I contratti bloccati a RWM Italia rafforzano i concorrenti stranieri
La decisione presa l’estate scorsa dal governo italiano di interrompere le forniture di bombe d’aereo prodotte da RWM Italia e destinate alle aeronautiche di Arabia saudita ed Emirati Arabi Uniti impegnate nel conflitto yemenita, ha provocato gravi ricadute occupazionali all’azienda che ha i suoi stabilimenti a Ghedi e Domusnovas.
Un tema di cui Analisi Difesa si è occupata nei giorni scorsi ma vale la pena tornare a parlarne per esaminare come il blocco alle vendite ai suddetti paesi arabi (che ha interrotto contratti già stipulati, aspetto molto grave sul piano della credibilità commerciale di uno Stato) non abbia certo ridotto la mole di ordigni acquistati dalle due forze aeree e in parte impiegati nel conflitto yemenita contro i miliziani sciti Houthi, ma abbia solo consentito ad altre aziende straniere di acquisire le commesse che RWM Italia non ha potuto completare e i nuovi contratti che l’azienda italiana non ha potuto stipulare.
E’ necessario sottolineare come fino al 2019 il fornitore principale di bombe d’aereo per Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti fosse RWM Italia SpA, azienda il cui portafoglio ordini era rappresentato per l’87% dai contratti con Ryadh e Abu Dhabi e che in seguito allo stop deciso dal governo a tali commesse ha dovuto ridurre i dipendenti dai 465 del luglio 2019 ai 200 di oggi, dei quali 90 in cassa integrazione.
Arabia Saudita e UAE si sono rivolti quindi ad altri fornitori, che offrissero garanzie sulle forniture, col risultato che questi si sono potenziati e ingranditi grazie ai contratti dei due paesi arabi, diventando concorrenti più temibili sui mercati.
Negli ultimi anni i fornitori principali di bombe della famiglia Mk80 ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi, oltre a RWM Italia, sono stati le seguenti società:
- La statunitense General Dynamics attraverso i contratti con Raytheon
- La spagnola Expal che ha sospeso le forniture nel 2018
- La sudcoreana Hanwha che vanta contratti continuativi dal 2015
- La turca MKEK che ha effettuato le ultime forniture dirette nel 2018
- La pakistana Pakistan Ordnance Factory
- La brasiliana AEQ
- La sudafricana Rheinmetall Denel Munition che ha completato le commesse nel 2018
A questo proposito va rilevato che a causa del conflitto nello Yemen e delle sue vittime civili il governo spagnolo rinunciò ad autorizzare nuovi contratti tra Expal e i governi saudita ed emiratino ma autorizzò nel 2018 il completamento di un contratto del 2015 con la consegna dell’ultima tranche di 400 bombe.
Lo stop alle forniture da parte della società turca MKEK sembra invece dovuto alla crisi nei rapporti tra Ankara e l’asse saudita-emiratino rispetto alle crisi siriana e libica e al deteriorarsi delle relazioni tra i due paesi arabi e il Qatar, alleato di ferro della Turchia.
Da informazioni raccolte da Analisi Difesa, oggi invece I fornitori principali di bombe Mk80 ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi sono la sudcoreana Hanwha, la pakistana Pakistan Ordnance Factory / Shaheen (con contratti per migliaia di ordigni) e la brasiliana AEQ che vanta contratti per oltre 40.000 bombe destinate alle aeronautiche saudita ed emiratina per un valore di circa 600 milioni di dollari.
Da quanto appreso da Analisi Difesa la società brasiliana effettua la carica di esplosivo agli involucri vuoti delle bombe acquisiti in Turchia e negli Stati Uniti.
La Gran Bretagna fornisce le bombe guidate Raytheon Paveway IV utilizzando fino allo scorso anno ordigni prodotti da RWM Italia ma a causa della sospensione delle forniture decisa da Roma, Raytheon UK si rivolge ad altri fornitori.
Occorre infatti sottolineare ancora una volta che pesa sulla credibilità italiana non tanto lo stop al rilascio di nuove licenze d’esportazione a RWM ma il blocco dei contratti già operativi. Un’iniziativa che genera sfiducia nel mercato della Difesa nei confronti dell’Italia e avvantaggia i concorrenti che prosperano mentre da noi si bruciano miliardi e centinaia di posti di lavoro.
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