Le forze aeree russe riceveranno 100 velivoli nel 2020

Le forze aerospaziali russe riceveranno nell’anno in corso circa 100 velivoli nuovi o ammodernati, come ha riferito lo scorso mese il Ministero della Difesa. Secondo le dichiarazioni rese dai vari costruttori il 2020 sarà infatti un anno particolarmente attivo.

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Riguardo il caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57 ad esempio, nelle parole dell’Amministratore Delegato di Rostech Sergey Chemezov, si viene a conoscenza che il 2020 sarà l’anno delle prime consegne alla VKS (o Forza Aerospaziale russa); un impegno particolarmente intenso da parte dell’industria, UAC e il bureau Sukhoi che deve fornire 76 Su-57 entro il 2028, ma al contempo accelerare la messa in opera del nuovo propulsore “Izdeliye 30” realizzato dalla Saturn NPO. Uno step che costituirebbe un notevole salto di qualità per l’intero progetto.

Nel 2020 inizierà la produzione della versione aggiornata del cacciabombardiere Sukhoi Su-34 a cui è stato assegnato l’indice di NVO (“nuove funzionalità” in russo) e il cui contratto dovrebbe essere firmato a breve poiché sembra sia già stata emessa la lista di parametri essenziali quali i numeri di esemplari da realizzare e i relativi tempi di consegna).

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Oltre all’avionica, alle armi e alle attrezzature di guerra elettronica aggiornate saranno installate dei pod da ricognizione specifici (di cui Analisi Difesa ha riferito alla fine del 2018) e sviluppati in tre varianti: UKR-RT (ELINT), UKR-OE (con sensori optoelettronici) e UKR-RL (radar) in grado secondo i costruttori di rilevare emissioni radar, segnali radio e persino comunicazioni tra telefoni cellulari a centinaia di chilometri di distanza.

Il 2020 vedrà molto probabilmente anche il lancio della produzione in serie dei primi elicotteri Kamov Ka-62, un progetto giunto già al completamento dei test aziendali sul terzo prototipo; un elicottero che in realtà sta affrontando un evidente dilatamento dei tempi nella messa in opera e sviluppo ma che potrebbe trovare un discreto interesse nel mercato militare e parastatale oltre che nel settore off-shore.

A proposito di elicotteri e del gruppo Kamov, il 2020 sarà l’anno della firma di un contratto per oltre 100 nuovi elicotteri Kamov Ka-52 sviluppati nella una nuova versione denominata Ka-52M; una variante che prevede numerose modifiche implementate a seguito del conflitto siriano e da consegnarsi entro il 2027.

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Secondo il Vice Ministro della Difesa Alexei Krivoruchko i lavori in corso per la modernizzazione procedono speditamente ma gli stessi saranno completati a partire dal 2022.

Circa i progetti futuri della Difesa russa è bene citare anche il futuro bombardiere PAK-DA, un velivolo che nelle intenzioni dovrebbe adottare tecnologie stealth e che sarebbe in grado di rimanere in volo fino a 30 ore: secondo fonti aziendali del costruttore Tupolev alcuni elementi del primo prototipo sarebbero già in corso di realizzazione considerando che il primo volo è previsto a partire dal 2025 e l’ingresso in servizio nel 2027; un arrivo che consentirà la radiazione dei longevi Tu-95 (dopo ben 75 anni dal primo volo), e al contempo permetterà un’integrazione con i Tu-22M3M e i Tu-160M2.

 

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Quanto al Tu-95MS è bene riferire che saranno ben sei gli esemplari rimodernati consegnati nel 2020 alla VKS; mentre per l’ultima variante del Tu-160 (denominata Tu-160M2) è molto probabile che questo possa essere l’anno del primo volo considerando che la costruzione è stata avviata nel 2019 e la consegna del primo esemplare è prevista per la fine del 2021.

