Gli Usa verso il ritiro, Kabul traballa e l’Iran parla coi Talebani
Il presidente dell’Afghanistan, Ashraf Ghani, ha nominato il 24 dicembre due ufficiali dei servizi segreti ministri dell’Interno e della Difesa: due cambiamenti-chiave che seguono di pochi giorni la dichiarazione del presidente Donald Trump, che ha annunciato il dimezzamento della presenza di truppe americane in territorio afghano da circa 14mila a 7mila unità.
Al ministero dell’Interno è stato nominato Amrullah Saleh; alla Difesa Asadullah Khali. Entrambi sono considerati contrari ai talebani e ostili al Pakistan ed entrambi vengono dal National Directorate of Security (NDS).
Khali ne è il capo dal settembre 2012 e rimase gravemente ferito in un attentato tre mesi dopo, il secondo da lui subito. Fu visitato in ospedale in Virginia, quando era ferito, dall’ allora presidente Usa, Barack Obama.
Tra le possibili conseguenze del prossimo ritiro parxziale statunitense, la Commissione elettorale afghana ha annunciato ieri il rinvio di diversi mesi delle elezioni presidenziali, inizialmente previste il prossimo aprile, per
consentire di sistemare i problemi tecnici emersi durante il voto per le parlamentari dello scorso ottobre. Abdul Aziz Ibrahimi, vice portavoce della Commissione elettorale indipendente, ha detto che ci vuole più tempo per addestrare lo staff sul sistema di identificazione biometrica adottato per ridurre i brogli.
Ci vuole altro tempo, inoltre, anche per verificare le liste degli elettori, ha aggiunto, riferendosi a due dei maggiori problemi emersi durante il voto di ottobre.
La nuova data per le presidenziali non è stata ancora fissata ma il rinvio potrebbe essere legato alle sempre più precarie condizioni di sicurezza e alò fatto che oltre metà del territorio nazionale è controllato dai talebani, sempre più aggressivi anche nella stessa Kabul.
E’ infatti salito ad almeno 43 morti il bilancio dell’assalto armato a un complesso governativo nella capitale afghana compiuto dai talebani la vigilia di Natale.
L’attacco si è protratto per oltre 7 ore. Dopo l’esplosione di un’autobomba, alcuni uomini armati (quattro quelli uccisi) hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza presso i ministeri dei Lavori pubblici, del Lavoro e degli Affari sociali. All’ interno vi si trovavano più di 350 persone, per lo più civili.
Il defilarsi degli Usa dallo scenario afghano sembra incoraggiare altri Stati a far emergere il proprio ruolo.
L’ Iran ha reso noto ieri di aver informato il governo afghano di aver avuto colloqui con i talebani. Lo ha annunciato una fonte iraniana di alto livello anche se non è stato chiarito dove si siano svolti i colloqui.
Le autorità afghane sarebbero state aggiornate mercoledì, a Kabul, del contenuto dei colloqui e la notizia è stata diffusa dall’agenzia Tasnim, vicina ai Guardiani della Rivoluzione ((Pasdaran).
“La Repubblica Islamica è stato un pilastro per la stabilità nella regione e la collaborazione tra i due Paesi sarà certamente di aiuto per risolvere i problemi di sicurezza” in Afghanistan, ha aggiunto il funzionario iraniano.
Foto Forze Afghane (Reuters, AFP, e Op Resolute Support TAAC-W)
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