navy sarebbe stato selezionato in competizione con altri cantieri ma non vi è ancora conferma ufficiale ed alcun contratto.
Ferretti Security and Defence
La divisione Difesa del gruppo Ferretti ha svelato la versione definitiva della sua FSD 150 Combat Boat Mk.1. Con una lunghezza fuoritutto di 16,30 metri, una larghezza di circa 4 metri ed un’immersione inferiore al metro, la versione definitiva della Combat Boat del modello FSD 150 si caratterizza per uno scafo ibrido carbonio-fibra di vetro anziché in alluminio, rinforzato nella zona prodiera per lo spiaggiamento che consente di ridurre il peso complessivo a vuoto dell’imbarcazione di poco più di 16 tonnellate, che diventano 22 a pieno carico, compreso di carburante e carico utile.
La propulsione è affidata a due motori diesel MAN I6 da 800 hp ciascuno, che muovono trasmissioni di superficie Top System TS 65 ed assicurano una velocità massima a pieno carico di 40 nodi che scendono a 35 in pattugliamento ed un’autonomia rispettivamente di 280 e 320 miglia nautiche.
L’equipaggio è composto da tre uomini a cui s’aggiungono un massimo di 21 operatori che possono trovare accoglienza nel compartimento centrale dotato di sedili pieghevoli per consentire anche il trasporto e lo sbarco di materiali per reparti da ricognizione, attraverso un portellone prodiero a tenuta stagna.
In aggiunta al rinforzo della zona prodiera per lo spiaggiamento, la Combat Boat di FSD si caratterizza per un bottazzo di protezione intorno a tutto lo scafo mentre il pozzetto dietro la plancia è in grado di ospitare un RHIB da 4,7 metri, che può essere lanciato mettendo le eliche di superficie alla massima depressione. Le missioni operative destinate ad essere svolte dalla FSD 150 Combat Boat Mk.1 richiedono la protezione dell’equipaggio e degli operatori imbarcati attraverso una blindatura della plancia e della zona prodiera a livello 3 NIJ Multi-hit (7,62×51 mm Ball) fornita dalla Rheinmetall, mentre per quanto riguarda l’armamento, sopra la plancia è possibile installare una torretta remotizzata con una mitragliatrice fino a 12,7 mm asservita a sensori di navigazione e sorveglianza con radar e EO/IR, in aggiunta a due lanciatori di fumogeni multispettrali ROSY sempre di Rheinmetall.
Lo sviluppo di un progetto definitivo in materiali compositi tecnologicamente avanzati è stato determinato dalla necessità di assicurare un ampio impiego anche a bordo di unità anfibie, come nel caso delle due unità da trasporto veloce della LHD in fase di costruzione per la Marina Militare, con capacità di varo tramite gru a portale, ma lo sviluppo iniziale nasce da un’esigenza di soddisfare mercati internazionali, in particolare in Medio Oriente ed altre aree del globo.
Il nuovo progetto FSD si caratterizza per un sistema di propulsione ad eliche di superficie ad assetto e direzione variabile specificamente progettato per consentire le operazioni di spiaggiamento, già testato e provato, e l’utilizzo di uno scafo composito in ibrido vetro-carbonio più leggero e resistente rispetto all’analogo in alluminio.
La divisione Difesa di Ferretti sta inoltre lavorando ad una versione d’assalto – o Combat Boat – del modello più grande da 20 metri (FSD 195) capace di trasportare fino a 24 operatori oppure 12 operatori e sei moto. Per soddisfare invece requisiti per operazioni di pattugliamento, contrasto di superficie e soccorso e salvataggio, FSD sta lavorando ad ampliare la gamma di unità attuali, andando verso piattaforme navali da oltre 30 metri, sempre basate su scafi plananti veloci in composito, con armamento da 12,7 mm fino a 30 mm e missili antinave Marte Mk 2/N, in aggiunta a protezioni balistiche per l’equipaggio ed operatori trasportati.
