Sempre più militari nell’operazione “Strade Sicure”
“Per quanto riguarda l’operazione Strade Sicure ci saranno 515 militari in più, per complessivi 7.565 militari fino al prossimo 31 dicembre”. Lo ha annunciato ieri il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in una conferenza stampa al Viminale.
Sono attualmente 7.081 i militari impiegati in questa operazione di concorso alle forze di sicurezza interna Strade ma altri 500 saranno destinati a proteggere le attività legate alla manifestazione sportiva Universiadi di Napoli ed ulteriori 15 alle esigenze connesse al sisma di Ischia.
Il 25 giugno il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina è stato ascoltato dalla IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, per presentare un quadro di situazione sulle condizioni del personale militare impiegato nell’Operazione “Strade Sicure”.
Farina (nella foto sotto) ha esposto le misure approvate e quelle in itinere, volte soprattutto a migliorare la condizione psico-fisica del personale e a coniugare l’operatività dell’Istituzione con le esigenze di carattere individuale e familiare.
Come sottolineato dal Capo di stato maggiore “…Se si considera che a un militare schierato ne corrisponde uno in approntamento e uno in ricondizionamento post-impiego, si deduce come il numero complessivo di forze dedicate all’Operazione “Strade Sicure” è pari a circa 22.000 unità.
Alla stessa stregua, considerando: che il personale impegnato all’estero richiede, a sua volta, un bacino costituito da almeno 10.000 unità; che gli impegni assunti in ambito internazionale e per fronteggiare imprevedibili situazioni emergenziali richiedono circa 10.000 soldati in stand-by, il numerico di forze effettive dell’Esercito mediamente impegnate si avvicina alla quasi totalità della componente operativa.
Ulteriori incrementi di personale, così come l’eventuale prolungato mantenimento del livello d’impegno corrente renderebbe difficoltoso il completo svolgimento dei cicli addestrativi e di approntamento per le altre missioni assegnate alla Forza Armata”.
“Per quanto attiene al settore della organizzazione”, sottolinea ancora il generale Farina, “ritengo opportuno rappresentare una forte criticità legata all’accumulo pro-capite di oltre 60 giorni lavorativi di assenza dal servizio al termine di un turno semestrale di impiego.
Di fatto, tale situazione limita il quotidiano e fondamentale svolgimento di quelle attività addestrative ed esercitative che sono indispensabili per garantire l’operatività complessiva dello Strumento”.
“…In tale quadro, risulta necessario l’adeguamento del trattamento economico spettante e, in particolare, della c.d. “indennità onnicomprensiva”.
Al riguardo, lo scorso anno è stata proposta alle Superiori Autorità l’adozione di un provvedimento ad hoc teso a recuperare l’originaria ratio istitutiva dell’indennità prevedendo che detto istituto economico, incrementato rispetto a quello attuale, costituisca l’unico emolumento accessorio da corrispondere al personale, al quale sarà comunque garantito un adeguato recupero psicofisico… in alternativa… resta al vaglio l’elevazione dell’attuale tetto massimo di ore pro-capite di straordinario remunerabile passando dalle attuali 14,5 alle 38 ore”.
“Altro tema”, ha proseguito il generale Farina nel suo intervento, “riguarda il ricorso a specifiche capacità e sistemi della Forza Armata e l’impiego di sofisticati sistemi di sorveglianza ad alta connotazione tecnologica…È il caso della già citata «Terra dei Fuochi» dove, a partire dall’8 marzo u.s., sono operativi due velivoli a pilotaggio remoto – i c.d. mini-droni – che coadiuvano il lavoro delle unità di terra nell’identificazione dei siti di sversamento e nelle attività di ricognizione a premessa dei delicati interventi svolti congiuntamente alle Forze di Polizia”.
Centro di gravità per l’Esercito è il personale e, proprio per questo, il generale Farina ha voluto evidenziare alcune considerazioni sugli aspetti infrastrutturali, “colgo l’occasione anzitutto per sottolineare i numerosi e ineludibili interventi fatti o in corso per migliorare la situazione in atto e per richiamare altresì l’attenzione per dare il più ampio e deciso impulso all’importante progetto – già evidenziato anche nell’ambito dell’audizione conoscitiva dello scorso 20 settembre – che va sotto il nome di “Caserme Verdi”.
Tale piano, su ben più ampia scala e maggiormente risolutivo, consentirebbe difatti di affrontare, in modo concreto, razionale e radicale, la problematica relativa alle condizioni del parco infrastrutturale di Forza Armata”.
Nel concludere il suo intervento, il Capo di SME ha affermato che “al fine di migliorare le condizioni del personale e, di pari passo, ottimizzare l’output operativo di “Strade Sicure”, è indispensabile implementare e sviluppare le iniziative illustrate nell’intervento odierno…”. Tra le principali:
– l’ottimizzazione delle turnazioni del servizio per salvaguardare le primarie esigenze addestrative e operative della Forza Armata;
– la ricerca di un impiego più dinamico tale da rendere più efficace, meno routinario e meno gravoso il contributo dell’Esercito;
– l’adeguamento del trattamento economico;
– l’assegnazione delle risorse necessarie per il miglioramento infrastrutturale e per compensare il continuo logorio dei mezzi e dei materiali.
Foto: Esercito Italiano e Ministero dell’Interno
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