Meno di 9mila militari Usa in Afghanistan dopo l’accordo coi talebani
Il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato che gli Stati Uniti manterranno la loro presenza in Afganistan anche se verrà raggiunto l’accordo con i Talebani per mettere fine a diciotto anni di guerra.
“La presenza in Afganistan va mantenuta – ha detto in un’intervista a Fox News radio- ridurremo il numero in modo sostanziale ma resteremo presenti anche a livello di intelligence”. Il presidente ha spiegato che il contingente verrà ridotto dagli attuali 14/15 mila militari a 8.600 unità.
“Poi vedremo che cosa succede, ma se dovessero attaccarci, la nostra risposta sarebbe forte come prima”. L’ intervento di Trump arriva dopo i molti inviti a non ritirarsi dal fronte afgano.
Due giorni fa a “Fox & friends” era ospite il senatore repubblicano Lindsey Graham che aveva lanciato un avvertimento al presidente: “Tu sarai anche stanco di combattere il radicalismo islamico, ma loro non sono stanchi di combattere te. Ci sarà un altro 11 Settembre se i soldati americani lasceranno l’Afghanistan”.
Il 28 agosto, in una insolita conferenza stampa al Pentagono, il generale Joseph Dunford Jr, capo dello stato maggiore congiunto, aveva bocciato l’ipotesi di un ritiro: “Gli afgani non sono ancora in grado di gestire da soli il livello di violenza che si registra nel Paese. Non userò la parola ritiro ora, direi che faremo in modo che l’Afghanistan non sia un santuario per il terrorismo e tenteremo di portare pace e stabilità nel Paese”.
C’è chi parla di dietro-front rispetto all’ipotesi originale di ritiro completo dall’Afghanistan ma in realtà da tempo era noto che neppure l’accordo coi talebani avrebbe portato a un rimpatrio completo delle forze statunitensi e Nato necessarie al supporto e all’addestramento delle forze di sicurezza di Kabul.
Il vero problema è nei numeri: se già oggi 14 mila soldati statunitensi e qualche migliaio di alleati non sono sufficienti a fornire il necessario appoggio alle truppe afghane è impossibile credere che riescano a farlo forze dimezzate.
Degli 8.600 militari statunitensi quasi la metà avrà compiti di supporto e altri di consulenza e addestramento degli afghani con forze decisamente ridotte assegnate al combattimento. Inoltre con forze ridotte dovranno essere limitate anche le basi operative impiegate.
Gli Usa hanno schierato fino a 100 mila militari (picco massimo nel 2011, prima del ritiro delle forze da combattimento decretato da Obama) cui sui aggiungevano all’epoca 40 mila militari alleati per combattere i Talebani e le altre organizzazioni terroristiche presenti nel Paese.
Sempre il 28 agosto portavoce Talebani hanno confermato che un accordo con gli Stati Uniti è vicino. Le due parti si sono incontrate a Doha per dare gli ultimi ritocchi all’accordo
La Russia, che da tempo ha aperto un dialogo coi Talebani, si è dichiarata pronta a fare da garante di un eventuale accordo di pace come ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.
Sul campo di battaglia intanto la guerra continua. Il 28 agosto Un gruppo di “numerosi” combattenti Talebani hanno ucciso almeno 14 membri di una milizia filo-governativa nell’assalto ad alcuni posti di blocco a Herat (nell’Afghanistan Occidentale dove è basato anche il contingente italiano) seguiti da scontri con l’esercito. Lo ha reso noto Abdul Ahid Walizada, portavoce della polizia locale, aggiungendo che negli attacchi, avvenuti nel quartiere Rubat-e-Sangi della città, sono rimasti feriti diversi civili.
Foto AFP e US DoD
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.