Effebi
Con un ampio portafoglio di progetti d’imbarcazioni da pattugliamento, antincendio e lavoro che spazia dai 13 ai 15 metri in vetroresina e materiali compositi, il cantiere Effebi di proprietà della famiglia Balducci dal 1983, si presentava al salone con l’innovativo progetto di battello a pilotaggio remoto SAND, sviluppato in consorzio con Meccano Engineering, IDS Ingegneria dei Sistemi ed il supporto di Navigo, ma al tempo stesso fresco della selezione per la gara della Guardia di Finanza per un’unità da pattugliamento alturiero veloce o CPV (Coastal Patrol Vessel) da 44 metri e velocità massima di 40 nodi, con opzione per altre unità, la cui attuale fase del programma riguarda la verifica della proposta ed eventuale assegnazione del contratto, che ha un valore di 12,9 milioni di euro per la prima unità e 77, 4 milioni di euro per le restanti in opzione.
Cofinanziato dalla regione Toscana, il programma di ricerca e sviluppo per realizzazione e dimostrazione delle capacità del mezzo di superficie a pilotaggio remoto SAND, portato avanti da Effebi insieme a Meccano Engineering, IDS Ingegneria dei Sistemi ed il supporto di Navigo, si sta avvicinando alla fase critica con la messa in acqua della piattaforma entro la fine dell’anno e l’inizio dell’attività a mare. Classificato sia come Fast Patrol Vessel sia nella sua peculiare categoria di mezzo unmanned secondo i requisiti di un apposito regolamento in corso di sviluppo da parte dello stesso RINA, il SAND è un prodotto multiruolo capace d’integrare diversi sistemi di missione che è costituito fondamentalmente da tre segmenti principali: la piattaforma nave, il sistema operativo e quello produttivo. La piattaforma in materiali compositi della lunghezza di 16 metri e capacità di autoraddrizarsi in caso di capovolgimento con mare formato ed onde di 4 metri, viene gestita dal sistema operativo che comprende quello di controllo a bordo, comunicazioni con data link e stazione di controllo remoto.
A questi s’aggiunge il sito produttivo ‘intelligente’ a ridotto impatto ambientale. In occasione della mostra era visibile con possibilità di testare il sistema di pilotaggio remoto con applicazione della realtà virtuale e relativo sistema ‘semi-immersivo’ che permette al ‘pilota remoto’ di visualizzare su appositi monitor in tempo reale la ripresa dell’ambiente in cui opera il drone come se fosse nella plancia di bordo e di comunicare con terze persone come i naufraghi con sistemi di segnalazione fotonica e vocali.
CABI Cattaneo
Specializzata in veicoli ed equipaggiamenti subacquei per le Forze Speciali, in particolare il COMSUBIN della MM di cui è unica fornitrice di veicoli insidiosi fin dalla Seconda Guerra Mondiale, con i famosi Maiali, la società C.A.B.I. Cattaneo presentava al salone il veicolo di nuova generazione per il trasporto di operatori speciali (SDV – Swimmer Delivery Vehicle) Deep Shadow, destinato all’esportazione.
Il mezzo è in grado di condurre un’ampia gamma di missioni, quali infiltrazione/esfiltrazione occulta in ambito costiero, ricognizione e sorveglianza, operazioni di controterrorismo ed antipirateria, contromisure mine e lancio/recupero di mezzi a guida autonoma. Può essere trasportato, lanciato e recuperato da diversi battelli fra cui, secondo quanto risulta ad AD, sommergibili Tipo 209, 212 e 214, senza la necessità di uno shelter fino ad una profondità di 100 metri.
Caratterizzato da una flessibilità intrinseca, grazie all’impiego di sistemi e carichi modulari per soddisfare un’ampia gamma di missioni, il nuovo SDV presenta una lunghezza totale di 9 metri, una larghezza ed altezza rispettivamente di 1,45 e 1,80 metri, ed è stato concepito per essere condotto da 2 piloti e può trasportare fino a 4 operatori completamente equipaggiati, in aggiunta alla possibilità di accogliere ulteriori carichi in due pod esterni installabili, all’occorrenza, sulle due fiancate del mezzo.
