Dopo il ritiro da “Open Skies” 2 Tu-214ON tornano nei ranghi dell’Aeronautica Russa
Il trattato internazionale Open Skies, letteralmente “cieli aperti”, com’è noto rappresenta un programma di voli di sorveglianza aerea disarmata sui territori dei paesi partecipanti.
Il trattato firmato il 24 marzo 1992 ed entrato in vigore solo dieci anni dopo, il 1° gennaio 2002, è stato ideato per migliorare la comprensione e la fiducia tra tutti i paesi aderenti e per avere un ruolo diretto nella raccolta di informazioni sulle forze militari e sulle attività interconnesse.
Open Skies ha così consentito ai paesi aderenti di sorvegliarsi apertamente a vicenda attraverso dei sorvoli richiesti con un preavviso di sole 72 ore al fine di evitare malintesi, ad esempio per assicurare ad un potenziale avversario che il proprio paese non stia per entrare in guerra e per limitare eventuali escalation delle tensioni.
Lo scorso 22 novembre, com’è noto, gli Stati Uniti si sono ritirati ufficialmente e com’era logico la Russia a quel punto ha annunciato la stessa intenzione due mesi dopo, lo scorso 15 gennaio, motivando la decisione non soltanto col ritiro americano ma anche con l’incapacità dei paesi membri di garantire che nessun ulteriore dettaglio rilevato dalle stesse missioni sarebbe stato poi condiviso con gli Stati Uniti da quel momento in poi.
Un segno inequivocabile dei tempi attuali, in assoluta controtendenza ai primi anni ’90, quando l’entusiasmo per la fine della Guerra Fredda portava ad una insperata normalizzazione dei rapporti tra i due schieramenti e a proposte assolutamente inconcepibili fino a pochi anni prima (incluso l’ingresso della Russia nella NATO ideata dal duo russo Eltsin-Kozyrev, esercitazioni e visite d’interscambio tra i due paesi).
Abbiamo seguito spesso sul nostro canale Telegram le missioni Open Skies eseguite dagli aerei russi sui territori internazionali incluso quelli effettuati più volte sull’Italia o sugli Stati Uniti (e viceversa, anche quelli degli aerei americani Boeing OC-135 sulla Russia).
I voli generalmente effettuati dalla flotta russa Open Skyes con sede a Chkalovsky, a nord-est di Mosca e composta oltre dai due suddetti Tu-214ON anche da quattro più piccoli Antonov An-30B biturboelica (nella foto sotto) e di un Tupolev Tu-154M-LK1.
A differenza dei vecchi An-30B e Tu-154M-LK1 che trasportano solo telecamere ottiche, il Tu-214ON utilizza ogni tipo di sensore consentito dal trattato: un radar laterale (che può funzionare su qualsiasi superficie in quasi tutte le condizioni), uno scanner a infrarossi e una suite di telecamere ottiche e TV.
Come anticipato sul nostro canale Telegram pochi giorni dopo la decisione del ritiro russo e come confermato in questi giorni da Rostech, la Russia ha deciso di modificare, riadattare e potenziare per le esigenze della Forza Aerospaziale proprio i due velivoli da impiego speciale Tupolev Tu-214ON.
Secondo Rostech il Tu-214ON potrebbe – «… essere utilizzato per monitorare la sicurezza delle strutture militari della Federazione Russa, controllare oggettivamente i risultati dei test di varie armi nazionali e valutare l’efficacia delle esercitazioni».
Rostech prevede inoltre che l’aereo – «… possa essere anche utilizzato in compiti puramente civili come la mappatura [e] la valutazione delle condizioni del ghiaccio sui fiumi e nei mari, un fattore molto importante nel quadro del Programma artico».
Un potenziale nuovo ruolo per il Tu-214ON a sostegno delle attività russe fiorenti nell’estremo nord, una destinazione d’uso militare e altamente strategica che potrebbe garantire così l’accesso alle risorse naturali e alle rotte commerciali marittime.
In ultima ipotesi infine, sarebbe possibile ottenere anche una conversione al ruolo ISR (intelligence, sorveglianza e ricognizione) alla versione Tu-214R anche se in questo caso il Tu-214ON avrebbe bisogno di modifiche significative per avvicinarsi a quella variante, considerata anche la mancanza di dispositivo di trasferimento dati in tempo reale o altri sistemi militari specifici della piattaforma ISR.
Una curiosità storica: nel 1996 l’Aeronautica Tedesca si attrezzò per le missioni Open Skies utilizzando due Tupolev Tu-154M (nella foto sopra) ereditati dalla disciolta Aeronautica della Germania Est (DDR) e li sottopose a modifiche per l’adozione di sensori di rilevazione (ottica, IR, radar) con la collaborazione tra Luftwaffe e la società Daimler-Benz Aerospace/Dornier.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.