Addestramento al combattimento aereo per i piloti russi dei Sukhoi Su-34
Il programma di addestramento standard per i piloti del cacciabombardiere Sukhoi Su-34 (“Fullback” per la NATO) sarà ampliato e gli equipaggi del “Platypus” (ornitorinco a becco d’anatra, nomignolo dovuto alla forma schiacciata del muso dell’aereo, noto anche come “Hellduck”) verranno addestrati a condurre combattimenti aerei ad alta quota e a velocità supersoniche, come ha riferito l’agenzia di stampa Izvestia citando una fonte del dipartimento della Difesa russo.
Non solo bombe e missili aria-terra dunque per questo velivolo ma anche missili a medio e lungo raggio che gli consentiranno di intercettare caccia e bombardieri nemici.
In questo modo le sessioni di addestramento all’interno della Forza Aerospaziale (VKS) permetteranno al Su-34 di difendersi da solo, soprattutto sulle lunghe distanze o quando sarà impossibile chiedere copertura ai caccia in particolari missioni d’interdizione.
L’abbattimento del Su-24 avvenuto il 24 novembre 2015 ad opera di due F-16 turchi era stato un primo grido d’allarme che aveva accelerato questa decisione all’interno dei vertici della VKS attraverso l’adozione di missili aria-aria a corto e medio raggio, ma dopo pochi mesi questa pratica fu interrotta per utilizzare daccapo i Su-34 esclusivamente come bombardieri di prima linea.
Di recente invece, alcuni reparti di volo del Su-34 appartenenti al Distretto Militare Centrale hanno condotto per la prima volta un’azione di intercettazione di un velivolo nemico simulato negli strati inferiori della stratosfera (a circa 15.000 metri di quota), a velocità supersoniche e senza l’ausilio dai sistemi di difesa aerea terrestri.
Il Su-34 è stato spesso mostrato con missili aria-aria a corto raggio R-73 o col più potente R-27 a guida radar semi-attiva a medio raggio ma il velivolo è in grado di utilizzare anche l’ultima versione dell’R-77 (nota come R-77-1 o RVV-SD), in grado di colpire bersagli aerei fino a 110 chilometri di distanza.
Considerando che di recente la Difesa ha firmato un contratto con la KTRV (JSC Tactical Missile Weapons Corporation) del valore di oltre 800 milioni di dollari per l’acquisto di diverse migliaia di questi missili, la sua massiccia implementazione consentirà di superare la carenza di tali armi e al contempo di equipaggiarne non solo gli squadroni di caccia Su-57, Su-35 e Su-30SM, ma anche altri modelli di aerei incluso il Su-34.
Un velivolo del resto presente nella VKS in circa 130 esemplari, senza contare l’inizio della produzione in serie del primo lotto di 23 aerei modernizzati Su-34M dove si prevede che entro il 2027 la consegna di almeno 76 nuovi aerei che porterà il numerico a non meno di duecento Su-34.
Un numero che tiene conto anche della necessità, in un futuro non troppo lontano, di radiare i vecchi Su-24 “Fencer” ancora presenti nei reparti della VKS e dell’Aviazione di Marina in poco meno di 300 esemplari.
«Nonostante il fatto che il Su-34 sia un bombardiere di prima linea con un raggio d’azione notevole, il velivolo ha le capacità di un caccia;» – ha dichiarato il tenente generale Valery Gorbenko, ex comandante della 4^ Armata della Forza Aerea – «…non c’è niente di particolarmente difficile in questo perché già dai tempi del Sukhoi Su-17 ci esercitavamo ad abbattere bersagli aerei. Certamente questi velivoli non sono chiamati a svolgere funzioni di difesa aerea, ma dovranno essere in grado di difendersi durante le missioni di combattimento.»
«Stiamo parlando di un potente aereo supersonico in grado di operare fino a 15.000 metri di quota e per questo motivo sarà in grado di utilizzare missili aria-aria quando sarà il caso.» – ha proseguito Gorbenko – «Il Su-34 è abbastanza manovrabile, può eseguire tutte le acrobazie aeree e persino condurre un combattimento aereo ma ovviamente è più pesante dei caccia ideati per questa specificità e questo dovrà essere preso in considerazione quando si addestreranno gli equipaggi. Se un Su-34 vola con un pieno carico di bombe, sarà certamente più impegnativo affrontare un dogfight.»
Mentre scriviamo inoltre, giunge a tal proposito notizia da Mosca dell’addestramento dei Su-34 di stanza nella regione aerea di Chelyabinsk all’elaborazione di manovre aeree al combattimento e di disimpegno: – «Durante le manovre di combattimento – ha affermato il servizio stampa del Distretto militare centrale – il sovraccarico in cabina di pilotaggio ha raggiunto i 7 G. Il programma di volo consentirà ai piloti istruttori del reggimento dell’aviazione di Chelyabinsk di preparare i piloti allo svolgimento dei combattimenti aerei con la distruzione di bersagli volanti della categoria dei caccia.»
Il Su-34 iniziò a essere progettato alla fine degli anni ’80 sulla base del caccia Su-27 ereditando i potenti motori a turbogetto AL-31F che consentono all’aereo di superare la barriera del suono e che ad alta quota lo accelerano fino a una velocità di 1900 km/h e inoltre il velivolo ha ricevuto una stazione radar multifunzionale avanzata Sh-141 in grado di rilevare non solo bersagli terrestri, ma anche aerei.
Come il Su-24 che è chiamato a sostituire, il Su-34 è costituito da un abitacolo a posti affiancati ma possiede una cabina decisamente più confortevole resa necessaria dalla più ampia autonomia: all’interno esiste persino un riscaldatore di alimenti in lattina, una piccola toilette (in realtà una sorta di pappagallo) e uno spazio tecnico che consentirebbe il riposo di uno dei due membri d’equipaggio.
L’aerodinamica derivata dal Flanker ne consente certamente un miglior disimpegno in azioni aria-aria rispetto a quelle del Su-24 e inoltre l’elettronica di bordo e i sistemi di autoprotezione sono più avanzati rispetto a quelli del “Fencer” progettato nella prima metà degli anni ’60 come aereo da interdizione supersonica a bassa quota.
Dall’inizio delle operazioni russe in Siria il Su-34 è stato costantemente utilizzato in quel teatro bellico diventando il principale operatore nell’utilizzo delle armi di precisione aria-suolo. Durante le ostilità più intense contro l’ISIS fino a 14 Su-34 sono stati impiegati contemporaneamente in missioni dalla base aerea di Khmeimim (Latakya).
Foto Sukhoi e Ministero della Difesa Russo
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.