Haftar traballa ma scatena i raid aerei
Dopo aver annunciato l’operazione “Fine del Tradimento”, l’Esercito Nazionale Libico (LNA) del generale Khalifa Haftar ha scatenato una serie attacchi aerei contro Tripoli e dintorni e che non hanno risparmiato un centro di reclusione per migranti illegali nella città di Tajoura anche se le forze di Haftar negano ogni responsabilità e accusano gli avversari di impiegarei migranti come scudi umani a ridosso di obiettivi militari quali i depositi di munizioni.
Centrate alcune aree abitate della capitale (i vertici dell’LNA hanno invitato la popolazione di Tripoli a stare lontana da obiettivi “militari”) e l’aeroporto Mitiga che ospita anche i droni armati turchi Bayraktar TB-2 (e i consiglieri di Ankara) protagonisti a quanto sembra di alcune incursioni che hanno favorito non poco la controffensiva delle truppe misuratine del Governo di Accordo Nazionale (GNA) guidato da Fayez al Sarraj.
Le incursioni aeree su vasta scala dell’aviazione dell’LNA ha preso il via dopo la caduta di Gharyan, cittadina 40 chilometri a sud di Tripoli che fungeva da centro logistico per supportare l’attacco alla capitale.
Secondo fonti di Tripoli ai vecchi Mig si unirebbero droni cinesi Wing Loong (da tempo presenti nella base di al-Khadim, non lontano da Bengasi) gestiti da contractors al soldo degli emiratini ed F-16, caccia in servizio con le aeronautiche di Emirati Arabi Uniti ed Egitto.
Il comandante delle forze aeree, il generale Mohamed al-Manfour, ha affermato che “dopo aver terminato tutti i metodi tradizionali per conquistare la capitale, l’LNA effettuerà bombardamenti duri e decisivi” contro bersagli selezionati, come ha riportato il Libyan Address.
A Mitiga, unico aeroporto agibile a Tripoli, secondo il portavoce dell’LNA i raid hanno distrutto la sala operativa (la stazione di controllo) dei droni turchi, notizia smentita dal GNA.
Intanto le forze del GNA continuano a rafforzare Gharyan temendo che Haftar scateni un contrattacco in forze per riprendere il controllo della località strategica.
La caduta di Gharyan sta cominciando a causare proteste nei territori a ovest della Libia, conquistati dall’LNA. A Sabratha, per esempio, le forze di Haftar hanno dovuto instaurare un coprifuoco notturno nel timore di attacchi a sorpresa da parte delle forze del GNA o della stessa popolazione.
Parte degli abitanti locali pare abbiano percepito la sconfitta a Gharyan come un segnale molto importante di un possibile tracollo militare di Haftar.
Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli
Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.