Deep Shadow mostra un avanzato design di scafo, particolarmente robusto e realizzato in materiali compositi e dispone di due thruster orizzontali (nelle sezioni di prua e poppa) ed altrettanti verticali annegati nella struttura dello scafo per incrementarne la manovrabilità. L’SDV ha un peso a vuoto di 6 tonnellate e grazie al sistema propulsivo elettrico particolarmente efficiente con batterie ai litio-polimeri, può operare fino ad una velocità massima di oltre 8 nodi con un raggio d’azione di 46 miglia nautiche a 5 nodi.
Il mezzo è dotato di un cockpit integrato con interfaccia uomo-macchina particolarmente intuitiva, una suite elettronica con funzione autopilota, sistemi per la navigazione subacquea, un albero ad estensione manuale o pneumatica ed una suite per le comunicazioni di superficie e subacquee in base ai requisiti dei reparti utilizzatori. Deep Shadow può essere dispiegato da piattaforme di superficie e trasportato in un container standard da 40 piedi, che può essere configurato come un’officina mobile dedicata.
DRASS
Forte della propria esperienza nel campo della subacquea offshore, mezzi insidiosi, midget e ‘compact submarine’ il cui know-how iniziale proviene dalla società Cosmos e mezzi e sistemi di salvataggio dell’equipaggio di sommergibili sinistrati dalla Galeazzi, il gruppo DRASS ha recentemente ottenuto un’importante successo in quest’ultimo campo in Corea del Sud, dove peraltro la società di Livorno era già presente con propri prodotti sia nel settore militare che offshore. Lo scorso agosto, il gruppo DRASS ha ricevuto un contratto per fornire un avanzato sistema integrato d’immersione in saturazione fino a 300 metri per la nuova unità da soccorso sommergibili ASR-II in fase di costruzione da parte del gruppo Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering (DSME) per la locale Marina. Il contratto prevede lo sviluppo, costruzione ed installazione a bordo dell’intero sistema, attività che verrà portata a termine insieme al locale partner cantieristico Dongil Shipyard. Con un dislocamento di 5.200t è destinata ad entrare in servizio nel 2022.
Il gruppo DRASS è il fornitore tradizionale della Marina Coreana in questo settore fin dal 1993 quando consegnò un completo sistema integrato d’immersione in saturazione fino a 200 metri per poi nel 1995 fornire un modulo di soccorso più capace.
La società livornese è inoltre il fornitore esclusivo della cantieristica nazionale nel campo delle navi offshore, con un portafoglio che oltre DSME include i cantieri Hanjin e Hyundai. Il gruppo DRASS è inoltre stato selezionato in Australia, nell’ambito del team industriale Submarine Rescue Alliance guidato dal gruppo Phoenix, tra i fornitori per un sistema mobile per il soccorso, l’abbandono in profondità e sulla superficie di un battello sinistrato da parte dell’equipaggio (SERAS, Submarine Escape and Abandonment System) nell’ambito del ‘Project Sea 1354 Phase 1’ per l’impiego con l’attuale classe di battelli Collins ed i futuri sottomarini (FSM, Future Submarines) della Royal Australian Navy.
Secondo quanto riportato nel bando di gara, il sistema mobile prescelto dovrà essere in grado di assicurare la localizzazione del sommergibile sinistrato, l’intervento di soccorso e recupero dell’equipaggio, il sistema di trattamento iperbarico ed il relativo sistema di comando e controllo, con una vita di sistema pari a 25 anni. Secondo quanto risulta ad AD, il consorzio a cui partecipa DRASS, ha offerto il sistema di soccorso completamente remotizzato realizzato da gruppo italiano. Infine, il gruppo DRASS sarebbe uno dei contendenti del programma per la realizzazione della nuova unità da supporto forze speciali, immersioni e soccorso sommergibili per la Marina Militare italiana in sostituzione di nave Anteo, per la fornitura degli equipaggiamenti subacquei compreso il mezzo di soccorso, di cui la società DRASS Galeazzi è già fornitore della Forza Armata con il sistema SRV 300.
Foto: Euronaval e Luca Peruzzi
Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).