Bombardieri statunitensi B-52 sul Mar Cinese Orientale
L’Aeronautica statunitense ha riferito il 20 marzo scorso di aver inviato due bombardieri B-52 sul Mar Cinese orientale per svolgere attività addestrativa con la Us Navy e le Forza di Autodifesa Aerea Giapponesi, nelle vicinanze della prefettura di Okinawa, nella zona adiacente alle isole Senkaku, controllate da Tokyo.
Il Japan Times riporta che l’attività di addestramento fa parte delle cosiddette operazioni di presenza continua di bombardieri in corso dal marzo 2004 e facente parte delle politiche di “libertà di navigazione” degli Stati Uniti.
Secondo quanto dichiarato dalle forze aeree statunitensi del Pacifico due bombardieri B-52H sono decollati dalla Base Aerea di Andersen, Guam, e hanno condotto addestramento di integrazione con la US Navy, e con la Koku Jieitai (la Forza di Autodifesa Giapponese) e gli F-15C Eagle assegnati alla 18° Stormo della base aerea di Kadena, nelle vicinanze del Mar Cinese Orientale.
Le forze armate statunitensi e giapponesi conducono regolarmente tali esercitazioni nel Mar Cinese orientale e in risposta Pechino, che rivendica la propria sovranità sulle isole Senkaku (Diaoyu in cinese) e invia spesso navi e aerei nell’area circostante l’arcipelago.
Nel novembre 2013 la Cina ha dichiarato una zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ) nel Mar Cinese orientale in cui gli aerei dovrebbero identificarsi alle autorità cinesi.
Gli Stati Uniti e il Giappone hanno rifiutato di riconoscere l’ADIZ cinese in questa area. a seguito delle prolungate tensioni militari e commerciali tra Washington e Pechino le missioni di addestramento congiunte Usa/Giappone sono state incrementate e i B-52H e B-1B della base di Guam hanno sorvolato il Mar Cinese orientale in gennaio e il 4 marzo scorso.
In questo contesto non si può escludere il rischio di incidenti non intenzionali tra le forze cinesi e giapponesi che operano nel Mar Cinese orientale, nelle aree intorno alle Isole Senkaku. Per mitigare tale rischio Cina e Giappone dovrebbero intensificare gli sforzi per stabilire protocolli e sviluppare canali attivi per la gestione di ipotetici incidenti. Il rischio di una collisione involontaria in aria o in mare appare non trascurabile e potrebbe innescare una rapida escalation implicando rapidamente il coinvolgimento degli Stati Uniti.
Ai sensi dell’articolo 5 del Trattato di cooperazione e sicurezza reciproca tra Stati Uniti e Giappone, Washington è obbligato a intervenire in caso di aggressione ai territori sotto amministrazione giapponese, incluse le isole Senkaku.
All’inizio di questo mese, nello spazio di dieci giorni, gli Stati Uniti hanno inviato anche i B-52 sul conteso Mar Cinese Meridionale – inclusi due voli separati vicino ad alcune delle isole artificiali sotto controllo cinese. Pechino ha etichettato le missioni come “provocazioni”.
I reparti dell’USAF dotati di B-52H schierano a rotazione propri velivoli nella base aerea Andersen nell’isola di Guam, nel Pacifico occidentale.
L’USAF ha regolarmente schierato i bombardieri B-1B, B-52H e B-2 a Guam dal 2004 e per un breve periodo nel 2018, tutti e tre i tipi di velivoli sono stati dispiegati sull’isola sulla quale le unità aeree vengono implementate in caso di tensioni con la Cina o la Corea del Nord.
Il ministero degli Esteri cinese ha reso noto che nessuna nave o aereo militare potrebbe dissuadere Pechino dalla sua volontà di proteggere ciò che rivendica come un suo territorio. La Cina ha costruito una serie di avamposti militari nel tratto d’acqua strategico, che include le rotte marittime (vitali per il Giappone) attraversate ogni anno da merci per un valore di circa 3 trilioni di dollari.
Washington e Pechino si sono spesso “sfidate” sulla militarizzazione del Mar Cinese Meridionale, dove Cina, Taiwan, Vietnam, Malesia, Brunei e Filippine hanno rivendicazioni concorrenti. Washington non ha alcuna rivendicazione ma afferma che le operazioni sono condotte a livello globale con l’obiettivo di promuovere la libertà di navigazione e quindi il sostegno agli alleati regionali che si sentono minacciati dalla Cina.
Proprio alcuni giorni fa, Il vice Ammiraglio Phillip Sawyer, comandante della 7a flotta degli Stati Uniti, ha detto ai giornalisti a Manila che Washington ha protestato contro “il comportamento non professionale” da parte di una nave cinese nel Mar Cinese Meridionale.
Il 30 settembre dello scorso anno il cacciatorpediniere Luoyang ha manovrato molto vicino al cacciatorpediniere USS Decatur, in navigazione nelle vicinanze vicino di un’isola occupata dai cinesi nelle isole Spratly.
Funzionari della flotta del Pacifico degli Stati Uniti hanno dichiarato che in quel momento, lo USS Decatur era in navigazione entro le 12 miglia nautiche da Gaven Reef quando è stata avvicinata da un cacciatorpediniere cinese, ad una distanza di 49 metri dalla prua della nave della Marina statunitense, che per evitare la collisione ha cambiato rotta.
Il Decatur è stato anche esortato a lasciare l’area. La Cina ha detto che il Luoyang, era stato schierato per identificare la nave da guerra degli Stati Uniti e allontanarla dal territorio cinese. Pechino ha replicato definendo l’azione di Decatur come provocatoria.
Oltre alle attività nel Pacifico, l’US Air Force ha recentemente dispiegato in Europa 6 bombardieri B-52H con capacità nucleare per esercitazioni di “integrazione e addestramento al volo” con gli alleati regionali e partner della NATO.
Un’aliquota di bombardieri di B-52H con personale ed equipaggiamenti di supporto della 2nd Bomb Wing, basato a Barksdale (Louisiana) è arrivato a Fairford (base aerea della RAF nel Gloucestershire) la scorsa settimana e ha partecipato a varie missioni di addestramento in tutta Europa.
Secondo quanto riportato dall’USAF Il 18 marzo scorso, quattro B-52 “hanno effettuato voli sul Mare di Norvegia, il Mar Baltico, l’Estonia, il Mar Mediterraneo e la Grecia.
Foto Us DoD e Forze di Autodifesa Giapponesi
Elvio RotondoVedi tutti gli articoli
Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.