Pyongyang testa altri missili e ferma il dialogo con Seul
La Corea del Nord ha dichiarato ieri di non voler più dialogare con il Sud, definendo una speranza “insensata” la ripresa dei colloqui al termine delle esercitazioni militari congiunte tra Seoul e Stati Uniti. Pyongyang ha annunciato la presa di posizione nello stesso giorno in cui ha avuto luogo il sesto test missilistico in poco più di tre settimane – il settimo dall’inizio dell’anno.
Quasi a voler sottolineare la dura presa di posizione, Pyongyang ha lanciato ieri altri due missili balistici a corto raggio. Partiti dalla costa orientale poco dopo le 8:00 locali, secondo i rilievi dei militari di Seul i vettori sono finiti nelle acque del mar del Giappone dopo aver volato per circa 230 chilometri a un’altitudine fino a 30mila metri e a una velocità massima di Mach 6.1 (circa 7mila chilometri orari).
L’ esame tecnico spiegherà quali nuove armi sono state testate con i lanci di ieri che costituiscono la sesta campagna di test missilistici dal 25 luglio scorso.
Il Comitato nordcoreano per la riunificazione pacifica del Paese ha risposto con durezza al discorso pronunciato ieri dal presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in. In occasione delle commemorazioni per la liberazione della Corea dal dominio giapponese (1910-45), Moon ha promesso che la penisola coreana sarà riunita entro il 2045.
Il presidente ha affermato che l’obiettivo di denuclearizzare la regione attraversa il suo “momento più critico”, poiché i colloqui tra Nord e Sud sembrano bloccati. “Ci aspetta una nuova penisola coreana, che porterà pace e prosperità a sé stessa, nell’Asia orientale e nel mondo”, ha aggiunto.
Attraverso un comunicato pubblicato dalla Korean Central News Agency (Kcna), il regime ha definito Moon “un tipo impudente raro da trovare” e respinto il suo discorso come osservazioni retoriche e “sconsiderate”. “Le autorità sudcoreane – si legge nella nota – riescono a vedere in modo chiaro cosa proviamo ora, ovvero non abbiamo più nulla da discutere né abbiamo alcuna intenzione di sederci di nuovo al tavolo con loro”.
In risposta al comunicato, il ministero dell’Unificazione di Seoul ha affermato che tali critiche nei confronti di Moon “non sono affatto utili” a far progredire le relazioni tra le due Coree ed ha esortato Pyongyang a tornare al tavolo dei negoziati.
“La nostra posizione rimane invariata: il dialogo e la cooperazione intercoreani sono l’unico modo per attuare gli accordi tra le due nazioni; le reciproche posizioni possono essere coordinate a qualsiasi livello attraverso colloqui”, ha affermato il portavoce Kim Eun-han. “Esortiamo il Nord – ha concluso – a rispondere in modo attivo ai nostri sforzi”.
Pyongyang ha di recente affermato che il dialogo intercoreano non riprenderà fin quando Seoul non avrà offerto una “scusa plausibile” per le esercitazioni militari con gli Stati Uniti. Nelle ultime settimane, Pyongyang ha condotto una serie di test missilistici in un’apparente dimostrazione di forza contro tali manovre.
La Corea del Nord si doterà di “capacità militari invincibili che nessuno oserà provocare” ha detto oggi Kim Jong Un, commentando il lancio di altri due missili ieri.
Seul ha sollecitato il Nord a sospendere i lanci, esprimendo preoccupazione per iniziative che potrebbero portare a una nuova escalation delle tensioni militari sulla penisola,
Kim Eun-han, portavoce del ministero dell’Unificazione di Seul, ha espresso “profondo disappunto” per le critiche maturate nonostante la giornata della Liberazione (dall’occupazione giapponese terminata nell’agosto 1945), che è un “giorno di festa” di Nord e Sud.
(con Fonte Asianews, Ansa e AFP)
Foto KCNA
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