Sono 6.000 i miliziani dell’ISIS nelle carceri curde in Siria
Sono circa seimila i miliziani ISIS, prigionieri nei campi delle Forze Democratiche Siriane (SDF) nel Nord Est della Siria tra Hasakah e Deir Ezzor. Lo ha confermato la milizia curdo araba siriana assistita dalla Coalizione a guida statunitense.
Circa 5.000 sono membri dello Stato Islamico di origine irachena o siriana. I restanti, invece, provengono da 54 paesi in tutto il mondo. Le forze arabo-curde continuano a chiedere alle nazioni di origine di riprendere i loro foreign fighters.
La maggior parte di queste, però, si rifiutano o prendono tempo mentre i loro cittadini rischiano di essere condannati a morte. L’unica corte che, infatti, sta processando i jihadisti dell’Isis è quella di Baghdad, dove vige ancora la pena capitale.
Peraltro, non sono solo i fondamentalisti IS locali a essere condannati ma anche quelli stranieri che hanno commesso crimini nello Stato mediorientale.
Le SDF continuano periodicamente a trasferire miliziani Isis stranieri prigionieri dalla Siria all’Iraq. L’ultima estradizione è di pochi giorni fa e riguarda circa un centinaio di jihadisti dello Stato Islamico, tra cui alcuni alti leader.
Finora sono stati deportati in tutto oltre 500 fondamentalisti. Questo tipo di operazioni nell’ultimo periodo si sta intensificando nel timore che i miliziani rimasti in Siria possano tentare di liberare i loro compagni attaccando le carceri oppure che questi ultimi tentino sommosse a scopo di fuggire.
Le forze arabo-curde, seppur in crescita, non sono sufficienti truppe per monitorare quotidianamente tutti i prigionieri dell’Isis e allo stesso tempo dare la caccia alle cellule ancora attive tra Raqqa e Deir Ezzor.
Foto AFP e NYT
Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli
Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.