Idlib: le truppe di Assad espugnano Khan Sheykun

Le milizie di Hayat Tahrir al-Sham (qaedisti dell’ex Fronte al-Nusra) asserragliate nella “sacca di Idlib” si sono ritirate la notte scorsa  dalla città strategica di Khan Sheikhoun, nell’ ultima provincia ancora in parte controllata dagli insorti.

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Dopo giorni di duri combattimenti le truppe di Damasco appoggiate dalle forze aeree e terrestri russe, hanno liberato la cittadina caduta in mano ai ribelli nel 2014.   Hayat Tahrir al-Sham (HTS) – ha parlato di “ridislocazione” delle forze ma l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus- Ong con sede a Londra vicina ai ribelli anti-Assad) ha confermato oggi che la città è caduta nelle mani delle forze governative.

Khan Sheykhoun rappresenta da tempo il centro di gravità delle milizie ribelli nel settore di Idlib ed è stata teatro di un supposto attacco con armi chimiche nel 2017, attribuito senza prove a Damasco e che determinò una rappresaglia militare statunitense.

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“I miliziani jihadisti della guarnigione di Khan Sheikhoun stanno fuggendo verso la Turchia” ha riferito il deputato della Duma russa Dmitry Sablin, che avrebbe ricevuto l’informazione da Assad.

Fonti del comando militare siriano sostenevano ieri pomeriggio che le forze di Assad avessero preso il controllo del 60% della cittadina.

La vittoria delle truppe del governo è stata ottenuta a prezzo di durissimi scontri e di pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria delle forze russe e di Damasco (che le fonti dei ribelli hanno accusato di aver provocato vittime soprattutto tra i civili tra i quali secondo l’Ondus vi sarebbero oltre 900 morti dall’aprile scorso nella “sacca di Idlib”). I militari siriani erano penetrati lunedì sera in diversi quartieri della città.

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Khan Sheikhun è la città più grande nel sud della provincia di Idlib e si trova sull’autostrada che collega Damasco ad Aleppo passando da Homs.

Sui social media sono state pubblicate video nei quali si vede la città bersagliata da decine di granate. A detta dell’Osservatorio, nei giorni scorsi a sud di Idlib circa 25mila persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, soprattutto dalle zone di campagna a Nord, dalla città di Idlib e dalle aree più vicine al confine turco.

La Russia ha militari “sul terreno” nella regione siriana di Idlib, dove le forze di Assad stanno avanzando sottraendo terreno ai miliziani dell’opposizione: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dall’ agenzia Interfax.

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“Certamente – ha affermato il capo della diplomazia di Mosca – non stiamo solo seguendo la situazione, inostri militari sono schierati sul terreno”.

Nell’area della battaglia ieri le truppe siriane hanno bloccato un convoglio militare turco che attraversava la Siria nord-occidentale probabilmente per portare rifornimenti alle milizie jihadiste portando di nuovo alle stelle le tensioni tra Damasco e Ankara.

La Turchia infatti afferma che le proprie forze sono state colpite da un attacco aereo, mentre il regime siriano ha accusato le truppe turche di appoggiare i “terroristi” dal momento che le milizie qaediste a Idlib impiegano per lo più armi e veicoli di chiara provenienza turca.

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Ankara sostiene che un attacco aereo ha colpito il suo convoglio, uccidendo tre civili. Il convoglio si è fermato nel villaggio di Maar Hattat sull’autostrada appena a nord di Khan Sheikhun.

La Turchia ha messo in guardia il presidente siriano: il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ha detto che “il regime di Assad deve smettere di giocare con il fuoco”, avvertendo che, se necessario, la Turchia “farà di tutto per proteggere i propri punti di osservazione in Siria, anche se spera di non doverlo fare”.

La presenza militare turca in Siria (così come quelle delle forze militari USA, francesi e britanniche che affiancano le milizie curde) è considerata una “invasione” da Damasco.

Foto Esercito Siriano e AFP

 

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