Il Concetto Strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa
Analisi Difesa pubblica la Prefazione del Concetto Strategico recentemente stilato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli.
Qui sotto troverete la Prefazione mentre il testo completo è leggibile a questo link del sito Difesa.it
Prefazione
Viviamo un momento storico particolarmente complesso in cui, oltre alle vecchie minacce che cambiano volto ma non la pericolosità, molte altre si delineano all’orizzonte. A queste si aggiungono nuove sfide in diversi settori mentre cambiamenti sociali, culturali ed economici hanno ripercussioni dirette ed immediate anche sull’organizzazione militare.
Ho ritenuto necessario quindi fare il punto sul contesto di sicurezza attuale e sulle sue prospettive future, per fornire le indicazioni necessarie affinché lo strumento militare possa evolvere in modo armonico e sostenibile verso un sistema realmente resiliente, all’avanguardia e capace di anticipare e fronteggiare le sfide che ci attendono.
L’attuale sistema della Difesa si è reso progressivamente sempre meno efficace, sia sotto il profilo delle capacità operative esprimibili, sia in riferimento al suo ruolo di strumento di politica estera e di volano economico per lo specifico settore industriale che ha, peraltro, una strategica ricaduta tecnologica ed occupazionale a livello nazionale. Ciò, come ben noto, trova origine principalmente nella scarsità delle risorse del bilancio dello Stato assegnate nel tempo alla Difesa e, in particolare, quelle per il funzionamento e per l’ammodernamento dello strumento militare. Aree interessate nell’ultimo decennio da un ricorrente e consistente ipo-finanziamento.
Il risultato è una costante e preoccupante perdita di efficienza sistemica e rilevanza complessiva, proprio ora, quando grandi e medie potenze stanno riprendendo marcate dinamiche di competizione strategica, attori regionali assumono atteggiamenti spregiudicati e il terrorismo transnazionale permane persistente e multiforme.
A questo va aggiunto che la società civile ed il mondo militare affrontano nuove sfide associate alla forte spinta evolutiva dettata dall’esigenza di costante innovazione incrementale, dalla digitalizzazione e dall’ingresso nella società civile di nuove tecnologie pervasive, le cui derive illegali hanno forti impatti sui protocolli di sicurezza e di difesa, tanto a livello nazionale quanto nella comunità internazionale.
Noi, uomini e donne in uniforme, dobbiamo dunque fare delle scelte, razionali e condivise, che consentano all’insieme delle nostre Forze Armate di superare il momento contingente, di dotarsi di capacità di risposta superiori rispetto alle attuali e necessariamente di proiettarsi verso il futuro, rigenerate, rinvigorite ed unitariamente integrate.
Tale cambiamento, veicolato con un’ambiziosa e rigorosa agenda programmatica, può avvenire solo attraverso la condivisione corale dei valori identitari profondi della natura militare, degli obiettivi politico-militari, strategici e operativi che guidano l’azione collettiva, e delle strategie di evoluzione e integrazione necessarie alla sopravvivenza ed al successo della nostra organizzazione.
Il “concetto strategico” che segue presenta l’analisi del contesto di sicurezza e fornisce i miei indirizzi generali sui modelli organizzativi e di sviluppo capacitivo necessari per il prossimo futuro, delineando al contempo un rinnovato concetto di impiego dello strumento militare che considero più efficace e di maggiore utilità e di ritorno anche politico per il nostro Paese.
A questa impostazione ho voluto associare una disamina di quelli che ritengo siano i pilastri dell’evoluzione organizzativa delle Forze Armate: il personale, i valori, la mentalità, la coesione e l’operatività, la cultura organizzativa e il concetto di sostenibilità. Si tratta di elementi chiave che costituiscono la base e la forza della nostra Istituzione, leve indispensabili per governare il cambiamento che ci attende, preservando la nostra identità.
Nella convinzione che nulla di concreto possa realizzarsi in assenza di condivisione, di massa critica, soprattutto intellettuale, ovvero della partecipazione consapevole, coerente e convinta del personale al cambiamento, i concetti di seguito espressi vorranno auspicabilmente far parte dell’intimo bagaglio professionale di ognuno ed essere tenuti in considerazione da tutti. Un “codice morale” che fornisca i principi per creare e rafforzare quella sostanziale disciplina interiore che, spontaneamente accettata, induce al dovere consapevole.
È opportuno predisporsi al futuro con un impegno individuale teso ad abbracciare con convinzione il cambiamento che comunque avanza, a scardinare abitudini antiquate, a guardare al divenire con mente aperta e proattiva, piuttosto che lottare per un presente che appare già remoto.
Per fare ciò, è indispensabile che l’agire individuale sia fedele all’obiettivo condiviso e scevro da condizionamenti o logiche di parte, ispirato da fiducia verso l’Istituzione e verso gli uomini e le donne che ricoprono incarichi di responsabilità.
Ancor di più, a fronte di una rinnovata sensibilità politica verso le problematiche di sicurezza e difesa, dobbiamo saper superare la nostra incapacità di rappresentare pienamente al Paese il perché di scelte gravose ma doverose e, con la forza interiore che deriva dalla fermezza morale e dall’onestà intellettuale, dobbiamo saperle spiegare e motivare con logiche che siano in linea con i valori, gli ideali, la cultura, le aspirazioni e gli interessi propri dell’Italia.
Queste sono le sfide che ci aspettano. Queste sono le sfide che dobbiamo vincere, tutti insieme, più coesi che mai, per realizzare l’attesa efficienza sistemica ed una più elevata rilevanza complessiva del sistema difesa e dell’Italia quale produttore e contributore di difesa, sicurezza e stabilità internazionale.
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