La Russia svilupperà una “cannoniera volante”?
La Russia starebbe sviluppando una cannoniera volante per il supporto operativo delle forze terrestri nonostante lo scetticismo degli analisti militari nazionali. A riferirlo è stata l’agenzia di stampa TASS citando fonti del settore industriale-militare secondo cui i lavori sarebbero persino iniziati.
Come per l’omologa cannoniera statunitense AC-130 (nella foto d’apertura), variante del C-130 Hercules da trasporto, la versione russa dovrebbe utilizzare l’Antonov An-12 (“Cub” per la NATO) da sempre definito come l’equivalente sovietico dell’Hercules e anch’esso adibito a numerosi ruoli oltre al classico trasporto truppe e materiali; dell’An-12 esistono infatti anche versioni da ricognizione elettronica (ELINT) e persino per impiego come piattaforma da bombardamento.
L’An-12 in versione cannoniera secondo quanto riportato dall’agenzia TASS, dovrebbe adottare un cannone da 57 mm oltre ad alcune armi di calibro minore da 30 mm e lanciagranate automatici. L’idea di realizzare una cannoniera volante in Russia risale in realtà al periodo sovietico, quando negli anni ’30 fu concepita l’idea di armare un bombardiere pesante Tupolev TB-3 con due cannoni da 76 e 45 mm.
Per compensare la loro scarsa precisione le armi erano adattate al lancio di granate idonee a colpire truppe e veicoli leggermente blindati.
Il raggio di tiro dell’arma principale raggiunse i 18 chilometri, cosa che rendeva l’aereo praticamente immune all’artiglieria contraerea, ma nonostante alcuni successi ottenuti durante i test condotti dall’Aeronautica Sovietica il progetto fu immediatamente abbandonato già alla fine degli anni ’30 perché secondo le opinioni avverse, i suoi critici furono in grado di dimostrare che l’uso di razzi non guidati da un aereo era più efficace dell’impiego della cannoniera volante.
Le ragioni effettive per la ripresa di tale progetto non sono state divulgate. Vasily Kashin, esperto analista del settore politico-militare internazionale ha riferito al portale Ain che il nuovo velivolo potrebbe prestarsi ad operazioni contro-insurrezionali (COIN) nel Caucaso settentrionale, in Asia centrale e in Siria.
Tuttavia, un problema evidente nella realizzazione di questo progetto è la mancanza di una piattaforma moderna e adeguata; probabilmente l’ostacolo principale e insormontabile dato che la produzione seriale dell’An-12 (nella foto sopra) si è fermata addirittura negli anni ’70, e anche considerando gli An-12 ancora in servizio nella VKS, l’età delle cellule è effettivamente al limite poiché oramai giunte quasi al momento della loro sostituzione e radiazione.
Il futuro sostituto, l’Ilyushin Il-276 è poco probabile possa essere un potenziale candidato trovandosi ancora nella fase iniziale di sviluppo e dunque ancora lontano dalla produzione seriale prevista non prima del 2025-2027.
Il nuovo Il-76MD-90A infine, è un velivolo troppo grande e pesante per questo speciale ruolo. Ma lo scetticismo di cui parlavamo coinvolge altri analisti militari russi tra cui Dmitry Drozdenko, redattore capo dell’Arsenal Otechestva uno dei principali giornali russi nel settore della Difesa e dell’aviazione militare, secondo cui un velivolo del genere è efficace solo contro nemici privi di armi da difesa aerea, scarsamente armati come gruppi di insorti e simili.
Drodzenko ha citato a tal proposito l’episodio di un AC-130 statunitense abbattuto in Iraq da uno Strela-2 in pieno giorno: gli Spectre infatti operavano solo col favore delle tenebre proprio per ridurre i rischi di essere attaccati con sistemi antiaerei portatili (Manpads) ma l’estrema difficoltà in cui versava un reparto di Marines li convinse che era necessario operare anche in pieno giorno, consapevoli del rischio che correvano.
“Questo episodio – ha dichiarato Drodzenko – suggerisce che la piattaforma è eccellente in termini di efficienza e potenza di fuoco, tuttavia, a causa della mancanza di difese il suo uso contro le truppe regolari moderne a mio parere oggi ha poco senso.” I vertici militari russi non hanno fornito alcun commento in proposito.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.