I Sukhoi Su-25 tornano in Siria nella nuova versione SM3

Dopo quasi un anno di assenza dal teatro siriano dei Sukhoi Su-25SM a causa della perdita in combattimento di un esemplare avvenuto il 3 febbraio 2018 (matricola RF-95486, pilotato dal Maggiore Roman Filipov) e del conseguente ritiro per il dovuto aggiornamento, l’aereo corazzato da attacco al suolo della Sukhoi è ritornato in Siria per prendere parte alle operazioni militari nella provincia di Idlib. Lo dimostrano recenti immagini satellitari che hanno individuato 4 nuovi Sukhoi Su-25SM3 presso la base russa in Siria di Khmeimim.

Come per tutta la flotta aerea assegnata finora in Siria, Mosca vuole ovviamente valutare anche questo nuovo velivolo in un contesto operativo reale. Il fine è quello di assicurarsi che l’Su-25SM3 sia letale e sufficientemente protetto contro i missili terra-aria MANDPADS come il 9K38 Igla e lo Stinger FIM-92 (quest’ultimo tra l’altro è stato ritenuto il diretto responsabile dell’abbattimento del Su-25SM di Filippov; lo Stinger, infatti, avrebbe dato il colpo di grazia dopo numerosi colpi di cannone a fuoco rapido da 23 mm incassati poco prima dal velivolo russo).

Operativo dal 1981 e non più in produzione, il “Frogfoot” ha subito numerosi interventi di modernizzazione nel corso della sua carriera. La versione più recente ha fatto il suo debutto al forum tecnico militare russo ARMY-2018 come “Su-25SM3-9”; secondo la descrizione fornita dai tecnici russi questo nuovo “Frogfoot” è destinato all’annientamento di bersagli mobili e protetti in qualsiasi condizione atmosferica, giorno e notte.

L’SM3 dispone di numerose differenze rispetto alla precedente versione Su-25SM; vediamoli nel dettaglio.

In primis una suite di protezione L370-K-25 Vitebsk-25; tale complesso integra diversi sensori e sistemi di difesa. È dotato di un sistema di identificazione automatica e geo localizzazione delle fonti di minacce. Le coordinate ottenute possono quindi essere inserite nel sistema di controllo degli armamenti SUO-39M che a sua volta è in grado di coordinare il lancio del nuovo missile anti-radar Kh-58USh (AS-11 ‘Kilter’), un’altra novità tra gli armamenti a disposizione del nuovo Su-25SM3 con una portata di 250Km, senza dimenticare la possibilità d’impiego delle bombe guidate GPS/Glonass KAB-500S.

La suite L370-K-25 Vitebsk-25 è composta dai sottonotati sistemi: l’unità di controllo L-370-01, il sistema di allarme radar L-150-16M Pastel (RHWAS – radar homing and warning system), due sensori di allarme UV Zakhvat rivolti all’indietro e montati nella coda inferiore del velivolo e uno sotto il muso rivolto in avanti a copertura della zona anteriore; una coppia di pod ECM L-370-3S (montati sui piloni che in precedenza erano usati per trasportare i missili aria-aria R-60 IR “AA-8 Aphid” a corto raggio) che generano uno schema di disturbi attivi in un’ampia gamma di onde coprenti un intervallo di frequenze compreso tra 7 e 10 GHz e da un doppio contenitore di 14 cartucce ciascuno di chaff/flare da 50 mm rivolte verso il basso.

L’insieme del complesso Vitebsk-25 consente dunque di rilevare e analizzare automaticamente le minacce e impostare schemi di disturbo per ingannare i SAM utilizzando il radar per il rilevamento del bersaglio e/o la guida di un missile ed emette inoltre impulsi per rilasciare chaff, flares e altri segnali in sequenze e combinazioni per un effetto ottimale.

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Ancora, una nuova suite di comunicazione KSS-25 con una nuova radio R-999 basata su collegamento dati crittografato e un’antenna Banker-8-TM-1.

E per finire una suite di targeting e navigazione dotato di un nuovo sistema di navigazione satellitare GPS/Glonass PPA-S/V-06 molto accurato e preciso dotato di funzionalità avanzate, compresa la riprogrammazione dei waypoint e capacità di attaccare simultaneamente quattro bersagli a terra con munizioni intelligenti da quote medio-alte (considerando che il precedente PRnK-25SM installato su Su-25SM era limitato ad attaccare solo due bersagli alla volta e destinato ad attacchi a bassa quota) e composta dai sottonotati sistemi: SOI-U-25-2-1, sistemi di controllo e visualizzazione migliorati, con HUD B1 e di più ampi display MFD; sensore di targeting elettro-ottico multi modalità SOLT-25 progettato dalla Krasnogorsk Plant (sostituisce il precedente targeting laser Klen-PS); dispone di mirino laser e designatore laser/telemetro del bersaglio, termocamera, canale TV, zoom 16x e possibilità di tracciare bersagli mobili come carri armati ed elicotteri di giorno o di notte, e in qualsiasi condizione atmosferica a una distanza fino a 8 km e sistema di raccolta, monitoraggio e registrazione dei dati di volo Karat-B-25

Ricordiamo che nel 2015 la VKS aveva schierato 12 Su-25SM in Siria poi parzialmente sostituiti nel 2017 con alcuni Su-25SM3, tuttavia si trattava delle prime varianti prive delle moderne suite di auto-protezione. Le prove di accettazione da parte dello Stato dei Frogfoot equipaggiati con la suite Vitebsk-25 hanno richiesto più tempo, provocando il rinvio del loro dispiegamento fino alla fine dello scorso anno.

Nel 2015-2018 il ministero della Difesa russo ha richiesto un primo ordine di conversione per un totale di 22 Su-25SM3; l’azienda incaricata della trasformazione è la società russa JSC “121 Aircraft Repair Plant” (ARZ) di Kubinka che procederà ad un ritmo di aggiornamento non inferiore ai quattro esemplari l’anno; per inciso si tratta della stessa azienda che in passato aveva convertito 84 Frogfoot nella precedente versione Su-25SM.

Mentre scriviamo infine, giunge notizia a tal proposito della consegna di quattro nuovi Sukhoi Su-25SM3 alla 4^ Armata (Distretto Militare Meridionale) della VKS e quasi certamente presso la 6971^ base dell’aviazione sita a Budyonnovsk nello Stavropol Krai.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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