L’Aeronautica Indiana limita a 12 velivoli l’acquisto di altri Sukhoi Su-30MKI
La società statale indiana Hindustan Aeronautics Limited (HAL) ha annunciato di aver completato la produzione su licenza russa di tutti i 272 caccia multiruolo Sukhoi Su-30MKI ordinati da Nuova Dehli, vantando inoltre un fatturato per l’anno fiscale chiuso al 31 marzo 2020 pari a 211 miliardi di rupie (3 miliardi di dollari), con una crescita per il secondo anno consecutivo di circa il 7%.
Secondo il quotidiano News Bharati la società si aspetta adesso di ricevere ulteriori ordini da parte dell’Indian Air Force: la HAL avrebbe addirittura presentato una proposta al Ministero della Difesa per la fornitura di un ordine aggiuntivo per l’assemblaggio di altri 72 Su-30MKI su licenza al costo di circa 5 miliardi di dollari (circa 70 milioni a velivolo).
Ricordiamo tuttavia che nel luglio dello scorso anno l’Indian Air Force (IAF) si sarebbe attivata per l’acquisto di soli 18 nuovi caccia Su-30MKI, cifra poi ulteriormente ribassata a 12 velivoli dal nuovo capo della IAF Air Chief Marshal Rakesh Kumar Singh Bhadauria.
Nell’ottobre 2019 l’ufficiale dichiarò in un’intervista che “stiamo andando verso l’ordinazione di altri 12 Sukhoi-30MKI. Se avremo bisogno di ulteriori caccia in sostituzione di quelli che verranno gradualmente eliminati dal 2025 in poi sarà un discorso da fare decisamente più in là. Al momento 12 caccia è una cifra certa a cui farà seguito un ordine immediato”.
Tra le proposte della HAL e le effettive possibilità economiche della Difesa indiana, che lamenta tra l’altro una carenza sempre maggiore di velivoli, ci sono ben 4 miliardi di dollari di differenza.
Fonti interne affermano inoltre che l’Indian Air Force avrebbe rifiutato anche di installare un nuovo motore nel programma di modernizzazione della flotta di caccia Su-30MKI nota come “Super Sukhoi” sempre a causa della suddetta mancanza di fondi.
Una soluzione annunciata nel 2016 e che prometteva di essere estremamente interessante per il prolungamento della vita dei caccia indiani fino al futuro graduale passaggio verso il caccia di quinta generazione. Al momento lo stesso contratto di modernizzazione, che includeva tra l’altro un nuovo glass cockpit e un sistema di comando a riconoscimento vocale, sembra essere anche questo in alto mare.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.