Lunga vita ai Sukhoi Su-22 polacchi

Dopo cinque anni di acceso dibattito le Forze Armate polacche hanno deciso di mantenere ancora operativi i cacciabombardieri Sukhoi Su-22 (“Fitter” per la NATO) di origine sovietica. In luglio infatti il Ministero della Difesa di Varsavia ha annunciato di aver completato i negoziati e concluso un accordo che prevede la revisione dei turbojet Lyulka AL-21F-3 con cui sono equipaggiati i Su-22 ancora in servizio.

Il contratto verrà assegnato a Wojskowe Zakłady Lotnicze 2 (Stabilimento Lavorazioni Aeronautiche 2) da anni specializzata nella riparazione di velivoli ad ala fissa e rotante in quanto – secondo Varsavia – si tratta dell’unica azienda in possesso della documentazione tecnica di questi motori che conferisce automaticamente alla stessa il diritto esclusivo di lavorare sui propulsori dei Fitter.

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L’importo del contratto del valore di 3,04 milioni di dollari prevede la revisione di 18 Sukhoi Su-22 (nel dettaglio 12 Su-22M4 e 6 Su-22UM3K) la cui vita operativa utile era stata già estesa nel 2015.

Nonostante il desiderio polacco di acquistare nuovi cacciabombardieri Su-22 continuano a volare e in maniera decisamente impegnativa; i piloti polacchi considerano da tempo il Su-22 come una macchina facile ed economica da mantenere rispetto ai principali velivoli da combattimento attualmente in dotazione quali i MiG-29 o gli F-16, in attesa che comincino le consegne di 32 F-35A.

Il Su-22 è equipaggiato per missioni ELINT (intelligence elettronica) e i magazzini dispongono ancora di una cospicua scorta di pezzi di ricambio e armamenti aria-terra di produzione russa utilizzabili su questa piattaforma.

Ultimo, ma non per importanza, la manutenzione e l’estensione della vita operativa della flotta ex sovietica (inclusi MiG-29, Mil Mi-24, Mil Mi-8/17, Mil Mi-14) consente all’industria nazionale, come abbiamo già trattato su queste pagine, di incassare importanti commesse.

Foto USAF e Ministero Difesa Polacco

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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