Profumo: grandi opportunità in Brasile e America Latina
Rio de Janeiro (Brasile)
Mercati, sfide tecnologiche, prospettive europee e italiane nel settore della Difesa ma soprattutto le molte opportunità che si aprono in America Latina.
Questi i temi toccati dall’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, in questa intervista rilasciata ad Analisi Difesa a Rio de Janeiro, all’apertura del salone della Difesa e Sicurezza brasiliano LAAD.
Circa i programmi europei per i caccia del futuro, il programma franco-tedesco e il britannico Tempest, quali sviluppi prevede e quale ruolo potrebbe avere l’Italia?
Oggi l’Europa ha tre fighter, Typhoon, Rafale e Gripen ma non credo in futuro abbia la forza per sviluppare altrettanti velivoli di sesta generazione. Sarebbe uno spreco di risorse. Noi siamo presenti nel programma Tempest perché abbiamo una presenza molto rilevante in Gran Bretagna, per noi la componente elettronica è estremamente importante e con questa partecipiamo al programma.
Ovviamente i britannici stanno cercando di allargare il set di paesi che parteciperanno e auspichiamo che l’Italia salga a bordo di questo programma in modo da avere non solo Leonardo ma anche il Paese coinvolto nel Tempest poichè questo significherebbe che potremmo essere presenti anche nella componente aeronautica.
Nel tempo auspico ci sia una convergenza tra i diversi programmi europei, tendo a pensare che anche gli svedesi aderiranno al Tempest e a quel punto avremmo un sistema con un solo fighter di sesta generazione.
L’intesa franco-tedesca sembra scricchiolare sulla vicenda dell’export in Arabia Saudita. Questo impone qualche valutazione sull’integrazione della difesa europea.
Questo è un tema estremamente complicato poichè in teoria dovremmo avere licenze di esportazione che siano valide in tutta Europa, nel senso che se un paese Ue dovesse dare una licenza d’esportazione questa dovrebbe valere per tutti gli altri. Dal punto di vista teorico il Consorzio Eurofighter funzionerebbe in questa maniera quindi la Germania, vietando l’esportazione in Arabia Saudita, non segue le regole del consorzio.
Credo che il sistema di autorizzazione alle esportazioni debba rimanere comunque nelle mani dei singoli Paesi ma è importante che ci sia una validità europea sui prodotti esportati. In caso contrario non avremo mai un’integrazione europea né programmi europei.
Quanto pesa, anche in prospettiva futura, il rallentamento delle commesse in Italia, tra programmi che non decollano, lo stop all’erogazione di fondi e la riduzione dei fondi per le acquisizioni?
Tendo a essere ottimista e a oggi non abbiamo un impatto particolare sui nostri programmi. Certamente ci sono state alcune convenzioni che sono state meno veloci di quanto ci saremmo attesi ma che stanno arrivando a destinazione. Auspico che l’attuale situazione sia dovuta a una fase di “apprendimento” del nuovo governo, tendo a pensare che ogni cambiamento comporti sempre una fase di rodaggio.
Ho l’impressione che ci sia una crescente consapevolezza dell’importanza dell’industria della Difesa, perché noi siamo un grande motore di sviluppo dell’innovazione e stimoliamo con centinaia di milioni di euro progetti universitari e di centri di ricerca anche internazionali. Inoltre il paese è consapevole che sia Leonardo che Fincantieri sono motori dell’occupazione.
Continuiamo a suggerire che Difesa & Sicurezza sono elementi fondamentali per lo sviluppo economico di un paese l’Italia ha la fortuna di avere un grandissimo player come Leonardo.
In termini di fatturato l’Italia pesa per noi relativamente poco, meno del 15%, ma pesa moltissimo per lo sviluppo delle tecnologie: ad esempio senza l’Aeronautica Militare non avremmo l’M-346, senza la Marina Militare non avremmo i nuovi avanzatissimi radar che sono sulle Fremm, prodotti che abbiamo sviluppato grazie al sistema della Difesa italiana.
Quindi per noi è fondamentale che venga mantenuta la volontà di investire nello sviluppo di nuovi programmi anche perchè la ricerca che facciamo ha ricadute in cento altri settori.
All’apertura del Salone LAAD tutte le autorità brasiliane intervenute hanno sottolineato la necessità rafforzare cooperazione e sinergie tra sicurezza interna e forze armate. Un tema sempre più dibattuto e sentito in tutta l’America Latina e non solo. Questo tipo di approccio può costituire un’opportunità per Leonardo?
Se consideriamo i sistemi di sensoristica allargata, inclusi i velivoli unmanned che presidiano il territorio e le componenti di comando e controllo che consentono l’integrazione delle informazioni rielaborate e trasformate in capacità decisionali, abbiamo un quadro di quello che Leonardo sa fare molto bene, di cui molti Paesi nella regione hanno bisogno.
Lo spazio è un’altra componente fondamentale per osservazione della terra, prevenzione e intervento come dimostra l’accordo con Petrobras per l’impiego dei satelliti della costellazione COSMO-Skymed.
Siamo poi molto presenti nel settore elicotteristico, con 400 macchine di Leonardo che volano in America Latina: in Brasile, con l’arrivo dei nuovi caccia Gripen, riteniamo che l’attività di formazione dei piloti diventi ancora più importante di quanto non lo sia stato finora e oggi i nostri sistemi di training non hanno rivali in termini di qualità. Il nostro aereo da trasporto tattico C-27J in America latina ha dimostrato la sua grandissima validità decollando da piste corte e fangose sulle Ande e operando in condizioni estreme per attività di salvataggio. Pensiamo quindi di avere moltissime opportunità in America Latina.
Al di là dell’amarezza per l’esito della gara brasiliana per la costruzione delle 4 corvette/fregate leggere classe Tamandarè, quali opportunità potrebbero offrire in prospettiva a Leonardo i programmi a lungo termine della Marina Brasiliana?
Innanzitutto non parlerei di Leonardo ma di Fincantieri/Leonardo, siamo insieme e la nostra forza nasce proprio dal fatto di avere questa combinazione.
Circa l’esito della gara per le Tamandarè vogliamo comprenderne le ragioni, anche per spiegarle ai nostri azionisti e perchè riteniamo che le navi proposte da Fincantieri con l’elettronica di Leonardo fossero quelle più aderenti ai requisiti di gara. Ciò detto il Brasile presenta grandi opportunità e qui Leonardo ha una presenza consolidata e una grande tradizione: non dimentichiamoci che Embraer è nata con la partecipazione al programma AMX con Alenia.
Intendiamo quindi continuare a dedicare grande attenzione al Brasile e all’America Latina e il fatto che il ministro della Difesa italiano sia di nuovo qui oggi, a pochi giorni dalla sua ultima visita, nonostante abbiamo perso la commessa per le Tamandarè, penso sia il segnale più importante dell’attenzione che la Difesa italiana riserva a questo paese e a questa area del mondo.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.