Isis ultimo atto

Circa 150 miliziani dello Stato Islamico si sono arresi il 25 gennaio alle forze curdo-siriane sostenute dagli Usa nel sud-est della Siria. Lo riferiscono fonti sul terreno, secondo cui i combattenti dello Stato islamico hanno preferito arrendersi di fronte all’offensiva delle Forze Democratiche Siriane (FDS) appoggiate da truppe Usa, francesi e britanniche nella zona tra l’Eufrate e il confine iracheno.

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L’ Isis in quella zona controlla ancora un fazzoletto di terra composto da due località sulla riva orientale dell’ Eufrate da mesi sotto attacco.   L’ Isis in Siria sarà sconfitto in un mese hanno reso noto i vertici delle FDS ripresi dai media panarabi.

“I miliziani sono circondati, e in un mese saranno eliminati”. Nei giorni scorsi, fonti governative siriane e fonti locali hanno riferito di due stragi di civili in fuga dalle zone dei combattimenti attribuiti alle forze aeree della Coalizione.

Il 24 gennaio un fallito contrattacco dei miliziani jihadisti aveva provocato la morte di molti uomini dell’Isis nei pressi del villaggio di Baghouz. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) spiegando che i combattenti jihadisti morti sono 34 mentre tra i curdi si registrano 16 caduti.

Press Tv truppe turche in Iraq

Sul “fronte nord”, ai confini tra territori in mano alle FDS e la Turchia, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha detto di aspettarsi entro pochi mesi l’istituzione di una zona di sicurezza profonda 32 chilometri.

“Ci aspettiamo un sostegno logistico da parte degli alleati”, ha aggiunto Erdogan, a pochi giorni dal colloquio telefonico avuto col presidente americano, Donald Trump, il quale -dopo aver confermato il ritiro delle truppe americane dal nord della Siria – aveva annunciato in un tweet la possibilità’  di stabilire una “safe zone di 20 miglia”, ipotesi per anni negata da Washington.

Foto: Stato Islamico e Press TV

 

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