Tunisi nega il transito per la Libia alle truppe turche ma compra blindati da Ankara

La Tunisia “rifiuta in modo categorico qualsiasi interferenza straniera in Libia” e nega il passaggio sul suo territorio alle forze militari turche dirette in Lobia a sostenere il governo di accordo nazionale (GNA) del premier Fayez al-Sarraj

Lo ha dichiarato il 7 gennaio la consigliera per i media della presidenza tunisina, Rachida Ennaifar, in intervista alla radio Mosaique Fm.

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La risposta del presidente tunisino Kais Saied al presidente turco Recep Tayyip Erdogan di poter utilizzare il territorio tunisino per far transitare truppe perla Libia, in occasione della visita del 25 dicembre “è stata chiara”.

“La sovranità anche di un solo centimetro del territorio tunisino non può essere sottoposta ad alcuna trattativa”, ha detto Ennaifer.

La Tunisia resta però un buon cliente per l’industria della Difesa turca. Il ministero dell’Interno di Tunisi ha ordinato alla società BMC la fornitura di 9 veicoli blindati MRAP (Mine Resistant Ambush Protected) Vuran.

È probabile che questi veicoli, protetti contro ordigni improvvisati (IED) e mine,  equipaggino l’Unità speciale della Guardia Nazionale, che utilizza già MRAP turchi Otokar Cobra 2 e italiani IVECO Lince.
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Il veicolo 4×4 Vuran  è entrato in servizio nel 2019 con l’esercito Turco ed è già stato testato in battaglia in Siria, Iraq e recentemente in Libia con le milizie del GNA (nella foto a lato un esemplare distrutto dalle forze dell’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar).

La Tunisia impiega già presso le forze armate e di sicurezza una vasta gamma di veicoli militari blindati turchi come i Kirpi, i Cobra 2, Eldjer Yalcin e ora i Vuran nell’ambito degli aiuti e delle linee di credito che Tunisi ha ottenuto dalla Turchia per combattere il terrorismo.

La Tunisia ha adottato tutte le misure per prepararsi a qualsiasi eventualità sul confine con la Libia, in particolare con lo spiegamento di unità di sicurezza e dell’esercito lungo la costa e sul confine orientale del paese.

Lo ha riferito l’8 gennaio a Sousse il ministro dell’Interno tunisino Hichem Fourati, sottolineando che “le unità di sicurezza installate durante tutto l’anno sulle frontiere terrestri e marittime stanno lavorando per far fronte alle possibili ripercussioni della crisi libica, a seguito dell’ aumento delle tensioni nel paese vicino”.

 

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