Fincantieri presenta il bilancio e punta a potenziare il settore militare

“Con le eccellenti prestazioni di Fincantieri SpA e Vard in fase di massiccia ristrutturazione” dopo il delisting con le sue perdite riflesse nel 2019, “oggi la nostra posizione finanziaria è sana e solida”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, durante la conference call con gli analisti all’indomani dell’approvazione del bilancio consolidato 2019, sottolineando che “Vard non sarà un problema nel futuro”.

 

I numeri del Bilancio

Ricavi per 4,3 miliardi euro (3,9 nel 2018), ebitda a 489 milioni (474), ebitda margin 11,3% (11,9% l’anno precedente) e Utile per 151 mln (218), a netto della svalutazione della partecipazione in Vard per 50 mln e degli oneri straordinari per amianto di 40 milioni). Sono questi i dati principali del Bilancio 2019 di Fincantieri Spa (qui tutti i dettagli), approvato dal CdA.

Il bilancio consolidato di gruppo, invece, chiude con risultato negativo per 148 milioni di euro (69 in attivo nel 2018), a causa della prevista performance negativa di Vard (per la quale è stato implementato un piano di ristrutturazione a valle del delisting a fine 2018) con ordini acquisiti per 8,7 miliardi di euro per 28 unità di cui 13 cruise.

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Il Gruppo ha chiuso un bilancio con ottimi risultati: ricavi record per 5,8 miliardi (+8,0% rispetto al 2018), ebitda a 320 milioni (421) con ebitda margin del 5,5% (7,8%).

Il risultato adjusted è negativo per 71 milioni (114 in attivo nel 2018). Ne discende un risultato d’esercizio negativo per 148 milioni. L’indebitamento finanziario netto è di 736 milioni mentre il carico di lavoro complessivo di Fincantieri è di 109 navi e 32,7 miliardi pari a quasi 6 volte i ricavi.

Nel 2019 sono state consegnate 26 unità da 12 stabilimenti, tra cui 4 navi da crociera, 4 unità expedition cruise e 3 navi militari, e varate 3 unità per la Marina Militare Italiana. Sono stati inoltre creati in Italia oltre 550 posti di lavoro direttamente e 2.650 nell’indotto.

 

Guardare oltre l’emergenza

Riferendosi all’emergenza coronavirus e al suo impatto sulla salute ed economia globale, Bono ha assicurato che “siamo pronti a uscire da questa crisi più forti che mai, così come abbiamo fatto in passato. Il settore crocieristico è uno dei più colpiti” dall’emergenza, “stiamo mettendo in campo tutte le azioni per preservare il carico di lavoro.

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“Il lavoro sarà il driver per la ripresa economica. Dobbiamo combattere per preservarlo”. Rispondendo alle domande degli analisti, Bono ha quindi precisato che in caso di cancellazioni di ordini “abbiamo tutte le garanzie, ma la priorità e l’impegno del gruppo è sulla cura dei clienti e dei partner strategici. In questo momento – ha osservato – le società armatrici hanno le loro navi ferme e non hanno ricavi. Quindi lavoreremo con loro per mettere in campo le azioni necessarie per mitigare l’impatto della crisi”.

Il ritorno alla normalità “dipenderà dall’evoluzione della pandemia. Dobbiamo seguire le indicazioni delle autorità” ha detto l’ad di Fincantieri precisando che, considerando che molti componenti arrivano dall’estero, “confidiamo che entro un mese potremo tornare alla normalità”.

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Al termine della crisi per il Coronavirus, “ancora una volta Fincantieri metterà a disposizione le proprie competenze e le proprie risorse per contribuire, nel più breve tempo possibile, alla creazione del nuovo modello di sviluppo economico nazionale”.

“La nostra società, uno dei punti di riferimento e dei capisaldi del tessuto industriale italiano, ha il dovere morale di svolgere un ruolo da protagonista, accanto al Governo, per supportare la ripresa del Paese, contribuendo a trainarla con la protezione dei posti di lavoro e della capacità produttiva nazionale”, ha aggiunto Bono.

“In questa visione, il CdA ha deciso di non ripartire alcun dividendo e di far slittare la data dell’assemblea dal 4 maggio al 9 giugno. Più volte è stato sottolineato l’impegno contro il propagarsi del Covid-19. E’ fondamentale per noi, per i nostri fornitori e per la ripresa dell’economia nazionale”.

 

Potenziare produzione ed export militare

“Allo stesso tempo stiamo potenziando i nostri sforzi per garantire nuove opportunità nel settore militare. Stiamo lavorando all’offerta FFG (X) negli Usa, dove siamo ben posizionati e confidiamo che la nostra offerta sarà ben valutata dalla Us Navy” che ha un requisito per 20 nuove fregate con un contratto del valore previsto di oltre 17 miliardi di dollari.

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“Stiamo lavorando per chiudere nelle prossime settimane un contratto per la fornitura di due sommergibili per la Marina Italiana, più due in opzione” (destinati a sostituire l’ultima serie di sottomarini classe Sauro) ha annunciato Bono aggiungendo che “sta lavorando in ambito export per chiudere un contratto per la fornitura di fregate”.

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Bono non ha specificato senza il Paese di riferimento ma è possibile che si riferisse all’Egitto, interessato ad acquisire in tempi rapidi per 1,2 miliardi di euro due FREMM già in dotazione alla Marina Militare Italiana: la nona e la decima fregate multiruolo Spartaco Schergat ed Emilio Bianchi.

Il contratto va inserito nell’ambito di un programma militare egiziano più ampio da sviluppare con Fincantieri e l’industria della Difesa italiana che solo i8n vampo navale potrebbe riguardare altre 4 fregate e una ventina di pattugliatori da produrre anche in cantieri egiziani.

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Il contratto per le forniture navali all’Egitto va sbloccato dal governo in tempi rapidi, evitando “tafazzismi”, anche perché i nostri rivali europei non perdono certo tempo.

Il governo tedesco ha infatti autorizzato a fine marzo Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms), divisione navale del gruppo tedesco Thyssenkrupp, a consegnare all’Egitto un sottomarino Type 209/1400 mod. e quattro corvette a Israele.

 

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