Le nuove tensioni tra Turchia e Cipro per i giacimenti concessi a Eni-Total

Con un comunicato del 5 ottobre il nostro Ministero degli Affari Esteri ha dichiarato che “L’Italia è preoccupata per le operazioni illegali condotte dalla nave turca Yavutz nella zona economica esclusiva di Cipro a sud dell’isola. Ribadiamo la nostra richiesta di rispettare i diritti sovrani di Cipro e di astenersi da azioni illegali nell’area”.

 

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A luglio, il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea ha deciso misure politiche per rispondere alle iniziative turche nel Mediterraneo orientale, in piena solidarietà con Cipro. Ha anche deciso di continuare a monitorare la questione. “Con i nostri partner, abbiamo scelto un approccio fermo ma graduale e reversibile per creare le condizioni per una riduzione della tensione nel Mediterraneo orientale. Ci auguriamo sinceramente che questo risultato sia ancora possibile e auspichiamo che la Turchia voglia tornare al più presto a un atteggiamento più costruttivo”.

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Sorprende che la Farnesina affronti con chiarezza un tema così intricato come quello della disputa marittima turco-cipriota per i diritti sulla Zona economica esclusiva (Zee) i cui risvolti sono, giuridicamente parlando, abbastanza sfumati. L’Italia si schiera in sostanza con Cipro, anche perché lo ha già fatto da tempo l’Ue sostenendo che la Zee di Cipro è anche Zee dell’Ue.

Sullo sfondo c’è la questione politica della riunificazione di Cipro e dei diritti finanziari che l’autoproclamata Repubblica Turca Cipro del Nord (RTCN) reclama per le concessioni offshore al largo delle sue coste

I problemi, al riguardo, sono di due ordini. Da un lato, il fatto che la materia dei confini marittimi esula dalle attribuzioni dell’Ue ed è invece di esclusiva competenza degli Stati interessati che, in caso di disputa, devono far ricorso ai mezzi di risoluzione delle controversie, astenendosi dall’uso o minaccia della forza.

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Dall’altro, cautela vorrebbe che gli Stati in pendenza di una disputa, non concedano licenze offshore nelle zone disputate e che le società concessionarie, per parte loro, sospendano l’operatività delle concessioni.

Stante la competenza esclusiva di Turchia e Cipro nelle delimitazioni, ci saremmo perciò aspettati un approccio meno assertivo da parte nostra.

I toni della posizione della Farnesina sono però pienamente giustificati se si considera che l’ENI è parte in causa essendo concessionaria con Total del Block 7 cipriota oggetto di contenzioso, per il quale Ankara ha disposto l’invio della nave da perforazione Yavuz.

Proprio l’Eni l’anno scorso aveva subito l’affronto della minaccia dell’uso della forza  da parte turca nei confronti della Saipem 12000 che l’aveva costretta a lasciare  il Block 3 della Zee cipriota

 

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Confronto tra Zee Cipriota ed ipotetica Zee Turca: in rosso i teorici confini della Zee reclamata da Ankara unilateralmente verso Cipro; in scuro gli attuali limiti di quella cipriota già delimitati con Egitto, Israele e Libano.

 

Ben venga, dunque il monito dell’Italia alla Turchia visto che sono in ballo sia i nostri interessi commerciali sia la nostra credibilità internazionale in termini di capacità di risposta a provocazioni ed affronti.

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A questo punto sarebbe giustificato un dislocamento di nostre Forze navali in funzione di monito preventivo e di eventuale protezione diretta.

Tuttavia, non dimentichiamo che sostenere le ragioni di Cipro sull’area della Zee ad occidente dell’Isola già spartita per accordo con l’Egitto nel 2003 ( ove ricade in parte il Block 7), sarebbe un precedente a noi sfavorevole in contenzioni che ci riguardano da vicino come quello per la Zee con Malta che si trascina, irrisolto, da cinquant’anni.

Se la Turchia non è lo Stato frontista dell’Egitto come Cipro sostiene, allora, nemmeno noi saremmo i frontisti della Libia come invece abbiamo sostenuto anni fa avanti la Corte Internazionale di Giustizia.

Il principio giuridico applicabile è quello del risultato equitativo delle delimitazioni: non vi sarebbe infatti equità se, a fronte di Paesi con una grande massa continentale ed estese coste, ci siano Stati-isola con limitato sviluppo costiero che accampino diritti su una vasta e sproporzionata Zee!

Immagini: Atlante Geopolitico, OIlGasNews, Anadolu e Ansa

 

Ammiraglio in congedo, docente a contratto di "Introduzione geopolitica e diritto internazionale del mare" presso l'Università di Bari. E' autore del "Glossario di Diritto del Mare", RM, 2020 disponibile in https://www.marina.difesa.it/media-cultura/editoria/marivista/Documents/supplementi/Glossario_di_diritto_del_mare_2020.pdf

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