L’inchiesta sull’attacco alle petroliere nel Golfo di Oman
Il 12 maggio scorso quattro petroliere – due battenti bandiera Saudita, la Amjad e la al Marzoqah, una Emirati Arabi Uniti (UAE), la A. Michel, ed una Norvegia, la Andrea Victory – sono state oggetto di un misterioso attacco avvenuto a sud dello Stretto di Hormuz, all’interno della Zona Economica Esclusiva (ZEE) prospiciente le acque territoriali emiratine.
La denuncia, divulgata attraverso un comunicato congiunto presentato alle Nazioni Unite, precisa che l’attacco è stato portato con l’utilizzo di mine navali magnetiche poste con particolare accuratezza al di sotto della linea di galleggiamento delle quattro imbarcazioni.
Secondo gli esperti si tratterebbe di un’operazione coordinata ed estremamente sofisticata, eseguita da un commando di subacquei addestrati a questo tipo di azioni ed in possesso di informazioni riguardanti la parte strutturale delle petroliere.
La valutazione del danno e l’analisi chimica dei detriti hanno evidenziato, infatti, che le cariche esplosive sono state poste in punti particolari dello scafo così da non danneggiarne gravemente la struttura ma da rendere comunque impossibile il proseguimento della navigazione.
L’Iran è ovviamente il principale “sospettato”, dispone di forze speciali capaci e ben equipaggiate, della Marina e della Marina delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Pasdaran).
Ma Teheran nega e parla di provocazione costruita ad hoc, ma un’indagine internazionale sugli attacchi evocherebbe la responsabilità di un non meglio precisato “attore statuale”, un soggetto che il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, identificano con “ragionevole certezza” nella Repubblica Islamica.
Foto AFP
Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli
Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.