Radiati a fine anno gli ultimi Mig 27 dell’Aeronautica Indiana

L’Indian Air Force (IAF) ha preso una decisione definitiva di radiare entro dicembre i rimanenti cacciabombardieri MiG-27 “Flogger-D/J”, concludendo così un ciclo operativo durato ben 38 anni e lasciando all’Aeronautica Militare del Kazakistan l’onore di essere l’ultimo operatore del velivolo di progettazione sovietica.

L’ultima unità di MiG-27 della IAF, il 29° Squadron “Scorpion” con sede a Jodhpur nel Rajasthan chiuderà definitivamente un’epoca giorno 27 dicembre mentre altri due squadroni indiani hanno già dismesso i propri MiG-27 nel 2016 e agli inizi del 2017.

Il MiG-27 è una variante da attacco al suolo e interdizione del MiG-23 progettato dall’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda ed è entrato in servizio con l’allora Aeronautica Sovietica nei primi anni ’70. L’IAF ha ottenuto l’aereo un decennio dopo, nel 1981, costruendone circa 130 esemplari su licenza – denominati “Bahadur” (valoroso) – attraverso la Hindustan Aeronautics.

Negli anni ‘70 era un velivolo all’avanguardia e letale ma al contempo particolarmente complesso da pilotare (e secondo alcuni ufficiali americani anche estremamente veloce a bassa quota e dunque altamente pericoloso per la scarsa affidabilità del suo unico propulsore).

Ampiamente utilizzato in URSS, dove fu impiegato nel conflitto afgano, il MiG-27 fu esportato anche in India e nello Sri Lanka (dove operò in alcuni conflitti locali contro le Tigri di Tamil).

In azione con l’IAF invece, il MiG-27 si è distinto nel 1999 durante l’operazione Safed Sagar contro le truppe pakistane e le forze irregolari nel Kashmir nella breve ma sanguinosa guerra del Kargil: in quel contesto i Flogger bombardarono principalmente le linee di rifornimento nelle montagne con l’obiettivo, secondo alcuni rapporti interni, di provocare frane e valanghe.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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