Nagorno-Karabakh: già in azione la forza d’interposizione russa
Due aerei russi Antonov An-124 sono atterrati ieri nella capitale armena Erevan trasportando equipaggiamenti militari e circa 30 militari che saranno impiegati da Mosca nel Nagorno-Karabakh.
Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver inviato 20 aerei con 170 militari mentre il 13 novembre il ministro della Difesa Sergej Shoigu aveva riferito di 1.100 militari della forza di pace già schierati nella regione grazie a 73 voli da trasporto. Gli organici previsti dalla forza d’interposizione russa sono di poco meno di 2mila militari.
Nella serata del 14 novembre il presidente russo Vladimir Putin ha avuto due distinte conversazioni telefoniche con il premier armeno Nikol Pashinyan e con il presidente azero Ilham Aliyev, sottolineando l’impegno per il mantenimento del cessate il fuoco lungo tutta la linea di contatto tra le forze armene e azere dove le unità di polizia militare russa hanno iniziato i pattugliamenti.
Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha visto approvare dal Parlamento il decreto per l’invio di truppe in Azerbaigian dove opereranno sul lato azero della linea di separazione tra i contendenti.
Il ministero della Sanità armeno ha riferito che nel conflitto appena concluso sono rimasti uccisi 2.317 militari armeni che potrebbero aumentare considerato che lo scambio dei rispettivi caduti con gli azeri ha preso il via solo da un paio di giorni.
A queste perdite vanno aggiunte quelle sofferte dall’esercito armeno del Nagorno-Karabakh, pari 1.383 caduti secondo il ministero della Difesa di Stepankert mentre l’Azerbaigian continua a non fornire informazioni né dati circa le perdite subite.
L’accordo di pace, estremamente severo per l’Armenia, continua a sollevare polemiche a Erevan dove il Servizio di sicurezza nazionale (NSS) ha reso noto di aver sventato un tentativo di assassinare il primo ministro, Nikol Pashinyan, da parte dei suoi oppositori politici.
Del resto la situazione sociale sembra destinata ad esplodere anche al di fuori del Nagorno-Karabakh, nelle province situate tra il territorio armeno e la regione contesa occupati dagli armeni nel conflitto del 1994 e che in base agli accordi di pace Erevan dovrà restituire all’Azerbaigian.
Gli abitanti di alcuni villaggi hanno dato fuoco alle loro case per non lasciarle agli azeri, prima di fuggire in Armenia anche se Baku ha assicurato che verranno rispettati i cittadini armeni e le chiese cristiane.
Foto Ministero della Difesa russo
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