Dopo Siria e Afghanistan, Trump vuole ritirare le truppe anche dal Sahel
Il Pentagono sta valutando il ritiro delle truppe Usa dall’ Africa occidentale. Lo sostiene il New York Times precisando che il piano rientra nella revisione del dispiegamento di tutti i militari americani all’ estero, circa 200.000 effettivi.
Per quanto riguarda l’Africa Command le forze statunitensi dovrebbero ritirarsi dalla base di Agadez in Niger (nella foto sotto), impiegata dai velivoli teleguidati Reaper e divenuta operativa quest’anno dopo una spesa di oltre 114 milioni di dollari oltre a rinunciare al supporto ai militari francesi che combattono in Mali, Ciad, Niger e Burkina Faso nell’ambito dell’Operazione Barkhane.
Il supporto strategico e logistico alle forze di Parigi costa agli Stati Uniti circa 45 milioni di dollari annui con l’impiego di aerei da trasporto strategico e da rifornimento in volo.
Gli Stati Uniti schierano attualmente tra 6.000 e 7.000 militari in Africa più alcune centinaia di contractors che cooperano con intelligence e forze speciali soprattutto nella regione sub-sahariana e nel Corno d’Africa.
Il disimpegno di Washington ridurrà anche l’0assistebnza alle forze militari dei paesi del Sahel che fronteggiano una pesante offensiva jihadista come il Niger, il Mali e il Burkina Faso.
L’ultimo attacco, dopo quello che l’11 dicembre in Niger ha visto la morte di oltre 7’0 militari, si è verificato in Burkina Faso la vigilia di Natale con un’imboscata tesa ad Hallele, nella provincia di Soum nel nord del Paese africano, a una pattuglia dell’esercito di Ouagadougou (nella foto sotto).
Almeno 10 i soldati uccisi mentre nella stessa area i jihadisti hanno attaccato un campo militare uccidendo 35 persone, per lo più civili, tra cui 31 donne. Dopo l’Africa Occidentale, per la quale una decisione definitiva è attesa in gennaio, il Pentagono valuterà la riduzione della presenza militare anche in America Latina.
Il New York Times segnala inoltre come il segretario alla Difesa Mark Esper stia considerando anche una forte riduzione della presenza militare in Medio Oriente, dimezzando i circa 5mila militari oggi in Iraq e richiamando circa 4.000 dei 12.000 militari attualmente presenti in Afghanistan dove il contingente assegnato alle operazioni Resolute Support (NATO di addestramento e supporto alle forze di Kabul) e Freedom Sentinel (esclusivamente americana di contrasto al terrorismo islamista) sembra abbia visto ridursi in un anno gli effettivi di circa 2mila unità.
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