Menzione a parte invece per due progetti per l’industria civile: il primo programma (a cui partecipa anche il bureau MiG attraverso l’assemblaggio finale presso lo stabilimento di Lukhovitsy) è l’Ilyushin Il-114-300, il cui volo inaugurale dovrebbe avvenire proprio nel 2020 e la cui prima cellula assemblata è stata presentata lo scorso 29 dicembre presso l’istituto di ricerca di volo intitolato a M.M. Gromov a Zhukovsky.

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Si tratta di un velivolo realizzato sulla base dell’Il-114 che effettuò il primo volo il 29 marzo del 1990 e che, come molti programmi aeronautici colpiti dalla crisi dell’impero sovietico, dovette arrestarsi dopo una produzione in serie (che avveniva a Tashkent, in Uzbekistan) di una ventina di esemplari.

Il programma di ammodernamento e ripresa della costruzione in serie di questo regional e contestuale trasferimento della sua produzione in Russia fu avviato nel 2014 su ordine del Presidente Putin (come trattato a suo tempo da Analisi Difesa), allo scopo di fornire al mercato del trasporto aereo nazionale un velivolo moderno della classe da 52-64 posti con un carico utile fino a 7 t e consentire così la sostituzione dei più anziani Antonov An-24.

Nel biennio 2022-2023 la società UAC prevede di concludere le certificazioni e iniziare a produrre 12 aeromobili all’anno con un primo obiettivo di vendita alle compagnie aeree nazionali, ma in un futuro a breve termine con un occhio di riguardo per il mercato estero considerando che, secondo i dati forniti dal costruttore, rispetto al pari classe franco-italiano ATR-72 (che ha una portata massima di volo di 3600 km senza rifornimento), l’Il-114-300 raggiungerebbe i 5000 km con un evidente consumo di carburante dei suoi turboelica Klimov TV7-117 nettamente inferiore.

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L’altro progetto è il wide-body Ilyushin Il-96-400M che secondo il capo di UAC Yuri Slyusar dovrebbe anch’esso effettuare il primo volo nel 2020 (o al massimo ai primi mesi del 2021): variante dell’Il-96, l’Il-96-400M è la versione passeggeri del velivolo da carico Il-96-400T dotata di motori PS-90A1. La sua fusoliera è di 9,65 m più lunga dell’attuale variante Il-96-300 civile e la capienza prevista è di 390 passeggeri. Nel 2017, il governo russo ha finanziato il suo sviluppo con un finanziamento di 57,4 milioni di dollari. Mentre scriviamo l’ufficio stampa della UAC comunica che il primo prototipo di volo è stato consegnato all’officina di assemblaggio finale; prossimo passo l’installazione dei sistemi di controllo e l’installazione degli interni.

A proposito di Ilyushin, non dimentichiamo infine l’aereo da trasporto militare leggero Il-112V, dove il terzo e quarto esemplare sottoposti ad una vera e propria dieta dimagrante potrebbero volare proprio nel 2020 considerando che la produzione in serie è prevista per il 2022 (e con la realizzazione programmata di non meno di 10 esemplari l’anno).

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Infine, sempre in tema di Ilyushin, nel 2020 è prevista la consegna di otto nuovi aerei da trasporto Il-76MD-90A poiché nel 2019 sono state consegnati solo tre esemplari dei cinque previsti da contratto siglato nel 2012 per 39 velivoli, evidenziando alcune problematiche logistiche interne della società Aviastar-SP.

L’obiettivo è quello di accelerare attraverso un graduale e costante ammodernamento delle linee di produzione, una prassi recepita da buona parte delle aziende aerospaziali russe che devono essere così in grado di soddisfare gli ordini interni ed eventualmente anche a quelli esteri e colmare così l’impellente necessità di provvedere alla sostituzione delle categorie di macchine che nella Forza Aerospaziale russa sono estremamente carenti. Come i velivoli da trasporto, considerando ancora la cospicua flotta di aerei Antonov di vecchia generazione ancora presenti e le aerocisterne attualmente presenti in soli 19 esemplari, un numero esiguo per la dimensione e le ambizioni della stessa VKS.

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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