Rinnovate le missioni militari oltremare
Si è concluso nei giorni scorsi al Senato, con ampio ritardo rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2018, l’iter per l’approvazione del rinnovo delle missioni militari oltremare.
Complessivamente nel 2019 l’Italia spenderà 1,018 miliardi di euro che includono però i fondi alla cooperazione e sviluppo, gli stanziamenti per i servizi di sicurezza a supporto delle missioni, le spese logistiche e assicurative complessive per l’impiego oltremare di poco meno di 6mila militari.
La missione più costosa resta quella in Iraq nell’ambito della Coalizione anti Isis, un migliaio di militari per 166,2 milioni di euro, seguita da quella in Afghanistan (700 militari) con 113,2 milioni più’120 milioni di contributo della Farnesina al sostegno delle forze di sicurezza afghane.
La presenza in Libano con Unifil (1.199 militari) ci costerà 105,12 milioni ma il focus del nostro impegno militare si sta concentrando nelle acque di casa tra la Libia e il Niger.
L’Operazione Mare Sicuro assorbirà 60,12 milioni che includono il supporto della Marina Militare alla Guardia costiera libica, 35 milioni andranno alla missione di supporto e assistenza nel territorio libico (400 uomini schierati a Tripoli e Misurata con 130 mezzi terrestri per l’aiuto richiesto da Serraj) e 6,92 milioni per l’assistenza della Guardia di Finanza alla Guardia costiera libica.
Di fatto, complessivamente, l’impegno in Libia assorbirà 102 milioni di euro che salgono a 125 se si considera anche l’Op. Sophia Eunavformed.
L’Operazione Sophia, ormai composta solo dal quartier generale a Roma e da qualche aereo ed elicottero da quando i nostri partner Ue hanno ritirato le navi preoccupati all’idea di diversi fare carico di eventuali migranti soccorsi, ci costerà nel 2019 ben 23,2 milioni: una spesa del tutto ingiustificata tenuto conto della totale inutilità di questa operazione Ue.
In termini di costi segue la missione Nato in Kosovo (K-FOR) con poco meno di 600 militari e 53,9 milioni di euro. La missione NATO di vigilanza nel Mediterraneo Sea Guardian assorbirà 4,4 milioni, 4,7 milioni la missione bilaterale di cooperazione col Libano che cura l’addestramento delle forze di Beirut, 1,3 milioni saranno destinati all’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (MIADIT), 12,7 milioni alla missione Nato in Turchia dove l’Italia dovrebbe presto ritirare la batteria di missili da difesa aerea SAMP/T dell’Esercito schierata vicino al confine siriano.
Altri 12,2 milioni verranno spesi per partecipare alla sorveglianza navale Nato nell’ area sud, 31,5 milioni per la missione bilaterale di supporto al Niger (MISIN), 1,7 milioni per la missione Ue in Kosovo; 5,9 milioni per la cooperazione con la polizia albanese e nei Balcani; 6,4 milioni per la nostra presenza navale nella forza multinazionale nel Sinai (MFO); 2,38 milioni per la sorveglianza aerea Nato nell’area sud-orientale.
Completano la lista delle spese per le missioni la rinnovata missione Nato di addestramento in Iraq (1,4milioni), l’Operazione Ue antipirateria Atalanta nell’Oceano Indiano (19,8 milioni), la missione addestrativa della Ue in Somalia EUTM Somalia (9,3 milioni) e lo schieramento di forze nazionali in Lettonia in ambito NATO (16,1 milioni).
Foto Difesa.it
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