Le virtù del nazionalismo

Dovremo fare una scelta: o un mondo di stati indipendenti, o un rinnovamento dell’ideale dell’impero universale il che significa, inevitabilmente, l’impero americano.

Le virtù del nazionalismo mette a confronto le opzioni che abbiamo di fronte
e suggerisce che, se vogliamo la libertà, dovremo lottare per preservare un mondo di nazioni indipendenti

 

«Un libro destinato a diventare un classico»
John Fonte, National Review

«Il libro di Hazony è fantastico»
Ben Shapiro, The Daily Wire

 

Il 13 novembre è uscito in Italia oper i tipi della Guerini il libro del politologo israeliano Yoram Hazony, dal titolo ‘Le Virtù del Nazionalismo’. Attualissima, controcorrente e destinata a far rumore, l’opera dell’autore ebreo formatosi a Georgetown offre importanti spunti di riflessione spazzando via i luoghi comuni cari al “politicamente corretto” che nell’attuale epoca in cui, in nome del globalismo, spesso viene identificato il nazionalismo come male assoluto, al pari di sovranismo e populismo.

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Un pensiero eterodosso per un libro audace, che, sin dal titolo, sa di ispirare sospetto e finanche avversione. Dall’abbrivio, le pagine si susseguono attualissime, scomode, meditate, controcorrente e, in

definitiva, necessarie, anche per chi si troverà in disaccordo con l’autore. Non ci sono infingimenti né sconti, risaltando così la forza di un ragionamento pacato eppur stringente.

Il Nazionalismo, che per l’autore coincide con l’autodeterminazione dei popoli e con un mondo di nazioni libere e indipendenti, si oppone all’Imperialismo, cioè a qualsivoglia forma di governo che voglia unire l’umanità sotto l’egida di un unico regime politico.

Imperialista, per Hazony, fu, specie dal 1989 a oggi, la politica degli Stati Uniti d’America che, sino a tempi recenti, hanno cercato di imporre una pax americana, ricalcando il modello imperiale della pax romana. Ma
imperialista sarebbe pure l’Unione Europea, rispetto alle singole nazioni membro.
Dalla Bibbia a Locke e alla dottrina liberale, dal pensiero ebraico al protestantesimo, dal Sacro Romano Impero alla nostra controversa e travagliata attualità: una rilettura puntuale e originale dello stallo contemporaneo a cui è giunto il sistema simbolico ed economico-politico occidentale.
La stampa in lingua inglese, da una parte all’altra dell’Atlantico, seguita a parlarne, tra resistenze ed entusiasmi, ivi incluso il premio di Conservative Book per il 2019.  Una lettura che non può essere elusa, soprattutto in Italia dove in nome dell’Europa e de globalismo si vanno perdendo (e svendendo) fette rilevanti di sovranità e interessi nazionali.

Yoram Hazony è uno dei più vivaci pensatori israeliani contemporanei: filosofo, teorico politico e biblista. Presidente del The Herzl Institute di Gerusalemme, una delle più interessanti nuove istituzioni accademiche israeliane, fondò alcuni anni fa, nel 1994, il prestigioso Shalem Center, un avanzato centro di ricerca e di promozione degli studi umanistici, cercando di integrare tradizione e modernità. Ebreo osservante e sionista, formatosi presso le più insigni università israeliane e statunitensi, è noto in Israele, negli Stati Uniti e nel Commonwealth per i suoi originali contributi agli studi biblici e politici.

Anno: 2019 | Pagine: 336 | Collana: (SMA) | Edizione: Guerini e Associati

ISBN: 9788862507707

 

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