Il 50 per cento di chi lavora per Apple non ha la laurea: riflessioni sul tema
“Metà dei nostri dipendenti non possiede un four year degree (N.d.R. negli Stati Uniti i college o le università offrono corsi che vanno dai 3 ai 7 anni). La nostra società è stata fondata da uno che ‘ha mollato il college’, e per questa ragione non abbiamo mai pensato che una laurea fosse necessaria per fare bene”.
Non sono parole pronunciate dal proprietario di un peschereccio, ma da Tim Cook, numero uno di Apple, durante un meeting con Trump svoltosi lo scorso 6 marzo. In quell’occasione ha inoltre rivelato quella che, secondo Apple, la principale lacuna nella preparazione dei diplomati americani: è la scarsa conoscenza del “coding” (la programmazione software).
E, probabilmente anche considerando lo scenario futuro, secondo il l’amministratore delegato di Apple tale competenza dovrebbe essere acquisita da TUTTI gli studenti americani K12 (un’espressione americana che indica il 12° grado di istruzione, che si raggiunge tra i 17 e i 19 anni).
Pochi concetti, ma densi di spunti di analisi e riflessione. Partiamo dal primo punto: quando Cook identifica come essenziale “l’apprendimento diffuso” dei concetti relativi alla programmazione software (il famoso coding), di fatto delinea un futuro imminente sempre più pervaso dall’intelligenza artificiale.
Un contesto che non solo richiederà sempre più sviluppatori dedicati allo scopo, ma dove sarà essenziale che tutti i cittadini comprendano consapevolmente le logiche di funzionamento (e/o di errato funzionamento) della stessa intelligenza artificiale.
Ed ora arriviamo al passaggio centrale: l’azienda IT più famosa del mondo considera il possesso di una laurea un requisito “non indispensabile”.
In altri termini i suoi famosi computer, l’iPod che ha rivoluzionato il mercato della musica, l’iPad che in molte scuole ha sostituito i libri di studio, il più innovativo telefono mai prodotto (iPhone) e molti altri prodotti disruptive realizzati a Cupertino, sono stati ideati e sviluppati da un’azienda caratterizzata da uno staff non generalmente super-titolato.
Nessuno (e nemmeno chi scrive) intende mettere in dubbio la valenza e la rilevanza della preparazione universitaria, ma la statistica di Cook è indubbiamente oggettiva.
Soprattutto se si considera che anche altri giganti della tecnologia, come IBM e Google, non richiedono la laurea come prerequisito per coprire alcuni importanti ruoli aziendali. In effetti, la storia recente ci insegna che alcune delle più famose “rockstar” dell’IT sono talenti naturali, spesso senza una preparazione universitaria specifica. Pensate a Steve Jobs (Apple), Bill Gates (Microsoft), Larry Elison (Oracle), Mark Zuckerberg (Facebook)…
Anche quando parliamo di hacking si potrebbero fare ragionamenti analoghi. Le cronache degli ultimi anni hanno dedicato ampio spazio a raccontare le cyber imprese di giovanissimi hacker.
Dunque, se vogliamo eccellere nell’intelligenza artificiale o nella cyber security, domini rilevanti per i futuri asset aziendali e governativi, non dimentichiamoci che dobbiamo investire soprattutto nella formazione diffusa.
Raggiungere una più ampia copertura di competenza di coding e di cyber, consentirebbe di preparare i giovani studenti a una maggior consapevolezza e garantirebbe al nostro Paese le migliori condizioni per selezionare i migliori talenti, le prossime “rockstar” nazionali di questo settore così promettente e strategico.
P.S. a proposito di talenti cyber, chissà come andrà finire il “Capture The Flag” organizzato da CY4GATE del prossimo 6 maggio? Studenti delle migliori università italiane e delle scuole medie superiori si sfideranno nei CY4Games. Il team vincitore, volerà (gratis) a Singapore per rappresentare l’Italia al Cyber Defence Discovery Camp.
Iscrizioni ancora aperte, rimangono solo due posti liberi…
Foto Apple, New York Magazine e CY4Gate
Eugenio Santagata, Andrea MelegariVedi tutti gli articoli
Eugenio Santagata: Laureato in giurisprudenza presso l'Università di Napoli e in Scienze Politiche all'Università di Torino, ha conseguito un MBA alla London Business School e una LL.M alla Hamline University Law School. Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella a Napoli e l'Accademia Militare di Modena. Da ufficiale ha ricoperto ruoli militari operativi per poi entrare nel settore privato dando vita a diverse iniziative nel campo dell'hi-tech. E' stato CEO di CY4Gate e Vice Direttore Generale di Elettronica. Dall’aprile 2021 è CEO di Telsy. --- Andrea Melegari: Laureato in Informatica, ha insegnato per oltre 10 anni all'Accademia Militare di Modena. Dal 2000 si è specializzato nello sviluppo e nell'impiego delle tecnologie di Intelligenza Artificiale in ambito civile e militare. Tra gli incarichi ricoperti SEVP Defense, Intelligence & Security di Expert AI, Chief Marketing & Innovation Officer di CY4Gate. E' stato anche membro del CdA delle società Expert AI, CY4Gate e Expert System USA (Washington DC area). Dal luglio 2021 lavora presso una azienda tecnologica di un importante Gruppo industriale italiano.