Il punto sul programma russo per l’aereo da trasporto tattico Ilyushin Il-112V
Sabato 30 marzo abbiamo seguito attraverso il nostro canale Telegram tutte le fasi che hanno portato al primo volo ufficiale dell’aereo militare da trasporto leggero Ilyushin Il-112V.
Alla vigilia (tra l’altro) del 125° anniversario della nascita del costruttore Vladimir Sergeevič Ilyushin, sulla base aerea della società VASO di Voronezh si è alzato in volo il piccolo turboelica ai comandi del Capo Pilota collaudatore ed Eroe della Federazione russa Nicolaj Kuimov.
Come anticipato già dal giorno prima, l’Il-112V che ha volato per 42 minuti ad una velocità di circa 250 km/h, è stato scortato in volo da uno speciale laboratorio volante Ilyushin Il-114LL.
Da anni Analisi Difesa segue lo sviluppo di questo aereo poiché è bene ribadire che il volo dell’Il-112V rappresenta per l’ingegneria aerospaziale russa una pietra miliare assoluta; è un evento non meno (o forse addirittura molto più) importante del primo volo del Su-57; è doveroso ricordare che dopo il caccia di quinta generazione PAK-FA questo è il secondo velivolo di nuova realizzazione della Russia post-sovietica ma il primo in assoluto se parliamo di aerei da trasporto e per giunta con componenti 100% russi.
Curiosa la storia di questo progetto: messo in naftalina per quindici anni, benché il progetto di R&S risalga addirittura al 2001, l’Il-112V è un progetto che probabilmente non sarebbe più rinato se la crisi russo-ucraina del 2014 non avesse trascinato nel baratro la storica collaborazione con Antonov e tutto ciò che riguardava gli attuali e futuri aerei da trasporto prodotti in loco (An-140, An-148T, An-178, An-74, etc.).
E invece l’Il-112V, con numerose ed evidenti difficoltà dovute alla reiterate mancanze di finanziamenti, progettazioni pezzo per pezzo con mancanza di visione olistica della macchina e molto altro, ritorna giocoforza tra le priorità delle forze armate russe ma porta inevitabilmente con sè una numerosa serie di problemi, polemiche, ritardi, imprevisti, defezioni all’interno dello staff progettuale (sottopagato secondo indiscrezioni) e persino fake news che in questi anni hanno inficiato lo sviluppo dell’aereo da trasporto.
Anche per lo sviluppo dell’An-26 (versione militare dell’An-24 principalmente ideato per il trasporto passeggeri) trascorsero quattro anni.
Incredibilmente, per tutto il 2017 l’Il-112V era un semplice kit di progettazione raffazzonato e incompleto e secondo molti analisti militari Rogozin era al corrente di tutto ciò pur producendo rapporti fiduciosi e incoraggianti (tanto che la sua dipartita da Ilyushin è stata vista da molti russi come una benedizione) al punto che, secondo una nostra fonte russa, da più parti sarebbe giunta l’invocazione che era necessario per Ilyushin “uno specialista esperto e lungimirante e non un moderno manager!”
Dunque l’Il-112V non doveva volare perché era un progetto nato male, eppure, sotto la guida di Alexander Bykov, direttore del programma, lo staff ha iniziato ad eliminarne i difetti a ritmi davvero vertiginosi.
Nella storia sovietica, in piena Guerra Fredda, questo tipo di sorprendenti risultati era un classico per via della famigerata “pressione politica”, ma oggi è diverso. Ecco perché il primo volo del piccolo aereo da trasporto Ilyushin è ritenuta in Russia una vera e propria impresa.
Ovviamente ci saranno ancora numerosi test e altrettanto numerose modifiche sull’intero progetto, tuttavia già dall’anno prossimo potrebbero iniziare le prime consegne dei primi velivoli di pre serie perché le aspettative ma soprattutto l’urgenza della Difesa russa sono assolutamente inderogabili.
Se i caccia volano infatti relativamente poco in tempo di pace, gli aerei da trasporto sono costantemente sotto pressione (specialmente in un territorio vasto come quello russo) e la divisione da trasporto militare russa (VTA) continua sempre più ad avvicinarsi al punto del non ritorno: tolti i pochi An-124 da trasporto strategico e i vecchi Il-76, la flotta leggera è costituita da aerei sempre più vecchi: An-26, An-24, An-12, An-72, An-74; tutta un’intera classe di velivoli che dovrà essere rimpiazzata al più presto dal nuovo Il-112V.
L’industria aeronautica ha bisogno di un corposo contratto con la Difesa che soddisfi al momento l’esigenza di rinnovo della flotta militare da trasporto leggero.
Non meno di 50 esemplari l’anno al fine di colmare la necessità della VTA; l’eventuale commercializzazione all’estero mai come ora è davvero secondaria per questo aereo pur considerando che andrà comunque a competere con l’ucraino An-140, il cinese Xian MA60, l’Airbus C- 295 e l’italiano C-27J Spartan.
La strada è lunga, in salita e piena di ostacoli ma tuttavia inevitabile se la VTA non vorrà delegare i piccoli trasporti fino a cinque tonnellate di carico ai grossi Il-76 (40 tonnellate a disposizione per i vecchi Il-76TD e ben 60 per i nuovi Il-76MD-90A), con un evidente sperpero di risorse che Mosca non può assolutamente permettersi.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.