L’Us Army testa in esercitazioni i Robotic Combat Vehicles

L’US Army ha annunciato di aver chiuso il primo ciclo di esercitazioni con l’utilizzo massivo di Robotic Combat Vehicles (RCV) e si appresta a svolgere le prime esercitazioni con plotoni e compagnie meccanizzare costituite nella quasi totalità di RCV, privi quindi, di equipaggio umano.

L’Esercito Americano ha annunciato infatti, per il tramite del Gen. John F. Murray, Comandante del Army Future Command, di aver svolto nel maggio scorso la prima esercitazione di breaching (sminamento) e attraversamento di ostacoli utilizzando quasi interamente RCV senza la presenza di personale a bordo. L’attività addestrativa, o per meglio dire l’esperimento, è stato condotto presso lo Yakima Training Center di Washington con la partecipazione di unità del 1st Stryker Brigade Combat Team.

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Secondo la rivista americana Defence News, l’obiettivo dell’esercitazione è stato il superamento di un ostacolo composto da campi minati, concertine e profondi fossati. Si è trattato quindi di assaltare una posizione difensiva standard, il cui superamento rappresenta di solito, non solo una delle operazioni tattiche più complesse in termini di comando, controllo e coordinamento di assetti pregiati, quali sono quelli definiti “pionieristici” o di combat engineer, ma è considerata soprattutto una delle operazioni più rischiose dove, di conseguenza, sono previste le più alte perdite umane.

Lo stesso Generale Murray ha affermato che, nonostante la breccia nell’ostacolo avversario non sia stata condotta perfettamente secondo la dottrina in uso, ha comunque portato al superamento dell’ostacolo in circa due ore, compresa la fase di pianificazione.

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L’impiego di mezzi unmanned in un’operazione di breaching, considerando i suoi rischi tattici, ha rappresentato una priorità assoluta per l’Esercito Americano tanto da essere la prima esercitazione in programma da parte dell’Army Future Command con la presenza di RCV.

Il Comando Americano ha però già annunciato quale sarà la prossima: un’esercitazione a livello di plotone meccanizzato di RCV semi-autonomi.

Quest’ultima esercitazione sarà sviluppata su un mese di attività addestrativa presso il poligono di Fort Carson, in Colorado, e vedrà l’impiego di un plotone di RCV armati (4 veicoli) controllati da un veicolo Bradley opportunamente modificato con a bordo la stazione di controllo. Un veicolo meccanizzato quindi, definito con la sigla Mission Enabler Technologies-Demostraters (MET-D) dotato oltre che , dell’equipaggiamento ed armamento di base, anche di camere a 360 gradi ed una stazione di controllo con ampi schermi touchscreen e gamepad.

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Da quest’ultima, gli operatori potranno guidare i rispettivi RCV come se impegnati in una “partita di Call of Duty in rete con gli amici”, solo che tutto quello che faranno fare al loro “uomo di coppia o wingman” robotico sarà reale.

Niente è invece trapelato in merito alla capacità di questi RCV di operare in modalità autonoma, cioè di quanto sarà sviluppata la loro Artificial intelligence (AI). Questo al fine di permettere agli operatori umani di essere rilasciati e muovere appiedati avendo gli RCV in supporto, in modalità autonoma, impegnati in compiti o missioni pre-pianificati.

Come riportato dal Maggiore Cory Wallace, ufficiale americano impegnato nei team di valutazione di questi nuovi sistemi d’arma, la presenza degli RCV non solo ridurrà i rischi per la componente umana dei futuri eserciti, ma espanderà la geometria del campo di battaglia. L’eventuale minaccia infatti, prima di avere il contatto con l’elemento umano, avrà il contatto con i robots, permettendo ai futuri comandanti di avere più tempo e più spazio per osservare, pensare, prendere decisioni ed agire rispetto al passato, per la felicità dei seguaci del famoso Colonnello Boyd dell’USAF.

Lo US Army ha già anticipato che la stessa attività verrà successivamente avviata a livello compagnia entro il 2021.

