Continuano gli attacchi dei pirati nel Golfo di Guinea e di Aden

Continuano i fenomeni di pirateria nel Golfo di Guinea con gli ultimi episodi segnalato il 9 maggio al largo della costa della Guinea Equatoriale. Secondo la società di sicurezza Preasidium International, la nave di ricerca Djibloho, battente bandiera della Guinea Equatoriale, è stata attaccata e abbordata da un gruppo di pirati, con tre membri dell’equipaggio probabilmente rapiti (due russi e uno guineano).

Mentre si trovava nell’area di ancoraggio di Malabo, al largo della Guinea Equatoriale, anche la nave mercantile Rio Mitong, battente bandiera delle isole Comore, è stata abbordata da un motoscafo dei pirati che hanno rapito due membri dell’equipaggio, apparentemente un russo e un ucraino.

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Praesidium ha riferito che i pirati si sono poi diretti verso il Camerun altri membri dell’equipaggio sarebbero stati feriti da colpi di arma da fuoco. Quello stesso giorno un motoscafo simile a quello usato durante l’attacco di Malabo è stato individuato dalle autorità camerunesi vicino alla zona di Tiko.

Il terzo attacco del 9 maggio è avvenuto a nord-ovest di Malabo e ha coinvolto la nave cisterna battente cinese Yuan Qiu Hu. Secondo Praesidium, un motoscafo ha inseguito la nave che ha aumentato la velocità e chiesto soccorso alle autorità del Camerun che hanno inviato una motovedetta costringendo gli inseguitori a desistere.

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Secondo la società di analisi e sicurezza marittima Dryad Global i recenti attacchi dei pirati portano a 52 il numero di membri degli equipaggi rapiti nel Golfo di Guinea, dive si registra un graduale declino degli attacchi alle navi ma un incremento delle violenze, inclusi i rapimenti, nei confronti degli equipaggi.

A differenza della pirateria somala, che negli anni scorsi riuscì a sequestrare molte navi mercantili con il carico e l’intero equipaggio, quella del Golfo di Guinea è meno strutturata e soprattutto non dispone di “tortughe” in cui detenere a lungo navi ed equipaggi poiché gli Stati della regione mantengono discrete capacità di controllo del territorio e non sono “falliti” come la Somalia.

Per questo il fenomeno della pirateria nel Golfo di Guinea ha sempre avuto caratteristiche simili alla criminalità spicciola con abbordaggi che hanno l’obiettivo di razziare denaro o sequestrare membri degli equipaggi per ottenere riscatti.

In aprile la fregata (FREMM) della Marina Militare Italiana Luigi Rizzo (nella foto sopra) ha effettuato pattugliamenti ed esercitazioni anti pirateria nel Golfo di Guinea a supporto dei mercatili italiani che operano in quell’area.

APALPirati in azione il 17 maggio anche nel Golfo di Aden dove sono strati respinti dal fuoco delle guardie a bordo della una nave cisterna chimica Stolt Tankers battente bandiera britannica. I pirati si sono avvicinati allo Stolt Apal (nella foto sotto) con due motoscafi a circa 75 miglia nautiche al largo dello Yemen, in una delle rotte commerciali più importanti per il trasporto di petrolio dal Medio Oriente all’Europa.

“Dopo che diversi colpi di avvertimento sono stati sparati dalla squadra di guardia armata a bordo di Stolt Apal, gli skiff hanno aperto il fuoco sulla nave.

La squadra di guardie armate ha risposto al fuoco, disabilitando uno skiff e ponendo fine all’inseguimento”, ha detto alla Reuters un portavoce della compagnia armatrice della nave.

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Fonti di sicurezza marittima hanno affermato che la nave britannica stava navigando attraverso un corridoio di transito sorvegliato dalle forze navali internazionali che cercano di prevenire gli attacchi dei pirati somali e di quelli attuati dalle bande di insorti qaedisti (al-Qaeda nella Penisola Arabica) presenti nello Yemen orientale.

Il portavoce ha affermato che il ponte della nave ha subito lievi danni da proiettili ma che non ci sono stati feriti. Nessuno dei carichi della nave è stato danneggiato. La società di sicurezza marittima Dryad Global ha reso noto che si è trattato del nono incidente segnalato nel Golfo di Aden quest’anno.

L’autorità navale delle operazioni commerciali marittime del Regno Unito (UKMTO) afferma in un avviso sul proprio sito Web che consiglia alle navi della zona di “esercitare estrema cautela”.

Foto Seanews, Seatrade, Maritime Trafic e Marina Militare Italiana

 

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