UAS, “loitering munitions” e intercettori anti-drone nelle proposte della russa Zala Aero
ZALA Aero Group, divenuto un importante produttore di sistemi senza pilota in Russia passando da 5 dipendenti nel 2005 a 270 e acquisita nel 2015 dal gruppo JSC Kalashnikov Concern, sta testando e avviando la produzione di nuovi droni. e sistemi d’arma.
La società ha recentemente presentato l’UAV ZALA 421-16E5G dotato di motore ibrido e di un sistema di navigazione totalmente indipendente dal GPS/GLONASS.
Progettato per missioni di ricognizione e sorveglianza, l’UAV dotato di una centrale ibrida sequenziale è in grado di rimanere in aria per più di 12 ore e coprire distanze di oltre 100 chilometri con un carico utile che include una termocamera HD e una videocamera Full HD con zoom 60x.
Il computer di bordo ZX1 dotato di software basato su reti neurali e intelligenza artificiale provvede a rilevare e riconoscere le informazioni e gli oggetti in tempo reale, mentre un sistema di navigazione video utilizzato durante il volo riduce al minimo le conseguenze della guerra elettronica e garantisce che la missione venga eseguita in pieno silenzio radio.
Dotato di un’ala a freccia con un’apertura di 4,64 m, lo ZALA 421-16E5G utilizza un motore a combustione interna che durante il volo alimenta il generatore e la batteria tampone, che a sua volta fornisce alimentazione a tutti i componenti e gruppi di bordo compreso quello elettrico, il che riduce notevolmente la sua traccia acustica.
«Siamo stati i primi al mondo a combinare un motore a combustione interna e un motore elettrico in questa classe di droni. L’azienda ha realizzato un ibrido sequenziale: durante il volo il motore a combustione interna non è la forza motrice principale ma alimenta il generatore e la batteria tampone. Questa, a sua volta, fornisce energia a tutti i sistemi e gruppi di bordo, incluso il motore elettrico.» – ha dichiarato Nikita Khamitov, responsabile dei progetti speciali di ZALA Aero.
«Grazie a questo schema abbiamo raggiunto un tempo di volo di oltre 16 ore e abbiamo fornito la possibilità di operare su un oggetto di interesse in una modalità completamente silenziosa».
La società ha riferito altresì che la produzione in serie dell’UAV ZALA 421-16E5G è già iniziata ma si è rifiutata di indicare il cliente, considerando inoltre che la capacità di produzione consente di realizzare fino a 300 droni all’anno.
Il sistema di navigazione indipendente dal GPS è stato testato sul nuovo UAV quadricottero ZALA 421-24, secondo il costruttore un UAV immune ai disturbi radio ed elettronici: – «Abbiamo integrato su questo quadricottero una soluzione che consente di condurre un volo in modalità di silenzio radio completo.
Diamo un punto sulla mappa, spegniamo completamente il canale di comunicazione e il GPS e lo inviamo alla coordinata. Il computer di bordo crea una nuvola di punti al suolo durante il volo» – ha detto Khamitov.
“L’UAV può ritornare in qualsiasi momento anche se perde il collegamento con la base o il segnale GPS poiché il computer di bordo elabora i dati ricevuti dal sistema di sorveglianza elettro-ottica e crea una nuvola di punti a terra che possono essere utilizzati per tornare indietro al punto di partenza.»
Lo ZALA 421-24 può essere equipaggiato con una videocamera e un dispositivo di imaging termico, può rimanere in aria per circa 40 minuti e ha un’autonomia di circa 5 chilometri.
E sempre a proposito della vasta produzione della Zala Aero Group lo stesso Khamitov ha affermato che il ZALA 421-08 è stato testato nelle condizioni estreme delle zone antartiche dall’istituto russo AARI (Arctic and Antarctic Research Institute) di San Pietroburgo.
«I nostri droni sono gli unici UAV russi che possono vantare di aver operato sia al Polo nord che al Polo sud, considerando che gli scienziati hanno utilizzato il nostro velivolo a -52°C.»
Lo ZALA 421-08M è un drone leggero che può essere lanciato a mano; ha un tempo di volo di oltre un’ora e mezza, un raggio d’azione da 15 a 30 chilometri e un peso massimo di 2,5 chili.
Come carico utile può trasportare una termocamera e una videocamera; il suo design minimal, il peso leggero e il sistema di controllo intelligente consentono il suo funzionamento da parte di personale con un minimo livello di formazione.
Loitering munitions
L’esercito russo ha recentemente rilasciato nuovi dettagli sull’utilizzo in Siria di piccoli droni kamikaze realizzati proprio dalla Zala Aero Group.
Le forze russe hanno fatto ampio uso in passato di piccoli droni per l’esplorazione lavorando a stretto contatto con le unità di artiglieria a lungo raggio che hanno colpito numerosi obiettivi nel conflitto ucraino con lanci di razzi con effetti devastanti prima che questi potessero reagire.
Non erano soliti utilizzare – almeno fino a poco tempo fa – i cosiddetti “droni suicidi” e munizioni circuitanti, come lo SwitchBlade statunitense, ma il nuovo rapporto indica un uso crescente di due modelli forniti proprio dalla ZALA Group:
Il ZALA KYB, (nella foto sopra) lanciato nel 2019, ha un’apertura alare di 1,20 m e fornisce un carico utile esplosivo di circa 3 chili a coordinate di destinazione specificate, ma manca di sensori a bordo.
Il ZALA Lancet-3 dello stesso anno dotato di insolite ali cruciformi, porta la stessa testata ma ha anche una videocamera in modo che l’operatore possa guidarla verso il bersaglio. Secondo il rapporto, le forze speciali russe avrebbero usato entrambi i modelli in Siria, comprese diverse dozzine di Lancet-3, con un alto grado di successo.
Non ultimo, poiché gli analisti militari russi hanno mostrato preoccupazione per le recenti azioni in Siria e nel conflitto del Nagorno-Karabakh, dove alcune difese aeree di costruzione russa sono state neutralizzate dai droni Bayraktar TB2 di fabbricazione turca, ZALA ha offerto una possibile soluzione basata sulla modifica del Lancet in “intercettore di droni”, pur non rivelando i tempi di realizzazione del nuovo progetto.
Una formazione di questi esemplari pattuglierebbe lo spazio aereo sopra le truppe amiche, ciascuno all’interno della propria area di competenza di 20 miglia quadrate, mettendosi a disposizione per affrontare eventuali droni ostili.
I velivoli nemici sarebbero accolti con una manovra di speronamento esplosiva, così come mostrato sul nostro canale Telegram, in cui la simulazione riporta un drone di tipo TB2 ben visibile come bersaglio.
Secondo Khamitov i Lancet sarebbero in grado di pattugliare per decine di ore formando una sorta di campo minato aereo, ma poiché l’attuale Lancet ha un’autonomia operativa di circa 40 minuti prima di essere ricaricato le soluzioni alternative sono inviare altri droni in staffetta o ancora utilizzare il motore ibrido di cui sopra per lo scopo in questione.
Altri produttori stanno lavorando su droni spinti da energia solare in grado di rimanere in volo per diversi giorni, quindi un “campo minato aereo” persistente di droni è un’opzione futura tutt’altro che impossibile.
Foto ZALA AERO
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.