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Il  successo ottenuto dagli RCV, in queste prime esercitazioni, sembra addirittura aver provocato un rallentamento nel programma americano per il nuovo veicolo meccanizzato per il trasporto truppe, anche definito Next Generation Combat Vehicle (NGCV), per la sostituzione del Bradley come dello Stryker.

Tale prudenza è dovuta espressamente alla valorizzazione delle lesson learned/lesson identified dell’interazione con i RCV. lI futuro veicolo da combattimento dell’US Army dovrà avere, non solo elevate capacità di muoversi e combattere sul terreno, ma le capacità per essere l’ideale piattaforma di Comando e Controllo di veicoli autonomi o semi autonomi delle future formazioni di combattimento.

Lo sviluppo ormai inevitabile di tali sistemi oltre che al cyber warfare, unito alla ricerca del massimo comfort da parte dei nuovi giovani, sempre meno inclini agli sforzi fisici ma sempre più abili invece con tastiere e controllers, stanno spingendo molte Forze Armate a riconsiderare i criteri di selezione del proprio personale, ricercando maggiormente candidati con queste ultime capacità piuttosto che altre.

usmc (Military.com)

Addirittura tra i membri del Corpo dei Marines americani, sempre inflessibile nel mantenere elevati standard fisici, hanno iniziato a farsi strada queste idee “rivoluzionarie”.

Ad avvalorare queste ultime tesi basta pensare che, nelle esercitazioni sopra citate, sono e saranno utilizzati per la guida degli RCV dei controllers del tipo Xbox. Questo per fare in modo che sia il sistema ad adeguarsi all’umano, e alle sue conoscenze e passioni, piuttosto che cercare di addestrare l’umano a nuovi tipi di controllo o sistemi.

Va sicuramente però sottolineato che non mancano i detrattori di questa nuova via intrapresa. Senza andare ad analizzare il discorso filosofico dell’etica guerriera, questi sistemi presentano molte vulnerabilità, su cui ci sarà ancora molto da lavorare. Le comunicazioni, il data link e le vulnerabilità al hackeraggio rappresentano sicuramente le vulnerabilità più critiche, e che di conseguenza dovranno essere maggiormente protette.

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Quanto riportato non riguarda solo gli Stati Uniti, come confermato anche dal Jane’s Defence Weekly, due settimane fa il Ministro della Difesa Russo, Sergey Shoigu, ha annunciato che la Russian Company Uralvagonzadov (UVZ) ha iniziato i primi test su RCV, utilizzando T72 senza equipaggio. E anche se non confermato ufficialmente la Cina da tempo è impegnata nello sviluppo di tali sistemi.

L’adozione dei RCVs nelle organizzazioni militari conferma, ancora una volta, che quella che stiamo vivendo può essere considerata una indiscutibile Revolution on Military Affair (RMA). L’intelligenza artificiale, il cyber warfare, le info ops “estese”, e adesso gli RCV provocano cambiamenti, nei paradigmi militari di inizio secolo, significativi, per non dire terrificanti, e ne fanno nascere dei nuovi.

Quest’ultimi dovranno essere quanto prima studiati e integrati nelle strutture militari di ogni nazione, per non rischiare di rimanere pericolosamente indietro in questa nuova competizione militare mondiale.

Foto: Us Army, Bae Systems, National Robotic Engineering e US Marine Crps

 

Fabio Di FeliceVedi tutti gli articoli

Laureato in Scienze Politiche, nel 2017 ha conseguito un Master in Studi Militari presso l'Università del Corpo dei Marines Americani a Quantico, Virginia. Ex-Ufficiale della Marina Militare e della Brigata Marina San Marco con cui ha svolto missioni internazionali nei Balcani, Iraq, Libano e Afghanistan. Dal 2018 è un Ufficiale nell'Esercito Australiano. Esperto in operazioni anfibie ed analisi dei conflitti, appassionato di storia militare, collabora con riviste militari e di geopolitica.

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