Esercito e leadership: la Divisione “Vittorio Veneto” ospita James Kerr
La Divisione “Vittorio Veneto” ha organizzato, lo scorso 9 giugno, un webinar sulla leadership ospitando James Kerr, formatore e autore del best seller mondiale Legacy, del quale esiste anche un’edizione italiana.
Seguendo la traccia del libro, la discussione è partita da una domanda: come è possibile che gli All Blacks, la Nazionale di rugby della Nuova Zelanda, abbiano vinto negli ultimi cento anni più del settantacinque per cento delle loro partite diventando per questo la squadra di rugby più forte al mondo?
L’autore nel suo libro ha analizzato i principi cardine, i 15 mantra su cui poggia la filosofia vincente della squadra, che possono essere applicati e traslati a qualunque organizzazione e in particolar modo a quelle in cui il senso identitario e di gruppo prevalgono sul valore del singolo e il cui fine ultimo sia il raggiungimento di obiettivi comuni e non la realizzazione professionale dei singoli membri.
Il punteggio, lo score, di una partita non è il fine, ma la naturale conseguenza del lavoro che è stato fatto sul gruppo, dei sacrifici e delle scelte che hanno portato il leader della squadra a creare non seguaci, ma altri leader.
Attraverso l’esempio, l’abnegazione, la condivisione dei valori comuni e uno straordinario lavoro sulla creazione di un’identità specifica che poggi sul passato e crei le condizioni per il futuro, il leader può alzare l’asticella delle performance e fare in modo che la squadra “lasci la maglia” in un posto migliore di quello in cui è stata trovata, “leave the jersey in a better place”. Il fine ultimo, l’eredità di un leader, è la capacità di piantare alberi che non vedrà mai crescere.
Il mondo militare, come quello delle grandi imprese che operano in un ambiente complesso e caratterizzato da una profonda competitività, trova numerose similitudini con le dinamiche che regolano le competizioni sportive di altissimo livello. Gli All Blacks rappresentano i migliori nel loro campo, e, quando vincono, lavorano ancora più intensamente per essere migliori di quanto lo siano stati in passato.
Secondo l’autore, è fondamentale identificarsi nella propria squadra, azienda, organizzazione, che deve essere univocamente riconoscibile e racchiudere i principi cardine per creare un sincero senso di appartenenza: un motto, uno stemma, una maglia, una storia che deve essere conosciuta e fungere da rifugio e da ispirazione durante i momenti più difficili, che inevitabilmente arriveranno: “Sing your world into existence, create a culture”.
Una volta creata l’identità del gruppo, il gruppo stesso diventa un qualcosa di diverso dalla somma di chi ne fa parte: ecco che come “Una Acies”, “Ut ardeant ardeo”, sono alcuni dei motti di chi ha scelto di vestire l’uniforme dell’Esercito Italiano, Whanau, la formazione a cuneo con cui volano gli stormi di uccelli migratori, è per i rugbisti in maglia nera il simbolo della loro identità di gruppo.
Nel volo in formazione infatti ogni membro è indispensabile per il gruppo e viceversa; tornando alla metafora del whanau, nessuno è più grande o più importante del team ed elementi particolarmente brillanti, se non interiorizzano e fanno propri i principi ispiratori del gruppo stesso, non possono da soli condurre la squadra a risultati all’altezza della aspettative.
L’identificarsi in un insieme di valori e regole condivise determina una naturale propensione dei singoli a uniformare il proprio comportamento e le proprie azioni verso il raggiungimento di un bene più grande rispetto alla mera realizzazione personale.
Il sacrificio è stato un altro elemento su cui Kerr si è soffermato a lungo, sintetizzando questo concetto con “Find something you would die for and give your life to it”. Gli standard di gioco, così come le performance individuali non devono puntare al meglio, ma al massimo e, dopo averlo raggiunto, ambire a qualcosa di più: un piccolo miglioramento, ogni giorno, moltiplicato per mesi, anni, generazioni determina un tangibile progresso per tutta l’organizzazione.
Infine, si è parlato dell’umiltà, principio cardine che è alla base dei team di successo. Secondo il principio “Never be too big to do the small things that need to be done”, gli All Blacks puliscono da soli i propri spogliatoi dopo una partita, perché nessuno sa prendersi cura degli All Blacks meglio degli All Blacks stessi. Questa filosofia applicata a una logica organizzativa ci ricorda che non esistono compiti troppo umili, ma lo scopo è affrontare ogni sfida, anche quella che può sembrare marginale o non al nostro livello, ricercando sempre l’eccellenza nel risultato.
Legacy, è l’eredità che siamo chiamati a lasciare, l’essere parte di qualcosa più grande di noi, sulla quale poggiarsi per scrivere la nostra pagina e lasciare un segno per chi verrà dopo.
L’incontro ha portato a riflettere sulla storia che ci appartiene e che siamo chiamati ad onorare, costruita nel e dal sacrificio di chi ci ha preceduto, cercando di rendere onore al passato nell’unico modo possibile, lasciando un segno e lasciando a chi verrà dopo di noi un Esercito migliore di quello che abbiamo trovato, lasciando “la nostra maglia” in un posto migliore.
Il webinar, che si è svolto nell’ambito delle iniziative della Divisione “Vittorio Veneto” a favore del personale del Comando e di quello delle Brigate e reggimenti dipendenti, fa parte di un processo finalizzato allo sviluppo delle capacità di leadership e della condivisione dei valori intrinsechi dell’esser militare: requisiti fondamentali per questa Grande Unità dell’Esercito Italiano, forte di circa 16.000 uomini e donne, sempre pronta a intervenire al servizio della Nazione e che fa della capacità di impiego in tutto lo spettro delle operazioni militari una delle sue caratteristiche principali.
Fonte: comunicato Divisione Vittorio Veneto
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