Cesare Amé e i suoi agenti. L’intelligence italiana nella Seconda guerra mondiale
Prefazione
Spie, segreti, avventure, imprese militari, sabotaggi, sconfitte evitate, ambasciate straniere, telegrammi, cifrari, stazioni radio in territorio nemico Nel libro che state per leggere c’è tutto questo. E anche molto altro.
Gabriele Bagnoli ha voluto infatti raccontare una pagina di storia d’Italia piuttosto poco conosciuta. Avvolta nel mistero insomma. Una definizione quanto mai appropriata, visto che il protagonista – o meglio, i protagonisti – sono Cesare Amé e gli uomini che, ai suoi ordini, hanno operato in qualità di agenti dell’intelligence tricolore su tutti i fronti in cui le truppe del nostro Paese hanno dato prova di sé nel corso del Secondo conflitto mondiale.
Uomini coraggiosi che, guidati da un Generale tanto astuto quanto lungimirante, si sono resi attori degni delle migliori spy stories.
Eppure le loro vicende non sono il frutto della mente geniale di qualche romanziere. Sono storie vere di rischi corsi, scommesse vinte, battaglie perse. E in alcuni casi anche di sangue versato. E di decorazioni al Valore più che meritate.
L’autore di Cesare Amé e i suoi agenti ha letto, ricercato e studiato una immensa mole di documenti e materiale. Che ha riordinato e sintetizzato seguendo un ordine sia geografico sia cronologico: le storie delle spie italiane, infatti, sono raccolte per scenario di operazioni e per data.
L’intenzione di Gabriele Bagnoli, in tutta evidenza, è quella di fornire al lettore la possibilità di avvicinarsi a questi uomini i cui nomi non sono stati quasi mai sotto la luce dei riflettori. Anche se ne avrebbero avuto, storicamente, militarmente ed eticamente parlando, tutti i diritti.
Concludo questa brevissima prefazione con un’ultima riflessione che vuole essere anche un suggerimento ai lettori più attenti: grazie a questo volume verrete forse per la prima volta a conoscenza di nomi che non avevate ancora incontrato sui libri di storia. Se le azioni di cui sono stati protagonisti vi hanno incuriosito, approfondite. In questo modo Gabriele Bagnoli e la Collana Giganti di Idrovolante edizioni avranno raggiunto il loro scopo. Che è quello di diffondere ritratti di grandi italiani. E voi avrete ampliato le vostre conoscenze, magari traendo da questi Esempi qualche indicazione e spunto di crescita personale. Il che, in tempi piatti e agnostici come questi, non guasta mai.
Cosa è rimasto del SIM?
Terminata la guerra cosa restò del Servi- zio Informazioni Militare, dei suoi uomini e del Generale Cesare Amé che lo aveva mirabilmente guidato? Soprattutto l’aver creato, nella storia d’Italia, una prima intelligence radicata e strutturata, che si prefiggeva compiti e scopi precisi. Spesso accusati
ingiustamente delle sconfitte per non aver raccolto quante più informazioni possibili sull’attività del nemico, quasi mai gli agenti del SIM si videro conferiti riconoscimenti e ringraziamenti per le vittorie sul campo. Amé e i suoi uomini dunque, parafrasando il testo sui servizi segreti italiani di Andrea Vento, nel corso del secondo conflitto mondiale soffrirono e gioirono in silenzio delle sconfitte e delle vittorie, dietro le quinte della macchina da presa della politica, delle sciabole lucenti dei generali e delle parate roboanti sui Fori Imperiali. Un’opera, quella del Servizio Informazioni Militare nel corso della Seconda Guerra Mondiale, che la storiografia italiana fino ad ora non ha ancora mai analizzato a fondo.
Sono ancora pochi, infatti, gli autori che, con i loro scritti, hanno tentato di colmare questo vuoto. Tra loro sicuramente Carlo De Risio, uno dei primi in Italia a trattare l’argomento in questione. Nel suo Generali, Servizi Segreti e Fascismo, l’autore ricorda che “sull’attività del SIM, prima organo informativo dell’Esercito, poi del Comando Supremo, l’unica fonte è costituita dal libro del Generale Cesare Amé, Capo del Servizio dal 20 settembre 1940 al 18 agosto 1943; una trattazione stringata che risale al 1954, quando l’eco degli avvenimenti bellici non si era ancora spenta, inducendo l’autore a molta cautela nell’illustrare fatti ed eventi, complessi e riservati, il cui ricordo era vivo e palpitante”. Eppure, come si è tentato di raccontare in queste pagine, il SIM tra il 10 giugno 1940 e l’8 settembre 1943 (e non solo) scrisse pagine esaltanti e per certi tratti avventurose. Che meriterebbero senz’altro di essere approfondite.
Pagine da cui molto probabilmente in altri Paesi del mondo sarebbero state tratte addirittura pellicole cinematografiche e/o romanzi di successo. Il Maggiore Manfredi Talamo, il Capitano Francesco De Martini, il Tenente Colonnello Fettarappa Sandri e i loro uomini – solo per citare qualche nome – portarono infatti a termine azioni segrete che sembrano, oggi, uscite dalla penna di Jan Fleming.
Vinicio Araldi nel 1969 così scriveva in Guerra segreta in tempo di pace. Spionaggio e controspionaggio: “I nostri servizi di sicurezza, nati praticamente con lo Stato, sono stati considerati sempre tra i più efficienti. Raramente le loro gesta sono arrivate fino alla cronaca dei giornali e que- sto non certo per la loro inerzia, ma per la discrezione che ne ha circondato le gesta e per la quasi assoluta mancanza, nella loro storia, di clamorosi smacchi. Ciò anche in periodi, come quello bellico, nei quali l’attività istituzionale si è rivelata particolarmente impegnativa e si è svolta in condizioni di marcato svantaggio rispetto a quella di potenze tanto più forti e ricche”.
Noi Italiani, purtroppo, abbiamo la memoria corta e tendiamo a dimenticarci, a scordarci, della nostra storia e di coloro che fecero grande questa nostra Italia. Gli uomini guidati dal Generale Cesare Amé operarono e agirono nell’ombra e, spesso, nell’ombra sono rimasti. Abbiamo cercato di raccontarli, di narrare le loro storie e le loro avventure oltre le linee nemiche o tra i vicoli di Roma dove avevano sede le ambasciate straniere e nelle zone più remote del pianeta, passando dal Medio Oriente e arrivando fino a Shangai. Molti furono coloro che restarono uccisi e che vennero fatti prigionieri. Tanti altri assistettero impotenti alla sconfitta dell’Italia nel conflitto.
Come concludere queste pagine a loro dedicate? Con quante ebbe a dire John Kennedy quando, da Presidente degli Stati Uniti d’America, si rivolse agli uomini dei servizi segreti: “la vostra è una sorte ingrata, perché i vostri successi sono destinati a passare sotto silenzio, mentre i vostri smacchi saranno sbandierati su tutti i giornali del mondo”.
- Editore: Idrovolante
- Data di Pubblicazione: maggio 2019
- EAN: 9788899564360
- ISBN: 8899564361
- Formato: brossura
- Euro 15
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