Pentagono: se ne va anche Shanahan
Aveva assunto il pieno incarico di segretario alla Difesa appena un mese or sono e già Pat Shanahan si aggiunge alla lunga lista di membri dimissionari dell’Amministrazione Trump.
Dopo aver superato con qualche difficoltà un’inchiesta per conflitto di interessi legato all’aver inserito nel bilancio del Pentagono l’acquisto di nuovi caccia F-15 realizzati dalla società Boeing in cui aveva a lungo lavorato, il capo del Pentagono è inciampato in una vecchia vicenda di violenza domestica risalente a una lite tra Shanahan e l’allora moglie Kimberley nove anni or sono secondo le rivelazioni di Usa Today.
Sebbene Shanahan abbia sempre affermato di non aver “mai alzato le mani” sulla moglie, la faccenda fini nei registri della polizia.
Usa Tpday scrive che Trump avrebbe voluto confermarlo ma dopo le ultime rivelazioni sarebbe stato arduo per quest’ ultimo superare l’esame dell’audizione in Senato per la ratifica della nomina, più volte rimandata per la rerticenza di Shanahan a rendere conto delle vicende famigliari che includono l’arresto della ex moglie dopo che lo aveva colpito con un pugno in pieno viso e l’ arresto di suo figlio per aver picchiato la madre con una mazza da baseball.
Shanahan “non proseguirà nell’ incarico”, ha scritto ieri Donald Trump, ringraziandolo per il “meraviglioso lavoro svolto”.
Al suo posto, ha affermato il presidente americano su Twitter, sarà nominato ad interim Mark Esper (nelle foto sopra e sotto), segretario all’Esercito e anche un ex dirigente dell’industria della Difesa dopo aver trascorso molti anni alla società missilistica Raytheon (con un ultimo incarico emblematico: vicepresidente con l’incarico di tenere i rapporti col governo.
Trump si è detto certo che Ester “farà un ottimo lavoro” ma è evidente che il suo profilo, simile a quello di Shanahan, lo espone a un potenziale rischio di conflitti d’interesse, sbilanciato più verso l’industria della Difesa e il procurement che verso la politica di Difesa.
Shanahan prese il posto di James Mattis lo scorso anno, quando il generale dei marines si dimise dal vertiuce del Pentagono per contrasti con Trump circa il ritiro delle truppe Usa da Afghanistan e Siria (peraltro non ancora attuato).
Poche ore prima delle dimissioni, Shanahan aveva autorizzato l’invio di ulteriori mille militari americani in Medio Oriente per far fronte alla crisi con l’Iran e ieri il Pentagono ha annunciato aiuti militari per 250 milioni di euro all’Ucraina portando così il valore dell’assistenza militare americana a Kiev a 1,5 miliardi dal 2014.
Foto US DoD, e US Congress
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