Dopo l’Afghanistan, Trump pianifica la riduzione anche delle forze in Iraq
Dopo il consistente ritiro dall’Afghanistan, dove a novembre resteranno meno di 5mila sodati statunitensi tutti da riturare entro il 2021, l’Amministrazione Usa sta progettando di diminuire la presenza militare in Iraq da 5.200 a 3.500 già nelle prossime settimane, secondo quanto riferito da fonti militari citati dal canale conservatore One America News Network (OANN).
Nel suo discorso di chiusura della convention repubblicana, Donald Trump, ha ricordato i suoi successi e i progressi verso la fine delle “guerre senza fine in Medio Oriente. A differenza delle precedenti amministrazioni, ho tenuto l’America fuori da nuove guerre”, ha detto, aggiungendo che “le nostre truppe stanno tornando a casa”.
Fonti del Pentagono hanno confermato il taglio di un terzo dell’intero contingente nei prossimi due-tre mesi, quindi prima delle elezioni presidenziali in cui Trump sembra puntare decisamente sui consensi generati dal ritorno a casa dei militari.
Il ritiro porterebbe la presenza militare americana ai livelli più bassi dalla mobilitazione del 2014 quando gli USA costituirono la Coalizione internazionale contro lo Stato Islamico.
Il taglio delle truppe risulta ancor più significativo se si tiene conto che i miliziani dell’Isis restano molto attivi in Iraq e, anzi, stanno riprendendo le loro incursioni in diverse aree del nord ovest.
Nel marzo di quest’anno le forze Usa e della Coalizione avevano già lasciato tre base irachene, inclusa quella aerea di “K1”, colpite più volte dalle milizie sciite dopo che a inizio gennaio un raid statunitense uccise all’aeroporto di Baghdad il generale iraniano Qasem Soleimani.
Il segretario di Stato, Mike Pompeo, di recente ha confermato che l’amministrazione intende portare la presenza militare in Iraq ai livelli minimi nel minor tempo possibile, ma non aveva indicato numeri.
Foto US DoD
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